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lunedì 19 novembre 2012

PENSIONATI ANZIANI IN MISERIA TOTALE...

Anziani, 260 euro per vivere

Pensioni da fame. Figli spesso ancora a carico. Alla Caritas del quartiere Barona di Milano le richieste di aiuto sono aumentate del 30% in un anno.

di Antonietta Demurtas Lettera 43
In Italia i dipendenti del Senato prendono la sedicesima, alla Camera uno stenografo può guadagnare sino a 259 mila euro lordi l'anno. A Milano nelle case popolari del quartiere La Barona, nella periferia sud-occidentale della città, Giovanna, 62 anni, riceve ogni mese 262 euro. È la pensione che lo Stato le riconosce per una invalidità dell'85%.
Una cifra che non le permette certo di vivere. Ma in quanto cardiopatica e diabetica non può lavorare, e sino ai 65 anni non può neanche ricevere la pensione sociale come casalinga. Che sarebbe comunque di 450 euro.
Per questo l'assistente sociale è riuscita a farle ottenere un sussidio di 200 euro. Così arriva a 462 euro. Comunque troppo poco per mangiare e acquistare tutti i farmaci. Per alcuni, infatti, nonostante l'invalidità, Giovanna deve pagare il ticket.
BOOM DELLE RICHIESTE D'AIUTO AL CENTRO DI ASCOLTO. E così ogni mese dopo aver comprato lo stretto necessario non rimane niente. Neppure il tanto per affittare un appartamento e vivere da sola. Da tre anni abita sotto lo stesso tetto con l'ex marito: sono separati in casa. Anche lui pensionato, guadagna 700 euro al mese e dovrebbe garantire il sostentamento dell'ex moglie. Ma si limita a pagare le bollette e l'affitto di 130 euro per la casa popolare.
Di alimenti neanche l'ombra. Così Giovanna deve fare tutto da sola, anche aiutare il figlio di 37 anni disoccupato che vive con loro, «ha due figlie piccole ed è separato, mica posso buttarlo fuori di casa», racconta Giovanna a Lettera43.it.
SI RINUNCIA A TUTTO PER SOPRAVVIVERE. L'ex marito non contribuisce neanche alla spesa, «ma io non gli chiedo l'elemosina, preferisco rinunciare a tutto», dice. Come alla dieta alimentare per diabetici, «dovrei mangiare regolarmente anche carne e pesce però non posso permettermeli sempre, così mi arrangio», dice con le lacrime agli occhi.
Al mercato va prima della chiusura «quando abbassano i prezzi», al discount cerca le offerte migliori. E la spesa la fa massimo una volta alla settimana per evitare di spendere troppi soldi di giorno in giorno. «Per fortuna ho i capelli corti, così non mi viene il desiderio di andare dal parrucchiere», dice con un sorriso sarcastico e gli occhi lucidi, «la vita fa schifo».
DAL CENTRO ALLA CASA DI ACCOGLIENZA. Per tirare avanti ogni giovedì Giovanna va al centro di ascolto per anziani della Caritas del quartiere in via Ettore Ponti, dove una squadra di 120 volontari accoglie chi ha bisogno di aiuto. «Nel 2011 abbiamo assistito 245 anziani del quartiere», racconta a Lettera43.it Aurelia Riva, volontaria, «ma nel 2012 le richieste sono aumentate del 30%, questa zona è densamente popolata da anziani».
Secondo una ricerca fatta nel 2007 dall'associazione Coordinamento volontariato terza età (Cvte) il 20% della popolazione che vive in zona Barona ha più di  65 anni. Uomini e donne che spesso non riescono a vivere con la pensione, che hanno bisogno di una parola di conforto o di essere accompagnate a fare le visite mediche. Riva insieme con i colleghi gestisce il centro di ascolto e la casa di accoglienza a pochi di metri di distanza, «abbiamo sette posti letto dove ospitiamo per brevi periodi gli anziani che hanno un problema di salute o vengono dimessi dagli ospedali, ma non sono ancora autosufficienti per tornare a casa».

Anziani con pensioni da fame e figli disoccupati ancora a carico

Non è infatti solo la solitudine a colpire gli anziani: i servizi assistenziali sono molto scarsi e così chi non ha un parente o i soldi per una badante rischia di non poter nemmeno andare a fare la spesa.
E quando i figli ci sono sempre più spesso capita che siano proprio loro ad avere ancora bisogno dei genitori. Giovanna non è l'unica a dover condividere la sua pensione con il figlio. Anche Maria, 74 anni, fa ancora la mamma a tempo pieno. Ha cresciuto tre figli da sola, a 20 anni si è trasferita da Acireale (Sicilia) in Germania e poi a Milano.
A 74 ANNI ANCORA AIUTA I SUOI FIGLI. Una vita di lavoro e sacrifici. Oggi con la pensione di 600 euro deve pensare ancora al figlio quarantenne disoccupato. E alla figlia, come lei una ragazza madre, «che lavora ma non sempre riesce a coprire tutte le spese».
Per aiutarli Maria quattro anni fa chiese pure un prestito all'Inps di cui ancora paga le rate. Così di pensione le arrivano solo 480 euro nette. «Per fortuna ci sono le signore del centro di ascolto», spiega Maria. La Caritas la aiuta pagandole l'affitto della casa popolare. Un bilocale minuscolo dove vive con il figlio.
«Vengo sempre al centro, anche solo a fare due chiacchiere, qui ci conosciamo tutti», continua Maria. Ogni mese i volontari distribuiscono il pacco alimentare con viveri di prima necessità: pane, zucchero, caffè, pelati, piselli, fagioli. E ogni settimana se arriva qualche altra donazione la distribuiscono tra i più bisognosi. Che con la crisi aumentano ogni giorno.
SFILATA DI MODA PER AUTOFINANZIARSI. Al centro di ascolto non sanno più cosa inventarsi: «Il 25 novembre facciamo una sfilata di moda per autofinanziarci». A cucire gli abiti per il défilé sono stati gli stessi volontari, anche loro anziani. Come Rosa, 80 anni, una guida museale in pensione che durante la giornata accompagna i suoi coetanei meno fortunati a conoscere le bellezze artistiche di Milano. Perché in fondo, come ha ricordato il 13 novembre l'85enne Benedetto XVI durante una visita alla struttura per la terza età della comunità di Sant'Egidio: «Anziani sì, fragili e bisognosi di aiuto, ma tristi no, capaci di un ruolo sociale, fatto di affetti e di aiuto alle nuove generazioni». Che sembrano sempre più povere delle vecchie.
Domenica, 18 Novembre 2012

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