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martedì 16 ottobre 2012

C'E' LE SOGNAMO STE COSE IN ITALIA...

Tesi copiata, un altro ministro del governo Merkel finisce nei guai. È Annette Schavan, titolare dell'Istruzione

Al nobile, giovane, rampante ministro copione, Karl-Theodor zu Guttenberg, lo scandalo sulla tesi plagiata per il dottorato costò la poltrona nel 2011. Subito cambiò look e Paese, trasferendosi per un po' negli Stati Uniti. Oggi a Berlino ci si chiede se potrà mai toccare la stessa sorte ad una apparentemente bonaria signora di mezza età: Annette Schavan, altro esponente dell'esecutivo di Angela Merkel, e per di più responsabile proprio della Pubblica istruzione e della ricerca. Il che non lascia presagire nulla di buono circa l'esito della vicenda, s ele accuse saranno confermate.
La sua tesi di dottorato in Filosofia viene passata al setaccio da mesi nell'università di Düsseldorf. E nel weekend uno dei periti al lavoro ha rivelato al settimanale Spiegel che la ricerca - svolta ben 32 anni fa - sarebbe frutto in buona parte del «metodo tipico del plagio».
Angela Merkel si è pronunciata oggi esprimendole sostegno: «Ho piena fiducia in lei, anche se soltanto l'Accademia potrà giudicare il dottorato», ha detto la cancelliera. In campagna elettorale ormai avviata l'occasione è però fin troppo ghiotta per l'opposizione: secondo la verde Renata Künast la ministra «ha già perduto la sua credibilità» e non può mantenere la delega. Mentre la segretaria generale dell'Spd Andrea Nahles per ora si è limitata a dire che nel caso in cui fossero confermati i sospetti la Schavan dovrebbe fare un passo indietro. Proprio come fece zu Guttenberg.
Diversi colleghi di governo hanno invece espresso solidarietà alla ministra: una signora dai capelli più bianchi che brizzolati, occhialetti tondi e modi assai garbati. Lo hanno fatto ad esempio il vicecancelliere Philipp Roesler e Thomas de Maiziere (Difesa). Ha suscitato poi un certo disappunto in diversi ambienti la circostanza che il perito abbia anticipato le sue valutazioni alla stampa (allo Spiegel on line e alla Süddeuscthe Zeitung) senza seguire le regole accademiche.
La Schavan ha invece fatto sapere che potrà «prendere posizione» sul suo lavoro scientifico soltanto quando la Commissione «gliene darà l'opportunità». Stefan Rohrbacher, il consulente che ha anticipato le critiche alla tesi, ha parlato di «falle» in 60 delle 351 pagine del lavoro, (che fu scritto nel 1981, sul tema "Persona e coscienza"). Diversamente dal caso di zu Guttenberg, però, l'allora studentessa non avrebbe preso parti integrali di testo omettendo di citarne gli autori. Le viene contestato di non aver classificato le fonti in modo completo e di averne citate alcune volutamente con poca evidenza.

15 ottobre 2012 FONTE IL SOLE 24 ORE...

venerdì 17 febbraio 2012

CHRISTIAN WULF...SI E' DIMESSO...

Tutte le accuse all'ex presidente Wulff


Christian Wulff

+ Salta l'incontro Monti-Merkel

Dai prestiti a tassi agevolati
alle vacanze pagate dagli amici,
il declino dell'avvocato tedesco
ALESSANDRO ALVIANI

berlino
Il presidente tedesco Christian Wulff si è dimesso, dopo che ieri sera la procura di Hannover ha chiesto al Bundestag la revoca della sua immunità. La cancelliera Angela Merkel ha rinviato la visita a Roma e il colloquio col premier Mario Monti previsto per oggi e ha preferito restare a Berlino. Ma di cosa è accusato Wulff?

