Elenco blog personale

mercoledì 29 maggio 2013

Ciao Franca, una grande donna...

È morta Franca Rame, aveva 84 anni

L'attrice e moglie di Dario Fo era malata da tempo
Il 19 aprile dello scorso anno aveva avuto un ictus

Franca Rame e Dario Fo (Lapresse)Franca Rame e Dario Fo (Lapresse)

LAVORO

RANA PLAZA


Gap rifiuta l’accordo per la sicurezza dei lavoratori

di Ottavia Spaggiari

Dopo la tragedia del 24 aprile al Rana Plaza di Dacca, sono 31 le aziende che accettano di firmare l’accordo per migliorare la sicurezza dei lavoratori del tessile. Grande assente tra tutti la multinazionale americana Gap


rana plaza
Anche H&M ha accettato di firmare l’ accordo che intende garantire misure di sicurezza più severe nelle fabbriche tessili del Bangladesh. A fare capitolare la multinazionale svedese del fast fashion sembra essere stata decisiva la campagna virale che ritraeva sorridente l’ amministratore delegato di H&M, di fianco ad una vittima del Rana Plaza, il palazzo di Dacca crollato lo scorso 24 aprile, nel quale sono morti oltre 1100 lavoratori locali del settore tessile.
“Enough Fashion Victims?”, le vittime della moda non sono abbastanza? , questo lo slogan della campagna davanti alla quale H&M, che è anche il maggiore acquirente di capi dal Bangladesh, ha deciso di accettare le condizioni dei sindacati IndustriAll e  UNI Global Union, promotori dell’accordo. La tragedia del Rana Plaza ha riportato l’attenzione dell’Occidente sullo sfruttamento della manodopera nei paesi in via di sviluppo, da parte delle grandi multinazionali del tessile.
Impegnato in prima linea, insieme ai sindacati e alle ONG che si occupano dei diritti dei lavoratori, anche Avaaz, la piattaforma di petizioni online che, in meno di un mese, ha raccolto oltre un milione di firme per spingere le aziende a sottoscrivere l’accordo. Oltre ad H&M hanno aderito fino ad oggi 30 aziende, tra cui Inditex, proprietario delle catene di abbigliamento spagnole Zara e Mango, Primark e Tesco, Marks & Spencer, Abercrombie & Fitch e l’italiana Benetton, che proprio nel Rana Plaza aveva allocato una parte della produzione.
Unico gigante del tessile che non sembra preoccuparsi della sicurezza dei lavoratori, nè della minaccia alla reputazione del brand, rimane la multinazionale Gap che continua a rifiutarsi di firmare, adducendo preoccupazioni per le implicazioni in termini di responsabilità giuridica. Proprio Avaaz in previsione dell’incontro annuale degli azionisti della società che si terrà domani, sta portando avanti una campagna firme, per fare sì che durante il meeting Gap decida di finalmente di accettare le condizioni dell’accordo e di sottoscrivere l’accordo.

domenica 26 maggio 2013

ANNA MAGNANI


FRANCO GABRIELLI - PROTEZIONE CIVILE...

Terremoti, Gabrielli ‘Italia inevitabilmente soggetta ad altro importante sisma’

Dichiarazioni forti del Capo della Protezione Civile, il quale vuole che venga data maggiore importanza all’organo del volontariato

Durante il Festival del volontariato, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, si sofferma anche sul tema della prevenzione sismica ed “Il Tirreno”, riporta un estratto delle sue dichiarazioni: “è dal terremoto dell’Irpinia – precisa il prefetto Gabrielli – che l’Italia non vive un altro fenomeno di quella portata. Il nostro paese è inevitabilmente soggetto ad un altro importante terremoto. Non sapremo quando succederà, né come, né dove, ma sappiamo che succederà”. Lo stesso si augura successivamente che il Paese possa fronteggiare la futura emergenza con i mezzi adeguati.
Il Capo del dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli
Il Capo del dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli
Gabrielli, nel corso della conferenza, aggiunge anche l’importanza del ruolo della Protezione Civile che deve essere riconosciuto in maniera omogenea da tutti gli italiani, senza più perdersi in critiche senza significato e polemiche sterili ed insulse. Solo lo scorso 26 ottobre lo stesso coordinatore si trovò a dover fronteggiare un’altra emergenza, ossia quella relativa allo sciame sismico che tuttora sta interessando il massiccio del Pollino, giorno in cui non si mostrò particolarmente allarmato, ma particolarmente sereno vista l’organizzazione che ha ritrovato sul territorio colpito dal sisma di magnitudo 5.0
a cura della Redazione

