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mercoledì 21 settembre 2016

RAPPORTO ESPAD...ALCOL E DROGHE TRA GLI ADOLESCENTI...


FUMATORI ADOLESCENTI, L’ITALIA (PURTROPPO) È PRIMA IN EUROPA


adolescenti fumo

L’Italia ha raggiunto un primato purtroppo negativo per quanto riguarda gliadolescenti e il fumo. Infatti il nostro Paese è il primo in Europa per il numero di adolescenti fumatori.
Si tratta di quanto emerge dal rapporto Espad - European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs che per la sesta volta dal 1995 ha raccolto i dati relativi alla diffusione di fumo, alcol e droghe tra gli adolescenti.
La ricerca è stata condotta tra gli adolescenti delle scuole di 35 Paesi europei. La percentuale di adolescenti fumatori in Italia è del 37%, ben al di sopra del campione generale europeo che tocca il 21%.
Nella classifica degli adolescenti fumatori subito dopo l’Italia troviamo la Bulgaria e la Croazia, con il 33%, mentre agli ultimi posti ecco l’Islanda e la Norvegia che con il 6% e il 10% sono i Paesi europei dove la percentuale di adolescenti fumatori è inferiore.
Il sondaggio tiene conto anche dell’età in cui i giovanissimi cominciano a fumare. In Italia, ma anche in Francia, a Cipro e in Romania, gli adolescenti tendono ad accendere la prima sigaretta quando non hanno ancora compiuto 13 anni.
La ricerca non riguarda soltanto le sigarette ma anche l’uso della cannabis tra i giovani. Per quanto riguarda la cannabis, il Paese con più adolescenti che ne fanno uso è la Repubblica Ceca, con il 37%. In Italia invece la percentuale da questo punto di vista è del 15% per quanto riguarda gli adolescenti che hanno fumato cannabis negli ultimi trenta giorni.
Tra gli adolescenti si sta inoltre diffondendo il consumo delle nuove droghe psicoattive(Nps) che sono più diffuse rispetto ad altre droghe già note, come ecstasy, anfetamina, cocaina e Lsd. La percentuale degli adolescenti che hanno assunto droghe psicoattive negli ultimi 12 mesi è del 5% in Irlanda e in Italia, del 6% in Bulgaria e Croazia e dell’8% in Polonia e in Estonia.
Inoltre, per quanto riguarda il consumo di alcolici, dalla ricerca emerge che tra gli adolescenti europei è diminuito dal 56% al 48% per quanto riguarda l’uso corrente e dall’89% all’80% nel consumo una tantum. In Italia in ogni caso l’84% degli studenti ha bevuto alcolici almeno una volta nella vita.
Infine, oltre al problema del fumo e dell’abuso di alcol e droghe tra gli adolescenti, la ricerca si sofferma sui rischi per i più giovani legati ad internet e al gioco d’azzardo. In Italia gli adolescenti si connettono ad internet 6 giorni su 7 in media, usano soprattutto i social network e le app per giocare, solo il 3% riferisce di aver giocato abitualmente e di frequente d’azzardo.
Riconoscete queste abitudini nei vostri figli e negli adolescenti di oggi?

mercoledì 12 febbraio 2014

TRAFFICO DROGA...

La polizia rompono rete transatlantica degli Stati Uniti e famiglie del crimine italiane

