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giovedì 13 febbraio 2014

LA GABBIA...

DALLA TRASMISSIONE LA GABBIA...

Un servizio racconta l’indignazione del nord-est italiano. Alcuni artigiani e operai si sono rinchiusi nel campanile di Fiume Veneto, in provincia di Pordenone.


giovedì 23 maggio 2013

PROTESTE A STOCCOLMA ...SVEZIA...


Stoccolma, quarta notte di scontri
La protesta continua a estendersi

Centinaia di giovani mettono
a ferro e fuoco la città: tre feriti
MONICA PEROSINO
Sono tutti giovani, organizzati e pieni di rabbia. Per la quarta notte consecutiva in centinaia hanno messo a ferro e fuoco Stoccolma. Il bilancio dei danni è arrivato a 340 auto, due scuole, una stazione della polizia, un ristorante e un centro di arti e mestieri dati alle fiamme. Non si contano le finestre colpite dalle sassaiole e gli attacchi a polizia e vigili del fuoco. Tre agenti sono rimasti feriti durante le rivolte.  

Gli scontri più pesanti si sono svolti nella periferia sud della capitale, non nei sobborghi nord-occidentali dove è iniziata la protesta 4 giorni fa. Ma la protesta sta dilagando, tanto che nella notte sono state bruciate due auto anche Malmo, nella sud della Svezia. L’atto sembra confermare l’allarme lanciato dalle autorità svedesi di una possibile estensione delle violenze.  

La rivolta è cominciata a Husby, uno dei sobborghi più poveri della città, abitato in prevalenza da immigrati, dopo che la polizia aveva ucciso un anziano che aveva minacciato gli agenti con un machete. “La nostra società sta diventando sempre più divisa e le differenze, sia sociali che economiche, sono sempre più evidenti - ha detto Rami Al-khamisi, co-fondatore di Megafonen, un gruppo che lavora per il cambiamento sociale in periferia -. Le persone che vivono nei sobborghi sono quelle più colpite. Questo è razzismo istituzionale”. Anche il ministro della Giustizia, Beatrice Ask è preoccupato: “Capisco perché molte persone che vivono in questi quartieri e sono preoccupata, sconvolta e arrabbiata. L’esclusione sociale è un fatto molto grave ed è causa di molti problemi”.  LA STAMPA

venerdì 18 maggio 2012

BERLINO - NON SI PUO' MANIFESTARE...


FOTO ANSA - BERLINO sono 45 gli italiani fermati, poi tutti rilasciati in serata a Francoforte, nel secondo dei quattro giorni di mobilitazione del movimento anticapitalista internazionale Blockupy Frankfurt, che culminera' sabato con una grande manifestazione, l'unica autorizzata. Lo ha comunicato la polizia locale al consolato italiano di Francoforte, che si e' attivato per monitorare la situazione ed e' in contatto con le famiglie di alcuni fermati.

Per gli italiani fermati la polizia ha disposto l'allontanamento dall'area cittadina di Francoforte fino alle 7 di mattina di sabato, giorno della manifestazione per cui sono attese migliaia di persone. La giornata, hanno scritto le forze dell'ordine in un comunicato, si e' conclusa senza episodi di violenza significativa e con un totale di circa 150 fermi. La polizia aveva controllato stamattina, poco fuori dalla citta', tre autobus diretti a Francoforte con circa 150 persone, cui e' stato vietato l'ingresso fino a sabato. Alcuni di queste, che avevano successivamente tentato di raggiungere Francoforte ugualmente, sono poi stati arrestate. La polizia era poi intervenuta nel pomeriggio per sgomberare due presidi non autorizzati davanti all'universita' e alla piazza del municipio. FONTE ANSA


venerdì 23 marzo 2012

GIULIANO FERRARA SALVA LA RAI - VA TUTTO BENE PERCHE' COMMISSIONARLA?

