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domenica 27 novembre 2016

MASSIMO D'LEMA...GIACHETTI

GIachetti che per avere la legge elettorale fece uno sciopero della fame, rischiando la vita, d'alema che sembra l'ospite del partito democratico, con la boria che lo contraddistingue sempre, ha detto che lui ha tantissimi impegni in giro per il mondo, domani è in partenza per new york per recarsi alla fondazione clinton...e poi lui fa seminari, incontri, sembrava l'imitazione di blair, insomma poi giachetti è stato provocato da d'alema; "le riforme sono opera di berlusconi, e del patto del nazzareno"... giachetti gli ha ricordato che lui ha partecipato al patto della crostata, per chi non sapesse che razza di patto è... cito l'inciclopedia tre cani:
patto della crostata loc. s.le m. Nel linguaggio giornalistico e politico, accordo informale sulle riforme costituzionali siglato fra esponenti del Governo e dell'opposizione, nel corso di una cena conclusasi con una crostata. ◆ Ma l'ex "picconatore" [Francesco Cossiga, ndr] va avanti per la sua strada: suggerisce, incontra e fa mostra di grande sarcasmo. Definisce "patto della crostata" l'ormai famosa cena a quattro a casa Letta per salvare la Bicamerale. (Felice Saulino, Corriere della sera, 20 settembre 1997, p. 3) • Ma il precedente più illustre porta il nome di «patto della crostata». Era il 18 giugno 1997: la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, presieduta da Massimo D'Alema, rischiava di finire in un vicolo cieco. A casa di Gianni Letta, alla Camilluccia a Roma, vennero allora invitati lo stesso D'Alema (Pds) e Franco Marini (Ppi) per l'Ulivo; Berlusconi (Forza Italia) e Gianfranco Fini (An) per il Polo. Attorno alla crostata che, secondo una tradizione mai ufficialmente confermata, venne preparata dalla signora Letta come dolce per chiudere il pasto ottenendo l'unanimità dei consensi, fu raggiunto un patto: governo di tipo semipresidenziale e legge elettorale maggioritaria a doppio turno. (Giornale.it, 21 dicembre 2009, Politica) • Nel cosiddetto "patto della crostata" D'Alema si impegna a non spingere sulla legge sul conflitto di interessi e Berlusconi intende proseguire i lavori della Bicamerale fino all'accordo finale. (Daniele Biacchessi, Sole 24 Ore.com, 20 gennaio 2014, Notizie).
Espressione composta dal s. m. patto, dalla preposizione di e dal s. f. crostata.

sabato 17 settembre 2016

MASSIMO D'ALEMA - ROBERTO GIACHETTI... MODERATORE MENTANA



arrogante, saccente, borioso, massimo d'alema si è presentato al confronto con giachetti, alla festa dell'unita' a pietralatra, quartiere popolare periferico di roma, moderava chicco mentana...d'alema ha presentato le ragioni del NO e giachetti le ragioni del SI...inutile ripetere cio' che hanno detto, i giornali sono pieni delle loro interviste, e dei loro punti di vista...naturalmente è stato interessante vedere e sentire lo scontro tra due anime dello stesso partito...giachetti che per avere la legge elettorale fece uno sciopero della fame, rischiando la vita, d'alema che sembra l'ospite del partito democratico, con la boria che lo contraddistingue sempre, ha detto che lui ha tantissimi impegni in giro per il mondo, domani è in partenza per new york per recarsi alla fondazione clinton...e poi lui fa seminari, incontri, sembrava l'imitazione di blair, insomma poi giachetti è stato provocato da d'alema; "le riforme sono opera di berlusconi, e del patto del nazzareno"... giachetti gli ha ricordato che lui ha partecipato al patto della crostata, per chi non sapesse che razza di patto è... cito l'inciclopedia tre cani:
patto della crostata loc. s.le m. Nel linguaggio giornalistico e politico, accordo informale sulle riforme costituzionali siglato fra esponenti del Governo e dell'opposizione, nel corso di una cena conclusasi con una crostata. ◆ Ma l'ex "picconatore" [Francesco Cossiga, ndr] va avanti per la sua strada: suggerisce, incontra e fa mostra di grande sarcasmo. Definisce "patto della crostata" l'ormai famosa cena a quattro a casa Letta per salvare la Bicamerale. (Felice Saulino, Corriere della sera, 20 settembre 1997, p. 3) • Ma il precedente più illustre porta il nome di «patto della crostata». Era il 18 giugno 1997: la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, presieduta da Massimo D'Alema, rischiava di finire in un vicolo cieco. A casa di Gianni Letta, alla Camilluccia a Roma, vennero allora invitati lo stesso D'Alema (Pds) e Franco Marini (Ppi) per l'Ulivo; Berlusconi (Forza Italia) e Gianfranco Fini (An) per il Polo. Attorno alla crostata che, secondo una tradizione mai ufficialmente confermata, venne preparata dalla signora Letta come dolce per chiudere il pasto ottenendo l'unanimità dei consensi, fu raggiunto un patto: governo di tipo semipresidenziale e legge elettorale maggioritaria a doppio turno. (Giornale.it, 21 dicembre 2009, Politica) • Nel cosiddetto "patto della crostata" D'Alema si impegna a non spingere sulla legge sul conflitto di interessi e Berlusconi intende proseguire i lavori della Bicamerale fino all'accordo finale. (Daniele Biacchessi, Sole 24 Ore.com, 20 gennaio 2014, Notizie).
Espressione composta dal s. m. patto, dalla preposizione di e dal s. f. crostata.


venerdì 16 settembre 2016

REFERENDUM 2016

REFERENDUM PROSSIMO...stasera sulla TV 7 c'è  l'incontro/scontro tra roberto giachetti e massimo d'alema ...due dello stesso partito che la pensano in maniera diversa... vedremo cosa si diranno!