Ventiquattro arresti effettuati dopo l'operazione di due anni dalla FBI e polizia italiana in materia di traffico dalla famiglia Gambino e 'Ndrangheta
Operazione Ponte Nuovo
Italiana antimafia procuratore Franco Roberti, procuratore degli Stati Uniti William Nardini, e il portavoce della polizia italiana Raffaele Grassi danno una conferenza stampa sull'operazione nuovo ponte arresti. Fotografia: Filippo Monteforte / AFP / Getty Images
La polizia in Italia e negli Stati Uniti hanno effettuato una serie di arresti in un'operazione congiunta volta a fracassare una nuova rotta per il traffico di droga e di armi che i funzionari dicono che aveva portato insieme alla famiglia Gambino di New York e la mafia calabrese, o 'ndrangheta.
Raffaele Grassi, un portavoce della polizia italiana, ha detto che 24 persone erano state arrestate nei raid, con altri due ancora ricercati.Diciassette di loro erano stati arrestati in Italia, ha detto, e sette a New York dall'FBI.
Operazione "Ponte Nuovo", aveva smantellato un importante piano criminale destinato a facilitare il commercio internazionale di droga, di armi e di riciclare denaro tra Italia, Stati Uniti, Canada e America Latina, ha detto la polizia.
Il procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di New York, Loretta Lynch, ha detto che grazie al funzionamento transatlantico, "la 'Ndrangheta sforzi per ottenere un punto d'appoggio a New York sono stati inferto un duro colpo duratura".
Come risultato di due anni di indagini svolte dalla polizia su entrambi i lati dell'Atlantico, gli investigatori hanno detto di aver ostacolato la consegna di 500 kg di cocaina al porto calabrese di Gioia Tauro dalla Guyana. I farmaci sono stati di essere arrivati ​​sulle coste italiane nascoste in lattine di ananas, cocco e pesce congelato, la polizia in Italia e negli Stati Uniti ha detto.
Sono stati trovati container intercettati provenienti dalla Guyana a contenere più di 7 milioni di dollari di cocaina nascosta in ananas e latte di cocco.
L'FBI ha aggiunto: "'i membri del clan di ndrangheta cospirato con i membri della Gambino organizzata famiglia criminale di New York, nel tentativo di infiltrare la nostra zona con le loro attività illegali Sotto gli auspici delle imprese di trasporto legittimi, i due gruppi criminali hanno lavorato insieme per stabilire una. piano di cocaina ed eroina tra gli Stati Uniti e l'Italia in movimento. "
Uno degli elementi più sorprendenti dell'operazione è stata la "nuova alleanza" tra la famiglia Gambino - tradizionalmente legato a Cosa Nostra (la mafia siciliana) - e la 'ndrangheta, ha detto Grassi.
Mentre nel 2008 un'altra operazione - Ponte Vecchio - era concentrata sui legami tra Cosa Nostra negli Stati Uniti e le sue controparti a Palermo, ha detto, "ora stiamo assistendo a una realtà diversa".
"Stiamo vedendo che ci sia un canale di comunicazione sempre aperto con la famiglia da New York, ma che questo canale di comunicazione è ora gestito dalla 'ndrangheta, che ha sostituito la Cosa Nostra nei rapporti con la famiglia Gambino", ha detto il Guardiano.
Estremamente potente e con "mire espansionistiche", ha detto, la mafia calabrese ha "spiato un'alleanza importante con la famiglia Gambino perché la famiglia Gambino, a sua volta, ha importanti relazioni con i cartelli della droga messicani."
Stefano Vaccara, direttore di La Voce di New York e un esperto di mafia, ha detto che gli arresti hanno sottolineato una nuova strategia per la mafia-based americano. "La mafia statunitense capire chiaramente che la Cosa Nostra siciliana è stato talmente indebolito che ha permesso alla 'ndrangheta a salire. La mafia americana dicesse:' Siamo spiacenti, amici, non è modo di fare business più '."
Secondo l'accusa non sigillata ieri / Martedì a New York, il presunto lynch-pin dell'operazione contrastato era Franco Lupoi, 44, un residente di Brooklyn che in precedenza vivevano in Calabria. Father-in-law di Lupoi, Antonio Simonetta, era fra gli arrestati in Italia ed è accusato di essere un membro del clan Ursino della mafia calabrese.
Un agente sotto copertura dell'FBI è accusato di essere stato presente come Lupoi e Simonetta hanno discusso i piani per spedire cocaina ed eroina dal porto calabrese di Gioia Tauro - una roccaforte della mafia ben noto - per gli Stati Uniti. Gli atti giudiziari dicono che i due presunti cospiratori venduto più di 1,3 kg di eroina ad un agente sotto copertura dell'FBI, pensando che sarebbe stato distribuito attraverso gli Stati Uniti.
I sette uomini arrestati a New York accuse faccia di traffico di stupefacenti, riciclaggio di denaro e armi da fuoco i reati. Se condannato, Lupoi e due dei suoi co-imputati, Alexander Chan, 46, e Jose Garcia, 47 anni, potrebbe essere condannato a vita.
Gli agenti sia dal FBI e la polizia italiana - alcuni di loro sotto copertura - hanno lavorato insieme sul funzionamento congiunta, hanno detto i funzionari.
"Abbiamo capito la 'ndrangheta ha voluto creare un ponte con gli Stati Uniti per spostare stupefacenti attraverso l'oceano," magistrato US Marshall Miller è stato citato da NBC News come dicendo. "Che la 'ndrangheta non sapeva era che un ponte molto più forte esisteva già tra gli Stati Uniti e l'Italia -. Quello della cooperazione tra le nostre forze"