GIULIANO FERRARA IERI SERA A RADIO LONDRA...ha fatto uno spot a favore della Rai...va tutto bene , ha detto perche' commissionarla?
Giuliano Ferrara è un altro che da mamma Rai becca una paccata di soldi pubblici:
Ferrara ha un contratto triennale da 1 milione e mezzo di euro (il tipo è anche Direttore del Foglio) il suo Qui Radio Londra dal 14 marzo 5 giorni su sette, subito dopo il Tg1 e senza pubblicità (quindi senza ricavi per la Rai), fino a marzo 2013 (con possibilità di rinnovo di un altro anno).
Prevedo un AMARCORD della Ercolani alla Rai anche per lui!

venerdì 16 marzo 2012

GEORGE CLOONEY ...


Clooney arrestato: protestava per il Sudan
Il fermo durante una manifestazione di protesta a Washington

MILANO - La polizia di Washington ha arrestato George Clooney durante una manifestazione di protesta inscenata di fronte all'ambasciata del Sudan. Lo riferisce la Cnn.

L'ARRESTO - Anche il padre dell'attore sarebbe stato fermato dagli agenti. Entrambi stavano partecipando a una manifestazione a Washington davanti all'ambasciata del Sudan, per contestare il presidente Omaral-Bashir accusato di aver provocato una crisi umanitaria impedendo ad alimenti e aiuti di entrare nella zona delle Montagne di Nuba, nella regione che confina con il Sud Sudan. Clooney, che ieri ha incontrato il presidente Barack Obama alla Casa Bianca, vuole portare maggiore attenzione sulla questione e avverte che se non verranno intraprese azioni entro tre o quattro mesi «ci sarà un vero disastro umanitario». Oltre al padre Nick, ad accompagnare Clooney c'era anche Jim Moran, deputato democratico della Virginia.

L'IMPEGNO - È noto l'impegno dell'attore hollywoodiano per la causa del Sudan: qualche giorno fa Clooney aveva testimoniato al Congresso Usa per denunciare quella che ha definito una «campagna di assassinii» in corso in Sudan dove sono in corso bombardamenti quotidiani nelle zone sul confine con il Sud Sudan. «Abbiamo visto bambini colpiti da schegge, compreso uno di nove anni che ha perso entrambe le mani» ha detto l'attore e regista appena tornato da una missione in una delle zone più colpite le montagne di Nuba nel sud del Kordofan. Clooney ha detto che gli attacchi sono orchestrati dal governo del presidente Omar al-Bashir, insieme al suo collaboratore Ahmad Harun e il ministro della Difesa,Minister Abdelrahim Mohamed Hussein. Gli stessi tre uomini, ha detto, che hanno orchestrato gli attacchi in Darfur.
Redazione Online CORRIERE DELLA SERA

venerdì 2 marzo 2012

MICHELE BOLDRIN...MARCO PONTI

IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI PERCEPISCE UNO STIPENDIO DI CIRCA $ 400.000 MILA DOLLARI, EQUIVALENTI A CIRCA 240.000 MILA EURO. IN AMERICA NESSUNO PUO' GUADAGNARE PIU' DEL PRESIDENTE.
L'economista Michele Boldrin ieri sera a PIAZZA PULITA, trasmissione sulla TV 7 di Formigli ha posto l'attenzione sui vergognosi stipendi pubblici italiani portando per esempio lo stipendio del Presidente americano OBAMA.
Siamo in recessione, con cresciamo da circa 15 anni, ma si regalano ai boiardi di Stato stipendi da favola.

TAV SI TAV NO...SERVE NON SERVE...

L'economista MARCO PONTI è schierato per la NO TAV ...le sue motivazioni sembrano assai valide, tra tutte le grandi opere da fare c'è ne sono di piu' urgenti.


