Elenco blog personale

lunedì 30 luglio 2012

SERGIO RIZZO...LA RAI



LA RAI SENZA VERGOGNA...CONTINUANO AD ASSUMERE CON LA LOTTIZZAZIONE ...HA RAGIONE GRILLO...PER QUANTE TASSE GLI ITALIANI POSSANO PAGARE ...SERVIRANNO SEMPRE PER MANTENERE I SOLITI PRIVILEGIATI DELLA CASTA. FANNO ANCHE CAUSA...


La Rai sommersa dalle cause di lavoro
Un dipendente su dieci va dal giudice
E con il Festival di Sanremo ha perso 17 milioni di euro

Ogni mattina gli avvocati della Rai entrano in ufficio e trovano sul tavolo una busta con i bolli del tribunale: un altro dipendente ha fatto causa all'azienda. Il rapporto è ormai di uno a dieci. Ogni dieci dipendenti c'è una causa di lavoro. Nel solo 2010 ne sono arrivate 285 nuove di zecca, 73 in più rispetto al 2009. La conclusione è che alla fine di quell'anno la Rai ne aveva aperte ben 1.309, a fronte di 13.313 dipendenti in tutto il gruppo.


IL PROVVEDIMENTO - Sarà la crisi, oppure le conseguenze di un provvedimento approvato due anni fa che ha peggiorato le condizioni degli indennizzi, ma i dati dicono che l'andazzo è andato addirittura peggiorando: l'anno prima ci si era fermati a quota 1.264. E comunque con questa storia i nuovi vertici dovranno fare i conti. Il benvenuto per la presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi è una relazione di 157 pagine appena sfornata dalla Corte dei conti nella persona di Luciano Calamaro, magistrato incaricato del controllo sulla tivù di Stato. Appena se n'è avuta notizia l'azienda si è premurata di precisare che quel rapporto riguarda il 2010, cioè un periodo gestionale, chiuso da oltre un anno, attribuibile all'ex direttore generale Mauro Masi. Le cose, hanno fatto sapere, sarebbero assai migliorate. In effetti il risultato economico del gruppo Rai è passato da una perdita di 98 milioni nel 2010 a uno stiracchiatissimo utile di 4,1 milioni nel 2011. Ma i fondamentali restano gli stessi.

I COSTI - A cominciare da un costo del lavoro che ha superato di slancio il miliardo di euro: 1.027 milioni, contro 1.014 un anno prima. Il fatto è che pure il piano degli esodi incentivati (ne erano previsti almeno 400), che costano mediamente 108 mila euro a persona, si scontra con la realtà degli accordi sindacali per la stabilizzazione dei precari e delle cause di lavoro che spesso costringono l'azienda ad assumere. Il risultato è che nel 2011 il numero dei dipendenti di tutto il gruppo si è ridotto appena di un centinaio di unità. Mentre l'anno prima, dice la Corte dei conti, gli stipendi pagati dalla sola Rai spa erano saliti a 11.857, contro 11.698 nel 2008: ben 10.110 erano quelli per il personale a tempo indeterminato, 270 in più nei confronti di due anni prima. Ancora. Soltanto i giornalisti in pianta stabile erano 1.675, ma considerando anche i 344 precari si arrivava allo spettacolare numero di 2.019, ridotto un anno dopo a 1.972. Per un costo medio, relativo esclusivamente ai garantiti, pari a 151 mila euro l'anno.


LE ASSUNZIONI - Nel solo 2010 le assunzioni a tempo indeterminato in tutta l'azienda sono risultate 430, una novantina in più rispetto a due anni prima, di cui 296 precari stabilizzati. Dal 2008 al 2010 hanno avuto il posto fisso in Rai 1.121 persone: l'11 per cento di tutti gli attuali dipendenti a tempo indeterminato. I tagli vengono dunque subito compensati dalle assunzioni. Ed è chiaro che avere un numero di dipendenti pressoché doppio, in termini omogenei, rispetto al gruppo privato Mediaset, che ha un fatturato decisamente superiore (4 miliardi 250 milioni, contro 3 miliardi 41 milioni della Rai) non può essere considerato un dettaglio. Del resto, non bisogna essere degli esperti di scienze economiche per rendersi conto che a viale Mazzini non nuotano nell'oro.

IL BILANCIO - La posizione finanziaria netta alla fine del 2011 era negativa per 272 milioni, con un peggioramento dell'indebitamento di 118 milioni sull'anno precedente. Il che non ha impedito di concludere l'acquisto degli stabilimenti Dear a Roma: 52 milioni e mezzo di euro. Dice la Corte dei conti che c'è un «persistente sbilancio negativo fra ricavi e costi, le cui ripercussioni negative sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria della società stanno assumendo carattere strutturale e dimensioni preoccupanti». Secondo i magistrati contabili «tutte le voci di entrata evidenziano problematiche». E lo «sbilancio» non risparmia nemmeno le trasmissioni che dovrebbero fare, immaginiamo, soldi a palate. Il Festival di Sanremo, per citare un caso. In solo due anni, nonostante introiti pubblicitari per 24 milioni 850 mila euro, la Rai ci ha rimesso la bellezza di 17 milioni 424 mila euro: 9 milioni 580 mila nel 2009 e 7 milioni 844 mila nel 2010. Le perdite causate da uno degli eventi televisivi più importanti della stagione sono stati praticamente pari alle royalty intascate dal Comune di Sanremo, che ha una convenzione in base alla quale la tivù di stato corrisponde al municipio ogni anno per l'esclusiva del festival qualcosa come 9 milioni di euro.
LA RAI SENZA VERGOGNA...HA RAGIONE GRILLO, SE TUTTI PAGHASSERO LE TASSE SERVIREBBERO AD ASSEMRE ALTRE MIGLIAIA DI LOTTIZZATI DI PARTITI E SINDACATI...



IL CANONE - Certo, il bilancio soffrirebbe meno se le entrate del canone non fossero «notevolmente compromesse», per usare le parole della Corte dei conti, «dalle crescenti dimensioni dell'evasione». Un fenomeno che avrebbe raggiunto 450 milioni l'anno. Va da sé che il suo «efficace contrasto», affermano i magistrati contabili, «contribuirebbe a riequilibrare la posizione economico finanziaria della società». Sempre presupponendo, naturalmente, che non si intervenga come forse sarebbe necessario sull'attuale struttura dei costi. Peccato però che «al momento», sottolinea la relazione, «non siano state introdotte misure volte ad arginare il fenomeno». La faccenda in effetti è molto complessa anche per la mancanza di norme specifiche. Ma tant'è. Stime aziendali parlano di un tasso medio del 26,7 per cento, e crescente: era al 26,1 nel 2008 e al 26,5 nel 2009. Nelle Regioni meridionali tocca punte mostruose. In Campania siamo al 44,5%, in Sicilia al 42,2, in Calabria al 39,7. Impietoso è il confronto con le altre televisioni pubbliche europee: in Germania e Regno Unito l'evasione si aggira intorno al 5%; in Francia non supera l'uno per cento. Per non parlare poi del canone «speciale», quello dovuto dagli esercizi commerciali: i mancati introiti qui sarebbero dell'ordine del 60 per cento.


EVASIONE - Con le attività di recupero si portano a casa circa 400 mila abbonamenti l'anno. Nel 2010 sono stati, per l'esattezza, 415.001. Ma il numero dei nuovi abbonati così racimolati è appena superiore a quello delle disdette che arrivano ogni dodici mesi: 310.368 nel 2010, 323.545 l'anno precedente e 294.382 nel 2008. Dalla contabilità separata si ricava che con i soli incassi del canone la Rai non riuscirebbe a coprire i costi delle attività del cosiddetto «servizio pubblico». Il disavanzo, secondo i dati ufficiali, sarebbe stato di 364 milioni nel solo 2010. Un piccolissimo contributo per alleggerirlo verrà quest'anno dalla decisione di Anna Maria Tarantola, che si è autoridotta lo stipendio rispetto ai 448 mila euro del suo predecessore Paolo Garimberti. Mentre Gubitosi, dopo le polemiche sul suo trattamento, ha deciso di rinunciare al contratto a tempo indeterminato, accontentandosi dei 650 mila euro l'anno di paga per la durata del mandato. È circa il 9 per cento in meno rispetto alla retribuzione di Masi (715 mila euro). Ma ci sono sempre da fare i conti con la legge che impone un taglio anche alle retribuzioni dei manager delle società di Stato. Sempre che prima o poi il decreto attuativo, già in ritardo di due mesi rispetto alla scadenza prevista del 31 maggio, salti fuori.



Sergio Rizzo

ALESSANDRO GILIOLI...



Caro Gilioli, noi ci siamo scritti privatamente e io ti ho raccontato cose che non amo dire pubblicamente, tornando ai nove milioni di poveri di cui mi ONORO di far parte, mai andata col cappello in mano da nessuno e te lo dimostrato, perche' solo carta canta...per questa gente quale sara' la soluzione? perdere la casa? finire sotto i ponti? certo se avessi usato il cappello e avessi bussato alla porta di D'Alema umile e convinta fans come fiordaliso, magari starei come la cugina carnale di D'Alema Carla Modesti, sistemata alla camera dei deputati nella biblioteca, ringraziata pubblicamente in un libro da Massimo Teodori "SOLDI E PARTITI" per il contributo dato nella stesura del libro per le notizie prelevate dalla biblioteca..."ammazza quanto è utile a noi" hahahahahah! certo sarebbe tutta un altra storia, non sarei finita tra i 9 milioni di poveri.

Non ne faccio una questione personale, ne faccio una questione di
G I U S T I Z I A...lo capisci?




