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venerdì 30 novembre 2012

MENTRE RENZI HA DA FARE CON LE PRIMARIE, A FIRENZE...

Oltrarno NoScav! La forza delle intuizioni comuni

Questo sabato, in Piazza Tasso nell’Oltrarno, faremo la prima Festa NoScav, per preparare i drappi da appendere dalle finestre: No al parcheggio interrato di Piazza del Carmine.
La cosa funziona così.
C’è una signora che gira sistematicamente il quartiere raccogliendo firme contro il parcheggio – dovrebbe essere più o meno a quota mille, ormai.
Le viene in mente un disegno e lo slogan “NoScav”, visto che vogliono scavare tre piani sotto terra nel melmoso terreno davanti alla Basilica di Santa Maria del Carmine.
Ma lei non sa disegnare bene, e così mi passa la bozza, perché almeno io ci capisco di computer.
Contatto una signora che so che è una brava grafica, e lei produce un logo, dove il profilo della chiesa si riflette nella grande buca.
Due madri casalinghe – la moglie del bronzista e la moglie del falegname – si offrono per preparare i rinfreschi, un padre napoletano si offre per fare animazione con i bambini, un idraulico pugliese aiuta a trovare i colori, e a suonare il violino ci dovrebbero essere una bambina moldava, una italo/americana e una italo/messicana.
La proprietaria di una piccola ditta porta invece un gran rotolo di stoffa bianca che ha trovato a poco prezzo per fare i drappi.
Io distribuisco i volantini davanti a una scuola elementare e una scuola dell’infanzia, perché deve essere una cosa di tutto il quartiere. E tante famiglie dicono che verranno – c’è anche una bambina che dice, “mamma, sabato posso protestare anch’io?” E discutiamo con la famiglia di artisti che abita nella piazza sul modo migliore per esporre il loro striscione.
Poi, mentre si sfoga con me il kebabbaro pakistano, che probabilmente dovrà chiudere quando i camion inizieranno a sfilare davanti alla sua bottega, mi saluta un pensionato che sta partendo per raccogliere le firme contro il parcheggio e poi uno che ha lavorato tutta la vita negli asili nido, che sta andando in giro a portare altri volantini.
Tutto questo è possibile, perché è così ovvio ciò che sta succedendo.
L’ultimo scampolo di vita vera di Firenze, con i suoi anziani, i suoi piccoli commercianti e i suoi immigrati, sta per essere colonizzato, e si riesce anche a seguire il percorso, quando tante persone tengono gli occhi aperti.
A Piazza Brunelleschi, che non è nell’Oltrarno, sorgerà un parcheggio gemello, in grado di attirare nuovi flussi di traffico nelle strette viuzze storiche.  E proprio lì, chi lavora in ambiente accademico ci avverte che hanno sfrattato da poco alcuni uffici dell’Università, per farci un grande albergo.
Alla periferia del nostro quartiere, invece, c’è il Gasometro di Via Anconella, un affascinante oggetto di archeologia industriale. Il Comune ha deciso che dovrà diventare un Centro Benessere/ristorante, ovviamente in mani private. Lo studio di fattibilità del progetto reca l’intestazione, “Per una Firenze più coraggiosa, più semplice, più bella“, e già questo dovrebbe indisporre qualunque persona sana di mente.
Lo studio parla di attirare in zona il “bacino di utenza rinvenibile all’interno della popolazione non residente nel Comune di Firenze” e turisti momentaneamente presenti nel territorio del Comune di Firenze o in quelli limitrofi”. 
Il primo bando per trasformare il Gasometro in un parco gioco per adulti che non sanno dove sbattere il SUV è andato deserto, e il senso non sfugge a chi come me fa da interprete da una vita per imprenditori: i tre o quattro potenziali candidati hanno deciso insieme di aspettare il prossimo bando, per far scendere il prezzo.
Ora, nello stesso studio di fattibilità, si spiega perfettamente il motivo per cui bisogna conquistare l’Oltrarno, ancora “sfruttabile” a differenza delle zone “sature“:
