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mercoledì 30 aprile 2014

FEDERICO ALDROVANDI...

CRONACHE
 IL CASO

Aldrovandi, 5 minuti di applausi
per gli agenti di polizia condannati
La madre: “Mi si rivolta lo stomaco”

Ovazione al congresso Sap per 3 dei poliziotti coinvolti nel caso. Renzi chiama
la donna: “Solidale”. Alfano: gesto gravissimo. Il sindacato: colleghi danneggiati
ANSA
Gli applausi del congresso del Sap agli agenti condannati per la vicenda della morte di Federico Aldrovandi

Si riapre la ferita della vicenda legata alla morte di Federico Aldrovandi. Al Grand Hotel di Rimini, riuniti per l’ottava edizione del Congresso nazionale del Sap, i delegati del secondo sindacato di polizia italiano tributano cinque minuti di applausi a tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara. Applausi che non mancano di segnare la mamma del giovane, Patrizia Moretti. «È terrificante - ha commentato - mi si rivolta lo stomaco».  

GOVERNO IN CAMPO  
Matteo Renzi ha telefonato stasera alla madre di Aldrovandi per esprimerle solidarietà per «l’indegna vicenda». Alla solidarietà del premier si sono associati i vicesegretari del Pd, Deborah Serracchiani e Lorenzo Guerini, che hanno espresso totale vicinanza alla signora Patrizia. per il ministro dell’Interno Alfano «gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia. Applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio». Mentre il capo dello polizia Alessandro Pansa esprime «vicinanza e solidarietà» alla madre di Federico Aldrovandi «non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell’operato delle donne e degli uomini della polizia» 

L’ULTIMO SFREGIO  
A far scattare l’ovazione dei delegati del Sap la presenza, nella sessione pomeridiana del Congresso, degli agenti Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani, condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall’ indulto. Oltre ai tre poliziotti presenti all’assise riminese, nel caso Aldrovandi era coinvolta anche un’altra poliziotta, Monica Segatto: i quattro hanno trascorso alcuni mesi in carcere. «È terrificante, mi si rivolta lo stomaco - ha reagito la madre del giovane raggiunta dall’Ansa -: cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? È estremamente pericoloso». Il Sap, ha poi sottolineato Moretti sulla sua pagina Facebook, «applaude a lungo i condannati per l’omicidio di mio figlio. Provo ribrezzo per tutte quelle mani. Pansa era lì?», ha domandato riferendosi al Capo della Polizia che, ospite del congresso nella mattinata, aveva però lasciato Rimini già da diverse ore. 

LE REAZIONI  
Diversi i commenti negativi sugli applausi a Rimini sui social network, sia sulla pagina della mamma di Federico Aldrovandi, sia su Twitter, segnati con l’hashtag #vialadivisa, nome di un movimento che, lo scorso 15 febbraio a Ferrara aveva chiesto, nel corso di una manifestazione, la radiazione degli agenti coinvolti nella vicenda. Sul versante politico, Sel, attraverso il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni, ha definito «gli applausi agli assassini di Federico Aldrovandi agghiaccianti e inaccettabili. Chi applaude quegli agenti applaude ad un crimine vergognoso e non è certo degno di vestire una divisa. Non si può accettare che chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini - è la chiosa - possa compiere gesti terribili come quello di oggi’’. Per Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, «inaccettabile l’ovazione che il congresso del Sap ha voluto dedicare agli agenti condannati per l’omicidio Aldrovandi. Sono sempre stato dalla parte dei diritti di chi lavora in condizioni difficilissime per la sicurezza del Paese ma uno Stato di diritto sta in piedi solo se vengono rispettate le competenze di tutti i suoi corpi. La sentenza di quel terribile omicidio va rispettata da tutti’’ 