Il Vaticano ritira i suoi soldi dalle banche italiane

TELECOM - DAGOSPIA

SUPERBONUS COLPISCE ANCORA! - TELECOM, IL GIOCO SPORCO DELLO SCORPORO: A PAGARE L’OPERAZIONE SARANNO I CITTADINI

Tutta la questione dello scorporo di Telecom è in realtà una grande pantomima messa su da Letta e Bernabè - Altro che successo: il risultato sarà che a pagare milioni di chilometri di cavo di rame obsoleto saranno come al solito i cittadini, mentre le banche e gli azionisti festeggeranno...

Superbonus per Dagospia
enrico letta e alfanoENRICO LETTA E ALFANO
Letta e Bernabè stanno per rifilarci la "sola" del secolo.
La pantomima sullo scorporo della rete Telecom è iniziata. Da un lato Bernabè fa finta di negoziare una cessione solo dei cavi e non dei server e dei software che servono a gestirli e dall'altra Letta farà finta di ottenere il grande risultato di togliere a Telecom un asset che in mano della Cassa Depositi e Prestiti proietterà l'Italia nell'era digitale.
In realtà il pagamento a caro prezzo, con denaro pubblico, di milioni di chilometri di cavo di rame obsoleto servirà a far rientrare le banche (con Intesa in prima fila) della propria esposizione verso Telecom e contemporaneamente a liberare la società di un asset costoso ed ormai inutile.
Enrico Letta potrebbe scorporare la rete con un decreto legge costringendo Telecom a separare la gestione dei cavi in una società quotata e gestita separatamente, non fu fatto così anche con Enel?
Questa volta però le banche sono preoccupate dal continuo deterioramento dei conti, e del rating, di Telecom e quindi intendono vendere una ciofeca alla CdP per non rimanere con il cerino in mano di un debito crescente e di lucri calanti.
IGNAZIO VISCO BANKITALIAIGNAZIO VISCO BANKITALIA
Questa volta riceveranno un applauso dall'assemblea degli azionisti che festeggerà l'aumento del valore in borsa di una società che è riuscita a scaricare sul pubblico il costo di una rete obsolescente, riceveranno un applauso anche gli amministratori di CdP che hanno salvato le banche presenti nel CdA da perdite colossali.
GIANNI LETTA FRANCO BERNABEGIANNI LETTA FRANCO BERNABE
Chi non potrà applaudire perché non potrà decidere saranno i cittadini italiani e i correntisti delle Poste. A ben guardare l'operazione Telecom aumenterà di almeno 12 miliardi la già preoccupante esposizione a lungo termine della cassa a fronte di una raccolta fatta prevalentemente a vista.
Bankitalia potrebbe costringere CdP ad uno stress test sulla differenza di attivo e di passivo impedendo così sia l'acquisto della rete Telecom che, come si mormora, la fusione di Poste con Monte dei Paschi.
Ma questo è chiedere troppo, vorrebbe dire che in Italia ognuno fa il suo mestiere invece di partecipare agli eventi Bildemberg organizzati a Roma da Bernabè.

venerdì 24 maggio 2013

WALTER RIZZETTO...M5S


Rizzetto (M5S): "Mai interviste in una stanza insieme a responsabili comunicazione"

23/05/2013 ore 17.40

Contrario a black list giornalisti, non ho bisogno di assistenti


Rizzetto ( M5S): "Mai interviste in una stanza insieme a responsabili comunicazione"
"Non andrò mai a rilasciare un'intervista in una stanza con un componente della comunicazione. Non so chi ha partorito questa cosa, ma ci stiamo occupando di altro. Non c'è bisogno di occuparsi di queste cose". 