domenica 24 marzo 2013

BASTA COCAINA...


Nelle piazze dello spaccio
per dire stop alla cocaina

"Tiradritto": da un'idea di Paolo Berizzi in collaborazione con il Dipartimento politiche antidroga, una campagna unica per riappropriarsi degli spazi urbani 'rubati' dalla polvere bianca e occuparli con dibattiti pubblici. Un viaggio itinerante, col sostegno di moltissimi artisti - da Favino a Kasia Smutniak - che toccherà 15 città italiane. Si parte da Tor Bella Monaca (Roma) il 27 marzo per arrivare fino a Milano "coca-city"

di ALESSIA MANFREDI 

OCCUPARE i fortini dello spaccio per sottrarli agli spacciatori e restituirli alla legalità almeno per un giorno. Dire stop alla cocaina, liberando gli spazi che ha conquistato in sordina e riempirli con la parola. Da Roma a Milano, quindici tappe per un'iniziativa unica nel suo genere, lontana anni luce dalle aule dei convegni e tutta giocata in strada, a cielo aperto. Per parlare di droga, del suo potere diffuso, di come regola e stravolge dinamiche sociali e urbane, andando dritti nella tana del lupo, là dove viene venduta.   

Si chiama "Tiradritto", invito fin troppo chiaro, e vuole ribaltare la prospettiva, ambientando in quei luoghi sottratti alla gente e alla città dibattiti pubblici con amministratori, rappresentanti delle istituzioni, della cultura, dello spettacolo, del giornalismo; operatori sociali, medici, mondo del volontariato e dell'assistenza. E semplici cittadini, insieme per denunciare una piaga sociale che viene ancora sottovalutata, figlia del nostro tempo. 

Il progetto. L'iniziativa (qui la pagina Facebook) - in collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga, della presidenza del Consiglio e del Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione - nasce da un'idea di Paolo Berizzi, inviato di Repubblica, che nel suo ultimo libro-inchiesta, "La Bamba", uscito per Dalai nel 2012, insieme ad Antonello Zappadu ha seguito passo per passo il percorso della polvere bianca dalla foresta amazzonica colombiana fino alle piazze italiane, con capolinea Milano "coca-city".  

Ubiqua, facilissima da trovare, sempre meno cara, la cocaina regna sovrana nel mercato degli stupefacenti. Democratica, arriva ovunque: dal camionista al pilota, dal chirurgo al parlamentare, dallo studente al manager. Perfettamente inserita in ogni strato della società, dà vita ad un gigantesco business.  

"E' la prima volta che si fa una campagna del genere per la droga in Italia. Quando mi è venuto in mente di provarci, ho subito condiviso l'idea con Elsa Di Gati, giornalista di Rai 3, che modererà i 'talk'. Al progetto contribuisce insieme ad una squadra di professionisti, tutti volontari, con grande energia, intelligenza e passione", racconta Berizzi. 