IL SAP:COLLEGHI DANNEGGIATI  
Il sindacato ha replicato con le parole del neosegretario generale Gianni Tonelli: «L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito.Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito». Quindi, prosegue nella nota Tonelli, «ritengo affrettati alcuni giudizi espressi». Riferendosi agli agenti coinvolti nella vicenda, sottolinea, «quattro vite sono state definitivamente rovinate dai danni subiti e, da ultimo, sono stati trascinati in un giudizio davanti alla Corte dei Conti per un risarcimento all’erario complessivo di circa 2 milioni di euro, senza che alcuna autorità abbia individuato l’entità di tale somma e senza essere stati coinvolti dall’Amministrazione della pubblica sicurezza nella transazione privata con la famiglia». LA STAMPA

PAPA FRANCESCO...E LA DROGA

PAPA FRANCESCO Il narcotraffico, che favorisce violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società
 - See more at: http://www.osservatoriodroga.it/cresce-la-produzione-di-oppio-in-afghanistan-legalizzarla-risolvera-il-problema/#sthash.2b8Y2L53.VQzn1UjF.dpuf

lunedì 14 aprile 2014

DIPENDENTI PUBBLICI FALSI POVERI...

Denunciati 5 mila dipendenti pubblici
Ecco chi sono i nuovi falsi poveri

La Guardia di Finanza: la corruzione costa all’Italia tre miliardi di euro

ROMA - Il 2013 doveva essere l’anno dei tagli e dei risparmi. Invece la spesa pubblica in Italia è rimasta ancora una volta su livelli da record. Perché la corruzione dei dipendenti pubblici e le truffe dei cittadini continuano a drenare le casse dello Stato provocando una vera e propria voragine nei conti. È l’ultimo rapporto della Guardia di Finanza, che ha intensificato i controlli riuscendo così ad incrementare l’entità delle somme recuperate rispetto all’anno precedente, a fornire il quadro desolante di quanto accaduto nei dieci mesi appena trascorsi. E a confermare come i «furbetti» - dai falsi poveri ai finti consulenti - abbiano avuto ancora una volta vita facile. Bastano due cifre per mostrare l’entità del fenomeno: i danni erariali provocati da funzionari e impiegati infedeli fino allo scorso ottobre ammontano a 2 miliardi e 22 milioni di euro; quelli per le truffe sono pari a un miliardo e 358 milioni di euro. I dipendenti pubblici denunciati nei primi dieci mesi dell’anno sono stati 5.073, ma numerose indagini sono tuttora in corso.

I falsi poveri
Rubano gli amministratori, ma non sono gli unici. Perché sfruttando i mancati controlli interni ai vari enti, decine di migliaia di persone riescono ad ottenere benefici senza averne i requisiti. Scrivono nella relazione gli specialisti della Finanza: «Nell’ambito delle verifiche imposte dai processi di spending review sono state predisposte campagne massive di controllo su forme diffuse di irregolarità, relativamente alla fruizione dei ticket sanitari e delle prestazioni sociali agevolate, per incrementare i livelli di compliance tra i potenziali beneficiari di tali agevolazioni».
A goderne sono soprattutto i «falsi poveri». E infatti viene evidenziato come «su 8.000 controlli effettuati, sono stati trovati 2.500 soggetti che hanno indebitamente beneficiato di prestazioni sociali agevolate come l’accesso in corsia preferenziale ad asili nido ed altri servizi per l’infanzia, la riduzione del costo delle mense scolastiche, i “buoni libro” per studenti e le borse di studio, i servizi socio sanitari domiciliari, le agevolazioni per i servizi di pubblica utilità, quali luce o gas. Sono state accertate frodi al sistema previdenziale ed assistenziale per oltre 77 milioni di euro. Le principali truffe hanno riguardato la corresponsione del cosiddetto “assegno sociale” a favore di cittadini extracomunitari fittiziamente residenti, l’indennità per falsi invalidi, le misure di sostegno alla disoccupazione per falsi braccianti agricoli ed il pagamento di pensione a soggetti deceduti».