Lo dice Walter Rizzetto, deputato del M5S, a La Zanzara su Radio 24, criticando le regole rese note dai responsabili del Movimento. "Non sono d'accordo sulle black list di giornalisti - dice ancora Rizzetto - non lo ero quando ero giovane, figuriamoci adesso che ho 38 anni. Se a questa età devo avere bisogno di un assistente per fare le interviste avrei scelto di fare altro. Però qualcuno potrebbe avere bisogno di aiuto e allora ben vengano gli assistenti. Qualche indicazione all'inizio può essere utile, ma tra un pò questi addetti alla comunicazione faranno altro. Quando deputati e senatori saranno 'maggiorenni' se la caveranno egregiamente senza". 

"Ho messo da parte tutti gli scontrini - dice Rizzetto - e restituirò quello che non spendo. Ma dobbiamo essere elastici. Se c'è qualcuno che per le sue necessità, la sua gestione familiare, ha bisogno di qualche centinaia di euro in più non sarà un problema. Importante che non sia per comprare le gomme da neve per il Suv".

giovedì 23 maggio 2013

Roma, il Pd candida Stefano Mentana, il figlio di Enrico sceglie la politica - stefano, mentana, enrico, tg, la7 - Libero Quotidiano

PROTESTE A STOCCOLMA ...SVEZIA...


Stoccolma, quarta notte di scontri
La protesta continua a estendersi

Centinaia di giovani mettono
a ferro e fuoco la città: tre feriti
MONICA PEROSINO
Sono tutti giovani, organizzati e pieni di rabbia. Per la quarta notte consecutiva in centinaia hanno messo a ferro e fuoco Stoccolma. Il bilancio dei danni è arrivato a 340 auto, due scuole, una stazione della polizia, un ristorante e un centro di arti e mestieri dati alle fiamme. Non si contano le finestre colpite dalle sassaiole e gli attacchi a polizia e vigili del fuoco. Tre agenti sono rimasti feriti durante le rivolte.  

Gli scontri più pesanti si sono svolti nella periferia sud della capitale, non nei sobborghi nord-occidentali dove è iniziata la protesta 4 giorni fa. Ma la protesta sta dilagando, tanto che nella notte sono state bruciate due auto anche Malmo, nella sud della Svezia. L’atto sembra confermare l’allarme lanciato dalle autorità svedesi di una possibile estensione delle violenze.  

La rivolta è cominciata a Husby, uno dei sobborghi più poveri della città, abitato in prevalenza da immigrati, dopo che la polizia aveva ucciso un anziano che aveva minacciato gli agenti con un machete. “La nostra società sta diventando sempre più divisa e le differenze, sia sociali che economiche, sono sempre più evidenti - ha detto Rami Al-khamisi, co-fondatore di Megafonen, un gruppo che lavora per il cambiamento sociale in periferia -. Le persone che vivono nei sobborghi sono quelle più colpite. Questo è razzismo istituzionale”. Anche il ministro della Giustizia, Beatrice Ask è preoccupato: “Capisco perché molte persone che vivono in questi quartieri e sono preoccupata, sconvolta e arrabbiata. L’esclusione sociale è un fatto molto grave ed è causa di molti problemi”.  LA STAMPA

LE NAVI DELLA LEGALITA' ...GLI STUDENTI A PALERMO....

Sono arrivate al porto di Palermo le Navi della legalità, simbolicamente ribattezzate “Giovanni” e “Paolo” con le gigantografie dei giudici uccisi 21 anni fa dal tritolo di Cosa nostra. A bordo circa tremila studenti partiti ieri da Napoli e Civitavecchia insieme al presidente del Senato, Pietro Grasso, al ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, il sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il commissario antiracket, Giancarlo Trevisone e il presidente Rai Anna Maria Tarantola. Ad accogliere le navi tra cori festanti, oltre a Maria Falcone e alle istituzioni, centinaia di studenti di Palermo e della Sicilia con addosso le magliette con su scritto «Le nuove rotte dell’impegno», in mano tanti palloncini, bandiere con il tricolore e striscioni.

