Riceviamo e pubblichiamo il comunicato
stampa di Ken Loach dove spiega i motivi per cui non parteciperà al Torino Film
Festival 2012, rifiutando anche il Gran Premio Torino. QUI
È con grande dispiacere che mi trovo costretto a
rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio
che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno
lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di
promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente
reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la
passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la
questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori
con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la
ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il
personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò
avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla
Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema
(MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni
e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più
malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per
essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi
districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con
pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi
non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che
appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la
responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono
impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso,
dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei
lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non
è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui
non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a
questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta
di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi
battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento
critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa
sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio.
Ken Loach
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