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mercoledì 21 novembre 2012

CI VUOLE CORAGGIO A TAGLIARE I FONDI AI DISABILI ...



SIT-IN AL MINISTERO

«Contro l'elemosina di Stato»
Protesta con carrozzelle e barelle

I malati davanti al Ministero dell'Economia per protestare contro i tagli di 200 milioni di euro ai disabili

SIT-IN AL MINISTERO
«Contro l'elemosina di Stato»
Protesta con carrozzelle e barelle
I malati davanti al Ministero dell'Economia per protestare contro i tagli di 200 milioni di euro ai disabili

ROMA - Dopo inutili tentativi di dialogare con il governo che taglia i fondi e uno sciopero della fame ignorato, i disabili gravissimi presidiano il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un gesto estremo della protesta organizzata dall’Associazione Malati S.l.a. e dal Comitato 16 novembre Onlus, contro i tagli al fondo per i disabili che si dimezza di 200 milioni di euro e non basta per tutti. Paola Ecoretti del Comitato 16 Novembre parla di «fondi ripartiti in maniera generica» quelli previsti per i disabili e conclude «sull’elemosina di Stato» perché pochi soldi non servono a nulla. Le persone disabili gravissime e i malati di S.l.a. arrivano sulle carrozzelle e sulle barelle. Comincia lo sciopero totale della fame. «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle    «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle    «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle    «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle    «Contro l'elemosina di Stato» protesta con carrozzine e barelle
SENZA VENTILATORE - Un gesto estremo quello dei malati di S.l.a con tracheostomia che non riescono a comunicare se non con l’aiuto della tavoletta parlante. Nonostante tutto vogliono urlare il loro dissenso e incontrare il governo e i Ministri. «Si presenteranno senza ventilatore polmonare di scorta, dopo 5-6 ore si scaricheranno le batterie e moriranno per soffocamento» si legge in un comunicato di 16 Novembre Onlus. Intanto sotto il Ministero, un operatore sanitario aspira con una cannula un liquido dalla trachea di uno dei malati e asciuga le sue labbra. Il segretario del comitato Salvatore Usala dalla Sardegna è arrivato a Roma ed è pronto a morire in diretta tv senza il ventilatore polmonare artificiale di ricambio. Una «minaccia» contestata dai rappresentanti del movimento politico cattolico Militia Christi preoccupati per il gesto estremo dei disabili che porterebbe all’interruzione della vita di qualcuno in poche ore. «Non ci stanno» ma appoggiano in pieno la protesta e la causa.

FONDI MISERIA - Davanti al Ministero presidiato da un timido schieramento di polizia si lotta contro i tagli ai fondi per l’assistenza domiciliare. «Abbiamo chiesto quanto previsto dalla 135/2012 votata ad agosto che garantiva almeno 350 milioni per i disabili gravissimi» si legge sull’appello lanciato al Governo Monti del Comitato 16 novembre. I comitati chiedono maggiore rispetto per la vita dei disabili e per le loro famiglie ma quello che preme di più è l’incremento del fondo non-autosufficienza di 400 milioni esenti da Isee. Un finanziamento, in compartecipazione economica delle Regioni, per i Piani Assistenziali Individualizzati (PAI) per i contributi diretti alle famiglie. L’appello richiede di predisporre un atto legislativo di riduzione del 5% dei posti in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) a carico del servizio sanitario regionale e prevedere un contributo di 30 mila euro per invogliare il rientro al domicilio dei pazienti.
«LOTTA ALLA VITA» - In piazza ci sono le mamme preoccupate del Centro di Educazione Motoria (CEM) di Portuense e la Croce Rossa che arriva con una barella e un ragazzo gravissimo che non riesce a muoversi. La gente per strada non capisce e si sofferma a guardare. Intanto gli striscioni si alzano e la protesta continua. «Non ci muoveremo da qui finché non ci garantiscono 400 milioni e che sia denaro vincolato» si sente dalla folla che in maniera tranquilla assedia l’ingresso del Ministero. Al fianco delle persone in carrozzella le famiglie dei ragazzi che «solo con i gesti estremi» trovano molto spesso il rimedio a una vita indegna. E poi un’altra mamma racconta della figlia cerebrolesa stanca di sopportare questa condizione. Racconti di vita che s’intrecciano e fanno rumore. Un coro di protesta contro la violazione del diritto alla salute nei confronti di chi soffre e combatte. In piazza c’è pure chi non ha più la forza di lottare, non dice nulla e si arrabbia. «Quando a esporsi, sono i malati in prima persona vuol dire che questo paese è affondato» sussurra un passante che arrabbiato e deluso se ne va.
Gianluca Russo21 novembre 2012  CORRIERE DELLA SERA

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