RICORDO PER L'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI FALCONE

Foto: http://progettolegalita.it/it/prodotti_sociali/elenco_vittime_della_mafia.phpFoto: LA STAMPA

DAGOSPIA

Don Gallo, diretto e senza preamboli. Che meraviglia… - Monica Lanfranco - Il Fatto Quotidiano

martedì 21 maggio 2013

RAFANIELLO...POSSE 99...


ANNA FINOCCHIARO


Nel privato ci sono paghe e stipendi da fame, nel Pubblico impiego è tutta un altra storia, vero sindacalisti del cazzo?
per i lavoratori del privato l'incubo' inizio' quando quel bel
ladrone di Craxi penso' bene di mettere un blocco alla scala mobile, decreto di San Valentino...tutto cambio', nel privato naturalmente, perche' nel pubblico impiego hanno continuato ad avere gli aumenti e come.


Ladri farabutti i politici e sindacalisti della triplice, sono passati a difendere "SOLO" i super protetti, a praticare lo scambio di voto, ad assumere a iosa nel pubblico impiego, tanto pagava e paga pantalone. Ma non col criterio di assumere tramite il collocamento, gente in fila che aspettava da anni un lavoro...no assolutamente no, ad assumere parenti amici compari mogli amanti di politici e sindacalisti.
Avoglia a lavora' per mantenere tutta l'elefantiaca macchina dello Stato.
Per sistemarci meglio a noi del privato, hanno pensato bene di non lasciare in pace neanche L'INPS che raccoglieva i nostri contributi...ed era in attivo. No... troppa invidia e cosi hanno pensato bene di accorpare gli enti dello Stato pieni di buffi, distruggendo anche l'INPS - KAPUT...


rischiamo di non prendere piu' neanche la pensione.
E questa gente che ha distrutto l'Italia sta tutta ai loro posti di potere e parla parla parla.............................................................
Brava vecchia Finocchiaro, ingorda donna che non vuoi mollare la pappatoia, tira tira la corda si spezza...vedrai...

DAGOSPIA

domenica 19 maggio 2013

LAURA RODOTA'...


Mentre Rodota' padre scende in piazza preso da un tardivo risveglio della coscienza, la figlia bella di papa' Laura Rodota' scrive sul Corriere della Sera che in tempo di spending rewiew dal parucchiere si fa economia sui trattamenti rinforzanti, manicure e balsami.
Mentre Rodota' padre scende in piazza preso da un tardivo risveglio della coscienza, la figlia bella di papa' Laura Rodota' scrive sul Corriere della Sera che in tempo di spending rewiew  dal parucchiere si fa economia sui trattamenti rinforzanti, manicure e balsami.

LUDOPATIA...


SIETE MALATI DI LUDOPATIA? (gioco d'azzardo)

Oggi all'ospedale San Camillo Forlanini di Roma
presentera' i risulati di uno studio sui numeri dell'azzardo nella Penisola.
Ieri invace a Pavia si è tenuta la prima manifestazione antislot.
La CODACONS in prima fila...un giocatore effetto da LUDOPATIA chiede i danni allo STATO, dieci milioni di euro risarcimento.

VERGOGNA...LO STATO BISCAZZIERE.

POLVERE BIANCA, GIOCO, PROSTITUZIONE...solo il gioco alla luce del sole, il resto opera nella ignoranza con la complicita' di uomini che da un grosso teatro

mondiale pieno di lupi, tirano le file di tanti burattini.

sabato 18 maggio 2013

Crisi, suicida l'imprenditore che chiese aiuto a Grillo - Video - Corriere TV

Crisi, suicida l'imprenditore che chiese aiuto a Grillo - Video - Corriere TV

LIA CELI...



