ITALIANISCOSTUMATI IN RIFERIMENTO AI POLITICI CHE HANNO PORTATO IL PAESE A UN DEBITO PUBBLICO FUORI CONTROLLO... un paese che sta' nelle graduatorie che non ci fanno onore...un blog caotico e senza nessuna pretesa...
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venerdì 20 luglio 2012
MEMORES DOMINI DI CL...FORMIGONI il voto di poverta' castita' obbedienza...
mercoledì 27 giugno 2012
QUANDO I RADICALI CHIEDEVANO LE DIMISSIONI DI FORMIGONI...
lunedì 28 maggio 2012
FORMIGONI...
Creato il 21 marzo 2012 da Mcg
Egregio Presidente Formigoni,
Lei è un coglione. No, non voglio offenderla! Si informi: la parola assume vari significati e, seppur nell'accezione dialettale sia termine piuttosto volgare, io mi riferisco al piatto tipico del West americano, una prelibatezza che le consiglio fritta e ammorbidita, nel sapore, in salsa cocktail. Insomma era un modo come un altro per dirle che io la considero una persona buona. Come un coglione (di toro), appunto.Insomma, non penso sia reato dare del buono a qualcuno, men che meno a lei, che anzi sono certo gradirà. Nello stesso tempo non vorrei che lei trascurasse il significato che nello slang ispanico assume il termine cojones, ulteriore complimento da farsi solo a uomini veri. Non vorrà mica fermarsi al milanese, spero. Non Lei, uomo di mondo! Sarebbe da stupidi. Che poi, nemmeno "stupido" può essere proprio considerato un'offesa: quante mamme teneramente danno ai loro pargoli degli stupidotti o degli stupidini. E' una forma di amorevole rimprovero, un termine spesso usato con una infinita tenerezza. E io le voglio così bene , caro Presidente che non riesco a trattenermi dal darle anche dello stupidino. Se lo fa, quando lo fa, e se naturalmente dovesse farlo. Nel descriverla poi, non posso esimermi da definirla deficiente. Non sgrani gli occhi, dico proprio deficiente ma, ovvio, nel senso letterale "di mancante di qualcosa". Nessuno è perfetto e certo anche lei sarà deficiente di qualche cosa, magari di vista, giacché per leggere noto che inforca gli occhiali. Anzi, conoscendo la sua innata modestia, immagino lei sia convinto di deficitare di molte altre cose, insomma, di essere un discreto deficiente. Che nessuno pensi che intendo darle del deficiente come sinonimo di asino. Che poi, a dirla tutta, il ciuccio tanto vituperato, fu la cavalcatura di Cristo nella sua entrata trionfale a Gerusalemme, come predisse il profeta Zaccaria, e fu tra i primi viventi a veder nascere lo stesso redentore, come descrivono i vangeli apocrifi. Posizioni invidiabili. In fondo sono certo che lei, da "bravo" cojones sarà almeno un po' testardo, caratteristica principale di questo equino. Dandole dell'asino, sono convinto, le farei un ulteriore complimento! Ma...ho detto bravo? Per Giove! Non volevo offenderla: non le darei mai deliberatamente del bravo: il rischio che lei lo confonda con la figura del bravo manzoniano è assai alta, vista la sua formazione culturale. La prego di perdonarmi se l'ho fatto e, certo di una sua cristiana comprensione, le auguro di cuore di andare a cagare (Ogni qual volta le scappa, beninteso: la salute prima di tutto ed è quello, e non altro, che le mie parole, volevano augurare).QUI
giovedì 19 aprile 2012
FORMIGONI...
«Vi racconto l'amicizia tra Simone, Daccò
e Formigoni»
Venerdì scorso, all'interno della bufera giudiziaria che investe la sanità lombarda, è stato arrestato Antonio Simone, ex assessore alla Sanità negli anni Novanta, ciellino doc, tra i giovani che fecero parte dell' entourage ristretto di don Luigi Giussani, padre di Cl. Le indagini hanno già condotto in carcere il faccendiere Piero Daccò. Per Simone, che con Daccò è titolare di società che hanno operato all'estero, viene ipotizzato il reato di riciclaggio e associazione a delinquere nella creazione di fondi neri. Ieri, nel giorno del compleanno di Simone, che in carcere a San Vittore ha compiuto 58 anni, la moglie Carla Vites ha inviato una lettera al Corriere della Sera. La pubblichiamo di seguito.
Caro direttore,
ho letto l'intervista pubblicata dal suo giornale a Roberto Formigoni (pagina 9 del «Corriere della Sera»). Da privata cittadina e soprattutto da militante ciellina della prima ora non ho potuto trattenermi dal pormi una serie di domande, anche perché, pur essendo una persona qualunque, la sorte mi ha riservato una conoscenza ravvicinata con l'attuale Governatore della Regione Lombardia. Vede, conosco lui, Antonio Simone ed altri da circa trent'anni.
