La verità della Corte dei conti Usa sugli F-35
27 luglio 2012
Enrico Piovesana
I nostri politici, ‘tecnici’ e non, forse non hanno letto l’ultimo rapporto della Corte dei conti statunitense (il Gao) sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo. O forse lo hanno ignorato, come hanno fatto del resto i mass media italiani.
Nel rapporto viene detto che i nuovi cacciabombardieri (di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro) sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
“Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità”
“Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
“Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.
I nostri politici, ‘tecnici’ e non, forse non hanno letto l’ultimo rapporto della Corte dei conti statunitense (il Gao) sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo. O forse lo hanno ignorato, come hanno fatto del resto i mass media italiani.
Nel rapporto viene detto che i nuovi cacciabombardieri (di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro) sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
“Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità”
“Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
“Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.
Nessun commento:
Posta un commento