mercoledì 16 ottobre 2013

MASSIMO D'ALEMA

Io amo cercare sempre la verita', facendo delle ricerche incrociate su un fatto, un fatto qualsiasi. Adesso l'ho cercata sulla persona di Massimo D'Alema che scrive nel libro "LA GRANDE OCCASIONE" acquistato ad un euro a Porta Portese, aproposito della dichiarazione di Violante che avviene nel 2003 alla Camera sotto lo sconcerto di Fassino, il libro è uscito nel 1997, lui scrive che le accuse che gli venivano rivolte durante la famosa Bicamerale voluta fortemente per riformare la Costituzione con Berlusconi, (dopo averlo reso eleggibile) erano di voler mascherare i veri obiettivi, che erano secondo chi gli muoveva quelle accuse, di: liquidare i magistrati, lottizzare le televisioni, spartirsi il potere. In pratica è proprio quello che è accaduto, perche' le televisioni con Berlusconi se le erano spartite nel 1994, con ammissione di Violante poi nel 2003 alla Camera, gli affari altrettanto. Questo ipocrita di Massimo D'Alema scrive mentendo e sapendo di mentire al popolo italiano, insieme a Cuperlo che ora vuole nominare segretario del PD. VERGOGNA. Giustamente il libro che non ho inserito nella mia libreria ma nella cesta delle patate, ha trovato una degna sistemazione con il dispiacere delle patate.



https://www.facebook.com/video/video.php?v=1207971802882

domenica 14 luglio 2013

KAZAKISTAN...era l'anno 2006...

giovedì, novembre 16, 2006

Massimo D'Alema in Kazakistan

Il ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema (nella foto) è stato nella giornata di ieri in visita ad Astana, in Kazakistan, dove ha concluso un importante accordo commerciale per la fornitura al nostro paese di petrolio kazako. L'appuntamento nello Stato centro-asiatico, inserito a margine del viaggio in Afghanistan, è servito per confermare il ruolo del Kazakistan per la stabilità geopolitica dell'intera area, e dell'Afghanistan in particolare. In più, il ministro ha consolidato i rapporti economici tra i due paesei. Già da tempo Stati Uniti e Gran Bretagna monopolizzano gli investimenti esteri in Kazakistan: adesso si aggiunge anche l'Italia che intende rafforzare la propria presenza soprattutto con investimenti nello strategico settore dell'estrazione petrolifera. In precedenza, richiesto di un giudizio sul film Borat del comico inglese Sacha Baron Cohen, il ministro D'Alema si è augurato che la pellicola possa vincere l'oscar per il miglior film contro il pregiudizio anti-ebraico.

sabato 6 luglio 2013

MASSIMO D'ALEMA - EPIFANI

Era l'anno 2002 il mese di settembre e Epifani in una intervista disse:
" Perche' di fronte una economia che non marcia piu', un inflazione che sale e i conti pubblici sono fuori controllo, il rischio è che tutto questo finisca poi per pesare sulle spalle dei piu' deboli , delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati" ma D'alema andava in barca a vela...(...)

Massimo D'Alema li ha fatti fuori tutti, compreso Cofferati...per riesumare Epifani...a dire le stesse cose di tanti anni fa...(...)

MASSIMO D'ALEMA

Era l'anno 2002 e Massimo D'Alema navigava felice...con parenti e amici...

lunedì 10 dicembre 2012

MASSIMO D'ALEMA-CESARE GERONZI

Geronzi: D'Alema il mio sponsor

di Vittorio Malagutti
Né Andreotti né Berlusconi: è stato l'esponente del Pd il più fedele amico del controverso finanziere romano. Lo dice lo stesso ex presidente di Mediobanca nel libro-intervista 'Confiteor' di Massimo Mucchetti
(23 novembre 2012)
Lo sponsor politico più importante di Cesare Geronzi? Il leader di partito che non ha mai fatto mancare il suo appoggio alle iniziative del banchiere più influente e controverso della seconda Repubblica? Non è Giulio Andreotti, che pure fu decisivo per la nascita della Banca di Roma a guida geronziana. E neppure Silvio Berlusconi, da sempre indicato come il principale supporter del finanziere capitolino. No, l'amico vero, il politico negli anni fedele, si chiama Massimo D'Alema.

E' lo stesso Geronzi a ricostruire i suoi rapporti con l'ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli esteri nel libro intervista di Massimo Mucchetti in vendita da mercoledì prossimo. "Confiteor", questo il titolo del lungo racconto del banchiere pubblicato da Feltrinelli. Un titolo che richiama la preghiera della confessione del rito cattolico.

Risposta dopo risposta il lettore viene accompagnato attraverso 25 anni di storia del nostro Paese. Dal crollo della prima Repubblica, che segue di poco l'ascesa di Geronzi al vertice della neonata Banca di Roma, frutto della fusione tra Cassa di Roma, Banco di Santo Spirito e Banco di Roma, fino al ribaltone della primavera 2011, con le dimissioni dell'ex banchiere dalla presidenza delle Assicurazioni Generali.

Frutto di oltre 100 ore di colloqui, suddivisi in 27 incontri tra giugno e settembre scorsi, il libro di Mucchetti (autore tra l'altro, del fortunato "Licenziare i padroni") non si esaurisce in una lunga sequenza di domande e risposte. Mucchetti, per quanto possibile, è andato a cercare i riscontri alle affermazioni di Geronzi, mettendole alla prova sulla base del proprio archivio e delle testimonianze di altri protagonisti.

E l' autore non ha neppure rinunciato ad applicare alla vicenda professionale del banchiere lo stesso metodo di valutazione in passato da lui già utilizzato con successo per i grandi capitalisti nostrani, dagli Agnelli a Marco Tronchetti Provera. Così, sorpresa delle sorprese, alla fine si scopre che Geronzi è riuscito a garantire un rendimento annuo del 18 per cento agli azionisti delle banche che ha guidato.

E' vero, il risultato è stato ottenuto tra il 1992 e il 2007, un quindicennio d'oro per la finanza seguito dal crac globale di cui ancora scontiamo le conseguenze.

A conti fatti, però, il banchiere politico per eccellenza secondo Mucchetti ha vinto la sfida sul mercato con altri colleghi celebri come Giovanni Bazoli di Intesa e Alessandro Profumo di Unicredit. Proprio quest'ultimo nel maggio 2007 si prese Capitalia sulla base di una valutazione di 21,8 miliardi per tutto l'istituto romano.

Cifre che adesso sembrano fuori della realtà. L'intera Unicredit arriva a stento ai 20 miliardi di capitalizzazione.

