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domenica 4 novembre 2012

IL VIZIO DELLE RACOMANDAZIONI

IL VIZIO DELLA RACCOMANDAZIONE CHE NON CI FA' INDIGNARE PIU'

La «spintarella» provoca disuguaglianza
Un malcostume che inizia con la nascita

La causa maggiore della raccomandazione, in Italia, è proprio quella che ha messo in risalto il direttore generale dell'Aler: funziona. Nella pratica, non c'è un giudizio diffuso che sia di sincera condanna. Anzi, a molti sembra un sistema di vita che ha una sua efficienza. In un libro di qualche anno fa, intitolato La raccomandazione , l'antropologa americana Dorothy Louise Zinn diceva che il sistema comincia dalla nascita. Quando un italiano è pronto per venire al mondo, le probabilità che sua madre, appena arrivata in ospedale, abbia chiesto, tramite vari gradi di conoscenza, una stanza singola per starsene in pace, sono molto alte; ed esercita tramite terzi pressioni sulle infermiere, esprimendo la volontà di avere il proprio figlio tra le braccia, qualche minuto in più del consentito. Cioè, nella sostanza: qualche minuto in più degli altri.
Il sistema si alimenta fino alla fine dell'esistenza. Subito dopo, i congiunti si muovono tra conoscenze varie per ottenere un funerale migliore e una posizione favorevole al cimitero. In mezzo ai due punti estremi, ci sono le scuole, i concorsi, il lavoro; ci sono i posti al teatro, le file da saltare, i passaporti, i posti auto, un tavolo in giardino al ristorante, il pesce più fresco in pescheria, e via con un elenco lunghissimo di eventi minuscoli o sostanziosi nei quali la differenza la fa il tuo pacchetto di conoscenze, il minor grado possibile di separazione dal potente di turno.
La vita di un italiano, a prescindere dalle grandi corruzioni che sono in atto da tempo e che in queste settimane esplodono alla vista di tutti, è legata alla raccomandazione come a uno statuto naturale. Le tangenti, le minacce, le pressioni, gli imbrogli e le corruzioni sono conseguenza (quasi) naturale di un sistema di vita basato sul concetto di disuguaglianza. Perché in fondo la raccomandazione non serve ad altro che a creare una differenza tra me e tutti gli altri. Io voglio ottenere tramite una rete di amicizie cose, posizioni e rendite migliori; agli altri, lascio il resto. Non voglio accettare le regole condivise con la mia comunità: voglio qualcosa in più. Cioè: voglio vivere meglio degli altri.
Una comunità dovrebbe basarsi sul concetto contrario. Cercare cioè di ottenere il meglio per tutti. La raccomandazione invece distribuisce disparità, e come conseguenza crea sfiducia nella neutralità. Se vado al ristorante, in fondo ho paura che mi rifilino cibo meno buono, perché non mi conoscono. E il cibo buono lo riservino per coloro che hanno ottenuto la raccomandazione. Ma non mi rendo conto che tale pratica l'ho messa in moto io tutte le altre volte. La vita italiana, nella sostanza, è modellata sull'ossessione che si ha in provincia: lì, non conta cosa vuoi fare, ma quante persone conosci.
Ora, non tutti gli italiani che praticano la raccomandazione quotidiana sono abili a farne una pratica di corruzione ad alto livello. Però è come se qui la vita fosse un continuo allenamento, una lunghissima preparazione atletica, minuziosa e quotidiana, al malcostume, alla disuguaglianza dei diritti, alla propensione al privilegio. E quindi, chiunque abbia il talento di approfittarne, arriva con il massimo della preparazione.
Il problema, però, non è se ogni italiano sia propenso a diventare il protagonista delle ruberie della scena italiana. No: quello che riguarda tutti noi, è se abbiamo la forza di riconoscere, indignarci e reagire, quando qualcuno procede per vie traverse - noi che siamo abituati fin dalla nascita a vivere in un mondo così. E ci sembra anche che, un mondo così, bene o male, abbia funzionato.

giovedì 7 giugno 2012

GIOVANNI MINOLI...LA STORIA SONO IO...