PS. la biografia di D'Alema scritta da Fasanella e Martini mi hai scritto che c'è l'hai anche tu, a pag. 35 trovi che la Carla Modesti compra la barca in societa' con il cugino Massimo Bologna...per girare nel mare mediterraneo e divertirsi tanto... la Modesti si fa assumere alla Camera, cosi tanto per rimediare i soldi del gasolio!

domenica 29 luglio 2012

BEPPE GRILLO...


LA LEGGE ELETTORALE E I LADRI DI PISA
Napolitano è in pressing per una nuova legge elettorale. Il motivo di questa fretta improvvisa dopo sette anni di letargo al Quirinale, il call center di Mancino, dove i boom non si sentono mai, è apparentemente ignota. I partiti di governo eseguono gli ordini del presidente della Repubblica nell'"interesse del Paese". La "grande coalizione" pdl, pdmenoelle, udc che tiene in vita Monti vuole cambiare le carte in tavola. Sono come dei vecchi bari colti sul fatto. L'obiettivo non è migliorare il Porcellum che fu da loro voluto e applicato nelle elezioni del 2006 e del 2008. Infatti, né Prodi, né Berlusconi hanno mai messo all'ordine del giorno la sua abolizione. L'obiettivo è far quadrare i conti senza l'oste, senza il MoVimento 5 Stelle. La legge elettorale dovrebbe essere materia di referendum, non discussa in segrete stanze. Il conflitto di interessi è palese: chi viene eletto decide come farsi eleggere, il tutto a pochi mesi dalle elezioni. Sono come i ladri di Pisa che litigavano di giorno e la notte andavano a rubare insieme. Le discussioni sulla nuova legge sono incomprensibili, più complesse della teoria del Bosone di Higgs e della relatività generale. Ci volevano talenti puri, teorici istituzionali del livello di Bersani e Letta (il nipote), di Alfano e Fini, per concepirla.
"L'idea (è) del premio di maggioranza, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito... stiamo ragionando di un premio del 10 o 15%. Si potrebbe riflettere su un'ipotesi di premio di maggioranza in percentuale ben più alta, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito. Questo risponderebbe anche alle obiezioni della Corte Costituzionale sul Porcellum. Per esempio si potrebbe pensare al 33% di premio rispetto al consenso conquistato" con l'assicurazione "sull'entità del premio penso che un accordo si possa trovare anche in tempi ragionevolmente brevi". Angelino Alfano.
"Una legge uninominale a turno unico o doppio, è lo stesso, ma in cui chi arriva primo è eletto e chi arriva secondo salta un giro, senza quei recuperi che sanno tanto di nomenklatura di partiti che cercano di salvare se stessi" Gianfranco Fini.
"Se il Pdl accoglie i collegi uninominali, al posto delle liste bloccate, si può fare l'accordo sulla riforma della legge elettorale già stasera". Dario Franceschini. "Il Pd è pronto alla riforma della legge elettorale e pone solo due condizioni: un premio "ragionevole" di governabilità e la possibilità di scegliere i parlamentari attraverso un meccanismo di collegi. "Non intendo sottrarmi, anzi incalzo: per noi c'è il doppio turno di collegio." Pierluigi Bersani (detto l'incalzatore).
Il Sole24 ore è intervenuto per spiegare meglio la materia agli italiani: "Possibile "scambio" tra Pd da una parte e Pdl e Udc dall'altra. Lo "scambio" potrebbe essere proprio preferenze-premio: il Pd cede sul premio, accettando che sia al solo primo partito, e Pdl e Udc cedono sulle preferenze, accettando il sistema dei collegi uninominali. Si tornerebbe dunque alla bozza ABC sottoscritta prima dello tsunami amministrative dagli sherpa di Pdl, Pd e Udc, ossia il cosiddetto modello ispano-tedesco o tedesco corretto: 50% di collegi, 50% di proporzionale con liste bloccate e sbarramento al 5%, premio di governabilità del 10%. Con in più l'aggiunta "spagnola" delle piccole circoscrizioni che premiano i grandi partiti e quelli molto radicati sul territorio come la Lega."
Casini, uno degli artefici del Porcellum alla cui abolizione non ha mai pensato sinora, sembra diventato una donna di facili costumi che d'improvviso voglia farsi suora, ma in un convento di frati. "Noi vogliamo la nuova legge elettorale e la vogliamo subito senza furberie o rinvii. Auspichiamo che sia largamente condivisa tra i partiti che sostengono il governo". L'Italia, nel frattempo, affonda.
Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.

ROBERTO SCARPINATO...


sabato 28 luglio 2012

1965 EUGENIO SCALFARI SCRIVEVA SULL'ESPRESSO CLASSE POLITICA CORROTTA?


ERA CORROTTA LA CLASSE POLITICA NEL 1965?
DUEMILIONI DI DEBITO PUBBLICO FA PENSARE DI SI!

DAGOSPIA...



1- PAOLO VILLAGGIO È TORNATO! “BASTA NOTTI ZINGARE, VINO TRACANNATO PER TIRAR MATTINA, ETERNE FILE AI BAGNI DEI LOCALI DA CUI USCIVANO ZOMBI STRAFATTI DI COCA”
2- “SIAMO CIRCONDATI DA ATTORINI MODESTISSIMI, POLITICANTI FIGLI DELLA TV COMMERCIALE. PIÙ ABBASSI IL LIVELLO, PIÙ SALGONO ASCOLTI. TECNOCRAZIA PORNOGRAFICA”
3- “I DUCA CONTI MERKEL E MONTI SONO MEGADIRETTORI GENERALI CON POLTRONE IN PELLE UMANA E PARLANO SOLO DI SOLDI. TANTO IL CONTO, S’È CAPITO, LO PAGANO I PIÙ POVERI”
5- “GRILLO MOLTO SIMPATICO, NON COLTO, HA RIPESCATO IL ‘PIOVE GOVERNO LADRO’ DELL’UOMO QUALUNQUE. PRENDERÀ IL 25%. UN BARATRO PER L’ITALIA. MI RICORDA CRAXI”
6- “BERLUSCONI? UN FICHISTA, PARLA SOLO DI FICA. MA LA SCENA IN CUI VA A PRENDERE TONY BLAIR E LA SUA ORRENDA CONSORTE SUL MOLO SARDO IN BANDANA PERÒ È LEGGENDARIA”
7- “MONTEZEMOLO? AMBIZIONE SFRENATA. L’AVVOCATO DICEVA: “È UN RAGAZZO SIMPATICO, MA È UN CAVALLINO TANTO, TANTO LEGGERO. MARCHIONNE? CON QUEL MAGLIONCINO FASTIDIOSO, SI IMPROVVISA DURO. SMANTELLA, DECENTRA, DISMETTE. LA VERITÀ È CHE A TORINO FANNO DELLE MACCHINE DI MERDA, SUPERATI ANCHE DAGLI INDIANI”

MARIO MONTI


Monti ha rilasciato un intervista a cuore aperto al Corriere della Sera, è preoccupato per i nove milioni di poveri…dice che sono il suo dilemma, bene si dia da fare per eliminare queste sacche di poverta’ ridistribuendo le ricchezze, perche’ non ha fatto la patrimoniale? la chiesa puo’ rinunciare all’8x% per un periodo, è talmente ricca che non ne risentira’…tante parole, ma poi come dice la canzone:

sono solo parole……………………….

APERTURA OLIMPIADI DI LONDRA...bellissima apertura...


FILIPPO FACCI


Mi piacerebbe vedere il giornalista Filippo Facci lavorare all'ILVA di Taranto con una bella tuta blu.

venerdì 27 luglio 2012

PISAPIA A MILANO...UNIONI CIVILI


Unioni civili: Milano approva registro


E’ stata approvata la delibera che istituisce il registro delle unioni civili del Comune di Milano, al termine di una seduta durata 11 ore e 30 minuti, la terza dedicata al tema, il provvedimento è passato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. Dopo la votazione il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha commentato: “Da oggi a Milano ci sono più diritti”.

Hanno contribuito al via libera al provvedimento i voti favorevoli del grillino Mattia Calise, di Manfredi Palmeri (Fli) e di due consiglieri comunali della compagine 'liberal' del Pdl, Luigi Pagliuca e Pietro Tatarella. Contraria la posizione della maggioranza del Pdl e della Lega Nord, che ha definito il registro ‘una bandierina di Pisapia per la comunità gay’.

Il testo finale è stato comunque il risultato di un lavoro di mediazione fra laici e cattolici. In esso il termine 'famiglia anagrafica' è stato sostituito con 'unione civile', per rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale, e, nel definire le unioni civili, la definizione 'insieme di persone legate da vincoli affettivi' è stato sostituito con 'due persone legate da vincoli affettivi', per evitare il rischio di poligamia.

E’ stato così creato un registro diverso da quello della famiglia anagrafica ma collegato che permetterà di ottenere un attestato di unione civile e al quale le coppie di fatto potranno iscriversi dopo aver ottenuto il certificato di famiglia anagrafica, per ‘superare, come riportato nel testo, situazioni di discriminazione e favorire l'integrazione delle unioni civili nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio’.

Le unioni civili registrate permetteranno l’accesso solo ai servizi forniti dal Comune, ma non prevederanno la possibilità di ereditare o la pensione di reversibilità, benefici garantiti alle coppie sposate che dipendono dalle leggi dello Stato.