“Un’analisi geografica della distribuzione delle attività di ristorazione (rappresentati nella figura dai pallini rossi) permette di rilevare che la concentrazione delle attività la si ha soprattutto nel centro storico del Comune di Firenze mentre la zona di mercato interessata dal progetto di recupero dell’ex-gasometro, nella quale l’attività di ristorazione dovrà essere localizzata, risulta essere meno satura e quindi più sfruttabile sia nei confronti dei soggetti residenti nella medesima zona che di quelli residenti nei comuni limitrofi per iquali raggiungere il centro storico potrebbe risultare maggiormente scomodo”.
E pensate che solo da un lato del Gasometro – quello meno commerciale – ci sono già ventisette tra ristoranti, bar, rosticcerie, pizzerie e birrerie.
Cento metri più in qua, in Piazza dei Nerli, c’è tutto un palazzone che è stato comprato dal più ricco albergatore di Firenze.
Solo che davanti c’è un mercatino, che verrà opportunamente spostato in Via Aleardi, attualmente percorsa dalle automobili. Ma la soluzione magica è sempre pronta: anche in Via Aleardi, pare, faranno un parcheggio sotterraneo, e il mercatino lo piazzeranno sopra.
Tutto questo dispositivo sarà servito riducendo la zona a traffico limitato e costruendo appunto il parcheggio di Piazza del Carmine.
Due piccioni con una fava, perché si vetrinifica anche questo pezzo di Firenze e si rende impossibile la vita ai residenti, come nei palazzi vuoti dell’altra riva dell’Arno, in terra di “pub crawling“: cercate in rete e troverete che ci sono apposite agenzie che prendono giovanissimi statunitensi, sovreccitati per avere scoperto l’alcol libero, e li portano di locale in locale a bere finché non svengono per strada in mezzo al proprio vomito.
Anzi, con l’operazione, ne prendono tre di piccioni. Perché dietro il parcheggio c’è Marco Carrai, che come abbiamo visto è anche il finanziatore del sindaco Matteo Renzi, attualmente in giro per l’Italia a dire che lui sì cambierà tutto.
La ciliegina sulla torta: dicono che Piazza Tasso, un fantastico biosistema di cento etnie che convivono felicemente, stia per essere sottoposta a una gara internazionale per architetti creativi. Che saranno concordi sicuramente nel sostituire il campetto di calcio (quello che vede partite di studenti americani contro marocchini) con i parti mostruosi delle loro fantasie.
Ma questa ossessione con lo sviluppo spettacolare rientra in un quadro ancora più vasto, che viene spiegato piuttosto bene dal giornalista economico del Sole 24 Ore, Augusto Grandi, parlando della politica di Mario Monti:
“Il modello è quello di un’Europa del sud trasformata in una sorta di Bangladesh per l’Europa del nord. Bassi salari, fuga dei cervelli e importazione di braccia per lavori non qualificati. Ma un Bangladesh anche a vocazione turistica. Il paradiso dove verranno a svernare ricchi cinesi e tedeschi, russi e americani. Perché l’Italia? Perché la Grecia è troppo piccola e debole per sperimentare un modello. L’Italia è la terza economia europea, la seconda manifatturiera. Dunque la sperimentazione ha davvero senso.”
In circostanze come queste, in cui la sopravvivenza entra in ballo, nasce una meravigliosa chiarezza.
Il tremendo dispositivo unitario del potere politico (di destra o di sinistra poco importa), del turismo di massa, della mercificazione, dello spettaccolo/immagine, del traffico automobilistico, dell’inquinamento è evidente, come è evidente ciò che significa per le famiglie, per gli anziani che non vogliono andarsene, per gli immigrati che tornano stanchi dal lavoro.
E per tutti coloro che temono che saranno costretti a ricominciare la vita in un altro quartiere, solo per far guadagnare un altro po’ di soldi a un albergatore, ad Armani o a un venditore di superalcolici per adolescenti californiani.
La parola dispositivo ce l’ho messa io, perché oltre a capirci di computer, parlo pure complicato.
Ma per il resto, sono i ragionamenti che sento fare da tanti in questi giorni.
 No al parcheggio interrato di Piazza del Carmine Oltrarno