Prestito/1 - Nel febbraio 2010, quattro mesi prima della sua elezione a presidente tedesco, l'allora governatore della Bassa Sassonia Christian Wulff avrebbe mentito al parlamento regionale, negando di aver avuto rapporti d'affari con l'imprenditore Egon Geerkens negli ultimi dieci anni. In realtà nel 2008 aveva ottenuto dalla moglie di Geerkens un prestito privato a tasso agevolato di 500.000 euro per comprare una casa. Lo stesso Geerkens ha confermato allo Spiegel di aver condotto in prima persona le trattative per la concessione del prestito e di aver pensato a come sbrigare l'affare.

Prestito/2 - Nel marzo del 2010, su intercessione di Egon Geerkens, Wulff accende un mutuo con la banca BW-Bank. L'interesse concordato è molto più basso del solito: tra 0,9 e 2,1%. Minacce telefoniche alla Bild - Il 12 dicembre 2011 Wulff chiamò dal Kuwait il direttore della Bild Kai Diekmann, per tentare di bloccare lo scoop sul prestito privato da 500.000 euro concesso dalla moglie di Geerkens che il quotidiano si apprestava a pubblicare. Non riuscendo a parlargli personalmente, il presidente lasciò un messaggio sulla segreteria telefonica di Diekmann, in cui minacciò pesanti conseguenze contro il giornale in caso di diffusione della notizia e fece capire di essere pronto alla “guerra” e a “rompere definitivamente” i rapporti col giornale. Wulff tentò anche di far pressioni sul numero uno della Axel Springer, la casa editrice della Bild.

Vacanze/1 - Dal 31 ottobre al 3 novembre del 2007 Christian Wulff e sua moglie Bettina trascorsero insieme al produttore cinematografico David Groenewold una vacanza in un hotel sull'esclusiva isola tedesca di Sylt. A pagare l'intero conto fu Groenewold. Il presidente sostiene di avergli restituito in contanti la sua parte. Un anno prima Groenewold aveva ottenuto dal governo della Bassa Sassonia – guidato da Wulff - sovvenzioni pubbliche per 4 milioni di euro. Nel 2008 lo stesso Groenewold versò di tasca sua 400 euro affinché Wulff e Bettina potessero alloggiare in una suite più comoda di un hotel a 5 stelle di Monaco durante l'Oktoberfest. Non solo, ma nel 2005 Wulff usò un cellulare aziendale messogli a disposizione dallo stesso produttore.

Vacanze/2 - Tra 2003 e 2010 Wulff ha trascorso gratuitamente le vacanze nelle ville di diversi amici imprenditori.

Vacanze/3 - Nel 2007 Wulff, sua moglie Bettina e il figlio di quest'ultima usufruirono di un upgrade dalla economy alla business class durante un volo Lufthansa da Miami a Francoforte. La differenza di prezzo rispetto all'economy sarebbe stata pagata con le miglia private raccolte da Wulff. In realtà, per farlo, Wulff avrebbe dovuto accumulare ben 210.000 miglia, pari a 420 voli nazionali. Il suo conto-miglia esiste “da fine anni Ottanta”, si è difeso il suo avvocato. Il programma di miglia bonus di Lufthansa è stato però lanciato solo nel 1993.

Scalata Porsche/Volkswagen - Secondo lo Spiegel il Bafin (la Consob tedesca) starebbe verificando l'ipotesi che Wulff abbia violato le leggi tedesche sui mercati finanziari. Wulff, allora membro del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, avrebbe saputo nel 2008 della scalata di Porsche a VW. Resta da capire se avrebbe dovuto diffondere un comunicato per annunciarlo - come sostiene un gruppo di banche, assicurazioni e fondi, che gli chiedono un risarcimento danni per 1,8 miliardi - oppure no.