Pisapia, infatti, ha precisato che il registro milanese è un provvedimento solo di carattere amministrativo, specificando “Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay. Per avere i matrimoni gay servirebbe una legge del Parlamento
FONTE QUI

ENRICO MENTANA...E LA CRISI


LA CRISI

Che eleganza ieri sera…per parlare della crisi…degli altri naturalmente…Ferrara con i suoi bei milioni che prende dalla Rai…Gad elegantissimo abbronzatissimo…

BEPPE GRILLO


Ingroia al confino in Guatemala
Ingroia, il giudice di Palermo che indaga da anni sulle collusioni tra politica e criminalità per la strage di via D'amelio, va in Guatemala. Un incarico dell'ONU per combattere la criminalità nello Stato centroamericano. E' una buona notizia? Si e no. Si, perché Ingroia era diventato un bersaglio. Rischiava di finire ammazzato come Borsellino che sapeva di morire perché a conoscenza della trattativa stato (con la s minuscola) - mafia. Borsellino era persino informato del tritolo dell'esercito arrivato dal continente appositamente per lui. Disse che la mafia, che lo avrebbe ucciso, era solo manovalanza. No, perché con Ingroia in Guatemala, ancora una volta questo Paese si dimostra di merda. Quella sostanza che esce dal culo delle istituzioni deviate da almeno vent'anni. Non è una buona notizia perchè anche un bambino assocerebbe, a torto o a ragione, il trasferimento di Ingroia alle pressioni di Mancino e di Napolitano. Quest'ultimo vorrebbe distrutte le intercettazioni tra il Quirinale e l'ex ministro degli Interni. Che Mancino, democristiano di antico corso, telefoni al Colle sapendo di essere indagato è molto strano. Le probabilità che fosse intercettato erano altissime, non poteva non saperlo. Ho il sospetto che non abbia telefonato per chiedere aiuto, ma per tentare di coinvolgere la presidenza della Repubblica. Dopodiché i giochi erano fatti.
I tempi cambiano. I giudici prima si ammazzavano, ora si mandano al confino all'estero, molto più lontano che ai tempi di Mussolini. Ieri a Eboli, oggi a Città del Guatemala. Con il loro consenso, ovviamente. Le forme vanno salvate. Il ministro della Giustizia Severino, con sfoggio di humor british, ha detto "Combattere la criminalità organizzata anche fuori dal territorio nazionale è importantissimo, perché la criminalità organizzata è transnazionale e avere i nostri magistrati... è una cosa che ci fa veramente onore". L'Italia, Paese delle mafie, 'ndrangheta, camorra, mafia siciliana, sacra corona unita, tra i più corrotti del mondo, si priva quindi di uno dei suoi più importanti magistrati per combattere la criminalità guatemalteca. E' una barzelletta atomica. Non siete più credibili, evitate almeno di prendere per il culo gli italiani che, mentre salutano un uomo coraggioso, devono ascoltare il piduista Cicchitto, tessera 2232, spiegare che "Nessuno può paragonare Borsellino a Ingroia sul terreno della lotta alla mafia. E infatti si è visto quello che è successo a Borsellino". Cicchitto ci spieghi se la P2 è stata coinvolta o meno nelle trattative. Cicchitto, che ha detto di Ingroia, è "una grave anomalia, un falsario, un fazioso", dovrebbe saperlo. Rigor Montis, nel frattempo, pensa da vero statista alle prossime generazioni. Zzzzzzzzzzz. Non svegliatelo. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.

P.S. Paola Miani a Ravenna è diffidata dall'uso del logo del MoVimento 5 Stelle e da sue derivazioni per attività diverse da quelle concordate con il gruppo consiliare comunale del Movimento 5 Stelle di Ravenna.

giovedì 26 luglio 2012

ARMANDO RINALDI...ATDAL...GIOVANI PER LA PENSIONE VECCHI PER LAVORARE...



Buonasera a tutti,

la presente per informarvi che il nostro video “Non siamo scarti” è stato selezionato come miglior

film nella sezione “Diritti Umani” del SALENTO FINIBUS TERRAE FILM FESTIVAL.

Il giorno 1 agosto alle ore 21 a Ostuni (BR) presso il Chiostro S. Francesco in Piazza della Libertà

verranno proiettati i 5 film finalisti selezionati dalla giuria e si terrà la premiazione del primo

classificato che, per l’appunto, è il nostro video.

Sarà presente il regista Stefano De Felici.

Chi si trovasse dalle parti di Ostuni è invitato a partecipare.

Grazie e cordiali saluti

Armando Rinaldi

mercoledì 25 luglio 2012

FELICE CROSTA...PENSIONATO D'ORO...



Dimezzata la pensione d'oro di Felice Crosta: gli restano "solo" 621 € al giorno
Felice Crosta PALERMO -

Da oggi Felice Crosta, pensionato tra i più d'oro d'Italia è un po' meno felice. La Corte di Cassazione, infatti, ha deciso che il suo assegno previdenziale da 41 mila euro al mese deve essere dimezzato. Crosta, per pochi mesi dirigente della Regione Sicilia nel settore rifiuti, era infatti riuscito ad ottenere, grazie ad una legge regionale varata alla vigilia della sua nomina, una pensione d'oro da 1369 euro al giorno per un totale di circa 460 mila euro all'anno. Ora gliene restano "appena" 227 mila, circa 621 al giorno. Nel 2006 l'ex super dirigente fu nominato dall'allora governatore Totò Cuffaro a capo dell'Agenzia per i rifiuti (Arra), con un compenso di oltre 460mila euro l'anno. Crosta si dimise qualche mese dopo, ma quel compenso fu considerato la base pensionabile in forza a una legge che l'Assemblea regionale siciliana varò proprio alla vigilia della sua nomina. Con l'arrivo di Raffaele Lombardo al governo, cominciò la vicenda legale con la Corte dei conti che in primo grado, nel 2010, diede ragione a Crosta. Una sentenza poi ribaltata in appello e adesso confermata dalla Cassazione. Crosta quindi riceverà ''solo'' 227mila euro all'anno.

Il caso Crosta fu sollevato dal giornalista Mario Giordana nel suo libro "Sanguisughe", saggio dedicato proprio al fenomeno delle pensioni d'oro.

MASSIMO D'ALEMA


IL "COMUNISTA" ANDREA BARBATO IDV...PAROLE SANTE...


Fini: «Lei non può usare in quest'Aula un linguaggio da trivio», e lo ha espulso, mentre tanti deputati urlavano «Fuori, fuori». Barbato, lasciando l'emiciclo, ha mostrato il dito medio ai colleghi del Pd che hanno duramente protestato.

MASSIMO D'ALEMA...


Presidio davanti Montecitorio di una delegazione di lavoratori dell’Irisbus Valle Ufita. Durante la protesta degli operai, che hanno contestato incatenandosi davanti alla Camera, passa Massimo D’Alema del Pd. “Non serve a nulla, tutto questo non serve a nulla” – rimprovera il deputato del Pd, mentre si confronta con alcune tute blu visibilmente indignate. “Non state facendo nulla neanche voi” – risponde uno dei lavoratori. Un altro ancora, incatenato, grida: “Marchionne ha deciso di chiudere il nostro stabilimento e voi non avete detto niente. Avete paura di Marchionne, ma lo volete mandare affan…“.
D’Alema abbozza sorrisi imbarazzati e risponde: “Ma se lo mandiamo affanc…quello chiude e non lo vediamo più”. L’operaio rincara la dose: “Non facciamo la passerella, D’Alema. Noi non ce la facciamo più”. Il politico non ci sta e reagisce con stizza. “Io sono venuto a parlare con voi” – replica – “Non c’era nessuna campagna elettorale, non piglio voti da voi altri e quindi non faccio passerelle. Vengo perché m’interessa il problema, hai capito? E smettila di dire cazzate”. Alla fine del vivace confronto con gli operai della Irisbus, il deputato, sollecitato dall’On. Francesco Barbato (Idv), partecipa alla colletta necessaria a pagare il viaggio di ritorno della delegazione degli operai campani di Manolo Lanaro IL FATTO QUOTIDIANO

D'Alema si occupa di servizi segreti...dice.


24 luglio 2012

martedì 24 luglio 2012

KEIN PFUSCH®: Psiconerchia artificiale.

KEIN PFUSCH®: Psiconerchia artificiale.: Visto che e' nata una discussione furibonda , prima che degeneri vorrei chiarire -e no, non ho voglia di inondare il mondo di cazzi miei- l...

LA CRICCA DEI TRADER...


Da Deutsche Bank al Crédit Agricole, ecco la cricca dei trader che taroccava l'Euribor e il Libor



Oltre che su Barclays e diverse altre grandi banche britanniche, le indagini sullo scandalo della manipolazione del tasso Libor potrebbero avere una diramazione sull'Euribor coinvolgendo anche almeno tre grandi banche dell'Europa continentale: le francesi Crédit Agricole e Société Générale, assieme alla tedesca Deutsche Bank.

Secondo il quotidiano finanziario britannico Financial Times, assieme ad un'altra banca del regno, Hsbc, avrebbero visto alcuni trader far parte di un "circolo" capeggiato da un ex trader di euroswap di Barclays, Philippe Moryoussef, che manipolava sia i tassi del Libor sia quelli dell'Euribor.

Una sorta di cricca di trader che avrebbe - a detta delle ricostruzioni proposte dal quotidiano - gestito le operazioni volte a taroccare i dati sui tassi interbancari, ossia i rendimenti che le banche sono chiamate a pagare sui prestiti che si concedono a vicenda, che indirettamente forniscono una indicazione sulla percezione di solvibilità che hanno sui mercati. Inoltre questi tassi possono fare da riferimento anche per le rate dei mutui.

Il quotidiano britannico cerca di dare enfasi a questo coté sull'Europa continentale parlando di "indagine Euribor" nel titolo, laddove finora lo scandalo è apparso prevalentemente confinato al Libor, l'indice sui tassi interbancari sulla sterlina, alle banche Gb e alle autorità di vigilanza del Regno. Intanto questi sviluppi vengono accolti negativamente dai mercati, con cali dei titoli SocGen, Crédit Agricole e Deutsche Bank.