domenica 25 marzo 2012

MIGUEL MARTINEZ...

DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com

Un anno fa, ci fu la strage di Oslo.

Senza un attimo di esitazione, Guido Olimpio (e innumerevoli suoi colleghi in tutto l’Occidente) affermarono che si trattava di un attentato compiuto da al-Qaeda.

Poi è venuto fuori che si trattava di un solitario, con simpatie di estrema destra. A questo punto, i giornalisti cialtroni, invece di strisciare per terra chiedendo scusa, si sono accaniti a cercare le prove del Complotto, questa volta da parte dei movimenti islamofobi. I cui dirigenti non saranno il massimo dell’intelligenza, ma capiscono perfettamente che una strage del genere è il modo migliore per distruggere tutto ciò che hanno costruito, e quindi sicuramente non sono correi.
Con la triplice strage in Francia – due attachi distinti ai parà francesi e uno alla scuola ebraica di Tolosa – i media si sono comportati allo stesso modo, ma invertendo i fattori.

Questa volta, i giornalisti cialtroni hanno deciso che la strage doveva essere “opera dei neonazisti“.

Poi è venuto fuori che si trattava di un solitario, con simpatie per al-Qaeda. Possiamo ipotizzare che la prossima tappa del giornalismo cialtrone consisterà, non nello strisciare per terra chiedendo scusa, ma nel cercare le prove del Complotto, questa volta da parte della “rete dell’estremismo islamico”.

Immaginiamo gli alti e bassi nell’entourage di Marine Le Pen, “oddio, siamo spacciati! Dicono che l’assassino è uno xenofobo di destra!”, poi una mattina radiosa, la Signora viene svegliata con una telefonata, “Madame, è un musulmano!“. Di corsa a scrivere un discorso di fuoco chiedendo espulsioni e telecamere della laicità.

Ora, sia a Oslo che in Francia, c’era una sola cosa che si poteva capire da subito, e cioè che gli attentati erano opera di solitari e che non poteva esistere alcun Complotto.

Per il semplice motivo che in tempi di controllo totale, solo una persona che agisce in assoluta solitudine ed evita accuratamente di frequentare gruppi (o Facebook) sarebbe stato in grado di fare una cosa del genere. Per dire, Le Monde ci racconta casualmente che l’attentatore è passato davanti a ben 46 telecamere di videosorveglianza a Montauban, che non sarà più fortezza paranoica di qualunque altro posto nel nostro Occidente contemporaneo.

In questo senso, ogni pista al plurale – “i” neonazisti, “gli” estremisti islamici, “gli” anarchici – è impossibile in partenza.

Purtroppo, siamo programmati in modo tale che chi ha riconosciuto la cialtroneria dei giornalisti nel caso di Oslo, tacerà di fronte alla cialtroneria nel caso francese, e viceversa. Mentre è solo cogliendo la natura trasversale del modello cialtronesco mediatico, che si capisce che si tratta proprio di un meccanismo e non dell’imbecillità di un singolo giornalista.

Godiamoci comunque alcune perle di questi giorni.

Sul blog di Panorama, una certa Anna Mazzoni, sotto il titolo Neonazisti: i crimini dei nipotini di Hitler che sognano il quarto Reich – LA CLASSIFICA esordisce:

“La strage nella scuola ebraica di Tolosa ha drammaticamente riacceso i riflettori sull’universo neonazista [...]

Gruppi e gruppuscoli spuntano come funghi, in tutto il mondo. Il cuore dei neonazisti resta il Vecchio Continente, con movimenti più numerosi proprio tra Francia, Germania e Gran Bretagna, e picchi nei Paesi Nordici, dalla Svezia alla Finlandia, ma i nipotini di Hitler sono distribuiti in tutto il mondo. Dalla Mongolia al Cile, e poi gli Stati Uniti, l’Africa, l’Australia, la Russia. Truppe di fedelissimi al Fuhrer, che ne onorano la memoria e che sognano il suo ritorno nelle vesti di un nuovo Messia.”

Segue un caotico elenco telefonico di sigle, alcune con bizzarri errori di ortografia, e infine la conclusione:

“Spesso agiscono “in solitaria”, come Anders Breivik, che a luglio dell’anno scorso ha massacrato 70 giovani sull’isola di Utoya, di fronte a Oslo. Ma il più delle volte operano in gruppo. Si sa, i vigliacchi si sentono più forti se seguono una mandria ed è più facile nascondere il loro volto mentre compiono delitti infami.”