Le consulenze inutili 
Quella dei cosidetti «esperti» assoldati dalla pubblica amministrazione continua ad essere una vera e propria «piaga». Perché serve a moltiplicare gli incarichi, nella maggior parte dei casi, inutili. E a provocare una vera e propria emorragia di fondi. È solo uno dei casi contestati agli amministratori pubblici «corrotti». Ma certamente è tra i più odiosi. Tra gennaio e ottobre 2013 la Guardia di Finanza ha denunciato alla Corte dei Conti 150 casi di consulenze non necessarie, calcolando un esborso illecito pari a 8 milioni e 454 mila euro. Ben più alte sono le altre spese causate dalla mala gestione delle istituzioni.
Le truffe e gli abusi compiuti nel settore del patrimonio pubblico - primi fra tutti gli alloggi popolari spesso assegnati con affitti a prezzi stracciati - hanno causato un danno di oltre 170 milioni di euro. La mancata riscossione di tasse e tributi ha fatto perdere ben 150 milioni 480 mila euro, mentre le frodi relative ai finanziamenti erogati da enti pubblici nazionali e comunitari hanno provocato un mancato introito di ben 353 milioni di euro.

Gli appalti truccati 
Il capitolo relativo alle gare di appalto «truccate» ha portato a un «buco» nei bilanci statali pari a 330 milioni di euro. Sono 360 i funzionari pubblici segnalati alla Corte dei Conti per il danno causato all’erario e molti di loro dovranno subire anche il procedimento penale visto che la maggior parte ha percepito tangenti per orientare le scelte dell’amministrazione.
Uno dei casi più eclatanti è certamente quello scoperto dal Nucleo di polizia tributaria a Brindisi dove è finita sotto inchiesta l’attività dell’Area Tecnica della Asl per l’assegnazione di lavori a ditte «amiche» dei componenti delle commissioni aggiudicatrici. Annotano gli investigatori: «Il meccanismo fraudolento prevedeva l’apertura e successiva chiusura delle buste contenenti le offerte economiche delle ditte concorrenti; la comunicazione a ditte conniventi delle informazioni così acquisite, affinché fosse possibile formulare l’offerta più idonea per vincere la gara; la sostituzione furtiva delle buste contenenti le originarie offerte presentate dalle medesime imprese con delle nuove predisposte fraudolentemente in base al vantaggio conoscitivo indebitamente ottenuto». Risultato: 19 commesse truccate per un danno di 23 milioni e 161 mila euro.

La sanità malata 
Il settore della salute pubblica è certamente uno dei più «saccheggiati». Sono 626 i dipendenti pubblici che dovranno rendere conto dei propri illeciti e di aver provocato un danno di ben 233 milioni di euro. E sono migliaia i cittadini che hanno truffato lo Stato riuscendo ad ottenere prestazioni pur non avendone i requisiti o comunque rimborsi non dovuti. Le denunce finora presentate nel 2013 sono state 5.300 con un danno calcolato di oltre 9 milioni di euro.
Vicenda simbolo - molte altre analoghe sono state verificate in numerose parti d’Italia - è stato scoperta dai finanzieri di Caserta dove la Asl non aveva aggiornato da anni gli iscritti nelle liste dei medici di base. Sfruttando sia pur inconsapevolmente queste omissioni circa 400 dottori di tutta la provincia hanno continuato a percepire compensi relativi a «1.215 soggetti deceduti, 2.010 emigrati all’estero e 2.763 emigrati fuori provincia». Danno accertato: 1,5 milioni di euro.