In realtà il possibile coinvolgomento di Deutsche Bank nello scandalo Libor era stato riferito da altre ipotesi di stampa già a inzio luglio. E oltre a Hsbc la questione potrebbe toccare anche Royal bank Of Scotland, gruppo peraltro di fatto a controllo pubblico. Inoltre nelle prime fasi di questa vicenda erano emersi interrogativi anche sul possibile coinvolgimento delle americane Citigroup e JP Morgan.


19 luglio 2012 IL SOLE 24 ORE

FABRIZIO BARCA...


Grazie a Berluscameno che ha segnalato l'articolo sul blog Piovono rane.
TRASPARENZA
Un click su «Open coesione»:

tutta la verità sui fondi Ue
On line attuazione e pagamenti dei progetti
Fare pulizia, eliminare le incrostazioni dannose e le ragnatele, insomma: aprire le finestre della pubblica amministrazione, almeno di quella che spende o non spende i fondi europei. Questo il senso del progetto ‘‘Opencoesione'', il portale messo a disposizione dal ministero per la Coesione territoriale guidato da Fabrizio Barca e che si affianca a quello inaugurato un paio di mesi fa dal collega alle Infrastrutture Corrado Passera. Insomma, d'ora in poi non potranno più barare Regioni, Province e Comuni quando — chiamate a fornire cifre concrete sull'utilizzo dei Por — cincischiano, camuffano una voce con l'altra, nascondendosi dietro il burocratese comprensibile solo agli addetti ai lavori. Per quanto riguarda i 99 miliardi e 287 milioni destinati agli investimenti programmati per il settennio 2007-2013 non ci saranno più misteri: facendo base al 31 dicembre scorso si può sapere davvero tutto dei 467.257 progetti monitorati, di cui 110mila meridionali (della cifra totale, un pò meno della metà si riferisce a microiniziative lombarde finanziate con il Fondo sociale europeo).

Così si apprende che della cifra totale sono 33,4 i miliardi per finanziamenti monitorati; che spesi concretamente sono 14,4 miliardi; ancora: sono 35.042 i programmatori, attuatori, realizzatori e destinatari dei progetti. Per informarsi si può procedere ‘‘entrando'' in opencoesione.gov.it con una singola parola di ricerca (ha suggerito Roberto Basso, il dirigente del ministero che ha coordinato l'intero progetto presentato ieri alla stampa). Oppure, si può procedere scegliendo una Regione, una Provincia o un Comune, o anche un tema specifico. Un esempio: utilizzando la parola chiave «Pompei» vengono fuori sei progetti: ‘‘Suonatori di Pompei'', per la valorizzazione delle risorse culturali, che ha avuto 8000 euro, spesi al 90%. ‘‘Le lune di Pompei primavera'' e ‘‘Le lune di Pompei estate'', ricchi di 200mila euro il primo e 250 mila euro il secondo, da realizzarsi entro il 2010 per valorizzare le risorse culturali: ma ad oggi non è stato speso nemmeno un euro. Meglio è andato al quarto progetto, ‘‘Giochi del mediterraneo'': 84.718 euro, speso il 90%. Decisamente insufficiente ‘‘Mostra-ambiente'', per cui è stato speso solo 14.142 euro, pari al 30% della somma stanziata di 47.142 %. Il sesto progetto, ‘‘Giochiamo con le parole'', destinato alla formazione e all'apprendimento, ha avuto l'88% di spesa dei suoi iniziali 52.368 euro. Questo di «Pompei» è, appunto, solo un esempio, che moltiplicato per 110mila volte, contribuisce a definire la portata storica di ‘‘Opencoesione''. E' — per dirla con Barca che sin dal giorno dell'insediamento da ministro aveva promesso massima trasparenza degli atti amministrativi, convinto che «l'assenza di questa è una delle cause della scarsa qualità dell'uso delle risorse europee» — un momento di reale "rottura con il passato. A settembre ci saranno aggiornamenti dei dati poi toccherà alle Regioni svolgere questo compito con cadenza bimestrale».

Naturalmente ‘‘Opencoesione'' è appena aperto, frutto di un immenso lavoro del gruppo di tecnici che sta già attivandosi per aprire «una finestra» anche sulla programmazione 2000-2006, magari affinandosi grazie ai suggerimenti che chiunque può elargire; è un portale che funziona come strumento di monitoraggio, mentre «la certificazione» è lo strumento ufficiale di rendicontazione della spesa che gli enti territoriali devono fare a Bruxelles. Due livelli diversi, dunque, e c'è da giurarci che gli enti, finché potranno, si barricheranno nel perimetro della rendicontazione, inintelligibile ai più, ben consapevoli che l'informazione sulla scelta di un dato progetto, la successiva realizzazione e relativa tempistica, può diventare immediatamente oggetto di giudizio politico su chi quello stesso progetto ha voluto. Ma un elemento, importante per la valutazione che i cittadini possono esprimere, manca in ‘‘Opencoesione'': è quello sulla «efficacia» del singolo progetto. Manca perché non è un elemento oggi previsto da Bruxelles, ma lo sarà per la prossima programmazione 2014-2020 e il portale è già pronto ad inserirlo.

Rosanna Lampugnani18 luglio 2012
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ALLARME TOPI AD AGROPOLI...


Topo gli prende a morsi la testa
nella notte: 39enne in ospedale

Allarme roditori ad Agropoli, l’uomo svegliato nel mezzo della notte dal roditore. Lo uccide e poi si fa curare

SALERNO – Svegliarsi nel cuore della notte con un topo attaccato alla testa. È quello che accaduto a un uomo, un 39enne che vive nei pressi del lungomare San Marco di Agropoli. Prima ha pensato ad un incubo, poi con il sangue alla testa ha avuto uno scatto improvviso con cui ha ucciso il roditore ed è uscito di casa per recarsi al pronto soccorso. Raggiunto l’ospedale civile di Agropoli, i medici gli hanno curato le ferite e spedito a casa con un’iniezione di anti-tetanica. Intanto è allarme tra gli abitanti della zona a ridosso del lungomare che iniziano a circondare le case di polveri e disinfestanti, impauriti dal singolare caso dell’aggressione notturna ai danni dell’uomo.
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AMERICA DENVER...CHE DIRE? ENNESSIMA FOLLIA...


SI POSSONO COMPRARE ARMI COME FOSSERO CARAMELLE...POVERO RAGAZZO E POVERE VITTIME...MA DI CHE E' LA COLPA?

lunedì 23 luglio 2012

CARCERI SOVRAFFOLLATE...


Carcere di Viterbo: detenuti in sciopero della fame devolvono in beneficienza i pasti non ritirati -
Sciopero della fame e beneficienza. Detenuti e solidarietà. L’Alta Sicurezza del carcere Mammagialla di Viterbo a sostegno dell'iniziativa di Marco Pannella per richiamare l'attenzione delle Istituzioni sull'emergenza carceri. Un’adesione massiccia con i detenuti che da una settimana si stanno astenendo dal consumare prima colazione, pranzo e cena. A renderlo noto i loro stessi familiari. Serviti nei reparti hanno poi deciso ed ottenuto che i pasti non ritirati vengano devoluti in beneficenza. Beneficienza che a Viterbo è andata alla Caritas. Una battaglia contro sovraffollamento e carenza di personale in un istituto che non potrebbe contenere più di 450 unità e che invece vede la presenza di oltre 700 persone. Iniziata due anni fa, ancora non vede soluzioni concrete nonostante impegni e proclami. Inoltre non sono più solo i detenuti e i loro familiari, i direttori, gli agenti di polizia penitenziaria, gli psicologi, gli educatori, il personale sanitario e ammnistrativo, le associazioni che di carcere si occupano da anni, i volontarie i cappellani a condividere l’ennesimo allarme lanciato da Pannella. C’è anche una lettera aperta al Presidente della Repubblica promossa dal Prof. Andrea Pugiotto e sottoscritta da oltre cento professori ordinari di Diritto Costituzionale, di diritto Penale e di Procedura Penale. Si tratta di un documento culturale, scientifico e politico che chiede al Presidente di farsi forte di una sua prerogativa prevista dal comma 2, art. 87 della nostra Costituzione: il messaggio alle Camere, per favorire un processo deliberativo in Parlamento attraverso la formalizzazione delle sue preoccupazioni istituzionali e costituzionali così puntualmente ed efficacemente manifestate in occasione del convegno "Giustizia! In nome della Legge e del popolo sovrano" svoltosi un anno fa grazie all’invito e all’ospitalità del Presidente del Senato, Renato Schifani. Il carcere, ossia – come ha detto Pannella – “la più grande questione istituzionale e sociale del nostro Paese”. Cioè lo stato della Giustizia civile e penale.
FONTE QUI

DOCUMENTARIO SUL CASO CUCCHI...


bellissimo documentario su caso Cucchi, una storia non degna di un paese civile. Come non è degna di un paese civile la storia di Federico Aldrovandi.
VERGOGNA!

ALESSANDRO GILIOLI...


Gli apprendisti stregoni


-mario-ciaccia-

L’aspetto tragico di tutta la vicenda è che adesso nemmeno loro – i super tecnici – riescono più a capire perché succede.

Prendete Mario Ciaccia, viceministro delle Infrastrutture: che oggi alla Stampa dice che lo spread «dovrebbe essere a 200 punti al massimo», che «i mercati ragionano per sentito dire» e «non capiscono l’economia italiana», la quale invece ha i fondamentali solidi.

Grazie al cazzo, signor viceministro.

Quello che i mercati dovrebbero fare lo sa anche il mio ortolano.

Voi invece siete stati messi lì perché in teoria di questi mercati conoscevate le logiche, ne eravate i maghi acclarati, insomma sapevate se non gestirli almeno domarli. In nome di questa vostra iniziatica conoscenza avete ridotto il welfare, le pensioni, i redditi reali, i diritti dei lavoratori, insomma tutto: con il contorno delle saputelle lezioncine di vita dei vari Fornero e Martone.

