mercoledì 22 agosto 2012
Tempi di
tagli in Italia, ma non proprio per tutti. Il decreto del presidente del
Consiglio Mario Monti, quello con cui è stato fissato per legge che chi
lavora per l'amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del
primo presidente della Corte di Cassazione (294mila euro l’anno), non è
stato digerito da tutti. A guidare la fila dei ribelli ci sarebbeAntonio Manganelli:
il capo della polizia, il manager pubblico più pagato d’Italia, avrebbe
infatti presentato ricorso contro quel decreto che, di fatto, gli
dimezza lo stipendio che oggi lo vede percepire qualcosa come 621mila
euro all'anno.
La polemica
del capo della polizia sulla notevole decurtazione della sua busta paga
è solo la prima ufficiale, e non è da escludere che possa essere presto
seguita da altre. La lista degli amministratori pubblici scontenti per
questo nuovo (e improvviso) taglio, infatti, risulta essere molto lunga.
Ecco alcuni funzionari di stato che rischiano di vedersi tagliato il loro magro stipendiuccio:
1. Antonio Manganelli, capo della polizia: 621.253,75
2. Mario Canzio, ragioniere generale dello Stato: 562.331,86
3. Franco Ionta, capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria: 543.954,42
5. Biagio Ambrate Abate, capo di stato maggiore della Difesa: 482.019,26
6. Raffaele Ferrara, direttore monopoli di Stato: 481.214,86
7. Giuseppe Valotto, capo di Stato maggiore esercito: 481.021,78
8. Bruno Branciforte, capo di Stato maggiore marina: 481.006,65
9. Giovanni Pitruzzella, Antitrust: 475.643,38 (gli altri componenti 396.379.00)
10. Pier Paolo Borboni, presidente Energia e gas: 475.643,00 (gli altri membri 396.379,00)
11. Corrado Calabrò, presidente Agcom: 475.634,38 (gli altri membri 396.369,44)
12. Leonardo Gallitelli, comandante dei carabinieri: 462.642,56
13. Giuseppe Bernardis, capo di Stato maggiore aeronautica: 460.052,83
14. Claudio De Bertolis, segretario generale Difesa: 451.072,44
15. Giampiero Massolo, segretario generale Affari esteri: 412.560,00
16. Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto ministero dell'Interno: 395.368,40
17. Giuseppe Vegas, presidente Consob: 387.000,00 (gli altri componenti 322.000,00)
18. Mauro Nori, direttore generale Inps: 377.214,86
19. Franco Gabrielli, capo della Protezione civile: 364.196,00
20. Cesare Patrone, direttore generale del corpo forestale: 362.422,13
21. Giuliano Quattrone, direttore generale Inps: 333.416,97
22. Massimo Pianese, direttore generale Inps: 322.841,14
23. Maria Grazia Sampietro, direttore generale Inps: 314.371,92
24. Gabriella Alemanno, direttore agenzia del territorio: 307.211
25. Giuseppe Baldino, direttore generale Inps: 306.548,79
26. Marco Di Capua, vicedirettore Agenzia delle entrate: 305.558,00
27. Attilio Befera, direttore Agenzia delle entrate: 304 mila
28. Nino Di Paola, comandante guardia di finanza (in pensione): 302.939,25 euro
29. Giuseppe Serino, capo dipartimento ministero Politiche agricole: 300.753,00
30. Enrico Giovannini, presidente dell'Istat: 300 mila
31. Giuseppe Ambrosio, direttore generale ministero Politiche agricole: 297.500,00
32. Daniela Becchini, direttore generale Inps: 296.208,91
33. Bruno Brattoli, capo dipartimento giustizia minorile: 293.029,60
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Salve, di seguito pubblico la mail che, nel periodo previsto per
effettuare segnalazioni riguardanti la spending review, ho inviato al
sito del Governo Italiano. Il vostro articolo dà una chiara risposta a
ciò che sarcasticamente avevo provato ad immaginare. Grazie
Livio
p.s. complimenti per il sito
"Salve,
sono un Agente della Polizia di Stato. Scrivo perchè sono molto indignato per come viene gestito il patrimonio pubblico e soprattutto per le banali giustificazioni che sono date "al popolo" per non togliere i privilegi di "Certe Persone". Non si può ammettere che il Capo della Polizia prenda uno stipendio annuale pari quasi a 650.000 euro ovvero ben 21 volte più alto di quello del sottoscritto. Se, come ci dite, non si può modificare il suo contratto perchè ancora in essere, si potrebbero invece introdurre delle tassazioni adeguate, come fate per tutto, per rientrare almeno nel tetto massimo previsto dalla Legge. Per "Certe Persone" non vale la giustificazione che vale per gli imprenditori per cui, l'inasprimento delle tasse provocherebbe la loro fuga dalla nostra Nazione togliendo così il lavoro ai nostri concittadini. Il mio Capo, sarà sicuramente il primo a rispettare e a fare rispettare il Decreto “Salva Italia”, se non salva la Nazione il Capo della Polizia chi la deve salvare? Anche io sono più che daccordo a fare il sacrificio che la mia Nazione mi richiede ma questo deve essere assolutamente proporzionale a ciò che uno guadagna e a ciò che uno possiede, salvaguardando così la dignità di ognuno di noi.
Distinti saluti.
Livio Agostini"
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