1/1/2012 - OPERA D' ARTE CONCETTUALE O NUOVA FORMA DI PROTESTA?
Mutande stese sotto casa di D'Alema Il giorno precedente l' esponente PD era stato minacciato dalla "Federazione Anarchica Informale"
Roma, quartiere Prati. Poche auto circolano il giorno del primo dell’anno. Verso le 14 poi nemmeno girano più gli ultimi irriducibili del veglione. Per terra residui pirotecnici, freddo pungente. Forse è questo clima post atomico che ha permesso a qualcuno di allestire un bel filo di panni stesi tra due semafori sotto casa di Massimo D’ Alema.
Il politico sicuramente sta passando le feste altrove, tanto che non c’è nessuna scorta o vigilanza armata dalle parti del suo portone. Difficile interpretare il senso del gesto di chi ha voluto mettere quella stesa di mutandoni ascellari d’ antàn, collant, calzini e canottiere di fronte alle finestre dell’esponente PD.
Forse è un’ allusione al fatto che l’ anno che inizia rischia di metterci in mutande? Ma perché dimostrare proprio a D’ Alema? Forse una maniera goliardica per ricordare il decennale dell’ Euro? Chissa?
Verrebbe da pensare anche a un possibile collegamento con la lettera che, il giorno precedente al capodanno e con la sigla "Eat e Billy" della Federazione anarchica informale, è stata recapitata nella sede centrale dell'agenzia di stampa Adnkronos, in Piazza Mastai, a Roma.
La lettera conteneva minacce al Partito Democratico, e in particolare a Luciano Violante e Massimo D'Alema.
In un'altra lettura la dimostrazione potrebbe riportare addirittura a una vendetta condominiale, del tipo "occhio per occhio mutanda per mutanda", di chi non approvò una battaglia moralizzatrice che ebbe una certa eco di stampa. A settembre, proprio nella stessa via, era scoppiata una protesta di residenti che portò alla chiusura di un sexi shop automatico, che aveva installato il distributore di oggetti erotici proprio accanto al portone dove risiede D' Alema e la sua famiglia.
ITALIANISCOSTUMATI IN RIFERIMENTO AI POLITICI CHE HANNO PORTATO IL PAESE A UN DEBITO PUBBLICO FUORI CONTROLLO... un paese che sta' nelle graduatorie che non ci fanno onore...un blog caotico e senza nessuna pretesa...
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martedì 17 aprile 2012
martedì 20 marzo 2012
FONDAZIONI... AFFARI E POTERE...
Fondazioni, i soldi e il potere
di Marco Damilano - L'ESPRESSO
Per finanziarsi, Rutelli ne usava una 'ambientalista'. Ma tutti i big della politica ormai ne hanno una: perché sono efficaci apparati di potere, al riparo da primarie e congressi, e permettono di avere rapporti riservati con gli imprenditori senza passare attraverso i bilanci (pubblici) dei partiti. Ecco la prima mappa di queste ricche lobby
Per finanziarsi, Rutelli ne usava una 'ambientalista'. Ma tutti i big della politica ormai ne hanno una: perché sono efficaci apparati di potere, al riparo da primarie e congressi, e permettono di avere rapporti riservati con gli imprenditori senza passare attraverso i bilanci (pubblici) dei partiti. Ecco la prima mappa di queste ricche lobby
(20 marzo 2012)
Avanti un'altra. La nuova fondazione è pronta, a lanciarla sarà il sindaco rottamatore Matteo Renzi, con alcuni intellettuali intervenuti alla stazione Leopolda di Firenze. E si aggiungerà alle altre: venti, trenta, per non contare associazioni e pensatoi come Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Uno spettacolo insolito per l'Europa. Il 17 marzo le fondazioni del socialismo europeo si sono riunite attorno al candidato della gauche all'Eliseo François Hollande: la tedesca Friedrich Ebert Stiftung, legata alla Spd, la Jean-Jaurès, vicina al Pse, la Italianieuropei di Massimo D'Alema (presidente della Feps che raccoglie le fondazioni progressiste europee). La stessa cosa? No, perché in Germania le fondazioni sono una per partito, finanziate quasi interamente da fondi pubblici, controllate dalla Corte dei conti, obbligate alla pubblicità e alla trasparenza dei bilanci. Mentre in Italia sui nomi dei benefattori si invoca la privacy "in quanto dai finanziamenti si potrebbe desumere l'orientamento di chi ha elargito il contributo": lo ha scritto lo stesso D'Alema quando il suo procacciatore Vincenzo Morichini fu coinvolto in un'inchiesta.
