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venerdì 30 novembre 2012

FRANCESCO ZACCARIA...SI PUO' MORIRE COSI?

L'operaio che stava sulla gru dell'Ilva precipitato in mare per la tromba d'aria si chiamava FRANCESCO ZACCARIA aveva 29 anni...si puo' morire cosi?

MENTRE RENZI HA DA FARE CON LE PRIMARIE, A FIRENZE...

Oltrarno NoScav! La forza delle intuizioni comuni

Questo sabato, in Piazza Tasso nell’Oltrarno, faremo la prima Festa NoScav, per preparare i drappi da appendere dalle finestre: No al parcheggio interrato di Piazza del Carmine.
La cosa funziona così.
C’è una signora che gira sistematicamente il quartiere raccogliendo firme contro il parcheggio – dovrebbe essere più o meno a quota mille, ormai.
Le viene in mente un disegno e lo slogan “NoScav”, visto che vogliono scavare tre piani sotto terra nel melmoso terreno davanti alla Basilica di Santa Maria del Carmine.
Ma lei non sa disegnare bene, e così mi passa la bozza, perché almeno io ci capisco di computer.
Contatto una signora che so che è una brava grafica, e lei produce un logo, dove il profilo della chiesa si riflette nella grande buca.
Due madri casalinghe – la moglie del bronzista e la moglie del falegname – si offrono per preparare i rinfreschi, un padre napoletano si offre per fare animazione con i bambini, un idraulico pugliese aiuta a trovare i colori, e a suonare il violino ci dovrebbero essere una bambina moldava, una italo/americana e una italo/messicana.
La proprietaria di una piccola ditta porta invece un gran rotolo di stoffa bianca che ha trovato a poco prezzo per fare i drappi.
Io distribuisco i volantini davanti a una scuola elementare e una scuola dell’infanzia, perché deve essere una cosa di tutto il quartiere. E tante famiglie dicono che verranno – c’è anche una bambina che dice, “mamma, sabato posso protestare anch’io?” E discutiamo con la famiglia di artisti che abita nella piazza sul modo migliore per esporre il loro striscione.
Poi, mentre si sfoga con me il kebabbaro pakistano, che probabilmente dovrà chiudere quando i camion inizieranno a sfilare davanti alla sua bottega, mi saluta un pensionato che sta partendo per raccogliere le firme contro il parcheggio e poi uno che ha lavorato tutta la vita negli asili nido, che sta andando in giro a portare altri volantini.
Tutto questo è possibile, perché è così ovvio ciò che sta succedendo.
L’ultimo scampolo di vita vera di Firenze, con i suoi anziani, i suoi piccoli commercianti e i suoi immigrati, sta per essere colonizzato, e si riesce anche a seguire il percorso, quando tante persone tengono gli occhi aperti.
A Piazza Brunelleschi, che non è nell’Oltrarno, sorgerà un parcheggio gemello, in grado di attirare nuovi flussi di traffico nelle strette viuzze storiche.  E proprio lì, chi lavora in ambiente accademico ci avverte che hanno sfrattato da poco alcuni uffici dell’Università, per farci un grande albergo.
Alla periferia del nostro quartiere, invece, c’è il Gasometro di Via Anconella, un affascinante oggetto di archeologia industriale. Il Comune ha deciso che dovrà diventare un Centro Benessere/ristorante, ovviamente in mani private. Lo studio di fattibilità del progetto reca l’intestazione, “Per una Firenze più coraggiosa, più semplice, più bella“, e già questo dovrebbe indisporre qualunque persona sana di mente.
Lo studio parla di attirare in zona il “bacino di utenza rinvenibile all’interno della popolazione non residente nel Comune di Firenze” e turisti momentaneamente presenti nel territorio del Comune di Firenze o in quelli limitrofi”. 
Il primo bando per trasformare il Gasometro in un parco gioco per adulti che non sanno dove sbattere il SUV è andato deserto, e il senso non sfugge a chi come me fa da interprete da una vita per imprenditori: i tre o quattro potenziali candidati hanno deciso insieme di aspettare il prossimo bando, per far scendere il prezzo.
Ora, nello stesso studio di fattibilità, si spiega perfettamente il motivo per cui bisogna conquistare l’Oltrarno, ancora “sfruttabile” a differenza delle zone “sature“:
“Un’analisi geografica della distribuzione delle attività di ristorazione (rappresentati nella figura dai pallini rossi) permette di rilevare che la concentrazione delle attività la si ha soprattutto nel centro storico del Comune di Firenze mentre la zona di mercato interessata dal progetto di recupero dell’ex-gasometro, nella quale l’attività di ristorazione dovrà essere localizzata, risulta essere meno satura e quindi più sfruttabile sia nei confronti dei soggetti residenti nella medesima zona che di quelli residenti nei comuni limitrofi per iquali raggiungere il centro storico potrebbe risultare maggiormente scomodo”.
E pensate che solo da un lato del Gasometro – quello meno commerciale – ci sono già ventisette tra ristoranti, bar, rosticcerie, pizzerie e birrerie.
Cento metri più in qua, in Piazza dei Nerli, c’è tutto un palazzone che è stato comprato dal più ricco albergatore di Firenze.
Solo che davanti c’è un mercatino, che verrà opportunamente spostato in Via Aleardi, attualmente percorsa dalle automobili. Ma la soluzione magica è sempre pronta: anche in Via Aleardi, pare, faranno un parcheggio sotterraneo, e il mercatino lo piazzeranno sopra.
Tutto questo dispositivo sarà servito riducendo la zona a traffico limitato e costruendo appunto il parcheggio di Piazza del Carmine.
Due piccioni con una fava, perché si vetrinifica anche questo pezzo di Firenze e si rende impossibile la vita ai residenti, come nei palazzi vuoti dell’altra riva dell’Arno, in terra di “pub crawling“: cercate in rete e troverete che ci sono apposite agenzie che prendono giovanissimi statunitensi, sovreccitati per avere scoperto l’alcol libero, e li portano di locale in locale a bere finché non svengono per strada in mezzo al proprio vomito.
Anzi, con l’operazione, ne prendono tre di piccioni. Perché dietro il parcheggio c’è Marco Carrai, che come abbiamo visto è anche il finanziatore del sindaco Matteo Renzi, attualmente in giro per l’Italia a dire che lui sì cambierà tutto.
La ciliegina sulla torta: dicono che Piazza Tasso, un fantastico biosistema di cento etnie che convivono felicemente, stia per essere sottoposta a una gara internazionale per architetti creativi. Che saranno concordi sicuramente nel sostituire il campetto di calcio (quello che vede partite di studenti americani contro marocchini) con i parti mostruosi delle loro fantasie.
Ma questa ossessione con lo sviluppo spettacolare rientra in un quadro ancora più vasto, che viene spiegato piuttosto bene dal giornalista economico del Sole 24 Ore, Augusto Grandi, parlando della politica di Mario Monti:
“Il modello è quello di un’Europa del sud trasformata in una sorta di Bangladesh per l’Europa del nord. Bassi salari, fuga dei cervelli e importazione di braccia per lavori non qualificati. Ma un Bangladesh anche a vocazione turistica. Il paradiso dove verranno a svernare ricchi cinesi e tedeschi, russi e americani. Perché l’Italia? Perché la Grecia è troppo piccola e debole per sperimentare un modello. L’Italia è la terza economia europea, la seconda manifatturiera. Dunque la sperimentazione ha davvero senso.”
In circostanze come queste, in cui la sopravvivenza entra in ballo, nasce una meravigliosa chiarezza.
Il tremendo dispositivo unitario del potere politico (di destra o di sinistra poco importa), del turismo di massa, della mercificazione, dello spettaccolo/immagine, del traffico automobilistico, dell’inquinamento è evidente, come è evidente ciò che significa per le famiglie, per gli anziani che non vogliono andarsene, per gli immigrati che tornano stanchi dal lavoro.
E per tutti coloro che temono che saranno costretti a ricominciare la vita in un altro quartiere, solo per far guadagnare un altro po’ di soldi a un albergatore, ad Armani o a un venditore di superalcolici per adolescenti californiani.
La parola dispositivo ce l’ho messa io, perché oltre a capirci di computer, parlo pure complicato.
Ma per il resto, sono i ragionamenti che sento fare da tanti in questi giorni.
 No al parcheggio interrato di Piazza del Carmine Oltrarno