È davvero un peccato che Giovanni Minoli, quello de «La Storia sono io», non condurrà il talkshow del giovedì sera che dovrebbe sostituire la vacatio di Santoro. Minoli era l’ideale, perché le ha davvero tutte. Giovane: ha solo 67 anni. Dinamico: è pensionato dal 2010 e da poco prima, cioè, che la Rai vietasse le collaborazioni ai dirigenti pensionati. Umile: ha un contratto con la Rai per due milioni di euro e pare ne volesse altrettanti per il talkshow. Incorruttibile: è solo per caso che le sue redazioni siano cognomeidi.



Trasparente: ha solo il suocero ex direttore storico della Rai, la moglie a capo della società Lux (che ha il più alto budget in Rai) e il cognato ministro. Indipendente: è appeso ai partiti come Tarzan alle liane ed è stato solo martelliano, veltroniano, prodiano, berlusconiano (non richiesto) e soprattutto craxiano; in uno spot in cui intervistava Craxi in un supermercato (1987) Minoli stava alla cassa; in una lettera ancora a Craxi (1989) concludeva così: «Se servo, ci sono».

È pure un investimento: è lui che ha prodotto il disastro di Agrodolce per cui la Rai è stata condannata a pagare vagonate di milioni (e altre cause sono in corso) con 300 persone che perderanno il lavoro. È lui che ha prodotto le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia con ascolti degni dei Mille di Garibaldi. Insomma, è un peccato.

sabato 28 aprile 2012

LARGO AI GIOVANI - GIANCARLO LEONE


di Fabio Traversa - Ecco l'intervista a Repubblica del direttore Intrattenimento Rai. Novità in palinsesto, rinvii di produzioni a causa dei tagli al budget e dichiarazioni sulla concorrenza.


"Entro la fine dell'anno avremo lanciato sei nuovi programmi tra Rai1 e Rai2, vogliamo andare incontro a un pubblico meno adulto". Lo afferma, in un'intervista a La Repubblica, il direttore dell'intrattenimento Rai, Giancarlo Leone.

Dopo i già partiti Tale e quale show (voto: 6,5) e E' stato solo un flirt? (6,5) "sperimenteremo Amici miei, ispirato alle storie di Monicelli" e, ancora "Rai1 avrà tre prime serate di intrattenimento (il mercoledì, infatti, sarà libero dalla Champions che andrà in onda su Canale 5, ndB) e Vanessa Incontrada (foto: Infophoto) farà uno show comico. Rai2 farà un 'adventure' reality senza studio e conduttore, montato in esterna, in Asia. Speriamo di proporre The voice, il talent musicale, l'anno prossimo. Vista la contrazione dei ricavi pubblicitari siamo stati costretti a fare tagli".
Confermata Antonella Clerici (7) il sabato con Ti lascio una canzone, "Ballando con le stelle tornerà a fine 2013, mentre "la rete e la direzione generale dovranno pronunciarsi sul futuro dell'Isola dei famosi", prosegue Leone che quanto a volti nuovi aggiunge: "Useremo il Teatro delle Vittorie per la rinascita del 'one man show', una serie di pezzi unici sul modello di Studio Uno con uomini di cinema, tv, teatro e volti nuovi. Il titolo è Stasera con...".

Per Sanremo, poi, "lavoriamo senza produttori esterni, speriamo di annunciare il conduttore e giugno. Fazio, Conti, Frizzi? Tutti nomi validi", e, Sanremo a parte, Fazio su Rai1? "Se la rete deciderà una svolta editoriale che vada incontro a un pubblico meno scontato, Fazio è maturo per fare il salto da Rai3 a Rai1", risponde Leone che conferma quindi il ritorno di Pippo Baudo (6,5) da settembre per Rai3 con Viaggio in Italia e spiega che Raffaella Carrà (7) "non è prevista in autunno ma ci ha portato un'idea interessante, una sorta di telent".

