non sono degne di un paese sviluppato»
Il premier è stato intervistato da un trimestrale francese
«L'evasione e il nepotismo non sono degne di un paese sviluppato»
«Alcune pratiche, profondamente radicate nella mentalità italiana», come «l'evasione fiscale» o «il nepotismo», «non sono degne di un Paese sviluppato membro del G8 e che è la seconda potenza industriale d'Europa»: è il pezzo forte dell'intervista che il presidente del Consiglio Mario Monti ha rilasciato al trimestrale francese Politique Internationale più di un mese fa, ma uscita sabato.
«MENO LEADERSHIP E PIU' CONTENUTI»- In precedenza, il premier era intervenuto con una telefonata nel corso dell'iniziativa «La società civile si incontra e propone» parlando dei processi politici in vista della prossima tornata elettorale. Monti aveva invitato chiaramente tutti i partiti a «prestare meno attenzione a leadership ed organigrammi e più ai contenuti». Spiegando che rigore, crescita ed equità sociale sono le direttrici del governo e dicendosi fiducioso nel fatto che «chi mi succederà» prosegua su questa strada. «Ci sono - ha aggiunto Monti - attività di governo iniziate, ma che raccomanderei, se mai mi venisse chiesto un parere, a chi mi succederà di sviluppare e di sviluppare molto meglio e in modo molto più profondo».
«SE SERVISSE, CONTINUEREI» - Il premier è poi tornato sul nodo della sua ricandidatura al governo per le elezioni del 2013: «La legislatura attuale termina nell'aprile 2013- ha dichiarato- Come ho detto più volte, l'Italia deve ritrovare un processo democratico normale e non c'è nessuna ragione per cui il voto non debba dare una maggioranza in grado di governare. Come ho detto recentemente, nell'ipotesi in cui fosse impossibile costituire una tale maggioranza, io sarei là. Se servisse, io continuerei».
OPERAZIONE VERITA' - Poi Monti sottolinea una fatto per lui d'importanza cruciale: «Ho fatto una scoperta positiva in questa esperienza, dura per chi governa e durissima per chi è governato: non è impossibile cercare di dire la verità agli italiani e non è impossibile che la capiscano», perché hanno «desiderio di verità e preferiscono sapere cosa hanno davanti a loro anziché essere partecipi di un grande processo collettivo di elusione dei problemi».
SFORZO - L'Italia ha messo in atto uno «sforzo collettivo» che «non ha precedenti nella storia repubblicana» per risollevarsi, senza il quale «oggi non ci sarebbe più l'Eurozona o sarebbe altamente ristretta» ha aggiunto infine il premier.
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