Lia Celi, non sapevo neanche chi fosse se non spuntasse all' improvviso su Rai tre nell'ora di cena con una trasmissione "CELI MIO MARITO" ...mentre facevo la frittata ho subito pensato: chi l'avra' raccomandata? informamdomi un po' in rete ho letto che
la Celi è sposata con Roberto Grassilli. Chi è Grassilli? Un fumettista, oggi collaboratore del Fatto quotidiano, che ha sposato la Celi, anche lei collaboratrice su IL FATTO ma sembra si siano conosciuti nella redazione di CUORE satira.
La tipa alla conduzione di "CELI MIO MARITO", mi è sembrata senza ne capo e ne coda, senza attrazione al confronto con la frittata che stavo facendo, meglio la mia frittata che sapere del marito di Celi.
La tipa l'ho rivista ieri sera dalla Gruber che parlava di Ruby, descrivendola come una ragazzina inteligentissima in gambissima che ha saputo sfruttare bene il proprio corpo.
Avendo tre figlie femmine la tipa non si sbottona, non si puo' mai sapere, qua' i giovani so tutti figli di silvio, ( come faceva notare la silvia che lo contestava a Brescia) molti gli somigliano e molti no, per fortuna altrimenti saremmo messi assai male.
Insomma questa Celi molto graziosa ma come si dice: un po' sciapa, vede Ruby come una icona di successo per il solo fatto che sia riuscita a fare soldi solo per un incontro col miliardario di STATO.

martedì 14 maggio 2013

BAU BAU


Anni 60 ...trionfava Twiggy, e andavamo in vespa...avevo due anni meno di Ruby, silvio lo fotografavano con uolter, andava a pranzo e incontrava Piero Ottone, e sognava di essere Agnelli.
Anni 60 ...trionfava Twiggy, e andavamo in vespa...avevo due anni meno di Ruby, silvio lo fotografavano con uolter, andava a pranzo e incontrava Piero Ottone, e sognava di essere Agnelli.

BAU BAU


Vogliono farmi fuori politicamente...no silvio il fatto è che tu hai il senso dell'ospitalita' alquanto discutibile...da Mangano a Ruby...(...)
Vogliono farmi fuori politicamente...no silvio il fatto è che tu hai  il senso dell'ospitalita' alquanto discutibile...da Mangano a Ruby...(...)

ELLY SCHLEING...


ELLY SCHLEING ...ieri sera a PIAZZA PULITA ha stuzzicato Sallusti...(...)

L'ULTIMO TANGO NELLO SPOGLIATOIO...

Lo spogliatotio ha dato i suoi frutti...sul set i poveri piddini non hanno sofferto troppo, il burro era di ottima marca.

lunedì 13 maggio 2013

BENEDETTA PARODI

Ma io dico, la Benedetta Parodi chi l'ha fatta entrare in cucina? che intrugliona...non usa un grembiule, si impatacca tutta...e mette in mostra cibo non cotto bene...

GOFFREDO BETTINI


Fra un po' si eleggera' il sindaco di Roma, la sinistra nel nome del RE di Roma del vecchio PCI poi sbianchettato fino a PD, GOFFREDO BETTINI , lo potete vedere bene nelle foto sotto con tutti gli invitati alla sua festa per i 60 anni,da LETTA GIANNI, quindi il Letta di la', a Caltagirone, a Maria Latella a Rutelli alla Melandri e a tutto il fior fiore della Roma dei privilegi. Bettini che passa la sua vita tra Roma e la Thaillandia parteggia non per Marchini come tutti avrebbero pensato visto i tanti soldi che ha donato al PCI, ma per MARINI ...facendo incazzare molto Marchini.
Bettini vorrebbe creare un nuovo partito dal nome "IL CAMPO" prettamente DE SINISTRA...ma vivendo molto in Thaillandia ci sta pensando: ma a me chi me lo fa fa'...sembra abbia detto alla gggente che abita nel quartiere rosso di S. Lorenzo, ci pensasse D'Alema invece de porta' a spasso er cane!



http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/11/10/foto/la_festa_dei_60_anni_di_bettini_foto-46334528/1/

MODA E COSTUME



Iei sera mi sono rilassata un po' vedendo il film documentario su Diana Vreeland, giornalista americana di origine francese, reporter per le riviste piu' famose negli anni 60, VOGUE BAZAAR HARPER'S...la nascita del bikini, della minigonna, della moda tra Parigi Londra e l'America.