Le case e i buoni scuola 
Da Padova a Lecco, arrivando a Roma, sono migliaia i casi di «falsi poveri» scoperti dai finanzieri. A Padova è stata denunciata una pensionata settantenne che abitava in una villa con piscina, aveva altri 14 immobili di proprietà affittati «in nero» per un canone mensile che oscillava tra i fino a 4.600 e i 5.000 euro al mese. Non solo non aveva denunciato introiti per oltre 220 mila euro, ma negli anni scorsi aveva ottenuto il rimborso delle tasse universitarie sostenute per il figlio e chiesto al Comune le prestazioni economiche assistenziali, dichiarando di appartenere a un nucleo familiare indigente. A Lecco sono state denunciate 53 persone che hanno percepito illecitamente dal Comune il sostegno dovuto a chi si trova in «stato di bisogno». Si tratta di una somma mensile che oscilla tra i 500 e i 3.000 euro al mese, quindi un vero e proprio stipendio pur non facendo nulla e soprattutto potendo contare su altre «entrate».
Lungo il litorale laziale, da Civitavecchia fino a Nettuno, sono stati scovati 207 cittadini titolari di buoni scuola, borse di studio, gratuito patrocinio legale e altri benefici che però vivevano in ville prestigiose e si spostavano su auto di lusso. Alcuni di essi sono risultati proprietari di prestigiose dimore nelle zone di Casal Palocco e dell’Infernetto, periferia sud di Roma, «con un tenore di vita inconciliabile con l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee), determinato sulla base delle autodichiarazioni presentate». 
©Corriere della sera

SANITA'...TRUFFE


ruffe record e frodi alla Sanità
La carica delle false esenzioni

Dagli appalti ai falsi ricoveri, ai ticket. Stimato un danno erariale di un miliardo
di euro. Interventi di chirurgia estetica presentati come salva-vita