giovedì 23 febbraio 2012

REINTEGRARE ALLA FIAT I TRE OPERAI DI MELFI

Fiat Melfi, Fiom vince il ricorso: reintegro per i tre operai licenziati durante uno sciopero
Comportamento antisindacale: il Tribunale di Potenza ha condannato il Lingotto per la vicenda dei tre dipendenti - Barozzino, Lamorte e Pignatello - allontanati dal loro posto di lavoro. L'azienda costretta a rimborsare al sindacato anche le spese sostenute per la pubblicazione della sentenza su due quotidiani, a dimostrazione della volontà di rendere evidente il comportamento illecito della Fiat
I tre operai della Fiat di Melfi licenziati durante uno sciopero
La Fiat a Melfi ha perso nuovamente in tribunale ed è stata condannata per comportamento antisindacale e dovrà dunque provvedere al reintegro dei tre operai Fiom dello stabilimento Sata che erano stati licenziati durante uno sciopero. I loro nomi sono ormai famosi – Barozzino, Lamorte e Pignatello - e dopo la sentenza appena pronunciata dal Tribunale di Potenza la loro vicenda subisce un’ulteriore svolta. In seguito a uno sciopero spontaneo in cui la Fiat accusò gli operai di aver compiuto atti di sabotaggio alla produzione l’azienda licenziò i tre operai che vinsero però il loro primo ricorso in tribunale.

Il giudice allora confermò che quel licenziamento violava l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. La Fiat si oppose e, sempre in primo grado, riuscì a ribaltare il verdetto ottenendo una sentenza a lei favorevole. In seguito a quella, Barozzino, Lamorte e Pignatello sono stati messi di nuovo dalla fabbrica lucana nella quale, in ogni caso, erano potuti entrare solo simbolicamente perché relegati in una saletta sindacale. Oggi, con l’appello promosso dalla Fiom, la sentenza del giudice riporta tutto alla casella di partenza: il licenziamento viene giudicato “antisindacale” e la Fiat condannata a reintegrare i tre operai.

Inoltre, il Tribunale condanna l’azienda a rimborsare alla Fiom le spese sostenute per la pubblicazione della sentenza su due quotidiani, Repubblica e Corriere della Sera, a dimostrazione della volontà di rendere evidente il comportamento illecito della Fiat. Una vittoria per la Fiom, per i tre operai che, probabilmente, riapre tutta la partita in corso da ormai due anni e rende questo conflitto sempre più complicato.

Non si è fatta attendere la reazione della Fiat alla sentenza del Tribunale del capoluogo lucano. “Seguendo la linea già tenuta nei precedenti gradi di giudizio, la Fiat non intende rilasciare alcun commento sulla sentenza della Corte d’Appello di Potenza, contro la quale presenterà ricorso in Cassazione” si legge in una nota del Lingotto, che, comunque, “tiene a sottolineare che considera inaccettabili comportamenti come quelli tenuti dai tre lavoratori e che proseguirà le azioni per impedire che simili condotte si ripetano”. Da parte loro, i tre operai ci tengono a mantenere un profilo basso: il loro desiderio è tornare alla quotidianità. ”Non abbiamo mai voluto le prime pagine dei giornali e, sinceramente, ne avremmo fatto a meno – ha detto Giovanni Barozzino – Ora vogliamo solo ritornare alla normalità, al nostro posto di lavoro, ad essere gli uomini comuni che eravamo un anno e mezzo fa”.

FONTE: Il Fatto Quotidiano

LA FIFA DI SANDRO PARENZO DOPO IL CASO FIAT


PRECAUZIONI DOPO IL CASO FIAT-«ANNOZERO»
«Oscurerò Celentano se non mi daranno
prima il testo del suo intervento»
Celentano ospite da Santoro ma arriva la minaccia di Parenzo, patron del polo televisivo che trasmette «Servizio Pubblico»
PRECAUZIONI DOPO IL CASO FIAT-«ANNOZERO»

«Oscurerò Celentano se non mi daranno
prima il testo del suo intervento»

Celentano ospite da Santoro ma arriva la minaccia di Parenzo, patron del polo televisivo che trasmette «Servizio Pubblico»
Adriano Celentano (Ansa)
MILANO - «Se non vedo il testo di Celentano, domani (giovedì, ndr) non lo mando in onda». Lo dice all'Ansa Sandro Parenzo, patron del polo televisivo di emittenti locali Mediapason che trasmette Servizio Pubblico di Michele Santoro, dove giovedì sera è previsto un intervento di Celentano. «Non possiamo rischiare risarcimenti milionari - prosegue -. Non lo manderanno in onda venti emittenti che trasmettono il programma». «Siamo al buio - spiega ancora Parenzo -. Non si sa nulla dell'intervento di Celentano. Santoro non vuole dirci nulla di questa intervista. Ci mandino il testo, oppure ci diano una fidejussione, altrimenti l'intervento non andrà in onda. Manderemo in onda Servizio pubblico e quando ci sarà Celentano lo oscuriamo».