EPAC...

Grecia e Italia erano assenti alla conferenza annuale dell’EPAC adducendo di non avere i fondi necessari per pagare il viaggio

Grecia e Italia non partecipano alla Conferenza sulla corruzione per mancanza di fondi


Expresso
Esistono “sfide in campo giuridico e pratico sulle denunce” di corruzione, precisa uno dei punti della “Dichiarazione di Barcellona 2012”, che ha riunito in Spagna i rappresentanti di 31 paesi.
Grecia e Italia erano assenti alla conferenza annuale dell’EPAC (European Partners against Corruption) iniziatasi mercoledì e conclusasi oggi a Barcellona [21-23 novembre 2012, NdT], adducendo di non avere i fondi necessari per pagare il viaggio, secondo quanto risulta all’Expresso.
Durante l’incontro i partecipanti di 31 paesi, tra cui il Portogallo, hanno eletto alla presidenza dell’EPAC Giovannni Kessler, attuale direttore dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode [italiano, NdT], che sostituirà Martin Kreutner, e alla vicepresidenza Antony Dugan, della Commissione del Controllo giuridico irlandese.
Al termine dell’incontro è stato firmato un testo congiunto intitolato “Dichiarazione di Barcellona 2012” in cui si riconosce che esistono “sfide teoriche e pratiche sulle denunce” di corruzione.
Oggi è stato deciso che nel 2013 la Conferenza, che ogni anno riunisce i responsabili degli istituti nazionali che combattono la corruzione e quelli dell’ Ufficio Europeo per la lotta Antifrode (OLAF), si terrà a Cracovia, in Polonia.
(pubblicato il 23 novembre 2012)