Io ho lavorato qualche anno in una piccola industria di confezione di Roma, erano gli anni 60, il mio lavoro era d'ufficio, mi occupavo della contabilita', ma anche di un lavoro molto complicato e delicato, partecipavamo al SAMIA di Torino, che era una specie di Fiera dove si partecipava con un campionario di abiti con le modelle che sfilavano per i clienti che venivano da tutto il mondo...io raccoglievo gli ordini, li catalogavo in base ai modelli le taglie e i colori, e facevo cartelle di lavorazione che mandavo in sartoria, a capo c'era una mia amica modellista e il nostro capo che creava insieme a lei i modelli. Quasi ogni giorno si presentavano giovani con le cartelline piene delle loro creazioni che noi gli compravamo a poche migliaia di lire. Prima della creazione di ogni campionario i capi andavano a Parigi a scopiazzare e comprare abiti che in laboratorio smontavano copiandone il modello.
Un lavoro che mi appassionava e mi piaceva.


Mi ricordo come fosse ieri gli acquisti dei tessuti che venivano tutti da Prato, i rappresentanti con cui diventavamo amici che arrivavano con i campionari, si sceglievano i tessuti si facevano gli ordini e poi tutti a pranzo in qualche osteria romana.
Erano anni di speranza, il lavoro non mancava, io venivo da una storia dolorosa del PCI che aveva coinvolto mio padre, la caccia alle streghe (al comunista) degli anni 50. Mio padre era distrutto, ma io portavo i soldi a casa e ne ero orgogliosa, anzi orgogliosissima.
Avevo si e no 20 anni.
Oggi Prato è in mano ai cinesi.

sabato 11 maggio 2013

MISSONI E LA MOGLIE ROSITA...