LE MOTIVAZIONI - «La Rai dovrà pagare cinque milioni per aver criticato la Fiat - spiega l'editore riferendosi alla sentenza che ha condannato l'azienda pubblica a risarcire il Lingotto per un servizio andato in onda su Annozero -. E se domani venisse fuori qualcosa contro la Rai? E se la Rai poi ci fa causa, chi paga?». Parenzo spiega quindi che «l'intervento di Celentano, se le cose non cambieranno, non andrà in onda su Telelombardia in Lombardia, su Antenna 3 in Veneto e su tutti le altre emittenti sul canale 10 del digitale terrestre, che sono venti».

LA REPLICA: «NESSUN CONTROLLO» - Michele Santoro smorza comunque le polemiche: «Ho cercato a lungo Sandro Parenzo perchè fosse lui direttamente a chiarire il senso delle sue parole, anche perchè siamo onorati di ospitare una sorpresa di Adriano Celentano e abbiamo il massimo rispetto sia della sua libertà sia della sua grandezza di artista». Il conduttore, infatti, sottolinea: «Sono fermamente convinto che volesse soltanto protestare in maniera paradossale per l'abnormità della sentenza che ha condannato la Rai e Corrado Formigli, visto che i nostri accordi, per scelta di Parenzo e mia, non prevedono nessuna forma di controllo preventivo essendo noi legalmente responsabili di ciò che va in onda».

Redazione Online Del Corriere della sera

venerdì 3 febbraio 2012

PEACE REPORTER PROCESSO ETERNIT


Christian Elia

La dissolvenza, nel cinema, è quasi sempre in nero. In un angolo di questa Italia, per una volta, è stata in bianco. Casale Monferrato, in Piemonte, la riconoscevano subito i piloti dei caccia bombardieri alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Era quella dove tutti i tetti erano bianchi.

Non per una tradizione, ma a causa di una maledizione, che sembra uscita da un patto degno di Herr Faust o di Mister Dorian Gray. Un patto scellerato: un lavoro, una sicurezza economica, in cambio della salute. L’imbroglio, però, è che di questo è un patto con il diavolo i firmatari non erano consapevoli. E’ solo il ricatto del lavoro, della fame. Una fame atavica, in queste zone, che un bel giorno sembrava sconfitta. Grazie all’invenzione di tale Ludwig Hatschek, austriaco, che brevetta il cemento-amianto con il nome di eternit. Eterno, appunto, come il riposo della morte.

L’eternit resiste a tutto, anche al fuoco. Viene utilizzato in mille modi, prodotto a ritmi vertiginosi. La produzione sbarca in Italia. Lo stabilimento della ditta Eternit di Casale Monferrato, che arriverà alla massima espansione a occupare un’area di oltre 90mila metri quadrati, apre i battenti il 19 marzo 1907. Chiuderà il 6 giugno 1986, dopo ad aver dato lavoro a 4.879 persone. In una cittadina di poco più di 35mila abitanti, una manna da cielo.

Peccato che quella, come la manna biblica, si diffonda nell’aria. Ed è bianca, come la manna, ma non è miracolosa. E’ assassina. Sono almeno 1800 i cittadini di Casale Monferrato che l’Eternit si è portata via. Questa è la storia che racconta Eternit – Dissolvenza in bianco, di Assunta Prato, dell’Associazione Familiari Vittime Amianto, e dalla brava Gea Ferraris, che con i suoi disegni rende perfettamente il senso stesso di una grafic novel: la polvere. Le tavole, leggermente fuori fuoco, rendono l’idea della polvere che ti resta addosso. Quella delle fibre dell’Eternit, che hanno avvelenato per anni gli operai della fabbrica, che la respiravano tutto il giorno, privi di qualsiasi tutela. Ma la stessa polvere, che rivestiva il paese intero, la respiravano le mogli e i mariti degli operai, i loro figli, tutti i cittadini che si avvelenavano – senza saperlo – anche solo abitando quel territorio.