Nel libro il banchiere affronta il tema spinoso dei rapporti con Sergio Cragnotti e la sua Cirio e con la Parmalat di Calisto Tanzi. Legami pericolosi che gli sono finora costati condanne penali in primo grado a 4 anni (Cirio) e 5 anni (Ciappazzi-Parmalat).

Ma la parte forse più gustosa dell'intero libro promette di essere quella dedicata alla fase finale della carriera di Geronzi. Quella che lo ha portato prima al vertice di Mediobanca, sulla poltrona che fu di Enrico Cuccia, e poi al vertice delle Generali, le due poltrone più prestigiose della finanza nazionale.

E qui, grazie alle domande del suo intervistatore, Geronzi offre per la prima volta la sua versione sui fatti che lo hanno messo in rotta di collisione con l'amministratore delegato Alberto Nagel. A cominciare dal racconto della fatidica riunione del consiglio di amministrazione delle Generali, il 6 aprile dell'anno scorso, che si concluse con le dimissioni dell'ex banchiere.«Fu una congiura architettata da Nagel e da Lorenzo Pellicioli, il capo della De Agostini, di cui Diego Della Valle si fece strumento», questa la versione di Geronzi. Che liquida mister Tod's come un mandato che pensava di essere mandante.

lunedì 3 dicembre 2012

MASSIMO D'ALEMA...MALEDETTI MEDIA MI CERCATE SEMPRE...


MASSIMO D'ALEMA... SUBITO RISORTO...maledetti media  io cio' tanto da fare...capitato li per caso a festeggiare la vittoria di Bersani...coperto bene con anche la sciarpetta di lana...lui cia' tanto da fare...(...)


PS: i politici non conoscono disoccupazione...

venerdì 19 ottobre 2012

DAL BLOG: VIOLAPOST

Ecco chi è (davvero) Massimo D’Alema – La lettera

16/10/2012
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In questi giorni il dibattito politico sembra snodarsi attorno ad un interrogativo: Massimo D’Alema si candiderà o no? Lui, da parte sua, non vuole saperne di andare a casa dopo decenni di Parlamento e ha messo su una raccolta di firme (molte delle quali false) a sostegno della sua candidatura. Nel frattempo, Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, ci spiega, con una nota molto dura, quali siano le responsabilità storiche e politiche dell’esponente Pd. Riportiamo integralmente la nota:
Il patto scellerato tra D’Alema e il suo amico di Arcore
Fu Massimo D’Alema – lo diciamo da anni- che diede a Silvio Berlusconi, nel 1994, l’assicurazione che il suo impero mediatico non sarebbe stato toccato. Ignorava l’allora capo della opposizione che il 69,3% degli italiani decide come votare guardando la TV. La verità la confessò Luciano Violante nel febbraio 2002, quando disse, nello stupore del Paese: “L’on Berlusconi sa per certo che gli è stata data garanzia piena nel 1994 che non sarebbero state toccate le televisioni. Voi ci avete accusato, nonostante non avessimo fatto la legge sul conflitto di interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni”. E ciò in violazione della legge 30 marzo 1957, ignorando l’appello di Giorgio Bocca, Paolo Sylos Labini e Giuseppe Laterza. Non c’era stata ignoranza ma un consapevole patto scellerato tra D’Alema e il suo amico di Arcore.
Un regime nato e cresciuto sui rapporti con la mafia stragista, sui servizi deviati alleati della mafia, sui poteri occulti, sulle ingiustizie sociali, sui potentati economici, sulla umiliazione della scuola pubblica e dell’Università.
Ferdinando Imposimato
presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione

mercoledì 17 ottobre 2012

D'ALEMA CONTESTATO ALLA FELTRINELLI...

napoli durante la presentazione del libro di morando


D'Alema contestato alla Feltrinelli
«Vi ammoccate tutto quello che vi dice»

L'ex premier parla dei problemi del Paese: un signore lo interrompe. «Scusi ma lei dov'era in questi anni?»

NAPOLI - Massimo D'Alema viene contestato durante la presentazione del libro di Enrico Morando alla Feltrinelli di Napoli. L'esponente del Pd è stato interrotto un paio di volte. Quando il suo discorso tocca tematiche come «debito, crescita delle disuguaglianze, blocco della crescita economica», uno degli ascoltatori presenti in sala lo interrompe: «Scusi, ma lei dove stava in tutti questi anni?». E giù fischi dalla platea. Ne sortisce un battibecco: «Se lei non ha voglia di sentire se ne può andare» dice un signore. La replica è fulminea: «E allora ammoccatevi (bevetevi, ndr) tutte le str... che vi dice (D'Alema, ndr)». 
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 DAL BLOG DI ALBERTOCANE:
QUI  http://albertocane.blogspot.it/2012/10/massimo-dalema.html

sabato 13 ottobre 2012

MASSIMO D'ALEMA...

LETTERA CONSEGNATA A MANO A MASSIMO D'ALEMA datata 28 settembre 2002:

Egr. "SIGNORE", finalmente sono riuscita a comunicare con lei, ci voleva una provocazione lanciata da un giornale di Berlusconi, per un fatto doloroso, molto doloroso, perche' perdere un lavoro a 57 anni in Italia è drammatico.
Io "SIGNORE" sono cresciuta in una famiglia comunista "plebea", mio padre era litografo e lavorava al Ministero della Difesa dal 1938 - fu licenziato nel 1953 perche' attivista comunista - ero una bambina di 7 anni, molto legata a mio padre, non trovo' lavoro per molto tempo, con il marchio di comunista non lo voleva assumere nessuno , i padroni erano di destra - dopo privazioni di ogni genere, fu riassunto dove aveva lavorato da ragazzino, all'IGAP una litografia attaccata a Botteghe Oscure, vi rimase molti anni con un idea solo in testa: riavere giustizia per l'ingiusto licenziamento, la CGIL si batte' per anni affinche' a questa gente fossero ridati i propri diritti. Quando questo accadde, mio padre era morto di crepacuore, mia madre ebbe tutti gli arretrati come se mio padre avesse lavorato presso il Ministero fino al compimento della pensione. Finalmente per mia madre dopo tanta sofferenza e privazioni, arrivo' un po' di tranquillita.
Io con un diploma commerciale non potendo proseguire gli studi, andai a lavorare a 17 anni come segretaria, felice di aiutare materialmente i miei genitori.
Caro "SIGNORE" mentre lei cresceva coccolato e al sicuro e si preparava la sua carriera politica, io conoscevo la vita vera al di fuori di ogni protezione familiare, sperimentando il lavoro nelle aziende private con dignita' e responsabilita', come mi aveva insegnato mio padre.
Mi diceva: quando hai qualcosa in piu' la devi dividere con chi non ne ha.
Alla domanda in cui mi chiede perche' mi sono rivolta a lei, glielo spiego subito:
quando Massimo Bologna licenzio' mio marito, rimase dall'oggi al domani senza una lira, il caro cugino che faceva parte della sua bella famiglia molto unita, la conferma sta' anche nella sua biografia - andavate in barca assieme divertendovi molto - ebbe un comportamnento a dir poco vergognoso, che non mi sarei mai aspettata da un compagno. Presi in mano la situazione perche' mio marito era cascato in una depressione tremenda e contattai Massimo Bologna chiedendo la liquidazione di mio marito, erano scaduti i termini. Dopo trattative vergognose - chiesi piu' volte di parlare con lei - ammise di essere un incapace, aveva l'abitudine di far lavorare gli altri, lui mangiava merendine al cioccolato tutto il giorno, alle spalle aveva il padre che da operaio comunista diventato ricco palazzinaro, lo salvava dalle sue incapacita'. Minacciando che avrei detto tutto ad un giornale mi ha dato una misera liquidazione in due giorni, per chiudere 13/15 anni di lavoro tra nero e regolare, non certo conforme alla legge e al contratto, che come lei sa i commercialisti aggirano le leggi molto bene, sono stata una segretaria di diverse piccole aziende, so benissimo come vanno queste cose, per togliere una lira ad un dipendente ci studiano la notte e poi sbandierano di essere tutti di sinistra.
Questa storia mi fece cadere la stima per la sua bella famiglia ed anche verso di lei che stava inciuciando con tutta quella parte democristiana che aveva ammazzato mio padre e quel poveraccio di Pautasso - con gli ordini che venivano dall'America.
Caro "Signore" l'Italia è un brutto paese, ci vivono troppi furbi, tra pubblico e privato c'è un abbisso di trattamento, è stato creato da voi tutti per farvi un bel serbatoio di voti - Marco Travaglio scrive nel "Manuale del perfetto impunito" :
gli italiani si sono prostituiti per un posto di lavoro fisso. Io non la penso cosi, non li giustifico, le prostitute danno del loro, invece questi PARASSITI lo stato li paga, facendo crescere a dismisura il famoso buco e facendo pagare a TUTTI questa vergogna. La famosa flessibilita' la proviamo solo noi nel privato - ci siamo piegati cosi tanto che una parte del nostro corpo è assai dolorante.
Al 3° posto: Ikarus III (Massimo D'Alema - Paolo Lucisano)
La mia condanna nei suoi confronti "SIGNORE" è morale, SOLTANTO MORALE, NON ACCETTO LA SUA LINEA POLITICA, NON SE LA PUO' PERMETTERE, E' DI DESTRA E NON DI SINISTRA - E ALLORA LA LASCI FARE A BERLUSCONI, con tanta merda che abbiamo avuto in 50 anni di "democrazia", ma veramente crede che consideriamo Berlusconi peggiore di Agnelli? sono state fatte anni di lotte con il sindacato ma non siamo mai arrivati a pagare l'affitto e a mangiare o una cosa o l'altra, forse avete inciuciato troppo e per mantenere i vostri privilegi vi siete addomesticati ,. e adesso? non riusciamo neanche piu' a mangiare, contento "SIGNORE"?
Lei "SIGNORE" ama il mare , ma quel mare si sta riempendo di cadaveri di poveri diavoli in cerca di sopravvivenza, disoccupati al sud che si danno fuoco - giovani che per lavorare vengono umiliati da queste agenzie di lavoro private, li mandano da una parte all'altra come pacchi postali, tutto questo nella indifferenza completa di voi politici, sindacati, e cittadini, nel mentre lei pensa a farsi una barca piu' grande, piu' bella, mi chiedo "SIGNORE" se lei ha un cuore, e mi chiedo cosa ha provato quando il telegiornale ha dato la notizia che Bernardo Romano disoccupato napoletano era morto con ustioni in tutto il corpo e l'anno prima sempre di agosto ne era morto un altro nello stesso modo.
Potrei continuare "SIGNORE" ma penso sia sufficente per farle capire perche' mi sono rivolta a lei.
Lei "SIGNORE" mi scrive che è a mia disposizione per ogni cosa mi sia utile, la ringrazio SIGNORE, la sento molto lontana - I DANNI CI SONO STATI TUTTI _ la ringrazio ma ho bispogno solo di buona salute per lavorare con i contratti co co co a euro 4.60 l'ora lorde per collaborazione di marketing.
Un saluto e tolgo il disturbo.

PS: Che strano "SIGNORE" che lei mi scriva che non risponde al giornale del fratello di Berlusconi, ma lei non si è fatto pubblicare un libro da Berlusconi?
Un ultima cosa "SIGNORE" L'Ulivo è morto.
linda

giovedì 11 ottobre 2012

.MASSIMO D'ALEMA...ULTIMO POST SULLA SINISTRA ..E' MORTA'...





linda scrive: sul blog di GILIOLI PIOVONO RANE...
11 ottobre 2012 alle 09:04
Racconta Mussi grande amico di D’Alema:

Qualche anno dopo vanno ad inaugurare la barca di D’Alema costruita in un cantiere di Cervia. Un comet di dodici metri color amaranto ribattezzato Margherita dal nome della nonna di Massimo D’Alema e comprato insieme alla Cugina Carla Modesti ( sistemata alla Camera dei deputati) e a un cugino Massimo Bologna (datore di lavoro di mio marito per circa 15 anni tra nero e non). Carla Modesti e Massimo Bologna, un piccolo imprenditore dell’abbigliamento che, dopo aver sfondato nei mercati orientali, ha venduto la sua azienda e si è messo a fare lo skipper . La prima uscita del Margherita non è esaltante. Appena arrivati non possono metterla in acqua perche’ il mare è grosso, il giorno dopo la bassa marea manda in secco la barca.
Mussi D’Alema e parenti iniziano a navigare, si unisce anche Veltroni, fanno grandi pescate in mare profondo con le lenze piene di bolentini preparate da Mussi.
i conti della serva in casa D'Alema...