Otto mesi e molti sacrifici dopo, con la catastrofe più vicina di prima, venite a dirci quello che i mercati dovrebbero fare e che toh, invece non fanno.

Bisogna avere molti anni e molta pazienza per non desiderare di prendervi a calci.

AGOSTO INVESTIRE IN COCOMERI...


fai trading on line acquista cocomeri



IL MERCATO IN CRISI...


giorni fa' le albicocche che costavano un euro e 60 alla PAM, oggi costano 2 euro e sessanta al chilo, che è successo alle albicocche dello stesso albero e dello stesso paese? lo spread? non ho fatto in tempo a consigliarle ad un anziano ben vestito, che sono andate quasi al prezzo dell'altre che costavano tre euro e cinquanta...albicocche che comprava l'anziano ben vestito. Quando gli ho detto che erano molto buone anche quelle ad un euro e 60, mi ha risposto che lui percepiva un ottima pensione e se le poteva permettere.
Vai a fare del bene!

LA MORTE SI AGGIRA PER L'EUROPA...

l'autore (Aniello Colavolpe).



morte al capitalismo?
morte allo stato sociale?
morte alla grecia?
morte all'euro?


i giornalisti tedeschi si sono accorti che la Grecia ha truccato i conti, l'Italia ha la mafia, la Fiat investe all'estero, e la primavera non c'è piu'.







domenica 22 luglio 2012

FIORELLA MUSCATELLO...IL VIZIETTO...


Scandalo Ater, la responsabile delle vendite compra una casa alienata
E’ bufera all’Ater dove la responsabile dell’ufficio Alienazione del patrimonio ha per l’appunto alienato un’appartamento gestito dall’azienda e poi se lo è comprato. Un’inchiesta interna ha messo sotto accusa la dirigente del servizio Cessioni immobili Fiorella Muscatello, che è riuscita a vendere a se stessa un immobile che l’ex inquilina aveva acquistato dall’Ater solo pochi mesi prima. E non sarebbe questo l’unico caso di immobile alienato e acquistato da un dipendente dell’Ater.

L’atto di vendita risale al luglio del 2005. L’appartamento, al terzo piano, in via Cassia 964 faceva parte del patrimonio ex Incis ed è composto dai 7,5 vani, 5 camere, servizi e veranda. 141 mila euro il prezzo sborsato dalla nuova proprietaria. Era stato ceduto con tutti gli sconti e i benefici di legge a Vincenza Buffa, una donna di 80 anni che per anni aveva vissuto nell’appartamento prima di lasciarlo per trasferirsi in una casa di cura a San Felice Circeo. Nel rogito si fa riferimento alla legge 560 del 1993 e alla delibera regionale 571 del 2 luglio 2004, l’escamotage che avrebbe permesso la vendita anticipata dell’immobile. «Come è stato possibile?» si chiede, dalle colonne del Messaggero, Anna Maria Addante, presidente dell’Associazione proprietari e inquilini Ater. «Agli altri affittuari, alcuni in difficili condizioni economiche, è stata sempre negata questa possibilità. Vogliamo vederci chiaro». «Da 9 mesi l’inquilina non risiedeva più nell’appartamento di via Cassia: come ha potuto acquistare e vendere l’alloggio?». «Quando l’ho saputo anch’io sono saltato dalla sedia e ho subito avviato un’inchiesta interna – spiega il presidente dell’Ater Bruno Prestagiovanni – si è conclusa pochi giorni fa è ha appurato che dal punto di vista prettamente giuridico non è stato commesso nessun reato: non possiamo impedire a un chicchessia cittadino di acquisire un nostro bene. Da questo punto di vista la compravendita è stata perciò inappuntabile. Si può discutere invece sull’opportunità. Ma questo è un altro discorso». Le cose effettivamente stanno così. La legge 513/77 e la 42/91 prevedono che in caso di vendita anticipata l’Ater debba esercitare il diritto di prelazione. «Il direttore generale dell’epoca entra nel merito l’ex direttore generale Stefania Graziosi, che ha seguito passo passo l’inchiesta interna emise una direttiva. La delibera regionale diede adito a varie interpretazioni. Nel 2005 l’orientamento era di facilitare la dismissione del patrimonio». Anche se l’anziana inquilina ormai da 9 mesi risiedeva altrove? «Nella norma si faceva riferimento a immobili condotti in locazione, una formula diversa dalla residenza precisa la Graziosi una formula certamente ambigua di cui si avvalsero in pochi». Una direttiva ad personam? «Questo non sta a me dirlo, io posso solo dire che la dottoressa Muscatello acquistando l’immobile non commise alcun reato».
FONTE QUI

DAGOSPIA


INGROIA QUESTO! - DISTRIBUITI SU ALMENO 70 DEPOSITI I SOLDI CHE BERLUSCONI HA VERSATO NEGLI ULTIMI DIECI ANNI A DELL'UTRI - IN ALCUNI CASI DELL’UTRI SI E’ TRASFORMATO IN UNA SORTA DI MEDIATORE CON LE COSCHE? – I PM DI PALERMO VOGLIONO SILVIO CHE NON È PIÙ A PALAZZO CHIGI E RISCHIA L’ACCOMPAGNAMENTO COATTO - MERCOLEDÌ PROSSIMO. ASPETTANO MARINA B.: LA SUA MOSSA SERVIRÀ A FAR COMPRENDERE QUALE LINEA SI È DECISO DI SEGUIRE….
QUI

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIA



L'Ars boccia a sorpresa
lo sbarramento antimafia
Cade con il voto segreto la norma che prevedeva il divieto di attribuire incarichi di sottogoverno a chi è sotto processo
di EMANUELE LAURIA - LA REPUBBLICA


Gli imputati di mafia o di corruzione potranno continuare ad avere incarichi nella pubblica amministrazione: così ha stabilito, solennemente, l'Assemblea regionale siciliana che oggi ha respinto nel segreto dell'urna, con 39 no su 72 votanti, una norma che vietava al governo regionale di nominare ai vertici di enti e società pubbliche chi è stato rinviato a giudizio o condannato per gravi reati.

L'emendamento alla legge blocca-nomine era stato presentato dal presidente della commissione antimafia regionale Calogero Speziale. Il voto segreto è stato richiesta di un gruppo di deputati: Rudy Maira, Toto Cordaro e Salvatore Cascio (Pid), Riccardo Minardo (Mpa), Giovanni Greco (Mpd), Campagna, Caputo, Leontini e Mancuso (Pdl). Il Pd avrebbe voluto il voto palese sull'emendamento.

Durissima la reazione di Speziale: "Troppe volte sono stati nominati in enti pubblici soggetti rinviati a giudizio per reati gravi contro la pubblica amministrazione - dice - e purtroppo ci sono esempi di questo tipo anche all'interno del parlamento regionale e nazionale. Il paradosso è che ci sono imputati anche fra i deputati che hanno chiesto il voto segreto per potere impallinare la norma".

Il riferimento è a Minardo e Mancuso, entrambi sottoposti di recente a misure cautelari, tornati in libertà e rientrati all'Ars in attesa di giudizio. "Una maggioranza vile, opaca e collusa ha nuovamente macchiato la reputazione dell'Ars e dell'Autonomia", dice Fabio Granata di Fli. Ignazio Messina (Idv) parla ironicamente di "risposta dell'Ars alle commemorazioni della strage di via D'Amelio". Maira si difende: "L'emendamento proposto dal Pd era palesemente incostituzionale. Non veniva considerato il principio della presunzione di innocenza".
(20 luglio 2012)

ROSY BINDI



ROMA - "Non mi faccio sopraffare, ho anche i miei difetti ma l'aggressione l'hanno fatta a me". Quello che si rinfaccia a Rosy Bindi, dopo le contestazioni dei gay, è di essere una cattolica sessuofoba. Di essere una "madre superiora, vergine e bacchettona". È l'insulto che le ha rivolto Grillo. E Bindi, intervistata da Repubblica spiega: "Non sono sessuofoba, ripeto quello che dissi anni fa: la rinuncia al sesso mi pesa ma le rinunce valgono per le cose che ci piacciono non per quelle che ci fanno schifo". Sui gay e le unioni civili nega di essere pronta a fare passi indietro, ma pure di essere rimasta appiccicata ai "Dico" - la mediazione minimalista che cinque anni fa cercò, invano, di riconoscere diritti individuali ai conviventi anche omosessuali. Nessuno la metterà da parte: giura. "Cosa dovevo fare dopo le contestazioni alla Festa del Pd a Caracalla? Abbandonare? Ho alzato la voce, ho denunciato la strumentalizzazione. Sono amareggiata da certi comportamenti nel mio partito, e penso che Barbara Pollastrini, Gianni Cuperlo e i cosiddetti laici vogliano un partito della sinistra, semplice erede del Pci-Pds-Ds, mentre il Pd su cui ho scommesso io, è un partito plurale". Ma i matrimoni gay no, quelli proprio no. Paola Concia (con cui è in rotta) e Ivan Scalfarotto ("corretto"), leader omosex, insistono su questo tasto. Bindi: "I matrimoni gay sono incostituzionali. Non è che io sono come Casini, che li definisce incivili, perché non si offendono mai né le persone né le loro idee". Offese e attacchi personali. Capitolo che la riguarda personalmente.

Cossiga ai tempi dei Dico le diede, per offenderla, della lesbica e Maurizio Saia disse che "una lesbica non poteva guidare il ministero della Famiglia".

INGROIA - LO VOGLIONO FUORI DALLE PALLE...