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bene bene è tutto un programma per una casa di riposo...sembra sia in arrivo un altra fiction sui santi della LUX VIDA del giovincello Ettore Bernabei ex direttore Rai, Santa Barbara protettrice dei fulmini...(...) e poi una fiction su Don Giussani interpretato da Formigoni?

venerdì 23 marzo 2012

GIULIANO FERRARA SALVA LA RAI - VA TUTTO BENE PERCHE' COMMISSIONARLA?

GIULIANO FERRARA IERI SERA A RADIO LONDRA...ha fatto uno spot a favore della Rai...va tutto bene , ha detto perche' commissionarla?
Giuliano Ferrara è un altro che da mamma Rai becca una paccata di soldi pubblici:
Ferrara ha un contratto triennale da 1 milione e mezzo di euro (il tipo è anche Direttore del Foglio) il suo Qui Radio Londra dal 14 marzo 5 giorni su sette, subito dopo il Tg1 e senza pubblicità (quindi senza ricavi per la Rai), fino a marzo 2013 (con possibilità di rinnovo di un altro anno).
Prevedo un AMARCORD della Ercolani alla Rai anche per lui!

lunedì 19 marzo 2012

PIPPO BAUDO E LA RAI


Rai/ Pippo Baudo: Ci vorrebbe uno come Marchionne - 17 ore fa
E' quanto afferma Pippo Baudo, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "Leggo che il governo - dice Baudo - avrebbe intenzione di enfatizzare il ruolo ...
I giornali bisogna pur riempirli, ma una intervista a Pippo Baudo di mezza pagina mi sembra esagerata. Che dice?
Pippo ha 75 anni, e di solito a questa eta' si sta' in pensione e si dice: largo ai giovani...in Italia no e Pippo si lamenta che non lo fanno lavorare, si è accorto a 75 anni che in Rai comanda la politica, e naturalmente quando ci sono le votazioni chi poi vince corre in Rai a pretendere il cambio di guardia...(...)

Pippo invoca Marchionne per dare una sistemata al "materiale umano" della Rai...il materiale umano sarebbe la bassa manovalanza della Rai, l'alta manovalanza quella che conta Pippo la elogia...elogia per esempio Ettore Bernabei democristiano doc...aggiungo io, quello che ha poi creato una sua societa' familiare privata che vende i suoi prodotti alla Rai...prodotti nazional popolari da trasmettere in prima serata per tutta la famiglia del mulino bianco!
Povero Pippo dopo 53 anni di duro lavoro in Rai vorrebbe tornare, sarebbe tornato con un programma chiamato Mister Giallo, Mazza messo in Rai da Gianfranco Fini dice okay pero' le parti filmate devono appartenere alla Goodtime di proprieta' di Gabriella Buontempo moglie di Italo Bocchino, e cosi lamenta Pippo quando il progetto arriva a Mauro Mazza, nel frattempo diventato Berlusconiano dopo l'uscita di Fini dal pdl, Masi dice no, non si fa'...(...)
Povero PIppo!