Il 13 febbraio 2012, dopo una lunga storia processuale, il processo Eternit arriverà a una sentenza. Il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de la Marchienne e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 68 anni, sono accusati di aver causato un disastro ambientale producendo, negli stabilimenti italiani Eternit di Casale Monferrato, di Cavagnolo in provincia di Torino, di Bagnoli di Napoli e di Rubiera dell’Emilia (in totale i morti diventano 2200), manufatti di amianto senza mettere al riparo i lavoratori e la popolazione dai rischi generati dalla fibra della quale loro, sicuramente dagli anni Sessanta, conoscevano il rischio cancerogeno.

Il pubblico ministero, Raffaele Guariniello, ha chiesto per gli inquisiti venti anni di carcere, oltre ai risarcimenti che saranno dovuti alle parti civili. “Una tragedia come quella rivissuta in questo processo non l’avevo mai letta. Una tragedia che ha colpito popolazioni di lavoratori e di cittadini e che continua a fare morti”, ha detto Guariniello. Perché questo è stato e i cittadini di Casale Monferrato e delle altre cittadine meritano giustizia. Perché il dolore di queste famiglie, che lavoravano per avere un futuro e sono state ingannate e uccise per il profitto, non svanisca in una nube di polvere bianca.

domenica 29 gennaio 2012

ITALIA - I PENSIONATI CHE NON SI CHIAMANO GIULIANO AMATO





Giuliano Amato ha precisato in TV alla 7 intervistato da boccuccia di rose,

che è stato massacrato dalla opinione pubblica, per essere stato sputtanato da Mario Giordano nel suo libro SANGUISUGHE - Pensioni d'oro Amato, 31.000 euro al mese. Giuliano Amato ha precisato che sono cifre lorde, al netto lui percepisce solo la meta'. Be la faccenda cambia? 12 13 mila euro al mese di pensione sono forse poche?

Si vede sempre piu' gente con i sondini al naso, ho pensato avranno problemi di respirazione, problemi ai polmoni, non respirano, hanno bisogno di ossigeno...che pena e tenerezza mi fanno. Ma l'altra mattina ti vedo una bella signora elegante, facevo la fila alla cassa di un grosso supermercato,e aveva sto tubicino al naso, le ho detto: passi signora io posso aspettare, la signora ringrazia passa e paga la sua spesa, poi ci siamo rincontrare nell'ascensore per risalire in strada, la signora ha esclamato: cosa tocca fare per dimagrire! allora incuriosita ho chiesto quale malattia l'affligesse, la bella signora prosperosa mi ha detto che non aveva nessuna malattia era sana come un pesce e il tubicino infilato nel naso serviva per farla dimagrire. Sono rimasta di stucco, la pensavo malata e invece... la signora si chiamava Anna, funzionaria pubblica, ha confessato tra le lacrime che mangiava troppo si sentiva goffa e voleva dimagrire...la dieta del sondino gliel'aveva consigliata un dietologo.
Non capitera' mai a tutti quei pensionati che non si chiamano GIULIANO AMATO che percepiscono 500 euro al mese, pensioni di lavoro naturalmente privato, nel pubblico impiego non si è mai rischiato di perdere il lavoro, neanche accusati di furto o di stupro o di qualsiasi altra malefatta.
A questi pensionati la RAI TV in questi giorni manda in onda uno spot minaccioso. PAGARE IL CANONE E' UN OBBLIGO OLTRE CHE UN DOVERE DI ONESTI CITTADINI...BLA BLA BLA capito? un obbligo morale miei cari vecchietti, sulle vostre spalle voi dovete sopportare il peso mastodontico di una Rai con migliaia di dipendenti pubblici,che in parte non fanno un emerito ca.xxo, anzi ricordiamoci di quanta gente viene pagata e messa in cantina e ogni tanto riesumata.

Rassegnatevi vecchietti chiunque governi, Prodi Berlusconi o Monti, sempre dovete pagare, ma si dai... in fin dei conti pagando e vivendo quasi in miseria non rischierete di ingrassare e dover poi mettere il sondino!
BAU BAU

sabato 28 gennaio 2012

MARTONE: VOI SIETE SFIGATI IO NO...(...)