FOTO DAGOSPIA

venerdì 20 luglio 2012

RAI...ANNA MARIA TARANTOLA


Mo c'è pensa lei...alla Rai...
la nomina dei vertici costano agli italiani la bellezza di un milione e cento mila euro l'anno...una caccola.

PS: uomini e donne d'oro...






MEMORES DOMINI DI CL...FORMIGONI il voto di poverta' castita' obbedienza...


GLI APPARTENENTI AI MEMORAS DOMINI DI CL, fanno voto di poverta' obbedienza e castita'...
Formigoni fa accezione, si permette il lusso, le donne con cui si fa fotografare su meravigliosi yatch...si dichiara puro come acqua di fonte



mercoledì 18 luglio 2012

E DOPO 20 ANNI VI AMIAMO DI PIU'...


La scorta ...Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto e' Antonino Vullo.

BEPPE GRILLO


Passaparola - La crisi della Cina e la depressione mondiale - Aldo Giannuli
"La crisi che ci ha colpiti dall’estate dell’anno scorso e la conseguente recessione di quasi tutti i Paesi europei ha comportato una caduta verticale delle importazioni e di questo ha fatto le spese in primo luogo la Cina. Si sta fermando l’economia mondiale. E’ estremamente pericoloso perché questa dinamica può colpirci molto seriamente." Aldo Giannuli


Il Passaparola di Aldo Giannuli, Professore di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università statale di Milano.

La grande locomotiva cinese comincia a fermarsi
Saluto gli amici del blog di Beppe Grillo. Sono Aldo Giannuli, insegno Storia del mondo contemporaneo presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università Statale di Milano. Dopo essermi occupato per molto tempo di strategia dell’attenzione e Storia degli anni ‘70 sono andato maturando altri interessi, in particolare della globalizzazione e di analisi dell’attuale crisi economico/finanziaria in atto.
Quattro anni fa iniziò la crisi finanziaria che viviamo tutt’ora: per la verità era iniziata l’anno prima, noi ci accorgemmo della crisi nel settembre del 2008 per il fallimento della banca Lehman Brothers. Dalla crisi si disse che si stava uscendo - ma in realtà si trattava di una tregua – grazie agli interventi della Banca Centrale Americana, la Fed, che concesse moltissima liquidità a bassissimo costo alle banche che erano in pericolo di fare la stessa fine della Lehman Brothers e della Banca Centrale Cinese, che stanziò ben 608 miliardi di dollari per rilanciare la produzione nel Paese e sostenere la domanda aggregata mondiale. Questo è un punto che richiede qualche spiegazione: il funzionamento dell’economia è strettamente correlato al dato della domanda aggregata mondiale? Vuol dire che non è importante, o è relativamente importante che cali la domanda di beni e di servizi in un singolo Paese: se negli altri Paesi c’è un aumento che compensa quella flessione e produce ulteriore domanda, ugualmente l’economia si rimette in moto; vuol dire che il Paese in crisi consumerà di meno, ma cercherà di esportare di più, quindi il dato fondamentale è quello della domanda aggregata di tutti i Paesi a livello mondiale. La Cina in questi anni ha funzionato come il grande motore, la locomotiva che ha continuato a tirare tutti gli altri: producendo, la Cina ha continuato ad avere un’elevata domanda di materie prime e di tecnologie, materie prime prese prevalentemente da Paesi in via di sviluppo o da Paesi tradizionalmente più poveri come l’Africa, tecnologia presa dai Paesi invece più avanzati (Stati Uniti, Germania etc.). Questo in qualche modo ha permesso di tirare un respiro per un anno, fra il 2009 e il 2010. Dopo un momento d’incertezza, la crisi è ripresa. Che cosa significa questo? Significa che siamo allo stesso punto di quattro anni fa? No, stiamo peggio perché la Cina, la grande locomotiva che cercava in qualche modo di sopperire al disastro complessivo, comincia a fermarsi. La Cina ha avuto in questi trent’anni, soprattutto negli ultimi venti, tassi di crescita assolutamente straordinari, con una crescita del Pil che ha toccato talvolta l’11 /12% e che non è mai stata inferiore all’8% ritenuto dalla Cina una soglia di sicurezza irrinunciabile. Questo può sembrare un dato assolutamente sconvolgente a noi, che quest’anno addirittura siamo in crescita negativa, ma che negli anni migliori non abbiamo mai superato il 2% di crescita. È vero che la Cina partiva da livelli più bassi, però ormai ci ha abbondantemente sorpassati.
Il punto è questo: la Cina ha bisogno di un incremento di quel tipo soprattutto per ragioni sociali interne. La Cina ha 20 milioni di contadini che ogni anno si riversano nelle città e occorre dare loro un lavoro, un reddito, una sistemazione: diversamente le città diventerebbero rapidamente ingovernabili e si arriverebbe a una situazione di implosione sociale molto grave. quindi la condizione per poter assicurare ai 20 milioni di cinesi che arrivano nelle città il reddito necessario, le condizioni di vita minime necessarie, per quanto basso possa essere il salario, è quella di una crescita intorno all’8% e di un reinvestimento della metà circa dei profitti. È qualcosa assolutamente straordinario rispetto agli altri Paesi. Un Paese di un miliardo e 300 milioni di abitanti uno dei Paesi più poveri del mondo, nel giro di circa quaranta anni è diventato la seconda economia mondiale, con una velocità di crescita incomparabile. Quest’anno le cose si stanno mettendo male: il governo cinese ha fissato al 7,5% la soglia di crescita. Una crescita inferiore a quella soglia di sicurezza I tassi di crescita del primo semestre sono allarmanti; se questa tendenza dovesse confermarsi neppure il 7,5% sarebbe raggiunto. Anzi, c’è chi parla addirittura di un incremento inferiore al 7%: questo avrebbe un impatto psicologico molto grave, perché per la Cina è un momento molto delicato.


L’economia mondiale si sta fermando
Quest’anno ci sarà il congresso del Partito Comunista cinese, nel quale ci sarà l’avvicendamento tra il gruppo dirigente uscente Hu Jintao-Wen Jabaoe il nuovo gruppo dirigente: Presidente della Repubblica e Segretario del partito dovrebbe diventare Xi Jinping e capo del governo Li Keqiang. Bisogna tenere presente una cosa: il Partito Comunista cinese è un partito molto particolare nel quale sono consolidate vere e proprie correnti all’interno del gruppo dirigente; c’è il cosiddetto Gruppo di Shangai, il più dichiaratamente liberista, più legato alla finanza internazionale e per il quale fa apertamente il tifo la Banca Mondiale, c’è il gruppo dei Tuanpai, degli ex Giovani Comunisti degli anni ‘80 che ha una coloritura più nazionalista, c’è poi il gruppo dei cosiddetti Principi Rossi, gli eredi dei grandi eroi della Grande Marcia, i figli e i nipoti dei dirigenti del partito durante il periodo rivoluzionario. Mentre il gruppo dirigente precedente era fatto essenzialmente da Tuanpai, dalla corrente nazionalista (sia Hu Jintao che Wen Jabao appartengono a quel gruppo), dovrebbe esserci invece un avvicendamento: Quello che doveva essere un avvicendamento scontato sta diventando uno scontro drammatico: non perché siano in discussione le due maggiori cariche, quella di Presidente del Partito e quella di Capo del Governo, ma perché la composizione del nuovo ufficio politico condizionerà i due leader e la battaglia non è combattuta solo con le armi della dialettica politica. La drammatica caduta di quello che era il cavallo scosso della politica cinese, il solista che in qualche modo sparigliava i giochi, Bo Xilai il capo della Provincia di Chonqing destituito per uno scandalo è un primo segnale, ma se ne sono aggiunti altri, come la morte in uno strano incidente di auto del figlio di uno dei maggiori esponenti del gruppo dei Principi Rossi e si parla di rinvio del congresso - qualcuno dice - a novembre, a gennaio o forse addirittura a febbraio, tutti segnali di grande tensione, di grande nervosismo. È il momento in cui bisogna fare delle scelte decisive per il futuro della Cina: continuare a puntare su un modello tutto basato sulle esportazioni, accumulare dollari nei forzieri della Banca Centrale Cinese, oppure puntare sullo sviluppo del mercato interno? Tutte e due le scelte presentano inconvenienti notevoli Puntare sulle esportazioni è diventato molto difficile da quando è partita la crisi del 2008, ma soprattutto con questa seconda ondata di crisi che ha travolto l’Europa. L’Europa è il principale mercato, la principale area commerciale del mondo, quella che assorbe la maggior quantità di beni a livello mondiale. La crisi che ci ha colpiti dall’estate dell’anno scorso e la conseguente recessione di quasi tutti i Paesi europei ha comportato una caduta verticale delle importazioni e di questo ha fatto le spese in primo luogo la Cina. Ecco il perché di quella caduta della crescita a cui accennavo all’inizio. Per la verità non ha colpito solo la Cina: un crollo drammatico l’ha avuto anche l’India che, dagli obiettivi del 9 %, è scesa a un modesto 5% di crescita, ha colpito il Brasile, uno dei massimi esportatori mondiali di materie prime e anche la Russia. Tutti i Paesi emergenti stanno segnando il passo o un deciso calo dei loro tassi di sviluppo. Si sta fermando l’economia mondiale. E’ estremamente pericoloso perché questa dinamica può colpirci molto seriamente.
Quella che mantiene in piedi l’economia mondiale è la domanda aggregata mondiale. Dopo la crisi del 1929 non è mai successo che la domanda aggregata mondiale nel suo complesso calasse; ci sono stati momenti, in particolare con la crisi del 73 /74, in cui siamo andati molto vicini alla parità, o piccolissime perdite, ma non è mai successo che ci fosse una recessione generalizzata, dopodiché si spalancano le porte al rischio che la recessione diventi vera e propria depressione economica. E’ quello che inizia a profilarsi, una crisi molto seria. Se si ferma anche la locomotiva cinese la situazione è drammatica per tutti.