shadow
C’è una voragine nei conti dello Stato provocata dalle truffe al servizio sanitario nazionale. Oltre un miliardo di euro di danni erariali causati dalle irregolarità compiute da medici e operatori, spesso d’accordo con i pazienti oppure con gli agenti assicurativi. Ma anche con le società farmaceutiche e con le aziende private che si occupano di commercializzazione di macchinari. E’ il clamoroso risultato dei controlli compiuti dalla Guardia di Finanza nell’ultimo anno. E le verifiche dei primi due mesi del 2014 sembrano confermare il trend visto che fino al 28 febbraio scorso sono già state segnalate alla Corte dei Conti 104 persone e l’ammontare delle perdite supera i 150 milioni di euro. Sono decine le tipologie degli illeciti e le più frequenti riguardano gli interventi di chirurgia estetica spacciati per operazioni su gravi patologie, i finti ricoveri di pronto soccorso nelle strutture private, le iperprescrizioni di farmaci.
Scoperti oltre 700 funzionari infedeli
Il dossier dell’Ufficio Tutela e mercato delle Fiamme Gialle guidato dal colonnello Giovanni Avitabile fornisce numeri e casi di un fenomeno che viene costantemente monitorato perché, come si sottolinea nella relazione «il controllo della spesa vista la sua particolare importanza nell’ambito del bilancio pubblico e le sue preoccupanti dinamiche di crescita, rappresenta una delle priorità inderogabili per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica». E perché «la necessità di risanare i conti pubblici impone un’oculata attività di contenimento e razionalizzazione della spesa anche con una mirata attività di verifica finalizzata all’individuazione delle condotte negligenti o illecite che, consentendo sprechi, diseconomie o inefficienze, possono rappresentare una variabile sensibile nelle funzione di crescita delle uscite». I controlli si muovono sul doppio binario: all’indagine affidata ai nuclei territoriali, si affiancano i «protocolli di collaborazione con le Aziende sanitarie locali per ottenere uno scambio informativo e l’attivazione delle ispezioni». I dati forniscono il quadro: nel 2013 sono stati compiuti 10.333 controlli e 1.173 sono state le persone denunciate per un valore che supera i 23 milioni di euro. Ben più grave il capitolo delle richieste di risarcimento avanzate dalla Corte dei Conti: sono 177 le verifiche, 742 i funzionari pubblici sottoposti a procedimento, un miliardo e 5 milioni di euro il totale delle contestazioni.
I falsi Drg e il day hospital
Si chiamano “Raggruppamenti omogenei di diagnosi” e servono a stabilire le tariffe per le prestazioni che vengono caricate sul Servizio Sanitario Nazionale. Proprio “truccando” i referti e quindi «facendo rientrare l’intervento nella categoria autorizzata oppure per la quale è previsto un rimborso superiore al dovuto» sono stati drenati centinaia di milioni di euro alle casse statali. Il caso più eclatante riguarda le operazioni di chirurgia estetica che invece vengono spacciate per interventi su gravi patologie, spesso addirittura tumorali. Le rinoplastiche fatte passare come settoplastica sono certamente frequenti, ma c’è anche chi si è rifatto il seno, le cosce, l’addome sostenendo di essere molto malato, addirittura in pericolo di vita. Qualche settimana fa sono stati indagati il primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo e alcuni alti dirigenti del nosocomio proprio con l’accusa di aver falsificato le cartelle cliniche di una decina di pazienti.Tecnica usata per ottenere illecitamente i rimborsi è anche l’attestazione di ricoveri in realtà mai avvenuti oppure gli interventi effettuati in ambulatorio per i quali si richiede invece il rimborso di day hospital. Sono escamotage apparentemente da poche migliaia di euro, ma moltiplicati per centinaia di migliaia di cittadini determinano un esborso spropositato.
Farmaci e ticket sempre gratis
Un’indagine effettuata due anni fa in Lombardia dimostrò che a Milano un cittadino su cinque non pagava il ticket pur non avendo diritto all’esonero. Alla fine ben il 20 per cento degli assistiti risultò non in regola. La maggior parte aveva contraffatto i dati dell’autocertificazioni, il resto aveva ottenuto una attestazione compiacente. Il quadro fornito dagli analisti della Guardia di Finanza prova che a livello nazionale la situazione è analoga se non peggiore. Basti pensare che su 9.936 controlli effettuati, sono state trovate ben 7.972 posizioni “fuorilegge” che hanno provocato un “buco” nel bilancio statale di circa un milione di euro. Vuol dire 8 su 10, quindi una percentuale clamorosa. Ben più alto è il volume delle “uscite” causate dalla iperprescrizione di farmaci da parte dei medici di base. Storia emblematica è quella di Catania dove si è scoperto che «la emissione di ricette è di 7 punti superiore alla media nazionale senza che questo sia supportato da un quadro epidemiologico tale da poter giustificare l’eccessivo consumo». In cima all’elenco ci sono gli inibitori di pompa, le statine e gli antidiabetici, ma sono decine e decine le confezioni acquistate con l’esenzione senza che i pazienti ne avessero effettiva necessità. Nessuno eguaglia il dottore che ha prescritto 700 fiale di antibiotico alla moglie, ma a scorrere le denunce i casi eclatanti sono davvero tantissimi. Da tempo l’attività dei medici di base viene monitorata anche per quanto riguarda il numero dei “clienti”. Le verifiche per tutelare il settore della spesa pubblica hanno infatti evidenziato la presenza negli elenchi di persone emigrate all’estero o decedute. Secondo il rapporto stilato dal colonnello Avitabile «è necessario stimolare ulteriormente le competenti strutture sanitarie ad avviare in modo sistematico, a livello nazionale, una opportuna opera di bonifica e aggiornamento delle liste degli assistiti con conseguente rideterminazione degli importi spettanti ai medici e il recupero delle somme già percepite senza titolo dagli stessi»
La lungodegenza e le finte emergenze
Il limite massimo stabilito dalla legge per la degenza parla di 60 giorni, dopo scatta la tariffa più bassa per il rimborso. Ma aggirare l’ostacolo per ospedali e cliniche convenzionate è evidentemente molto facile. Basta “frazionare” il ricovero e per il paziente a carico dello Stato la tariffa rimarrà sempre al massimo. Si tratta di un “sistema” illecito non facile da scoprire che provoca danni da milioni di euro. Prima della scadenza dei due mesi, il malato viene “dimesso” e accettato nuovamente qualche giorno dopo. In realtà in alcuni casi è accaduto che non si sia addirittura mosso dalla struttura. Ma le vie della truffa appaiono infinite. E così ci sono anche i «finti ricoveri eseguiti in regime d’emergenza da case di cura che sulla base del Piano sanitario Regionale non risultano in realtà abilitate. Numerose degenze sono state attivate in questo modo nonostante la clinica non fosse dotata di servizio di pronto soccorso. E nonostante la legge imponga questo tipo di reparto come condizione indispensabile per poter ricorrere a questa tipologia di ricovero».
Macchinari e appalti truccati
Ci sono medici che utilizzano privatamente, facendosi pagare profumate parcelle, i macchinari comprati dalle strutture pubbliche. Uno dei casi più eclatanti, con un danno che supera i 200 mila euro, è stato scoperto in Abruzzo ed è stato citato dal procuratore regionale Fausta Di Grazia nella sua relazione di apertura dell’anno giudiziario. La magistratura contabile «ha agito nei confronti di un medico, docente universitario, per aver utilizzato privatamente, per alcuni anni, attrezzature diagnostiche acquisite con fondi della Regione e da quest’ultima rese disponibili all’Università de L’Aquila. Il danno complessivo attiene ai profili strettamente patrimoniali, al disservizio arrecato all’Università e all’Asl oltre che al pregiudizio d’immagine per la risonanza mediatica avuta dalla vicenda, a seguito della quale il convenuto è stato condannato anche in sede penale». Un capitolo che naturalmente provoca esborsi da milioni di euro è quello degli appalti pubblici. Sono decine e decine le inchieste aperte in tutta Italia, prima fra tutte spicca quella sulla Regione Lombardia con il disvelamento dell’accordo tra politica e imprenditoria. Tra i casi citati nel rapporto della Guardia di Finanza c’è quello che riguarda la Asl di Brindisi dove la Corte dei Conti ha evidenziato «l’alterazione, mediante vari e, a volte, sofisticati meccanismi fraudolenti, della libera concorrenza tra le imprese partecipanti alle gare per l’aggiudicazione dei lavori, con immediata ripercussione sull’entità della spesa sostenuta, a tutto personale vantaggio degli agenti pubblici coinvolti e delle imprese conniventi e a corrispondente grave detrimento del patrimonio pubblico, ove si consideri il cospicuo valore complessivo (circa 35 milioni di Euro) degli appalti oggetto di indagine».
CORRIERE DELLA SERA