Martone, l'incontro con Dell'Utridi Gianluca Di Feo
L'amico del padre dell'attuale viceministro (quello degli 'sfigati') andò dal potente senatore del Pdl per far sistemare il giovane. Lo ha detto, a verbale, Arcangelo Martino, imprenditore al centro dell'inchiesta sulla P3
(27 gennaio 2012) «Mi sono ricordato che Martone sosteneva che attraverso il partito voleva dare una risposta lavorativa al figlio». Arcangelo Martino ha uno stile spiccio, spesso approssimativo. Del figlio di Martone dice che «fa il commercialista, una cosa del genere».


L'imprenditore è considerato uno dei pilastri della P3, la cricca che interveniva per pilotare le cause in Cassazione e in molti tribunali. Ma durante l'interrogatorio in carcere davanti ai pm romani ricostruisce in modo netto il principale interesse di Antonio Martone, all'epoca potente avvocato generale della Cassazione: sistemare il figlio, ossia Michel il giovane enfant prodige del governo Monti, pronto ad attaccare gli studenti fuori corso e le lauree tardive.

Il suo curriculum di professore ordinario a soli 29 anni era anche - stando ai verbali - nelle mani degli uomini della P3. Martino dichiara che assieme a Pasqualino Lombardi, l'altro protagonista dell'inchiesta P3, si sarebbero presentati a Marcello Dell'Utri chiedendo di intervenire in favore del ragazzo. Sarebbe stato Lombardi a sollecitare la raccomandazione, accompagnata dalla lista dei meriti accademici del giovane al senatore del Pdl. Ottenendo una risposta vaga: «Va be' vediamo».

Tanta premura per il rampollo non nasceva da una solidarietà amicale. L'interesse della P3 era chiaro: volevano che il padre intervenisse per sistemare la causa sul Lodo Mondadori, ossia il processo contro l'azienda di Silvio Berlusconi a cui era contestata un'evasione fiscale da circa 300 milioni, e sollecitasse un voto positivo della Consulta sul Lodo Alfano che garantiva l'immunità al premier. Due questioni strategiche per il Cavaliere che Pasqualino Lombardi e i suoi sodali volevano mettere a posto grazie all'aiuto di Martone, come spiegano ai magistrati.

Antonio Martone ha dichiarato di non avere mai chiesto raccomandazioni per il figlio. L'uomo ha lasciato la suprema corte dopo la diffusione delle intercettazioni su sui contatti con gli emissari della P3. Nunzia De Girolamo, parlamentare pdl, ha descritto la presenza dell'avvocato generale ai pranzi da Tullio dove ogni settimana Lombardi riuniva i suoi compagni di merende. «Ricordo che erano presenti il sottosegretario Caliendo e diversi magistrati. Tra loro Martone, Angelo Gargani e un magistrato del Tribunale dei ministri». Il geometra irpino Lombardi si mostra capace di grandi persuasioni, come ricostruisce la De Girolamo: «Ricordo anche che Martone diceva di volere andare via dalla Cassazione e che Lombardi non era d'accordo e cercava di convincerlo a restare. Diceva che stava bene lì, che era un punto di riferimento lì. Martone insisteva dicendo che voleva fare altre esperienze e che preferiva andare da Brunetta».

Proprio da Brunetta era poi venuto il primo incarico di consulente da 40 mila euro l'anno per Michel Martone, mentre al padre andavano ruoli direttivi. Ma Lombardi e Martino si impegnavano per trovare «attraverso il partito una risposta lavorativa» migliore per il professore in erba. Che due anni esatti dopo l'incontro tra Lombardi e Dell'Utri per trovargli un posto «attraverso il partito» è arrivato al governo Monti.
FONTE: L'Espresso

mercoledì 18 gennaio 2012

CAOS...


Farmacisti e tassisti in rivolta...tutti i commercianti devono combattere la concorrenza...i tassisti e i farmacisti non ci stanno, i tassisti promettono una "guerra totale"...i farmacisti si sono incatenati davanti Montecitorio.

In Sicilia il movimento dei forconi a cui si sono uniti gli autotrasportatori, protestano contro l'aumento della benzina...la benzina è una necessita', la merce viene trasportata da migliaia di camion in tutta Italia.
Piu' di 20 mila adesioni su facebook.