giovedì 29 novembre 2012

BEPPE GRILLO

Colpo di Stato all'italiana


colpo_monti.jpg
In Italia è in atto un colpo di Stato progressivo. La fine della democrazia un passo alla volta, per abituare il cittadino al cambiamento. Dolce, soffice come lo shampoo di Gaber. Il primo passo fu la legge porcata Calderoli voluta e utilizzata da TUTTI i partiti nonostante le sceneggiate di facciata del pdmenoelle. I parlamentari sono diventati "di nomina", come i cavalieri antichi, di 5 segretari di partito. Non più preferenze da parte degli elettori, ma, con una liberalità assoluta, amici, amanti, mogli, compari, avvocati di fiducia, sodali a cui fare evitare la galera. Il secondo colpetto è avvenuto con la nomina di Rigor Montis (inserito a forza nel Parlamento come senatore a vita per meriti sconosciuti) a presidente del Consiglio senza che il precedente governo fosse sfiduciato dal Parlamento in aula. Un fatto mai successo prima. Un precedente inquietante. E ora il terzo colpetto di Stato, nessuno sa quando si voterà, se ci sarà l'election day, con quale legge elettorale, con che circoscrizioni, se ci saranno premi e premiolini e chi lo deciderà. Nulla di nulla a pochissimi mesi dalle elezioni, mentre Napolitano a fine mandato estende le sue prerogative di garanzia della Repubblica a sovraintendente della prossima legislatura. Il prossimo presidente deve essere Monti, nessuna coalizione deve vincere, nessun governo politico dovrà guidare la Nazione, la legge elettorale in gestazione con Calderoli in qualità di legislatore, estrema beffa e presa per il culo degli italiani, va disegnata per escludere ogni possibilità di vittoria del M5S e riproporre la minestra riscaldata della coalizione Pdl, pdmenoelle, udc con la new entry Sel. Un governissimo dei partiti in cui governa un altro, un cosiddetto "tecnico" (ma di che?) scelto dalla BCE. Un uomo di fiducia della finanza internazionale che sta facendo dell'economia italiana un deserto dei tartari. Va detto, gridato, anche in sedi internazionali, e lo farò, che l'Italia non è più una democrazia, ma una partitocrazia affiliata ai poteri economici internazionali. Chi ha portato allo sfascio il Paese si esibisce in televisione e concede interviste ai giornali proponendosi come il nuovo che avanza, senza pudore, senza vergogna invece di scomparire dalla circolazione! Ridono nei salotti, con il riso di Franti, i responsabili della disoccupazione, della svendita del Paese, della corruzione (mai una legge), della mafia (con cui lo Stato ha trattato), del conflitto di interessi (mai una legge), del debito pubblico con cui hanno rovinato l'Italia e riempito le tasche delle lobby, della distruzione delle imprese, di una pressione fiscale inumana e degli stipendi più bassi d'Europa. Non potete essere sia la malattia, sia la cura. Dove siete stati negli ultimi 20/30/40 anni? Con il culo al caldo grazie ai soldi degli italiani! E da lì non volete muovervi a qualunque costo, anche stravolgendo la legge elettorale sotto elezioni. Neppure Stalin o Mao hanno avuto la vostra faccia di bronzo, di cambiare le regole del gioco all'ultimo minuto dichiarando che è per la democrazia. Ci vediamo (comunque) in Parlamento. Sarà un piacere.

MACCHE' PRIMARIE...E' LA SOLITA STORIA SI SCANNANO TRA DI LORO...DAI TEMPI DI OCCHETTO...

Bersani prese i soldi da Riva, e vogliamo parlare di Massimo D'Alema quando prese soldi sporchi da Francesco Cavallari...

DA WIKIPEDA - Finanziamento illecito ai partiti 

Secondo un'inchiesta di Maurizio Tortorella sul settimanale Panorama, nel 1985 Massimo D'Alema, allora segretario regionale del PCI in Puglia avrebbe intascato 20 milioni di lire per il partito da parte di Francesco Cavallari, imprenditore barese, "re" delle case di cura riunite. L'episodio sarebbe stato ammesso anche da D'Alema in sede processuale, ed infatti stando a quanto riportato da Panorama il giudice Russi nel decreto di archiviazione del caso avrebbe aggiunto le seguenti considerazioni: "Uno degli episodi di illecito finanziario, e cioè la corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del Pci, ha trovato sostanziale conferma, pur nella diversità di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione dell'onorevole D'Alema (...)" L'inchiesta sottolinea inoltre come all'epoca dei fatti la vicenda non avesse trovato spazio sulla stampa.

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Bersani  ieri sera nel confronto con Renzi,  

 ha chiaramente detto che non rinuncia al finanziamento pubblico ai partiti, a differenza di Renzi che invece rinuncia. La scusa di Bersani sarebbe che la politica poi la fanno solo i ricchi, ma non è vero e lo ha dimostrato Beppe Grillo. E poi i  referendum a cosa servono se poi non si rispetta la volonta' popolare?

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PIER LUIGI BERSANI...