Aveva compiuto 92 anni l'11 febbraio scorso, ma non era stato un compleanno di festa come gli altri. Per Tai, così era soprannominato Ottavio Missoni, sempre al centro dei forti legami familiari, tutta una vita nello sport, nella moda e nel colore, quella era stata un'altra delle grigie giornate di ansia nell'attesa mai rassegnata di notizie dal Venezuela. Il 5 gennaio era sparito infatti il piccolo aereo su cui il primogenito Vittorio e sua moglie Maurizia stavano tornando da una vacanza con gli amici alle isole Los Roques. Da quel giorno, la vita di tutti i Missoni era cambiata anche se, con la forza dell'amore mai rassegnato, le ricerche sono continuate con tenacia e così anche l'attività dell'azienda. Mentre la seconda figlia, Angela, portava avanti, con il sorriso sul viso e il dolore nel cuore, il grande marchio fondato dai genitori, suo fratello Luca si era impegnato in prima persona nelle ricerche. Tre figli e nove nipoti - tre per ogni figlio - per una grande famiglia che ha vissuto mesi difficili e il grande cuore di Tai temprato da una vita nello sport, non ha retto al peso di una età fiaccata dal dolore. Eppure forse lui stesso oggi vorrebbe essere ricordato soprattutto per i nove decenni di forza e di entusiasmo che hanno connotato la sua vita.
La storia di Ottavio Missoni è davvero unica e continuerà ad affascinare il mondo, non solo quello della moda, anche perché emblematica di un certo modo tutto italiano di essere uomo e imprenditore. Nato nel 1921 a Ragusa, ora Dubrovnik, Ottavio era cresciuto a Zara. Si considerava triestino d'adozione ma si sentiva dalmata e diceva: "Noi della costa non siamo né danubiani né balcanici, e se qualcuno oggi la chiama Croazia del Sud io insisto a dire che è Dalmazia". I ricordi sono quelli di un esule: "L'ultimo Natale a Zara - aveva raccontato all'ANSA anni fa - è stato quello del 1941, poi sono andato militare. Quando ci furono i bombardamenti degli anglo-americani, io ero prigioniero in Egitto, mio padre e mio fratello erano imbarcati. A casa era rimasta mia madre che, ai primi del 1944, è fuggita da sola a Trieste lasciando tutto, ma portandosi via il pianoforte, che ancora abbiamo". Il resto andò perduto, anche la casa di famiglia a Ragusa. Nel 1935, a 14 anni, Missoni aveva cominciato a praticare seriamente l'atletica, nei 400 piani e nei 400 ostacoli.
Nel 1939 era diventato campione mondiale studentesco a Vienna e dopo la guerra, che gli aveva portato via i migliori anni per lo sport, aveva partecipato alle Olimpiadi di Londra nel 1948 (classificandosi al sesto posto nella finale dei 400 ostacoli e correndo la staffetta 4x400) ed era poi arrivato quarto agli europei del 1950. Nella sua carriera ha vestito 23 volte la maglia azzurra e conquistato 8 titoli italiani. Ma Tai era rimasto sempre uno sportivo e, con l'avanzare dell'età si era dedicato ai lanci, partecipando perfino ai mondiali di giavellotto (per 'under 90', disse con autoironia prima di compierli). Proprio a Londra però Ottavio aveva conosciuto Rosita Jelmini, figlia di imprenditori tessili lombardi, e con lei, diventata sua moglie, iniziò a sviluppare la sua attività, già iniziata da solo con una piccola produzione di indumenti sportivi, il nucleo di quell'impresa che avrebbe portato la coppia sulle vette della moda. Agli esordi, la coppia aprì un laboratorio a Gallarate. Il salto avvenne nel 1958, quando la Rinascente commissionò ai Missoni 500 abiti a righe. "Tentavamo di lavorare sul colore ma, con le macchine che avevamo allora, era difficile" ha ricordato Tai in seguito (Balthus lo definì "maestro del colore"). Dall'esigenza creativa si sviluppò la ricerca tecnica. Nel 1969 Tai e Rosita costruirono lo stabilimento e la casa di Sumirago, nel varesotto, dove ancora adesso la famiglia vive e lavora, casa e bottega, perché i Missoni si considerano artigiani.
All'inizio degli anni 70 fu successo mondiale: arazzi coloratissimi, patchwork, righe e fiammati arcobaleno e il famoso 'put together', espressione con cui Ottavio spiegò agli americani che si trattava di 'mettere insieme' fantasie di punti e colori che mai nessuno avrebbe osato accostare, in un caleidoscopio di motivi e di tinte. L'originalità e la riconoscibilità di questa moda ha portato i Missoni nei più importanti musei. Non si contano le mostre dedicate all'arte di Tai, di Rosita e della loro famiglia speciale, e non si contano i premi. Ma per il patriarca, che ormai ultranovantenne aveva ancora il suo studio pieno di lane colorate e di arazzi in maglia, tra le opera d'arte moderna nella bella azienda tutta vetri affacciata sul verde di Sumirago, tutta questa fama era intessuta di leggerezza e ironia. Aveva tanti amici Ottavio, nella moda e anche tra giornalisti e intellettuali: le colazioni e le cene nella bella casa Missoni erano famose per la qualità del cibo e per l'allestimento colorato, ma anche per la semplicità dell'accoglienza calda, mai formale, un tratto di semplicità sportiva elegante e disinvolta. Tai viveva il successo con il disincanto della nostalgia da profugo dalmata e insieme con l'ottimismo della terra lombarda dove aveva messo radici.La Repubblica

MISSONI...




mercoledì 8 maggio 2013

VANITY FAIR...


Talent food di Raiuno
C'è anche la figliastra di Grillo

Valentina, 32 anni, sarà tra gli otto concorrenti del nuovo programma di Antonella Clerici

Ci sarà anche Valentina Scarnecchia, «figliastra» di Beppe Grillo, tra i concorrenti de La terra dei cuochi, il nuovo talent food condotto da Antonella Clerici, che sarà in onda in prima serata su Raiuno da venerdì prossimo.

Talent food di Raiuno  C'è anche la figliastra di Grillo
Valentina, 32 anni, è nata da una precedente unione di Pavin Tadjk, seconda moglie di Beppe Grillo e sarà tra gli otto concorrenti appassionati di cucina che si sfideranno l'un l'altro per sei puntate, affiancati ad altrettanti personaggi famosi.