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Quando questo SIGNORE di nome Massimo D’Alema detto “O PRINCIPE” oppure come scrisse Ostellino “IL PIU’ BEL FICO DEL BIGONZO”…non si preoccupo’ minimamente di tutto il personale che venne buttato in strada dal caro nullafacente cugino Massimo Bologna…l’azienda la mandava avanti un suo amico e compagno di scuola con la sorella DANIELA MAZZA che creava modelli e capi di abbigliamento veramente belli, tanto che ancora oggi lei ha una sua azienda. Il tipo Massimo Bologna, licenzia tutti scioglie la societa’ e comincia a navigare con D’Alema…e qui naturalmente la faccenda che io ho portato e porto in rilievo è:

un privato datore di lavoro con azienda al di sotto dei 15 dipendenti puo’ licenziare come e quando vuole ( come scrisse Piero Ottone quando venne a conoscenza della faccenda, conservo l’articolo) certamente lo hanno sempre fatto, i sindacati sempre zitti, salvo sbraitare per la FIAT L’ALITALIA e i grandi carozzoni dello stato…certamente che si poteva licenziare, ma il licenziamento del personale deve essere motivato e la liquidazione che si deve dare anche per una giusta causa (ma in questo caso la causa non mi sembrava giusta ma piuttosto leggera e superficiale) Legge 604 del 1966…Art. 8 che prevede la TUTELA OBLIGATORIA… obbliga il datore di lavoro a risarcire il danno versando una indennita’ da un minimo di 5′ ad un massimo di 12 mensilita’.Segue la legge 108 del 1990 che per evitare il referendum per estendere l’Art. 18 a tutte le imprese, stabilisce che per la TUTELA OBBLIGATORIA le piccole aziende al di sotto dei 15 dipendenti per licenziamento senza giusta causa deve versare un indennita’ pari a 2,5 e massimo 6 mesi mensilita’.

Stabilito che Massimo Bologna e tutta la famiglia felice D’Alema che andava in barca dopo aver buttato in mezzo alla strada 15 persone, non rispetta la giusta causa…nega le liquidazioni adducendo motivi miseri e meschini, rimanda di giorno in giorno e provoca l’agonia di diverse persone, nella indifferenza della “stimata” famiglia D’Alema/ Modesti.

Io ho fatto pubblicare tutta la faccenda da IL GIORNALE di Berlusconi, ripagandolo con la stessa moneta, lui inciuciava con silvio io lo usavo per sputtanarlo.

D’Alema mi manda un fax dove mi dice che lui non rispondera’ mai tramite IL GIORNALE di silvio…ma a me si, quindi mi invitava da lui a chiarire…ma cosa c’era da chiarire? le ho consegnato a mano una lettera al vetriolo nella sua meravigliosa residenza di ITALIANIEUROPEI, un luogo meraviglioso in una traversa di P.zza Fontanella Borghese…la lettera c’è l’ha anche Gilioli, che non mi ha comunicato se gli è piaciuta o no, glilo chiesto due volte ma non mi ha mai risposto.

Con quella lettera che io pubblichero’ sul mio blog si chiudera’ la mia vita in una casa passata all’INPS per i buffi creati dall’impiego pubblico, di cui non ho piu’ diritto a restare essendo morosa, ma sfido chiunque a pagare un affitto anche minimo con 490 euro al mese di pensione per 25 anni di versamenti INPS – impiegato al 3°livello…questa è la storia che puo’ capitare ad un lavoratore delle piccole aziende al di sotto dei 15 dipendenti…si finisce ad abitare sotto i ponti.

Pero’ una soddisfazione io l’ho avuta, comunicare a Massimo D’Alema tutto il mio disprezzo, l’ho pagata cara ma volete mettere la gioia provata?
mio padre con la sua storia di generoso operaio litografo comunista licenziato dal Ministero della Difesa perche’ aveva la tessera del PCI e della CGIL, lo perseguitera’ nei suoi sogni…non avra’ pace.

Ci siamo amici e compagni…ci hanno preso per il cu@o per tanti anni, ma la loro fine è prossima!

PS: Caro De Benedetti, capisco che lei al contrario di me ha paura di diventare povero, ma gli sembra giusto che prima dichiari a Paolo Guzzanti che D’Alema ha fatto tantissimi errori e non capisce piu’ la sua gente, il caso Puglia insegna, lei dichiara che persino silvio ha fatto qualcosa, e dice ancora che Bersani è un leader inadeguato…perche’ ha cambiato idea? ha paura di che?

Vai D’Alema scendi dalla barca, dalla tua vita dorata, e fatti una bella nuotata come Grillo!
linda scrive:
11 ottobre 2012 alle 09:06

Pardon qualche anno dopo (la morte della compagna di D’Alema)
linda scrive:
Il tuo commento è in attesa di moderazione
11 ottobre 2012 alle 09:17

Non ho fatto causa a Massimo Bologna per il suo indegno comportamento e per aver chiuso con una liquidazione non adeguata ai termini di legge…mi sono riservata il disprezzo nei loro confronti…i soldi non sono tutto per una persona come me, forse non ho mai dato il “giusto” valore al denaro, ma non me ne sono mai pentita e neanche oggi che sto perdendo la casa sono pentita.
L’unico dolore me lo danno i figli, pensando che io non sono normale.
La fine degli onesti, il trionfo del denaro senza odore, dolore, valore, silvio ha trionfato, grazie ai nostri amati compagni!
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LETTERA CONSEGNATA A MANO A MASSIMO D'ALEMA datata 28 settembre 2002:

Egr. "SIGNORE", finalmente sono riuscita a comunicare con lei, ci voleva una provocazione lanciata da un giornale di Berlusconi, per un fatto doloroso, molto doloroso, perche' perdere un lavoro a 57 anni in Italia è drammatico.
Io "SIGNORE" sono cresciuta in una famiglia comunista "plebea", mio padre era litografo e lavorava al Ministero della Difesa dal 1938 - fu licenziato nel 1953 perche' attivista comunista - ero una bambina di 7 anni, molto legata a mio padre, non trovo' lavoro per molto tempo, con il marchio di comunista non lo voleva assumere nessuno , i padroni erano di destra - dopo privazioni di ogni genere, fu riassunto dove aveva lavorato da ragazzino, all'IGAP una litografia attaccata a Botteghe Oscure, vi rimase molti anni con un idea solo in testa: riavere giustizia per l'ingiusto licenziamento, la CGIL si batte' per anni affinche' a questa gente fossero ridati i propri diritti. Quando questo accadde, mio padre era morto di crepacuore, mia madre ebbe tutti gli arretrati come se mio padre avesse lavorato presso il Ministero fino al compimento della pensione. Finalmente per mia madre dopo tanta sofferenza e privazioni, arrivo' un po' di tranquillita.
Io con un diploma commerciale non ptendo proseguire gli studi, andai a lavorare a 17 anni come segretaria, felice di aiutare materialmente i miei genitori.
Caro "SIGNORE" mentre lei cresceva coccolato e al sicuro e si preparava la sua carriera politica, io conoscevo la vita vera al di fuori di ogni protezione familiare, sperimentando il lavoro nelle aziende private con dignita' e responsabilita, come mi aveva insegnato mio padre.
Mi diceva: quando hai qualcosa in piu' la devi dividere con chi non ne ha.
Alla domanda in cui mi chiede perche' mi sono rivolta a lei, glielo spiego subito:
quando Massimo Bologna licenzio' mio marito, rimase dall'oggi al domani senza una lira, il caro cugino che faceva parte della sua bella famiglia molto unita, la conferma sta' anche nella sua biografia - andavate in barca assieme divertendovi molto - ebbe un comportamnento a dir poco vergognoso, che non mi sarei mai aspettata da un compagno. Presi in mano la situazione perche' mio marito era cascato in una depressione tremenda e contattai Massimo Bologna chiedendo la liquidazione di mio marito , erano scaduti i termini. Dopo trattative vergognose - chiesi piu' volte di parlare con lei - ammise di essere un incapace, aveva l'abitudine di far lavorare gli altri, lui mangiava merendine al cioccolato tutto il giorno, alle spalle aveva il padre che da operaio comunista diventato ricco palazzinaro, lo salvava dalle sue incapacita'. Minacciando che avrei detto tutto ad un giornale mi ha dato una misera liquidazione in due giorni, per chiudere 13/15 anni di lavoro tra nero e regolare, non certo conforme alla legge e al contratto, che come lei sa i commercialisti aggirano le leggi molto bene, sono stata una segretaria di diverse piccole aziende, so benissimo come vanno queste cose, per togliere una lira ad un dipendente ci studiano la notte e poi sbandierano di essere tutti di sinistra.
Questa storia mi fece cadere la stima per la sua bella famiglia ed anche verso di lei che stava inciuciando con tutta quella parte democristiana che aveva ammazzato mio padre e quel poveraccio di Pautasso - con gli ordini che venivano dall'America.
Caro "Signore" l'Italia è un brutto paese, ci viono troppi furbi, tra pubblico e privato c'è un abbisso di trattamento, è stato creato da voi tutti per farvi un bel serbatoio di voti - Marco Travaglio scrive nel "Manuale del perfetto impunito" :
gli italiani si sono prostituiti per un posto di lavoro fisso. Io non la penso cosi, non li giustifico, le prostitute danno del loro, invece questi PARASSITI lo stato li paga, facendo crescere a dismisura il famoso buco e facendo pagare a TUTTI questa vergogna. La famosa flessibilita' la proviamo solo noi nel privato - ci siamo piegati cosi tanto che una parte del nostro corpo è assai dolorante.
La mia condanna nei suoi confronti "SIGNORE" è morale, SOLTANTO MORALE, NON ACCETTO LA SUA LINEA POLITICA, NON SE LA PUO' PERMETTERE, E' DI DESTRA E NON DI SINISTRA - E ALLORA LA LASCI FARE A BERLUSCONI, con tanta merda che abbiamo avuto in 50 anni di "democrazia", ma veramente crede che consideriamo Berlusconi peggiore di Agnelli? sono state fatte anni di lotte con il sindacato ma non siamo mai arrivati a pagare l'affitto e a mangiare o una cosa o l'altra, forse avete inciuciato troppo e per mantenere i vostri privilegi vi siete addomesticati ,. e adesso? non riusciamo neanche piu' a mangiare, contento "SIGNORE"?
Lei "SIGNORE" ama il mare , ma quel mare si sta riempendo di cadaveri di poveri diavoli in cerca di sopravvivenza, disoccupati al sud che si danno fuoco - giovani che per lavorare vengono umiliati da queste agenzie di lavoro private, li mandano da una parte all'altra come pacchi postali, tutto questo nella indifferenza completa di voi politici, sindacati, e cittadini, nel mentre lei pensa a farsi una barca piu' grande, piu' bella, mi chiedo "SIGNORE" se lei ha un cuore, e mi chiedo cosa ha provato quando il telegiornale ha dato la notizia che Bernardo Romano disoccupato napoletano era morto con ustioni in tutto il corpo e l'anno prima sempre di agosto ne era morto un altro nello stesso modo.
Potrei continuare "SIGNORE" ma penso sia sufficente per farle capire perche' mi sono rivolta a lei.
Lei "SIGNORE" mi scrive che è a mia disposizione per ogni cosa mi sia utile, la ringrazio SIGNORE, la sento molto lontana - I DANNI CI SONO STATI TUTTI _ la ringrazio ma ho bispogno solo di buona salute per lavorare con i contratti co co co a euro 4.60 l'ora lorde per collaborazione di marketing.
Un saluto e tolgo il disturbo.

