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lunedì 5 novembre 2012

ALLOGGI POPOLARI..

Alloggi popolari a caro prezzo
Indaga la procura

di Matteo Vincenzoni Case affittate e vendute da coop e imprese senza detrarre le sovvenzioni regionali.


 Più di duemila alloggi a canone agevolato affittati o venduti a prezzi di mercato. È su questa anomalia che sta indagando la Procura di Roma. La magistratura sta cercando di accertare se si tratti di un semplice errore di calcolo degli uffici tecnici del Comune, che insieme alla Regione avrebbe dovuto comunque vigilare, o di una truffa orchestrata da una sessantina, tra imprese e cooperative, che per qualche ragione non avrebbero detratto il valore del finanziamento pubblico regionale di cui hanno beneficiato, nel fissare i costi di locazione. L'indagine sarebbe partita nell'aprile scorso con la denuncia presentata dal sindacato Usb, a cui si sarebbero rivolte alcune famiglie che dopo aver firmato il contratto d'affitto si sono ritrovate a pagare un canone in alcuni casi doppio rispetto al reale valore previsto dagli standard per appartamenti di edilizia residenziale pubblica (ex legge 167/1962), di circa 70 metri quadrati. Gli alloggi, più di 2mila, ricadono per la maggior parte nei piani di zona Spinaceto, Monte Stallonara, Borghesiana, Pantano, Pisana, Pignaccia e Ponte Galeria. Le famiglie che hanno comprato una casa o stipultato i contratti d'affitto, da un anno fanno la spola tra gli uffici regionali e quelli comunali del VI dipartimento, per avere spiegazioni sul perché si ritrovino ora a pagare una casa popolare al prezzo di mercato. L'assessorato all'Urbanisticca guidato da Marco Corsini, sulla base delle «numerosissime segnalazioni», ha quindi deciso, un anno fa, di costituire un gruppo di lavoro e avviare una verifica interna. «Un lavoro lungo e articolato, ma necessario per capire se si tratti di una prassi ormai consolidata, e per tutelare i cittadini». Queste le parole di Corsini. Il lavoro si è concluso il primo ottobre con la consegna del dossier alla Giunta capitolina. L'organo di governo dell'amministrazione ieri, con una memoria, ha dato mandato ai tecnici del VI Dipartimento «di effettuare un'ulteriore ricognizione di tutte le situazioni, volta alla determinazione dei giusti prezzi e dei giusti canoni di locazione», dal momento che i tecnici comunali hanno già potuto accertare che «effettivamente i canoni di locazione sarebbero stati erronamente fissati in misura superiore al dovuto». Sul caso ieri è intervenuto anche l'assessore regionale alla Casa Teodoro Buontempo: «Imprenditori e cooperative hanno ricevuto risorse economiche, anche nella misura del cento per cento, per costruire abitazioni che poi hanno affittato a prezzi di mercato, facendo leva su convenzioni sbagliate stipulate con i Comuni. I costruttori e le cooperative hanno guadagnato tre, quattro, otto volte di più, mentre i cittadini sono stati massacrati. Nei prossimi giorni - ha aggiunto Buontempo - fornirò alla magistratura un dettagliato dossier al riguardo». Èd è lo stesso Marco Corsini, sulla base della prima analisi fatta dai tecnici comunali, ad anticipare: «Nelle convenzioni tipo sarebbe stata riscontrata superficialità e genericità di regole e valutazioni». Ma come è stato possibile il papocchio? Gli standard per determinare i prezzi di vendita e di affitto di questi appartamenti, non dovrebbero essere già calcolati nelle convenzioni stipulate tra Comune e imprenditori? Se la Regione non comunicasse al Comune il valore dei finanziamenti erogati e il Campidoglio non si preoccupasse a sua volta di accertarlo, potrebbe accadere anche questo. A dare presto una risposta ci penserà comunque la Procura.
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Matteo Vincenzoni
05/10/2012

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