Quest’ultimo paragrafo è in qualche modo necessario: il Solitario, al di fuori dei romanzi noir, non è una notizia politica, e soprattutto non permette alcuna soluzione repressiva.

Repubblica è un quotidiano che lo scorso ottobre si è distinto per aver invitato i propri lettori a fare i delatori contro i manifestanti che si sono scontrati con la polizia a Roma.

E nello stesso stile, ospita un articolo di Barbara Spinelli che spiega agli ignoranti “Il male oscuro dell’Europa“.

Essendo figlia di uno dei fondatori dell’Europa economico-politica, la signora cerca subito di capire come un fatto di cronaca a quel momento ancora del tutto misterioso possa contribuire dei bambini-martiri al suo pallino preferito.

La nostra detective-filosofa spiega così i retroscena del delitto.

Dunque, l’Europa è in crisi:

“Il naufragio del sogno europeo, emblema di riconciliazione dopo secoli di guerre, e di vittoria sulle violenze di cui Europa è stata capace, partorisce mostri.”

Ora, l’Unione Europea ha 500 milioni di cittadini.

Se mettiamo insieme tutti gli attentatori solitari di questi ultimi tre o quattro anni, da Mohammed Game unico terrorista islamico nella storia italiana, ad Anders Behring Breivik, a Gianluca Casseri, al dimenticato anticlericale di Rovereto, quanti saranno? Dieci? Faranno pure notizia, ma non sono certo un fenomeno sociale. Però Barbara Spinelli riesce a trasformare questa decina di solitari in compatte masse che marciano, basta tirar fuori la Hitler card e diventano milioni:

“Non dimentichiamo che il nazismo quando prese il sopravvento aveva caratteristiche affini, e assecondava la furia amok: “Marcia senza approdo, barcollamento senza ebbrezza, fede senza Dio”, così lo scrittore socialdemocratico Konrad Heiden descriveva, nel 1936, la caduta di milioni di tedeschi nel nazismo e nell’”era dell’irresponsabilità”.”

Creativamente, la signora Spinelli riesce pure a tirare in ballo la Lega:

“In Italia abbiamo la Lega, e banalizzati sono i suoi mai sconfessati incitamenti ai linciaggi.”

Cioè, la signora Spinelli sta usando quello che si rivelerà essere un assassino che sembra la caricatura di ciò che la Lega denuncia, per accusare indirettamente la Lega dell’omicidio di quattro bambini. Io litigo con la Lega da anni, ma un colpo basso così non lo userei contro i miei peggiori nemici.

Poi arriviamo al punto che interessa davvero Barbara Spinelli: attaccare quello che deve essere un suo eterno rivale sul palcoscenico mediatico, Ernesto Galli Della Loggia, che ha detto che l’Europa attuale sta demolendo la sovranità nazionale, “unico contenitore della democrazia”. E così Barbara Spinelli lancia i morti in Francia all’attacco, contro il suo concorrente:

“È una verità molto discutibile, quantomeno. Lo Stato nazione è contenitore di ben altro, nella storia. Ha prodotto le moderne democrazie ma anche mali indicibili: nazionalismi, fobie verso le impurità etnico-religiose, guerre. Ha sprigionato odii razziali, che negli imperi europei (l’austro-ungarico, l’ottomano) non avevano spazio essendo questi ultimi fondati sulla mescolanza di etnie e lingue. La Shoah è figlia del trionfo dello Stato-nazione sugli imperi. Vale la pena ricordarlo, nell’ora in cui un fatto criminoso isolato, ma emblematico, forse ci risveglia un po’.”

Ora, ci sarebbe molto da dire a favore e contro le tesi della Spinelli e di Della Loggia. Ma ciò che è interessante è quanto i cadaveri freschi siano utili per regolare conti mediatici.

In base a tutta l’esperienza passata, credo che assisteremo adesso a due fenomeni.

La caccia alla Pista Islamica, con foto del defunto sheykh Osama e diagrammi con frecce che indicano tutte le Basi Operative di al-Qaeda in Francia (“Parigi: al-Qaeda 1.218 militanti; Bordeaux, 353 militanti…”);

e soprattutto un gran coro, che unisce fraternamente Destra e Sinistra:

“Più galera per tutti!”

Miguel Martinez GLI AGGIORNAMENTI QUI