In questa cerchia di relazioni ho avuto modo di condividere molte occasioni di vita di queste persone. Bene, Formigoni non può affermare che «conoscevo Daccò da molti anni, ma non ha mai avuto rapporti direttamente con me, ma con l'assessorato». E sorvoliamo sull'inaccettabile spiegazione riguardo la presenza della Minetti nella sua lista: «Me l'ha detto don Verzé». Scarica il barile sul prossimo, quando a lui sarebbe bastato domandarsi: «Ma questa qui, l'ha mai fatta in vita sua, non dico una riunione di partito, ma almeno di condominio?». E passiamo al fatto che possa serenamente dire che non ha mai avuto rapporti direttamente con Daccò.
Ebbene lo spettacolo dei suoi «rapporti» con Daccò è sotto gli occhi dei molti chef d'alto bordo dove regolarmente veniva nutrito a spese di Daccò stesso, vuoi Sadler, vuoi Cracco, vuoi Santin, vuoi Aimo e Nadia, per non parlare dei locali «à la page» della Costa Smeralda dove a chi, come me, accadeva di passare per motivi vari, era possibilissimo ammirare il nostro Governatore seguire come un cagnolino al guinzaglio Daccò, lo stesso con cui non aveva rapporti diretti. Vederli insieme era una gioia degli occhi: soprattutto per una come me che assieme a tanti altri meravigliosi amici di Cl ha militato per lui volantinando, incontrando gente, garantendo sulla sua persona. Era una gioia degli occhi perché - e qui secondo me è la vera tragedia, cioè non tanto se e come egli abbia intascato soldi - Robertino con Daccò e tutta la sua famigliola, si divertiva e tanto!
Eccolo con la sua «24 ore»: me lo vedo sul molo di Portisco arrivare diritto da Milano pronto ad imbarcarsi sullo yacht di Daccò dove le sue figliole (guarda caso, non sono depositarie del diritto a usare del Pirellone come mega location per eventi da migliaia di euro a botta?) lo attendevano con ansia pronte a togliersi il pezzo di sopra del bikini appena il capitano avesse tirato su l'ancora, perché così il sole si prende meglio, chiaramente.
Era una gioia degli occhi, ma anche delle orecchie sentire Erika Daccò dire a chiare e forti lettere, me presente, nel giugno 2011, durante una cena - con il suo compagno allora assessore alla Cultura della Regione Lombardia, il quale, interrogato dalla sottoscritta su cosa avrebbe parlato ad un prossimo convegno, ovviamente rispose: «Ma di cultura!». E io a dirmi: «Che stupida sei: un assessore alla Cultura di cosa vuoi che parli? Ma di cultura! E se fosse stato all'agricoltura? Di agricoltura» -: «Pensa noi Daccò siamo i migliori amici di Formigoni e non riusciamo a dirgli di non indossare quelle orrende camicie a fiori»!
Ma certo, ci credo anch'io che Robertino non abbia mai raccolto soldi od altri effetti dalle frequentazioni col faccendiere Daccò: a lui bastava l'onore di essere al centro di feste e banchetti, yacht e ville. Che se ne dovrebbe fare dei soldi uno così narcisista? I soldi a lui non servivano. Tranne per qualche camicia a fiori o per una giacca orrendamente gialla.
Cl, a mio avviso, deve avere un sussulto di gelosia per la propria identità, per quello che Giussani pensava al momento della fondazione. A questo punto, bisogna domandarsi, con Benedetto XVI: «Perché facciamo quello che facciamo?»
Per finire, credo che il travaso di bile di cui questa mia è segno non sarebbe forse avvenuto se, dopo avere letto sul «Corriere», a pagina 9, le falsità dette da Roberto, non avessi visto, nella Cronaca di Milano, il Governatore a tutto campo mollemente adagiato su un letto megagalattico del Salone del Mobile, che se la ride soddisfatto. Vede, oggi (ieri, ndr) è il 58° compleanno del suo migliore amico Antonio Simone, detenuto nelle patrie galere di San Vittore da venerdì alle 16.
Mi risulta che il suo migliore amico, mentre lui si adagia mollemente a beneficio dei giornalisti esibendo quel che resta di un fisico a suo tempo quasi prestante, deve discutere su chi oggi avrà il diritto di allungare le proprie di gambe all'interno di una cella che ospita altri 5 detenuti.
Ecco, allora io vorrei approfittare per dire, davanti a tutti: «Auguri Antonio!».
Carla Vites
FONTE QUI
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