MANIFESTAZIONE A ROMA...DAGOSPIA

1. ROMA, GUERRIGLIA URBANA. UNA DECINA DI MANIFESTANTI FERITI. UNO È GRAVE, UN PETARDO GLI È ESPLOSO IN MANO. FERITI ANCHE VENTI AGENTI, SEI LE PERSONE FERMATE - 2. IL CORTEO DEGLI ANTAGONISTI ERA COMINCIATO IN MODO PACIFICO CONTRO IL GOVERNO RENZI E IL PIANO-CASA APPROVATO DA PALAZZO CHIGI, MA POI DOPO UN LANCIO DI OGGETTI, BOTTIGLIE E PETARDI CONTRO I BLINDATI SONO INIZIATI GLI SCONTRI E INFINE LE CARICHE. GLI INCIDENTI PIÙ GRAVI IN VIA VENETO, NEI PRESSI DEL MINISTERO DEL WELFARE - 3. LE AZIONI NEL CORSO DEL CORTEO A ROMA SONO STATI PORTATE AVANTI DA UN GRUPPO DI MANIFESTANTI CHE NON INDOSSAVANO LA "CLASSICA" FELPA NERA DEI BLACK-BLOC CON CAPPUCCIO MA DEI K-WAY E GIACCHE A VENTO BLU. FINITE LE AZIONI I MANIFESTANTI SI SONO TOLTI LE GIACCHE A VENTO LASCIANDO IN TERRA UN TAPPETTO DI KWAY BLU -