La fondazione in alcuni casi sostituisce le vecchie correnti. Ma più spesso è uno strumento modernissimo, prosperato nel deserto dei partiti di questi anni, comodo per leader e semi-leader, al riparo da primarie, congressi e altre fastidiose incombenze democratiche. Un apparato parallelo e incontrollato dove si seleziona una classe dirigente fuori dai partiti. Una camera di compensazione tra interessi pubblici e privati, in cui lobby pubbliche e private e politici possono finalmente incontrarsi, in modo del tutto legale. Nomi e ambienti che si intrecciano. Ecco una mappa, in attesa della fondazione Renzi. E delle prossime.
ITALIANIEUROPEI
La prima della serie (nata nel 1998), un modello per tutte le altre. Sedi altolocate (Palazzo Borghese, piazza Farnese), seminari a raffica (l'ultimo sulla corruzione, con il vice-presidente del Csm Michele Vietti), un patrimonio di un milione e 600 mila euro, una rivista mensile da appena mille abbonati e da 582 mila euro di pubblicità, a consultare il bilancio della società editrice Solaris (tra gli inserzionisti: Eni, Enel, British American Tobacco, Finmeccanica, Trenitalia, Monte dei Paschi). Più un'intensa e molto trasversale attività di fund raising che ha acceso la curiosità della magistratura, vedi i rapporti di Vincenzo Morichini con Luigi Bisignani e gli appalti Enac. Segretario è Andrea Peruzy, consigliere dell'Acea. Presidente è Massimo D'Alema, sostenitore dell'esigenza di superare i personalismi in politica e di ritornare ai partiti. Lui, però, in una sede di partito non mette piede da dieci anni: preferisce la sua fondazione personale.
FARE FUTURO
Dopo i formidabili anni in cui Farefuturoweb magazine lanciava la polemica sul velinismo in politica del Pdl e fu all'origine del divorzio tra Berlusconi e Fini, tra litigi e addii sono rimaste la sede in via del Seminario, la guida affidata all'ex vice-ministro per il Commercio con l'estero Alfonso Urso e la presidenza onoraria a Gianfranco Fini. Nel consiglio un poker di boiardi: Giancarlo Lanna, presidente della Simest (capitale quasi interamente pubblico, assiste le imprese all'estero), Ferruccio Ferranti (Nuovo Sistema Fiera di Milano), Emilio Cremona (presidente della Gse), Pierluigi Scibetta (ex cda dell'Eni in quota Fini). Cui si affianca il segretario Rosario Cancila: consulente di Urso al ministero e socio di affari della sua famiglia.
MAGNA CARTA
Fondato da Marcello Pera e oggi presieduto dal vice-capogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, sede in Palazzo Grimaldi Lazzaroni, è il più attivo think tank del centrodestra, in politica e nelle sponsorizzazioni. Petrolieri (Edoardo Garrone, Gianmarco Moratti, nel cda della fondazione), costruttori (Francesco Bellavista Caltagirone, anche lui nel cda, arrestato una settimana fa a Imperia), la British Tobacco. E Mediaset.
Tremonti getta le basi del suo futuro partito. Matteoli organizza pochi convegni ma molte cene natalizie
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