Portavoce - L'ex portavoce e consigliere di Wulff Olaf Glaeseker è indagato per corruzione. Avrebbe fatto in modo di trovare sponsor per una manifestazione organizzata dal manager Manfred Schmidt. In cambio, Schmidt lo avrebbe “ringraziato” pagandogli diverse vacanze. A dicembre Wulff ha annunciato le dimissioni di Glaeseker. A fine gennaio diversi agenti hanno perquisito gli ex uffici del portavoce nel Bundespräsidialmt, l'edificio accanto allo Schloss Bellevue (il Quirinale tedesco).

Auto – I Wulff avrebbero ottenuto una Audi Q3 a condizioni agevolate. Inoltre avrebbero avuto il privilegio di guidarla diversi mesi prima che quel modello venisse lanciato sul mercato. L'avvocato di Wulff smentisce.
FONTE: LA STAMPA

mercoledì 25 gennaio 2012

ANGELA MERKEL


DAVOS – Un altro “no” del cancelliere tedesco Angela Merkel sulla strada del “salvataggio” dell’euro, le viene chiesto da mesi e da più parti di sganciare miliardate di euro per mettere in sicurezza il sistema economico europeo, aggredito dai mercati sul fianco scoperto dei debiti pubblici nazionali. Le sue esitazioni e i suoi stop hanno affossato la Grecia e messo in serie difficoltà Spagna, Italia e in ultimo la Francia del sodale Nicolas Sarkozy.

L’ultima richiesta che le è stata fatta viene dal Fondo Monetario Internazionale, Fmi per gli amici, che spinge l’Europa ad aumentare il “Fondo Salva Stati” a 700 miliardi di euro. La Merkel ha risposto con un discorso pieno di buone intenzioni: non solo austerità, ma anche riforme strutturali e più posti di lavoro, non solo disciplina di bilancio, ma anche crescita sostenibile. E nessun raddoppio delle risorse del fondo salva-Stati. Ma se gli Stati si sfiancano per non farsi divorare dagli interessi sul debito, con quali risorse possono finanziare la crescita? Così si è aperto un altro degli appuntamenti “cruciali” sulla strada dell’Euro, il Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. Un altro “grande” vertice che promette di non passare alla storia.

Queste le parole della cancelliera: ”Dobbiamo far funzionare l’euro ed essere pronti a dare più competenze all’Europa. Il vero messaggio del fiscal compact, o Patto di bilancio, è che tutti dobbiamo introdurre principi sui conti pubblici in Costituzione. Non ci devono essere più, altrimenti perderemmo credibilità. Nei prossimi anni servono altri passi verso l’integrazione. Sono convinta che possiamo tenere insieme questa Europa comune. L’Europa è un grande e magnifico progetto. Siamo fortunati ad essere uniti e a condividere stesso futuro. Non saremo felici se non riusciremo a condividere questo impegno”.

”La gente non crederà all’Europa se la disoccupazione sarà troppo alta”, ha detto il cancelliere, ”dobbiamo fare qualcosa. Abbiamo imparato che dobbiamo costruire più Europa. Stiamo parlando di sostenibilità e crescita stabile. I settori dei conti pubblici e della competitività legata al lavoro saranno cruciali. Quello che è stato fatto in Portogallo, Grecia, Spagna e Italia è molto di quello che è stato fatto in passato”, ha detto Merkel. Secondo il cancelliere c’è ”bisogno di ripensare alla lezione che abbiamo tratto dalla crisi economica e finanziaria globale del 2008-2009. E la risposta che abbiamo non è ancora sufficiente. C’è ancora spazio per ripensare e migliorare. Nonostante l’esperienza del 2008-2009 abbia dimostrato l’interdipendenza tra i Paesi siamo riusciti a finalizzare il ‘Doha Round’ ma ci sono segnali crescenti di protezionismo. Abbiamo fatto progressi sulla regolamentazione delle banche, ma per una sufficiente regolamentazione sullo ‘shadow banking’ dobbiamo aspettare altri due anni”. L’Europa, ha quindi rilevato Merkel, ha il ”problema del debito pubblico e abbiamo difficoltà e debolezze sulla competitività in numerosi Paesi”.