«Abbiamo scoperto dopo che una delle concorrenti era figlia dell'attuale moglie di Beppe Grillo, non sapevamo nulla», ha spiegatoAntonella Clerici. «Anche perché la ragazza ha il cognome del padre. E comunque», ironizza, «le colpe dei padri non ricadono sui figli o sui figliastri». E a chi le chiede se le piacerebbe avere come ospite il leader del Movimento 5 Stelle, sorride: «Se volesse venire non ci dispiacerebbe, ma non credo che lo farà».
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lunedì 6 maggio 2013

MARIA RITA D'ORSOGNA...SCRIVE A PASSERA...



Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice di origine abruzzese che vive in California e insegna fisica all’Università di Los Angeles, scrive indignata a Corrado Passera una lettera che molti di noi avrebbero voluto scrivergli. Una lettera lucida, realista e impietosa che vale bene 3 minuti del tempo di ognuno di noi. Da parte nostra la ringraziamo sentitamente.

Caro Signor Passera,

stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l'Italia petrolizzata.

Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni '60 per aggiustare l'Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche' non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.

Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.

Lei non e' stato eletto da nessuno e non puo' pensare di "risanare" l'Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.

Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall'Algeria, corridoio Sud dell'Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.

E la gente dove deve andare a vivere di grazia?
Ci dica.

Dove e cosa vuole bucare?
Ci dica.

I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d'Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell'Emilia? Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?

Ci dica.

Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l'esplosione di tumori come all'Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?

Vorrei tanto sapere dove vive lei.

Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche' la sua regione - quella che ci dara' questo 20% della produzione nazionale - e' la piu' povera d'Italia.

Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c'e'. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa', amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.

Lo so che e' facile far cassa sull'ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra' domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l'Italia e' corrotta. E' facile, lo so.

Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non e' etico, non e' morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perche' non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell'Italia.

E no, non e' possibile trivellare in rispetto dell'ambiente. Non e' successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.

Ma non vede cosa succede a Taranto?

Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia - all'italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l'idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita' - la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?

E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?

E lei pensa che questo e' il futuro?

Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.

Qui il limite trivelle e' di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro "giornalista" Luca Iezzi. Ed e' dal 1969 che non ce le mettiamo piu' le trivelle in mare perche' non e' questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.

Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di ">persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.

Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera' nell'industria verde, si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi ">per rendere facile l'uso degli incentivi.

Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell'ambiente e'?

E gli italiani cosa faranno?

Non lo so.

So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira' questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l'Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.
Maria D’Orsogna
Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice di origine abruzzese che vive in California e insegna fisica all’Università di Los Angeles, scrive indignata a Corrado Passera una lettera che molti di noi avrebbero voluto scrivergli. Una lettera lucida, realista e impietosa che vale bene 3 minuti del tempo di ognuno di noi. Da parte nostra la ringraziamo sentitamente.

Caro Signor Passera,

stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l'Italia petrolizzata.

Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni '60 per aggiustare l'Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche' non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.

Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.

Lei non e' stato eletto da nessuno e non puo' pensare di "risanare" l'Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.

Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall'Algeria, corridoio Sud dell'Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.

E la gente dove deve andare a vivere di grazia?
Ci dica.

Dove e cosa vuole bucare?
Ci dica.

I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d'Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell'Emilia? Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?

Ci dica.

Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l'esplosione di tumori come all'Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?

Vorrei tanto sapere dove vive lei.

Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche' la sua regione - quella che ci dara' questo 20% della produzione nazionale - e' la piu' povera d'Italia.

Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c'e'. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa', amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.

Lo so che e' facile far cassa sull'ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra' domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l'Italia e' corrotta. E' facile, lo so.

Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non e' etico, non e' morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perche' non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell'Italia.

E no, non e' possibile trivellare in rispetto dell'ambiente. Non e' successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.

Ma non vede cosa succede a Taranto?

Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia - all'italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l'idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita' - la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?

E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?

E lei pensa che questo e' il futuro?

Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.

Qui il limite trivelle e' di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro "giornalista" Luca Iezzi. Ed e' dal 1969 che non ce le mettiamo piu' le trivelle in mare perche' non e' questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.

Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di ">persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.

Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera' nell'industria verde, si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi ">per rendere facile l'uso degli incentivi.

Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell'ambiente e'?

E gli italiani cosa faranno?

Non lo so.

So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira' questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l'Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.
Maria D’Orsogna