Due settimane fa il Fatto ha organizzato cinque forum con i candidati alle primarie del centrosinistra. Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci sono venuti e hanno risposto alle nostre domande. Bersani invece si è dato, preferendo i soliti, comodi salotti tv. Nemmeno un sms per spiegarsi e scusarsi (non con noi: con i lettori). Peccato, perché di cose da chiedergli ne avevamo tante, e ora qualcuna in più. Ieri la nostra Paola Zanca ha avvicinato lui e il suo portavoce per avere una risposta a una domanda semplice semplice: intende restituire il finanziamento elettorale che Emilio Riva, padrone dell’Ilva, gli versò sei anni fa? La risposta la trovate a pag. 4, ma in sintesi è questa: no. Forse il segretario del Pd non ha ben colto l’importanza della questione: gliela riassumiamo nella forma delle cinque domande che gli avremmo posto se avesse accettato il confronto con noi. Convinti come siamo che chi si candida a governare l’Italia abbia il dovere di rispondere.
 1. Nel 2006-2007 Emilio Riva, recentemente arrestato per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, inquisito anche per una mega- evasione fiscale di 52 milioni, finanziò la sua campagna elettorale con un assegno di 98 mila euro. Lei, on. Bersani, lo registrò nell’apposita dichiarazione alla Camera: ci mancherebbe. Ma Riva non è un sostenitore della sinistra, anzi è noto per simpatie di destra (contemporaneamente staccò un assegno di 245 mila euro a Berlusconi). Si è mai domandato perché finanziò non gli allora Ds, ma personalmente lei, all’epoca ministro in pectore dello Sviluppo economico del governo Prodi-2, preposto alla vigilanza sull’Ilva? Non sarebbe stato opportuno rifiutare quei soldi, per evitare imbarazzi verso un’azienda già allora nel mirino di pm e ambientalisti?  
2. La classe politica, locale e nazionale, di destra e di sinistra, ha sempre consentito all’Ilva (pubblica e poi privata) di fare i comodi suoi, intascando utili miliardari e guardandosi bene dal bonificare gli impianti, tant’è che per fermare la strage c’è voluta la magistratura. Cosa deve pensare un elettore, alla notizia che i vertici dei maggiori partiti di destra e di sinistra erano finanziati dai Riva? Quel che ne pensava Riva l’abbiamo appreso dalla mail che le inviò nel 2010 il vertice Ilva per invitarla a “non fare il coglione” e a bloccare la solitaria battaglia ambientalista del senatore Della Seta. Questi garantisce che lei non intervenne: ci mancherebbe. Ma non crede che l’aver accettato quel contributo abbia messo strane idee in testa ai Riva? 3. I ministri dell’Ambiente cambiano, ma i dirigenti restano. Uno dei più longevi è Corrado Clini, oggi inopinatamente ministro, ovviamente sdraiato sulle posizioni dell’Ilva, come pure il suo collega dello Sviluppo economico, Corrado Passera. I due seguitano ad attaccare i giudici, come se i disastri dell’Ilva fossero colpa loro. Non è il caso che il Pd chieda le immediate dimissioni di questi due signori?  
4. A Che tempo che fa lei ha biascicato frasi di circostanza sulla chiusura dell’Ilva, frutto di una guerra fra “due poteri dello Stato”, e ha invocato “interventi normativi del governo”. A parte il fatto che, in uno Stato di diritto, nessun governo può cambiare le sentenze e le ordinanze giudiziarie per decreto, non crede di dover dire qualcosa sullo spaventoso verminaio di corruzioni e complicità istituzionali emerso dalle indagini? E sulla condotta del suo alleato Vendola, governatore e dunque responsabile della sanità pugliese, indicato dal Gip come “regista” della guerra al direttore dell’Arpa, reo di tutelare la salute dei cittadini contro i disegni dei Riva?  
5. Che aspetta a restituire quei 98 mila euro a Emilio Riva?
Da Il Fatto Quotidiano del 28/11/2012.

Condivido la scelta del governo italiano di votare a favore dello Stato palestinese all'Onu. Netanyahu va posto di fronte ai suoi errori
http://www.gadlerner.it/2012/11/29/la-palestina-allonuBENE...L'ITALIA VOTERA' A FAVORE DELLO STATO PALESTINESE  ALL'ONU.

LA STUPIDITA' UMANA...