La prima tappa. Si parte da Tor Bella Monaca, Roma, il 27 marzo alle 15 per il primo "talkstreet", organizzato con il sostegno della Croce Rossa Italiana e della comunità Villa Maraini. "Sarà, appunto, un dibattito in strada", spiega. Niente palchi, solo sedie all'aperto in mezzo alla gente. "Racconteremo le dinamiche legate al traffico di cocaina e con esperti di diversi campi parleremo dell'impatto che la coca ha sulla nostra quotidianità". 
 
Il luogo scelto per l'inizio del viaggio è la Pinetina, cuore dello spaccio romano e una delle piazze più calde del Lazio. Non vuole essere una provocazione, ma una sfida. Che è piaciuta a diversi artisti come Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Marco Giallini, Matteo Garrone, Pasquale Pozzessere, Marco Lodoli, Massimo Wertmuller, Flavio Insinna e molti altri ancora. Ognuno con la propria sensibilità aiuterà a diffondere il messaggio e ad arricchire il dibattito, per aprire un dialogo con il territorio: informare ma anche ascoltare. 

"Deve essere chiaro agli occhi di tutti, ma soprattutto dei ragazzi", ricorda Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga, "che chi acquista anche una piccola quantità di droga, di qualsiasi droga, per il proprio piacere personale o perché ne è dipendente, purtroppo finanzia le mafie, la loro violenza e il mal affare delle organizzazioni criminali nonché il terrorismo". Senza contare, aggiunge, gli effetti nocivi sul cervello causati dall'uso di cocaina, in particolare nei giovani. 

Gli altri appuntamenti. L'occupazione letteraria lascerà Tor Bella Monaca per arrivare a Napoli, Scampia, e poi a Bari (Japigia), Palermo (Zen), Cagliari (Sant'Elia), Perugia (Via del Macello), Firenze (Santa Croce), Bologna (San Vitale), Torino (Porta Palazzo), Padova (Via Anelli), Verona (Porta Nuova), Varese (Piazza della Repubblica), Brescia (Piazzale Arnaldo), Bergamo (Malpensata), e terminare a Milano (Corso Como). Un percorso che porta dritto al 26 giugno, giornata mondiale contro le droghe e l'illegalità. 

Le realtà toccate sono molto lontane fra loro: Scampia è molto diversa da Verona, lo Zen di Palermo non è Bergamo. "Ogni città ha una storia a sé, caratteristiche identitarie diverse, forme di spaccio diverse. Per questo mi aspetto reazioni differenti, di certo anche il fastidio di chi tiene i fili dei 'fortini'. L'importante però è avere un riscontro della gente, sia positivo che negativo", racconta Berizzi. 

"Tiradritto, stop cocaina": un invito rivolto ai più giovani, quelli più a rischio, per cui la coca dovrebbe tornare ad essere solo una bibita. Ma anche agli spacciatori: lasciate perdere, almeno per un giorno, lasciate liberi questi spazi. Una scommessa e un'iniezione di fiducia: per ricordarsi, come si legge nella presentazione del progetto, come ci si sente bene padroni di noi stessi. Anche solo per un pomeriggio.
(22 marzo 2013)


martedì 27 novembre 2012

GIANLUIGI NUZZI...INTERVISTA LA MOGLIE DEL RE DELLA COCAINA ...


ROBERTO CALVI IN DEBITO CON PABLO ESCOBAR?  

FONTE QUI

INTRECCI MAI VISTI! IL BANCHIERE DEL BANCO AMBROSIANO ROBERTO CALVI IN DEBITO CON PABLO ESCOBAR? - LA VEDOVA DEL RE DELLA COCA RACCONTA UN RETROSCENA INEDITO - “CALVI ERA IL SOCIO ITALIANO DI MIO MARITO, POTEVA FARE DA GARANTE PER NOI” - GUNTER SACHS, L’EX MARITO DI BRIGITTE BARDOT, DISSE AD AYDA SUAREZ: “CALVI È MOLTO SPAVENTATO PERCHÉ PABLO ESCOBAR RIVUOLE I SUOI SOLDI SULLA BANCA DI NASSAU…”