Ansa.it
Roma, guerriglia urbanaROMA, GUERRIGLIA URBANA
Pomeriggio di guerriglia nel centro della Capitale. Il corteo degli antagonisti (indetto dai 'Movimenti Sociali contro la Precarietà e L'Austerity') era cominciato in modo pacifico, ma poi dopo un lancio di oggetti, bottiglie e petardi contro i blindati sono iniziati gli scontri e infine le cariche. Gli incidenti più gravi sono avvenuti in via Veneto, nei pressi del ministero del Welfare, e in via del Tritone. Si contano una decina di manifestanti feriti. Uno è grave, un petardo gli è esploso in mano. Feriti anche venti agenti, tra cui un funzionario di polizia. Sei le persone fermate per gli scontri.
Roma, guerriglia urbanaROMA, GUERRIGLIA URBANA
Non più black bloc ma forse blu-bloc. Le azioni nel corso del corteo a Roma sono stati portate avanti da un gruppo di manifestanti che non indossavano la "classica" felpa nera con cappuccio ma dei k-way e giacche a vento blu. Finite le azioni i manifestanti si sono tolti le giacche a vento lasciando in terra un tappetto di kway blu, soprattutto lungo via del Tritone.
Roma, guerriglia urbanaROMA, GUERRIGLIA URBANA
Le parole d'ordine degli attivisti durante il corteo: "No al jobs-act", "Più reddito per tutti" e una mobilitazione contro il governo Renzi e il piano-casa approvato da palazzo Chigi.
Slogan duri contro l'esecutivo e la precarietà del lavoro e book-bloc - scudi di gommapiuma con i titoli di libri, tra Omero e Shakespeare -, quando il corteo dei movimento antagonisti era a piazza Barberini. Sugli striscioni si leggono frasi come 'Casa reddito dignità' o 'Dalle metropoli alle Università assediamo austerity e precarietà'. Affissi sui muri manifestini che dicono 'Potete chiamarci Neet (acronimo inglese che indica chi non studia, non lavora e non fa formazione, ndr), rimaniamo precari incazzati'.
Roma, guerriglia urbanaROMA, GUERRIGLIA URBANA
Lancio di uova e arance contro il ministero dell'economia da parte di un gruppo di manifestanti del corteo "12a per dire no al piano casa e al jobs act del governo Renzi". Tra i manifestanti che lanciavano oggetti c'era anche un ragazzino. Alcuni fotografi e reporter che stavano riprendendo la scena sono stati allontanati dai manifestanti con un lancio di bottiglie.
Roma, guerriglia urbanaROMA, GUERRIGLIA URBANA
"Ribaltiamo il governo Renzi. Cancelliamo il decreto Lupi e Jobs act". Dietro questo striscione migliaia di persone sono partite a Roma per aderire alla manifestazione dei movimenti antagonisti contro il governo e il decreto casa. Alla manifestazione, tra le bandiere, ci sono anche quelle di No-tav e No-Muos.

MANIFESTAZIONE A ROMA...


MANIFESTAZIONE A ROMA


mercoledì 2 aprile 2014

BEPPE GRILLO

Europee: i risultati del primo turno di votazione

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primi_eletti_europee.jpg
I candidati risultati primi per ogni regione, e quindi primi candidati scelti per essere inseriti nelle liste del MoVimento 5 Stelle alle elezioni Europee sono i seguenti:
Angelini Paolo
(Abruzzo)
185 voti
Pedicini Piernicola
(Basilicata)317 voti
Laura Ferrara
(Calabria)
133 voti
Luigia Embrice
(Campania)
208 voti
Silvia Piccinini
(Emilia Romagna)
193 voti
Marco Zullo
(Friuli Venezia Giulia)
168 voti
Bianca Maria Zama
(Lazio)
366 voti
Alice Salvatore
(Liguria)
258 voti
Eleonora Evi
(Lombardia)
556 voti
Fabio Bottiglieri
(Marche)
310 voti
Pasquale Casmirro
(Molise)
58 voti
Francesco Attademo
(Piemonte)
503 voti
Rosa D'Amato
(Puglia)
332 voti
Nicola Marini
(Sardegna)
225 voti
Paola Sobbrio
(Sicilia)
221 voti
Silvia Fossi
(Toscana)
429 voti
Cristiano Zanella
(Trentino Alto Adige)
134 voti
Laura Agea
(Umbria)
132 voti
Manuel Voulaz
(Valle D'Aosta)
33 voti
David Borrelli
(Veneto)
501 voti
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Candidati: 5.091
Votanti: 35.188
Preferenze espresse: 92.877