La trappola della liquidità
La prospettiva del gruppo dirigente cinese quale può essere? Esportare in questa situazione diventa difficile, puntare sul mercato interno è certamente una soluzione più razionale e preferibile, ma non è una soluzione semplice e indolore. La Cina ha vissuto un momento di grande febbre dell’inflazione in questo periodo. Inflazione molto contenuta rispetto ai tassi che abbiamo vissuto noi in Europa negli anni ‘80, quando l’inflazione in Italia superava il 20%. In Cina dal 2010 fino alla metà del 2011 c’è stata un’inflazione sul 6 /7%, però bisogna sempre rapportarsi alla realtà storica e sociale di ogni singolo Paese. In Italia un’inflazione del 20%, pur essendo una patologia economica piuttosto preoccupante, era qualcosa che poteva essere sostenuto dati i nostri livelli di consumo. In Cina, dove una larga parte della popolazione è ancora sul limite delle economie di sussistenza, un’inflazione del genere, che significa un aumento dei generi di prima necessità come il riso e il maiale tra il 14 e il 16%, significa minacciare le condizioni minime di alimentazione della gente, perciò la Banca Cinese è stata costretta in un primo momento a tirare le redini, a restringere il credito, sia per fermare l’inflazione, sia perché nel frattempo stava partendo una bolla immobiliare del tutto simile a quella americana.Questo ha provocato effetti assolutamente indesiderabili di altro tipo: è esplosa la finanza grigia, quella che in Italia chiamiamo più semplicemente usura o finanza dei cravattari, come dicono a Roma. Molte aziende hanno iniziato a chiudere o a rallentare fortemente e allora la Banca Cinese ha cercato nuovamente di allargare i cordoni della borsa, ma questo fa rinascere i rischi d’inflazione e di gonfiare nuovamente la bolla edilizia oltre i limiti della sopportabilità. A maggio la Banca Centrale Cinese si è accorta che gli obiettivi della crescita al 7,5% difficilmente sarebbero stati raggiunti e ha fatto un’immissione di liquidità alle banche, concedendo denaro a bassissimo tasso d’interesse nella speranza di riattivare il ciclo produttivo. Invece nel mese successivo, a giugno, è successa una cosa paradossale: nonostante questi stimoli le banche hanno concesso 180 miliardi di Renminbi di prestiti in meno del mese precedente, al punto che la Banca Centrale Cinese i primi di luglio ha fatto una nuova immissione di liquidità e questo è un bruttissimo segnale-Significa che gli stimoli di liquidità non stanno avendo effetto. Nel linguaggio degli economisti si chiama “trappola della liquidità” esaminato da un economista famoso, Minsky negli anni ‘60 e ’70-. E’ il momento in cui ogni stimolo di liquidità non produce effetti nell’economia reale. Perché? Si dice nel linguaggio della finanza che, quando viene emessa liquidità, si porta a bere il cavallo: “E’ il momento di dare da bere al cavallo”… però ci sono momenti in cui il cavallo dell’economia reale non beve perché la situazione è così incerta che l’investitore non trova prudente investire nell’economia reale e accade che il prestito si prende per reinvestirlo in titoli finanziari. Prendo denaro alla BCE allo 0, 50% (io banca, naturalmente), dopodiché lo reinvesto in titoli di Stato giapponesi, per fare un esempio qualsiasi, che rendono un’1, 6 /1, 7% (annuo. Quando scadono i titoli rimetto a posto il denaro, restituisco il denaro alla Fed o alla BCE allo 0, 50% dell’interesse pattuito e mi metto in tasca pulito pulito quell’1 /1, 2 /1, 5% di differenza assicurata. questo significa che ho riscosso credito a quegli interessi, ma non l’ho concesso alle famiglie e alle imprese, alle quali continuo a fare mutui dal 7, al 9, all’11%. Quello è il momento in cui si determina gradualmente un blocco, una trappola della liquidità: il denaro per l’economia reale costa troppo, non c’è fiducia riguardo la possibilità che gli affari vadano bene e l’economia reale si ferma. Questo drammaticamente sta succedendo in Europa, ma che drammaticamente sta iniziando anche in Cina. Se dovesse proseguire la situazione economica potrebbe diventare estremamente grave nel 2013,
La prima cosa da fare sarebbe prendere coscienza della crisi, capire la drammaticità della situazione in cui ci troviamo e imporre politiche adeguate, che non sono quelle che si stanno adottando in questo momento. La prima cosa da fare è diffondere la consapevolezza di quello che sta succedendo: questi sono i dati, passate parola!

martedì 17 luglio 2012

GLI AUTORI DEL MASSACRO DI FEDERICO NON AVRANNO PACE...


Cari amici,

I poliziotti che hanno massacrato di botte e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. Vi prego di unirvi a me per chiedere una legge forte contro la tortura che faccia pagare le forze dell'ordine per i reati commessi e prevenga omicidi come questo. Firma la petizione - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro degli Interni non appena raggiungeremo le 100.000 firme:

I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura.

La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini. Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi.

Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto: insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta. Ma dobbiamo farlo prima che il Parlamento vada in ferie! Vi chiedo di firmare la petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo a tutti - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro dell'Interno non appena avremo raggiunto le 100.000 firme: QUI

http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bkGodcb&v=16106

Federico era già ammanettato quando i poliziotti lo hanno picchiato così forte da spaccare due manganelli e da mettere fine alla sua giovane vita. Dopo anni di vero e proprio calvario, la Corte di Cassazione li ha condannati per eccesso colposo a tre anni e mezzo, ma i poliziotti dovranno scontare solo 6 mesi senza farsi neanche un giorno di carcere a causa dell'indulto e incredibilmente sono ancora in servizio. L'impunità succede spesso in casi come questo, perché il governo non ha ancora adottato un reato preciso e quelli esistenti cadono spesso in prescrizione.

La perdita di mio figlio mi ha quasi distrutto, ma sono determinata a cambiare il sistema. I difensori dei diritti umani ritengono che una legge che adotti la Convenzione Onu contro la tortura, che l'Italia ha ratificato nel 1989 e che non ha mai rispettato, garantirebbe alle vittime italiane della tortura e della brutalità dello stato un corso veloce della giustizia e sanzioni appropriate, da accompagnare alla riforma per la riconoscibilità dei poliziotti. Ma ancora più importante, metterebbe fine una volta per tutte all'impunità che garantisce che oggi i poliziotti siano al di sopra della legge.

L'Italia non è il Sudan. Non c'è alcuna ragione per cui il nostro sistema giudiziario provi a mettere sotto silenzio reati commessi dalle forze dell'ordine come violenze, stupri e omicidi, dal massacro alla Diaz al G8 di Genova alle recenti uccisioni come quella di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Aldo Bianzino. Per favore UNITEVI a me e insieme costruiamo un appello assordante per una legge forte per fermare la tortura e per far espellere gli agenti responsabili di questi crimini odiosi dalle nostre forze dell'ordine - firma sotto e dillo a tutti i tuoi amici:


Nessuno potrà restituirmi mio figlio, e oggi non potrò festeggiare il suo 25° compleanno con lui. Ma insieme possiamo ripristinare la giustizia e aiutare a prevenire la sofferenza che ho dovuto provare io per la perdita di un figlio portato via dallo stato ad altre madri e ad altre famiglie.

Con speranza e determinazione,

Patrizia Moretti, madre di Federico.

lunedì 16 luglio 2012

PIETRO ICHINO ...MASSIMO SANDAL...


PRIMA D’ANTONA E BIAGI, ORA È ICHINO CHE DIVORA COME UN CANCRO LA CULTURA DI SINISTRA: VA FERMATO”IN UN BLOG DI CIVILISSIMO DIBATTITO POLITICO ED ECONOMICO COMPARE QUESTA SCONCERTANTE MANIFESTAZIONE DI “COMPRENSIONE” NEI CONFRONTI DELLE BRIGATE ROSSE, COME EXTREMA RATIO CONTRO UN INQUINAMENTO PERICOLOSO DEL PATRIMONIO IDEALE DEL MOVIMENTO OPERAIO – MA LA VICENDA HA UN LIETO FINE

Intervento di Massimo Sandal postato il 2 luglio 2012 sul blog iMille.org, a commento di un intervento di segno diametralmente opposto di Matteo Rizzolli sulla questione del “diritto al lavoro” – Seguono, nello stesso post del sito iMille, altri interventi che prendono nettamente le distanze da quello di Massimo Sandal – In questo post segue una mia breve risposta, alla quale lo stesso M.S. ha poi aggiunto una sua risposta dove egli accoglie la mia proposta di dialogo

[...]