DagoSpia


G. Fas. per il "Corriere della Sera"

Una vedova che racconta vecchi segreti. Legami insospettabili, intrighi inediti. E dubbi nuovi che si affacciano sulla scena di storie sepolte dagli anni. Quella vedova si chiama Ayda Suárez Levy, classe 1934. Sposata dal 1958 al 1981 con il boliviano Roberto Suárez Gómez, dal quale ha avuto quattro figli.
Roberto CalviROBERTO CALVI
E adesso, per la prima volta, Ayda racconta davanti alle telecamere quello che ha scritto in un libro già pubblicato in America del Sud e in uscita (domani) in Italia per Mondadori (Il re della cocaina). L'ha intervistata Gianluigi Nuzzi, giornalista autore di «Vaticano SpA» e «Sua Santità» che - a partire da stasera - firmerà anche una serie di inchieste per L'Infedele, in onda su La7 alle 23.30
pablo escobarPABLO ESCOBAR
Raccontando la vita del marito, dal quale si separò dopo aver scoperto il coinvolgimento nel narcotraffico internazionale, Ayda racconta gli accordi di Suárez con i governi cubano e delle Bahamas per favorire l'ingresso della droga negli Stati Uniti. Ma rivela anche contatti italiani. Per esempio quello con Roberto Calvi, il banchiere ritrovato morto sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, il 17 giugno del 1982 (un omicidio di cui non si conoscono ancora né autori né mandanti). Da cinque giorni lo cercava la polizia di tutt'Europa perché coinvolto nello scandalo finanziario del crac del Banco Ambrosiano.
GIANLUIGI NUZZIGIANLUIGI NUZZI
Ora la vedova di Suárez spiega al microfono di Nuzzi che Calvi «era il socio italiano di mio marito» e che «poteva fare da garante per noi. Lui disse che con un garante di quel livello sarebbero andati molto meglio i suoi affari. Con la cocaina immagino, lui non fu esplicito ma immagino fosse così». E poi un episodio inquietante che chiama in causa Gunter Sachs, l'ex marito di Brigitte Bardot morto suicida l'anno scorso.
Nell'intervista Ayda racconta che sei mesi prima della morte di Calvi lei e Suárez erano in Svizzera e lì incontrarono Sachs che parlò del banchiere all'amico boliviano. «Calvi è molto spaventato perché Pablo Escobar rivuole i suoi soldi sulla banca di Nassau» avrebbe detto Sachs a Suárez chiedendogli un consiglio per conto di Calvi. Stando a questa versione, Escobar avrebbe quindi avuto un credito che voleva fosse restituito attraverso la banca, appunto, di Nassau (Bahamas) che era la consociata estera del Banco Ambrosiano.
Gunter Sachs e Brigitte BardotGUNTER SACHS E BRIGITTE BARDOT
Rivelazioni che aprirebbero un fronte abbastanza nuovo nella vicenda Calvi: i contatti, cioè, fra il banchiere italiano ed esponenti del cartello di Medellin (accennati appena in un vecchio rapporto dell'Fbi).
Ayda Suárez Levy ricorda che dopo quel breve incontro in Svizzera, suo marito e Sachs si rividero a Nizza e da lì andarono insieme in Toscana per parlare con Calvi e cercare di risolvere il problema di quei soldi da restituire a Escobar. Ma dell'esito di quell'incontro la vedova non racconta dettagli.
Mentre ne svela molti sulla ricchissima famiglia di suo marito (morto d'infarto nel 2000) e sui mille legami che quell'uomo riuscì a imbastire in tutto il mondo per far crescere i suoi affari. Nel libro Il re della cocaina si parla di «quasi due tonnellate di pasta di coca al giorno» che Suárez inviava, «dai suoi laboratori nella giungla boliviana ai soci del cartello di Medellín, detentori del know how della raffinazione della droga».

domenica 25 novembre 2012

L'ONU E' PREOCCUPATO? DA QUANTI ANNI?