venerdì 16 marzo 2012

RACCOMANDAZIONI...REATO


La raccomandazione sarà reato. Come la corruzione tra privati
ROMA -

"Cercati una raccomandazione"
ti diceva mamma quando le speranze di trovarti un lavoro, magari l'agognato posto fisso, si erano ridotte al lumicino. Diceva mamma, perché anche la raccomandazione, o spintarella, finirà nel baule dei ricordi. Al supervertice tra il premier Monti e i segretari dei partiti che lo sostengono, Bersani-Alfano-Casini, si sarebbe raggiunta un'intesa di massima sul pacchetto giustizia. La legge anti-corruzione ripristinerà vecchi reati come il falso in bilancio, estenderà i tempi di prescrizione e abolirà la concussione rivista come estorsione e più in generale compresa nella corruzione,
come vuole l'Ocse
(per la gioia di Berlusconi, era l'accusa più solida al processo Ruby).
In più introduce nuovi reati, come la corruzione tra privati e il traffico di influenze, volgarmente dette raccomandazioni. Si vedrà quale sarà lo strumento adottato, anche se sembra scartata l'ipotesi di una legge delega in favore di un emendamento del governo a un testo già in discussione in Parlamento: un compromesso per consentire un minimo di discussione senza esporre il provvedimento al rischio di essere svuotato in Parlamento. In ogni caso qui interessa registrare una piccola rivoluzione nel costume nazionale: raccomandazioni, segnalazioni di casi umani, promozioni, trasferimenti. Un dossier scoperto nel 2005 alle Poste Italiane si occupava di fare ordine a questo traffico di influenze sotto il nome di "Casi in evidenza delicata". Delicatamente venivano annotati i nomi di politici, sindacalisti, manager, cardinali nella veste di "segnalatori": un Bignami preciso al dettaglio della lottizzazione e spartizione di ogni posto disponibile pubblico o parapubblico. In Europa, secondo l'lSFOL, il 30,7% degli occupati ottiene l'impiego grazie alle segnalazione di un conoscente, mentre la media delle persone che si affida alle segnalazioni, per trovare lavoro è del 68,9%, in Italia la percentuale sale è al 76,9%. In Germania ciò avviene nel 40% dei casi, in Belgio 37%, in Finlandia 35%. Con percentuali più gravi dell'Italia ci sono solo l'Irlanda, Spagna e ultima la Grecia con il 92,2% di raccomandazioni. Italia, Irlanda, Spagna, Grecia, c'entreranno qualcosa le raccomandazioni a go-go con i debiti monstre? In sostanza in Italia, fatto 100 il numero delle assunzioni solo il 2,9% passa attraverso i centri per l’impiego, Il 5,7% da società di somministrazione o selezione del lavoro. Il 2,3% attraverso gli annunci sulla stampa e su Internet, il 24,6% con curriculum e banche dati aziendali. La quota maggiore, pari al 65% delle assunzioni, passa per altre vie (raccomandazioni, segnalazioni di amici, parenti e altri). Insomma la tendenza deve essere invertita, è obbligatorio eticamente, è non rinviabile per tentare un aumento della produttività e della crescita economica. Certo non basta una legge per cambiare il carattere degli italiani, come un po' avventatamente si era proposto il professor Monti. L'esempio viene prima di tutto e quello offerto dai politici è decisamente pessimo. Ma ciò non riguarda esclusivamente la sfera morale, trovare un lavoro per tutti, indistintamente, fu un obiettivo di politica sociale perseguito dai grandi partiti, nessuno escluso. L'aiutino dell'amico influente fa parte del paesaggio umano italiano, almeno quanto la basetta o il capello impomatato. Alberto Moravia gli dedicò uno dei Racconti Romani. Descrive la breve odissea di Cesarano Alfredo, "disoccupato e sfinito" e sballottato in mezzo a una folla di segnalatori: alla fine di una estenuante staffetta, dall'autista Pollastrini che lascia all'impiegato Merluzzi, prima di arrivare dallo Scardamazzi, per finire all'avvocato Moglie, trova lavoro. Provvisorio, in attesa della raccomandazione giusta. Quell'epoca è tramontata, l'intendenza cominci a seguire. Forse anche il servizio pubblico ci penserà due volte prima di riproporre in prima serata trasmissioni come "I raccomandati", vista alla Rai una specie di ammissione di colpevolezza. Tuttavia, vedremo come riuscirà la magistratura a trascinare qualcuno in tribunale con l'accusa di aver segnalato un amico, un parente e in cambio di cosa. Certamente non sarà retroattivo, altrimenti tre quarti d'Italia sarebbe sotto accusa per aver usurpato un posto immeritato, insieme all'altro quarto per segnalazione continuata. La telefonata Berlusconi-Saccà, un monumento alla spartizione lottizzatoria è un punto di partenza. Con l'avvertenza, però, che insieme al neonato reato a nome traffico di influenze, ci sarà, molto probabilmente, una stretta significativa alle intercettazioni telefoniche e alla loro diffusione mediatica. Speriamo comunque in un ritorno della crescita e della meritocrazia. Altrimenti è meglio raccomandarsi al Padreterno. O diventerà reato anche quello?
FONTE: BLITZ