PS: Che strano "SIGNORE" che lei mi scriva che non risponde al giornale del fratello di Berlusconi, ma lei non si è fatto pubblicare un libro da Berlusconi?
Un ultima cosa "SIGNORE" L'Ulivo è morto.



DAGOSPIA... D'ALEMA - VELARDI


STENDIAMO UN VELARDI PIETOSO SU D’ALEMA - “HA IMBOCCATO UNA DERIVA TRISTE E BILIOSA. MASSIMO ODIA RENZI. RENZI NON LO ODIA, LO USA PER FARE CASSETTA, MA SE NE FREGA DI LUI”. PAROLA DEL SUO EX SPIN DOCTOR - “LA TRAGEDIA DI QUELLI DEL PD? A 60 ANNI LA GENTE LI PERCEPISCE COME OTTANTENNI, MA NON HANNO UN ALTRO LAVORO E INVECCHIANO MALE. TRANNE VELTRONI CHE È PARACULO. NON HA DETTO UNA PAROLA SU RENZI E BERSANI. LASCIA CHE IL MALE ASSOLUTO SIA D’ALEMA”…

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"



MASSIMO DALEMA Un amore sfiorito, scivolato verso un acronimo che suona crudele e ingrato: GD. Che sta per Grande Distruttore. Questo oggi è Massimo D'Alema per il suo ex spin doctor Claudio Velardi. Di buon mattino, ieri Velardi sul sito The Front Page aveva previsto tutto: "Ha parlato con la Stampa, poi magari farà qualche mezza smentita". Velardi, di professione lobbista, senza più l'ufficio a Palazzo Grazioli, segue la contesa nel Pd con un diario giornaliero, Il Primario, e D'Alema è appunto GD.

D'Alema minaccia Renzi.
Non ha senso fare un'intervista politica su D'Alema.


CLAUDIO VELARDI Perché?
Non ha più nulla di politico. E lo dico con un affetto antico che sconfina nella tenerezza e nella pena.

Addirittura.
La via che ha imboccato è una deriva triste e biliosa. Ormai siamo nella psicologia.


MASSIMO DALEMA Faccia il profiler.
È del tutto evidente che odia Renzi.

E Renzi odia lui.
No, Renzi è un giovane scaltro che utilizza D'Alema per fare cassetta. Ma non se ne frega nulla di lui.

E D'Alema se n'è fatta una malattia.
La malattia di D'Alema è la politica. Una passione morbosa.

Un'ossessione.
Non è in pace con se stesso. D'Alema viene dal Pci, non ha un altro mestiere da fare. Questo è il loro problema.

Il loro?
Sì, il loro, di D'Alema e tanti altri del Pd. La loro tragedia è questa: non hanno un altro lavoro e hanno già 60 anni. In 20 anni hanno consumato la loro età migliore al potere.


MASSIMO DALEMA
VELARDI claudio
Invecchiano male.
Si sono consumati al punto tale che l'opinione pubblica li percepisce come ottantenni. E loro continuano a pensare che la politica sia la cosa più importante della vita.

L'amore per la polis.
Una cazzata. Non sono capaci di stare da soli con se stessi. E D'Alema è il più ingenuo di tutti.

Il più ingenuo?
Sì, è uno che si espone. Arriva persino a usare argomenti giustizialisti contro Renzi. Non è un paraculo come altri del Pd.

Chi?
Indovini?


renzi d'alema e il camper
Veltroni.
Veltroni non ha detto una parola su Renzi e Bersani. Lascia che il male assoluto sia D'Alema. E Massimo ci è cascato.


IL CRANIO DI CLAUDIO VELARDI Un vero ingenuo.
Non è quel furbacchione che voi dipingete. Ha carisma, è vero, e perciò si parla sempre di lui. Ma è uno che si fida, come la storia delle interviste a Geremicca della Stampa.


Walter Veltroni
Racconti.
Geremicca è amico mio e suo. Nel Duemila D'Alema premier disse a lui che il centrosinistra avrebbe vinto alle regionali per 10 a 5. In caso contrario si sarebbe dimesso.

Vinse il centrodestra 8 a 7.
E noi andammo a casa per un pezzo di Federico. La storia si è ripetuta oggi. Colloquio poi smentita. Tutto previsto

Vi sentite ancora?
Non più, ma mi fa male vederlo incattivirsi così.


Matteo Renzi Lei ha scritto: "Salviamo il soldato D'Alema".
Aveva deciso di non ricandidarsi. Un bel gesto, finalmente un atto di furbizia. Tutta la corte dei miracoli sarebbe stata costretta a tirarsi fuori.

Ci ha ripensato.
È la paura del vuoto. Gli altri suoi colleghi della Terza Via, da Clinton a Blair, girano il mondo a fare conferenze, guadagnando palate di soldi. Lui è costretto a fare polemiche con Renzi e poi a smentirle per non apparire provinciale.


BERSANI RENZI
Renzi vincerà?
Può vincere o perdere, ma vincerà comunque domani. L'anagrafe conta.

Non c'è scampo.
Tutto il sistema politico italiano sta invecchiando male.

Berlusconi come D'Alema.
Il Cavaliere sa perfettamente di essere finito.


RENZI E BERSANI sagome B jpeg
Lavoravate nello stesso edificio, Palazzo Grazioli.
A 40 anni volevo un lavoro per non vivere più di politica.

Lobbista.
Lobbismo trasparente e lecito.

Un lavoro lei ce l'ha, D'Alema no.
Ed è questo il problema vero. E ha solo 60 anni.




mercoledì 26 settembre 2012

BERSANI...E CHI LE SPARA PIU' GROSSE...

NOI A SINISTRA DICE BERSANI NON ABBIAMO I BATMAN...

Si Bersani, noi a sinistra abbiamo gli appassionati di vela e di vino...
i fatti si commentano da soli.

lunedì 24 settembre 2012

MASSIMO D'ALEMA IN AMERICA DA CLINTON...