Quindi sì, la Germania è disposta ad aiutare il resto dell’Unione, ma non è disposta ad accollarsi i debiti di nessuno. Se già precedentemente aveva chiarito che “Con tutti gli aiuti miliardari ed i meccanismi salva-Stati, noi in Germania dobbiamo stare attenti che alla fine neppure a noi vengano a mancare le forze, perché neanche le nostre possibilità sono infinite e questo non servirebbe a nessuno in Europa”, da Davos torna a sottolineare che “La Germania non intende prendere impegni che non potrà mantenere”.

Merkel rivendica come tedesca la promozione del fondo salva-Stati, prima Efsf e poi Esm, ma chiarisce che ”dobbiamo fornire aiuto sulla base dei trat­tati dell’Unione monetaria, che dicono con grande chiarezza che nessun Paese può farsi carico dei debiti dell’altro”. Quindi nessun raddoppio del fondo da 500 a mille miliardi come chiesto dall’Italia, o aumento fino a 700 miliardi come chiede l’Fmi. ”Abbiamo detto fin dall’inizio che vogliamo sostenere l’euro, ma non vogliamo una situazione in cui siamo forzati a promettere un qualcosa che non saremmo capaci di mantenere”, ha detto Merkel. ”Il fatto che la Germania sia l’economia più forte dell’Europa non deve voler dire che può fare quello che le pare o che non vuole esporsi. Se il mercato davvero ci attacca non saremo in grado di sopravvivere”, ha aggiunto il cancelliere, sottolineando che ”quello che abbiamo mostrato è che siamo in grado di mostrare solidarietà. Sulla solidarietà e sugli impegni da prendere abbiamo dimostrato in molte occasioni che siamo seri”.

Mentre Merkel teneva il suo discorso d’apertura al meeting di Davos, il presidente del Consiglio Mario Monti parlava alla Camera, dopo aver parlato al Senato, in occasione del voto sulla mozione unitaria di Pdl, Pd e Terzo Polo per impegnare il governo in una nuova politica europea, in vista del Consiglio europeo del 30 gennaio.

Da Roma Monti sembra aver voluto mandare un messaggio a Berlino: “Quando, in parallelo ai pesanti sacrifici per i cittadini, il governo chiede che l’Europa dia un segno di riconoscimento, non stiamo chiedendo denaro alla Germania: chiediamo che la governance dell’eurozona evolva in modo da consentire una ragionevole riduzione dei tassi di interesse”. Monti ha chiesto “che la governance dell’eurozona evolva in modo tale da consentire a quei Paesi che stanno facendo progressi che vengano riconosciuti i progressi nel loro risanamento e di vedere questo riflesso in termini di una ragionevole diminuzione dei tassi di interesse con la rimozione del rischio euro, che c’è per tutti, ma ovviamente grava su quei Paesi che per colpa loro o della loro storia hanno uno stock di debito particolarmente elevato”.

Il nuovo premier spagnolo Mariano Rajoy sarà giovedì a Berlino per incontrare Merkel in preparazione del vertice Ue di Bruxelles della settimana prossima. Rajoy illustrerà al cancelliere le prime misure di austerità e di riforma varate dal suo governo, confermerà l’impegno di Madrid a raggiungere l’obiettivo di riduzione del deficit per ora previsto per il 2012 al 4,4% e chiederà l’aiuto dell’Ue per i Paesi ‘virtouosi’ nel risanamento finanziario. Sarà la terza missione all’estero di Rajoy da quando è diventato capo del governo di Madrid a fine dicembre.

Sul fronte Grecia si discute ancora, ma il commissario Ue Olli Rehn ha sottolineato che ”C’è già un forte coinvolgimento degli istituti pubblici nel piano salva-Grecia che coinvolge i privati e la posizione Ue non è cambiata”.
FONTE: http://www.blitzquotidiano.it/