1) Toccare la legislazione sul lavoro per peggiorare le condizioni dei lavoratori non è accettabile, perchè genera disastro sociale. Non qui, non ora, non nella nostra economia. Paradossalmente, se avessimo un’economia dinamica, in crescita, con disoccupazione vicina a zero, potremmo allora forse accettare la flessibilità: in quanto sarebbe facile allora poter cambiare lavoro, e avremmo quanto ci serve per i necessari ammortizzatori sociali. Ma non siamo in queste condizioni, e la flessibilità oggi significa solo disoccupazione/sottooccupazione/assenza di diritti base.
2) Toccare la legislazione su lavoro è inutile per migliorare l’economia italiana. Da quanto sopra, ne deriva che prima si migliora l’economia, poi si parla della legislazione sul lavoro. Ma non c’è nessun motivo per cui l’erosione dei diritti dei lavoratori abbia un senso economico. E anche qualora l’avesse, il senso di una società è il benessere della popolazione, tangibile e intangibile, non la mera sussistenza economica. Preferisco crescere un po’ meno, e avere lavoratori più felici e più tutelati.
3) Biagi, D’Antona, Ichino erano/sono “di sinistra” – ed è questo il dramma. Se fossero di destra, farebbero onestamente il loro gioco. Essendo formalmente “di sinistra”, avvelenano ogni speranza di un’opposizione democratica. Perchè se ogni speranza di dissenso dal liberismo viene annientata culturalmente anche a sinistra, cosa rimane?
4) Ed ecco perchè, visto il gigantesco pericolo sociale, culturale, economico e umano che la riforma liberista del lavoro implica, e visto che personaggi come Ichino divorano come un cancro la cultura di sinistra, allora posso (tongue-in-cheek! ho un penchant per il dark humour) anche invocare le BR, ebbene sì. Non nel senso che veramente vorrei tornare agli anni di piombo. Non lo dico nel senso letterale. Ma nel senso che persone come Ichino vanno fermate, e io vorrei venissero fermate democraticamente e legalmente. Ma se si perde ogni alternativa democratica allo status quo, e se la disoccupazione continua ad aumentare e i diritti a diminuire, cosa vi aspettate che accada? Qualcuno si incazzerà. E qualcuno si incazzerà un po’ troppo.
Massimo Sandal

Ad alcuni commenti nettamente critici nei confronti di questa sua presa di posizione lo stesso M.S. replica così

Rivendico la mia protervia ideologica e stupidità allora. La rivendico eccome. E se vuoi ci metto il carico da quindici: Biagi, D’Antona e Ichino si sono mai chiesti perchè alcuni pericolosissimi mattacchioni li odiano così tanto da indurre delle persone a prendere in mano la pistola? Non è una provocazione, è una domanda seria: se quello che faccio induce delle persone a volermi fare fuori, perlomeno dovrebbe indurmi a riflettere su quello che sto facendo. Non dico a cambiare idea. Dico a riflettere. Del tipo “ehi, perchè mi odiano così tanto?”.
Massimo Sandal

Ma perché Massimo Sandal non prova a confrontarsi, una per una, con queste mie idee tanto da lui aborrite? Se lo facesse si renderebbe conto che non ho alcun potere o volontà di “divorare la cultura della sinistra”; né ho alcuna arma segreta idonea ad “annientare ogni speranza di dissenso”. Se queste mie idee preoccupano tanto chi ne dissente, ciò non accade perché esse nascondano qualche aracano malefizio o perfida macchinazione, ma soltanto per la capacità che esse hanno di convincere, soprattutto a sinistra. Proprio perchè di sinistra esse sono, se essere di sinistra significa proporsi di costruire la vera eguaglianza di opportunità per tutti, combattere le rendite, correggere le storture (anche se verniciate di progressismo) che condannano i più deboli a rimanere tali. Forse è proprio questo che turba i sonni dei “mattacchioni” a mano armata cui M.S. esprime comprensione; ma questo è ciò che turba soprattutto i sonni di quella parte della sinistra – per fortuna non più dominante - che preferisce affrontare il problema con i catechismi e i cordoni sanitari, invece che con il dialogo aperto. Quasi dieci anni or sono ho proposto ai cultori della violenza politica proprio questo: nientemeno che di parlarne (Lettera aperta ai terroristi, 2003); poi ho ripetuto questa proposta a un nuovo gruppo di loro epigoni, nel corso del processo che ha visto recentemente loro e me coinvolti; mi ha risposto, quattro anni fa, soltanto il fratello di uno di questi ultimi, dicendomi che nessun confronto e nessun dialogo è possibile, poiché io sono per loro soltanto un simbolo da abbattere. A ben vedere, lo sono anche per M.S.; con la sola differenza che lui non usa la parola “abbattere”, ma “fermare”. Ecco: M.S. farà bene a considerare che finché nella sinistra italiana qualcuno, come lui, continuerà a dire che le idee di Massimo D’Antona, o quelle di Marco Biagi, o quelle di Ezio Tarantelli, o le mie, non meritano di essere discusse, ma devono essere “fermate”, ci sarà poi il rischio che qualcun altro si ritenga legittimato a farlo sparando. (p.i.)

M.S. ha risposto il 10 luglio con questo messaggio:

Gentile Prof. Ichino,
giusto per informarLa che ho a mia volta risposto al suo interessante intervento sul mio blog. La ringrazio sinceramente del suo intervento, e sono onestamente disposto a cercar di comprendere la sua posizione e a cambiare idea. Il mio invito finale è assolutamente sincero.
Massimo Sandal, Ph.D


Invito, ovviamente e con altrettanta sincerità, accolto! (p.i.)

domenica 15 luglio 2012

BEPPE GRILLO


Monti e a capo
Rigor Montis è diventato presidente del Consiglio l'undici novembre del 2011, ufficialmente per salvare l'Italia dal fallimento. Da allora il debito pubblico è passato da 1.905 miliardi a 1.948 miliardi (dato di aprile), la disoccupazione giovanile ha raggiunto il record di 34,2%, il PIL calerà nell'anno del 2,4% (ma le previsioni più realistiche sono di meno 3%), la richiesta di mutui per la casa è dimezzata, meno 47%. La "mission" di Rigor Montis era la diminuzione dello spread, per questo ha introdotto l'IMU, alzato le tasse, tagliato la Sanità, la Giustizia, persino gli uffici postali di circa un migliaio, cancellato l'articolo 18. Lo spread non si è accorto di questo grande impegno e oggi è salito a quota 480 insieme al declassamento dei titoli pubblici a Baa2 da A3, a due soli passi dalla valutazione di titoli "junk", spazzatura. Otto mesi di tasse, disoccupazione, di espropri fiscali dei patrimoni privati per tornare al punto di partenza con un Paese più in ginocchio di prima. In un'azienda privata un successo di questa natura porterebbe al defenestramento dell'amministratore con un calcio nel culo. Rigor Montis è volato nell'Idaho, terra ancestrale dei Piedi Neri, per rassicurare la finanza internazionale.
La crisi non può essere risolta con il dogma della crescita, peraltro resa impossibile dal pauroso carico fiscale che blocca le spese e gli investimenti. Ci stiamo impiccando. Tra un anno, con questa politica recessiva, che ha la sua stella cometa nello spread e nella diminuzione dell'interesse sul debito pubblico, tutti gli indici economici saranno peggiorati, con l'unico risultato di aver impoverito ancora di più questa Nazione. Nella discesa agli inferi, i Caronte, Berlusconi e Bersani, coloro che ci hanno traghettato nell'abisso di un enorme debito pubblico, ci danno lezioni e si propongono al governo nel 2013 come salvatori. Oltre al danno, anche la beffa. I cialtroni tornano sempre sul luogo del disastro. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.

Ps: Il governo Monti ha prestato i soldi alle banche italiane attraverso la BCE per far comprare i nostri titoli pubblici dei quali istituzioni e banche estere volevano disfarsi. L'operazione, ovviamente, è stata pagata dagli italiani con tasse e tagli.

SMUCINATE BENE...


Se non avete sposato un emiro, potete andare a vestirvi a porta portese, se "smucinate" bene, potete trovare degli affari...(...)

Si è stufato di spendere milioni: l'emiro compra Valentino alla moglie Dopo aver speso decide di milioni di dollari per il guardaroba della bellissima Mozah, l'emiro Al Thani del Qatar compra la maison


Sul piatto ha messo 700 milioni di dollari: così non ne dovrà sborsare altri per i capi che desidera la sua signora, la vera concorrente - in quanto a bellezza - di Rania di Giordania

Dopo avere speso decine di milioni di dollari per il guardaroba della sua signora, che ama follemente ogni abito di Valentino, l’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani ha preso la decisione: ha messo quasi 700 milioni di euro sul piatto del fondo Permira, chiedendo di comprarsi direttamente la celebre maison di moda italiana. Se qualcuno altro al mondo ha la stessa passione della sua signora sceicca - avrà pensato l’emiro - almeno le casse del Qatar avranno rimborsato un po’ di quel guardaroba da mille e una notte. Lei - la donna per cui l’emiro fa questa ultima sua follia - è considerata una delle cinquantenni più belle e affascinanti del mondo.
Sua Altezza Mozah bint Nasser al Missned, nonostante la classe 1958, sette figli, e già i primi nipotini, è sposata con l’emiro che allora era semplice erede al trono da quando aveva 18 anni.
Gli ha fatto girare la testa fin dal primo minuto. In Qatar infatti esiste la poligamia, e l’emiro è sposato anche con altre due cugine che gli hanno dato folta prole. Mozah è riuscita a metterle nell’ombra e ad esser scelta come first lady, l’unica che lo accompagna nelle visite di Stato. Ha imposto anche come erede al trono il suo primogenito, ritagliandosi il potere anche da emira madre. Un paio di anni fa ha aperto un profilo Twitter e uno Facebook, facendo concorrenza alla sua vera rivale nel mondo arabo, la regina Rania di Giordania, che ha 12 anni meno di lei. Ad ogni visita di Stato Mozah è capace di cambiare abito in una sola giornata anche sei sette volte: ne indossa uno diverso per appuntamento. Il suo fascino ha letteralmente stecchito i capi di Stato europei incontrati, generando anche qualche gag con Filippo di Inghilterra e re Juan Carlos in Spagna. Anche Giorgio Napolitano non è sembrato insensibile quando l’ha incontrata nel 1997 al Quirinale. Ha colpito tutti il fisico statuario e l’altezza, che solo poche modelle possono vantare. Perfino Carla Bruni ha dovuto cambiare scarpe, mettendosi i tacchi scartati in un primo momento per non sfigurare di fianco a lei durante la visita in Qatar da prima donna di Francia…