IN ITALIA LO SCANDALO DELLA REGIONE LAZIO CHE HA COINVOLTO TUTTI I PARTITI...D'Alema in visita da Clinton nella sua Fondazione...L'Europa assente dice D'Alema - ci solo solo io...gli asiatici e gli arabi...manca l'Europa...
L'ex presidente Usa ha reso noti i nomi dei benefattori della sua fondazione su richiesta di Obama
per spianare la strada a Hillary al Dipartimento di Stato. Ma spuntano i primi interrogativi

Bill Clinton rivela i suoi finanziatori
Italia e Arabia saudita tra i governi

Molti i politici indiani. E c'è chi si chiede se questo potrà creare problemi con il Pakistan


WASHINGTON - Un elenco di 2.922 pagine e 208.000 nomi. E' la lista dei finanziatori della fondazione dell'ex presidente americano Bill Clinton e della sua biblioteca presidenziale. Finanziatori che in un decennio hanno versato oltre 500 milioni di dollari. Ma tra le righe spunta qualche nome che potrebbe creare imbarazzo a Hillary nel suo futuro ruolo di segretario di Stato.

La decisione. Le leggi federali non richiedono che un ex presidente riveli i benefattori di una sua fondazione e finora Bill Clinton si era opposto strenuamente alle richieste di trasparenza. Ma Hillary rischiava in caso contrario di trovarsi sotto attacco in Senato, al momento di sedersi di fronte agli ex colleghi per le audizioni sulla sua conferma a segretario di Stato. L'ex inquilino della Casa Bianca ha così rinunciato alla segretezza con cui finora aveva custodito la lista dei donatori, alla vigilia del decimo anniversario del giorno in cui il Congresso avviò contro di lui la seconda procedura di impeachment nella storia americana.

Media scatenati. Non appena l'elenco è stato pubblicato sul sito della fondazione, i media si sono scatenati nel dare la caccia ai nomi e la pagina web di Clinton è risultata per ore travolta dal traffico. I portavoce dell'ex presidente hanno sottolineato che Clinton non ha niente da nascondere e che la lista dimostra come il sostegno per le iniziative della Fondazione arrivi soprattutto da piccoli donatori, con il 90% dei contributi di entità inferiore ai 250 dollari. Ma l'attenzione si è subito concentrata sui governi.

I donatori. Nelle prime pagine della lista di Bill Clinton c'è l'Arabia Saudita, che figura nella fascia dei contributi compresi tra i 10 e i 25 milioni di dollari. Doni consistenti sono arrivati da Norvegia, Kuwait, Qatar, Brunei e Oman. Complessivamente, Clinton ha raccolto circa 41 milioni di dollari direttamente da governi stranieri.

L'Italia. Il nostro Paese, tramite il ministero dell'Ambiente, risulta aver versato tra i 50 e i 100 mila dollari. Il maggior finanziatore italiano è il Monte dei Paschi (100-250 mila dollari). Tra le altre realtà italiane che hanno contribuito, con somme tra i 25 e i 50 mila dollari, al lavoro della Fondazione, ci sono Autogrill, De Agostini, Enel, Lottomatica, Pirelli. L'italo-svizzero Ernesto Bertarelli (Team Alinghi) è a sua volta nella fascia 25-50 mila dollari.

Schumacher, Gates e Elton John. Tra i singoli benefattori, il pilota Michael Schumacher è tra i più generosi (5-10 milioni), meno della Fondazione di Bill e Melinda Gates (10-25 milioni), ma più di Elton John (1-5 milioni). Un gran numero di finanziatori molto attivi risultano indiani, in molti casi esponenti politici, e la circostanza sta già facendo sorgere interrogativi su possibili imbarazzi per Hillary nei suoi rapporti con l'India e il Pakistan in veste di segretario di Stato.

Interrogativi su Hillary. I legami della Clinton Foundation con entità straniere di ogni parte del mondo, sono stati in queste settimane uno dei principali dubbi sul rischio che la Clinton, come capo della diplomazia americana, possa trovarsi di fronte a conflitti di interesse per le attività della fondazione del marito. Tra i termini dell'accordo che ha spinto il presidente eletto Barack Obama a dare l'incarico a Hillary Clinton, c'era la diffusione della lista dei finanziatori del marito.
(18 dicembre 2008)

domenica 23 settembre 2012

ESTERINO MONTINO...LADRO MA PENTITO...


Esterino Montino...produttore di vino come D'Alema...SI DICHIARA PENTITO DI AVER PRESO I SOLDI DALLA POLVERINI...MA SI DICHIARA ONESTO. lA SOLITA STORIA, CHI RUBBBA PER IL PARTITO E' MENO COLPEVOLE DI CHI RUBBBA PER METTERSELI IN TASCA E COMPRARSI UNA VILLA ABUSIVA

E LA BARCA ANCORATA AL CIRCEO...ETC ETC ETC......
D'ALEMA CHE DICE?



mercoledì 25 luglio 2012

MASSIMO D'ALEMA...


Presidio davanti Montecitorio di una delegazione di lavoratori dell’Irisbus Valle Ufita. Durante la protesta degli operai, che hanno contestato incatenandosi davanti alla Camera, passa Massimo D’Alema del Pd. “Non serve a nulla, tutto questo non serve a nulla” – rimprovera il deputato del Pd, mentre si confronta con alcune tute blu visibilmente indignate. “Non state facendo nulla neanche voi” – risponde uno dei lavoratori. Un altro ancora, incatenato, grida: “Marchionne ha deciso di chiudere il nostro stabilimento e voi non avete detto niente. Avete paura di Marchionne, ma lo volete mandare affan…“.
D’Alema abbozza sorrisi imbarazzati e risponde: “Ma se lo mandiamo affanc…quello chiude e non lo vediamo più”. L’operaio rincara la dose: “Non facciamo la passerella, D’Alema. Noi non ce la facciamo più”. Il politico non ci sta e reagisce con stizza. “Io sono venuto a parlare con voi” – replica – “Non c’era nessuna campagna elettorale, non piglio voti da voi altri e quindi non faccio passerelle. Vengo perché m’interessa il problema, hai capito? E smettila di dire cazzate”. Alla fine del vivace confronto con gli operai della Irisbus, il deputato, sollecitato dall’On. Francesco Barbato (Idv), partecipa alla colletta necessaria a pagare il viaggio di ritorno della delegazione degli operai campani di Manolo Lanaro IL FATTO QUOTIDIANO

D'Alema si occupa di servizi segreti...dice.


24 luglio 2012