Il Tafanus continua a dedicarmi dei post facendo notare gli errori di battituta o peggio di grammatica che possano esserci nei mie post:


punto uno è tutto gratis, non si accettano offerte di nessun genere...
punto due non c'è pubblicita',  la odio, è giusto che non si ammorbi la gente con prodotti  che magari non potra' comprare per mancanza di soldi...
punto tre, sono figlia di una madre nata in Toscana che mi ha torturato con la lingua italiana, sono cresciuta nella bellissima Trastevere odiata da mia madre insieme a tutti i trasteverini, quindi  la mia è stata una ribellione a studiare poco l'italiano e molto la matematica, e poi figlia di un uomo licenziato dal Ministero della Difesa nell'anno 1953 durante la caccia alle streghe , solo perche' possedeva l'iscrizione al PCI e alla CGIL,  diciamo che non sono cresciuta nella bambagia,  a 17 anni gia lavoravo come impiegata in una piccola azienda e portavo i soldi a casa.
punto quattro: me ne frego di avere milioni di visite, non intendo far curare il mio blog a nessuno, decine di offerte per aumentarne le visite sono state e sono da me rifiutate ogni giorno. Il contatore serve solo a monitorare i visitatori, punto.
punto cinque:  mi sono iscritta al movimento di Grillo, ho una grande stima e affetto per  lui, il movimento sta crescendo con  il contributo di tanti ma tanti giovani laureati e pieni di proposte e di entusiasmo.
punto sei: odio e disprezzo tutta quella sinistra figlia di padri comunisti  e comunisti essi stessi  che poi si sono sbianchettati cosi tanto che la vignetta di Forattini per cui D'Alema chiese tre milioni di danni, gli scuce un baffo!

Ci sono errori in quello che ho scritto? macchissenefrega...  io provo uno schifo per chi ancora difende l'indifendibile...l'Italia è un paese in decomposizione, in mano a tecnici,  e per sperare  in un futuro roseo a breve, bisogna essere molto ottimisti, ma veramente tanto ottimisti

TAFANUS RICORDA SEMPRE IL GRANDE INCIUCIO...LA GRANDE VERGOGNA DEGLI ACCORDI SOTTOBANCO...(...)

ILVA...

Ancora non si sa il nome e cognome dell'operaio dell'Ilva  scomparso in mare per il crollo di una gru durante la tromba d'aria.

Qualcuno dell'Ilva sapra' chi c'era su quella torre? qualche familiare lo cerchera', oppure non era italiano?

PAOLO DEL DEBBIO ...

DA NOI CI SONO PENSIONI DI LAVORO DA FAME, naturalmente per i lavoratori del privato...(...) se vuoi  un minimo di attenzione, e magari non crepare di stenti, o vai dal prete, o vai da PAOLO DEL DEBBIO...Del Debbio è un pezzo di pane, un giornalista che sta ascoltanto nella sua trasmissione su rete 4, la ggente piu' sfigata, quella senza santi in paradiso, quella abbandonata  da tutti, ma non da adesso, diciamo che è sempre stato cosi....solo ora se ne parla.
Guardate che faccia buona Ha Paolo Del Debbio,  quest'uomo ha costretto (SI FA PER DIRE) il  sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Gianfranco Polillo a vedere certe verita',  e lui ha  risposto a Del Debbio: ma in tutte le societa' ci sono queste sacche di poverta', in America per esempio.
Essere poveri dopo aver lavorato una vita, non è proprio da paese civile, dove lavorare in nero è cosa normale, dove il costo del lavoro è  enorme...dove solo chi ha un impiego pubblico non ha paura di nulla, dove migliaia  di piccole aziende stanno sopravvivendo resistendo alla crisi, alla concorrenza cinese, asiatica etc etc...dove la mafia è il primo produttore di ricchezza, dove la cocaina si respira nell'aria, dove se piove crolla tutto, dove tutti fanno finta di niente, se il problema non li riguarda non esiste.

Insomma grazie Paolo, per farci vedere questo spaccato di grande umanita', e soprattutto la ricerca di una soluzione per questa gente abbandonata  da uno stato per alcuni "grande mamma" per altri grande  "matrigna". 