Afghanistan, cresciuta del 18%
la produzione di oppio FONTE QUI

Continua a crescere la produzione di oppio in Afghanistan, dove la superficie destinata a questo tipo di voltivazione è aumentata del 18% quest'anno, spingendo le Nazioni Unite a lanciare un serio allarme".Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia dell'Onu per la lotta alla droga e al crimine (UNODC), gli alti prezzi dell'oppio (circa 196 dollari al chilo) stanno spingendo sempre più contadini verso questo tipo di coltivazione, un business che rappresenta sempre fra il 4 e il 7% del prodotto interno lordo del paese. In Afghanistan, dove viene prodotto il 90% dell'oppio di tutto il mondo, sono stati oltre 100 gli agenti delle forze di sicurezza che sono rimasti uccisi quest'anno mentre cercavano di smantellare i campi di produzione e i talebani guadagnano almeno 100 milioni di dollari ogni anno riscuotendo tasse dai coltivatori. Un incremento del 18% rappresenta un serio segnale di allarme, è come una sveglia, ha commentato il rappresentante dell'UNODC per l'Afghanistan, Jean Luc Leahieu, nel corso di una conferenza stampa a Kabul. I progressi fatti negli scorsi anni sono stati cancellati. fonte: AVVENIRE

lunedì 22 ottobre 2012

EROINA DI MASSA...


DROGA, ALLARME IN PIAZZA LEONARDO DA VINCI
Droga, tornano le siringhe: Il preside ai maestri «Nel parco non portate gli alunni»
Spaccio di eroina in zona Politecnico. Gli abitanti di piazza Leonardo da Vinci: più controlli

MILANO - È una storia che sembra risalire dalla memoria della città vecchia ormai di vent'anni, dal tempo in cui le ambulanze correvano nei giardinetti e nei parchi per soccorrere ragazzi in overdose, gli anni dell'eroina «di massa». Da quel periodo sembra arrivare la circolare appena firmata dalla preside della scuola «Leonardo da Vinci», antichissimo istituto pubblico affacciato sulla stessa piazza del Politecnico. Solo che quella circolare è di venerdì (data: 19 ottobre 2012), e avverte prima di tutto gli insegnanti: «In considerazione della presenza di siringhe... si suggerisce di non uscire con gli alunni in piazza durante gli intervalli».

RACCOMANDAZIONE - È una precauzione, una raccomandazione. Non significa che Leonardo da Vinci sia tornata una piazza dell'eroina come negli anni Ottanta. È solo la dimostrazione del fatto che, come ripetono gli esperti, l'eroina ha ceduto abbondanti quote di mercato alla cocaina, ma resta una droga ampiamente disponibile, trafficata e consumata. E così accanto a vecchi tossicodipendenti, quelli in là con gli anni, stanno aumentando da un po' i nuovi consumatori. Ripetono gli abitanti delle zone intorno al Politecnico: di sera non è raro vedere qualche spacciatore, come non è inconsueto trovare qualche siringa usata al mattino.

I GENITORI - «In quell'area verde (che arriva fino a viale Romagna, ndr) non soltanto vanno a giocare i bambini della scuola e del quartiere - spiega Luigi Amorese, rappresentante dei genitori della "Leonardo da Vinci" - ma il parco viene anche utilizzato da alcune classi per la ricreazione. Per questo vorremmo ricevere informazioni più complete il prima possibile». È la stessa preside ad assicurare di aver già «tempestivamente informato gli organi competenti»; il comando dei vigili di via Ponzio ha ripreso da qualche giorno i controlli specifici nei parchi della zona; qualcuno spiega che fino a qualche tempo fa i tossicodipendenti si rifugiavano in un luogo più nascosto e inaccessibile, una delle villette abbandonate di via Apollodoro, che ora è stata occupata dal «Collettivo Lambretta». Quando entrarono, i ragazzi ripulirono e buttarono via centinaia di siringhe.

Federica Cavadini Gianni Santucci