IN GERMANIA LE PENSIONI AUMENTANO...

Pensioni, in Germania aumento medio di oltre il 9% tra il 2013-2016

L'incremento sarà dell’8,27% nei Laender occidentali e dell’11% in quelli dell’ex Germania dell’Est. Entro il 2026 le indennità dovrebbero crescere complessivamente del 36% rispetto ai livelli attuali. Questi dati hanno infiammato la discussione politica, con l’Spd che ha accusato Merkel di volersi ingraziare gli elettori con regalie pre-elettorali

Pensioni, in Germania aumento medio di oltre il 9% tra il 2013-2016
I pensionati tedeschi possono guardare con fiducia al futuro. I loro assegni mensili aumenteranno significativamente nei prossimi anni, grazie all’ottimo stato di salute del sistema previdenziale pubblico che ha beneficiato della crescita degli occupati e dei loro stipendi. Questo è il quadro contenuto nel Rentenversicherung, il rapporto annuale redatto dal governo di Berlino e pubblicato oggi. A differenza di numerosi Paesi europei – Italia inclusa – che hanno sforbiciato le pensione, la Germania intende aumentarle nel periodo 2013-2016 dell’8,27% nei Laender occidentali e dell’11% in quelli dell’ex Germania dell’Est. L’anno prossimo l’aumento sarà dell’1% nell’Ovest e del 3,49% nell’Est, il maggior aumento dal 1997. I cittadini dell’Ovest potranno recuperare il terreno perduto nel 2015, quando vedranno salire le pensioni del 2,55%, il maggior rialzo dal 1993.
Questi dati hanno immediatemente infiammato la discussione politica, con l’Spd (i socialisti attualmente all’opposizione) che ha accusato il cancelliere Angela Merkel di volersi ingraziare gli elettori con regalie pre-elettorali. Il prossimo 22 settembre – data fissata oggi, anche se non ancora ufficialmente – i cittadini tedeschi saranno infatti chiamati alle urne. E per raccogliere voti anche presso i lavoratori il governo ha deciso che a partire dal prossimo primo gennaio il prelievo in busta paga per la previdenza scenderà dall’attuale 19,6% al 18,9%, livello a cui dovrebbe restare fino al 2018. Questa misura è resa possibile dal florido stato del sistema pensionistico: a fine anno le riserve saranno pari a 1,69 mesi di pagamenti (29,4 miliardi di euro), contro gli 1,5 mesi previsti dalla legge. Chi critica l’aumento delle pensioni deciso dalla Merkel punta il dito contro le previsioni di crescita dell’occupazione e degli stipendi contenuti nel rapporto (gli incrementi previdenziali dovranno infatti essere rivisti se la congiuntura sarà più debole del previsto).
Per rispettare la tabella di marcia fissata gli stipendi lordi dovrebbero crescere annualmente ad una percentuale compresa fra il 2,5% e il 2,8% nei prossimi quattro anni, mentre il numero dei disoccupati dovrebbe scendere dagli attuali 2,89 milioni a 2,85 milioni del 2016. Implicitamente, dunque, il governo Merkel ha rivisto le proprie previsioni sul mercato del lavoro che, fino a oggi, prevedevano la creazione di 250 mila posti di lavoro entro il 2016. Altri interessanti dati contenuti nel Rentenversicherung riguardano le pensioni medie percepite nel 2012 dai 20 milioni di tedeschi che ne hanno diritto: le coppie di marito e moglie hanno potuto contare su complessivi 2.433 euro, gli uomini soli su 1.560 e le donne sole su 1.292. Entro il 2030, inoltre, le pensioni dell’Est dovrebbero essere uguali a quelle dell’Ovest: oggi sono solo l’88,8%. Entro il 2026, infine, le pensioni tedesche dovrebbero crescere complessivamente del 36% rispetto ai livelli attuali. Crisi dell’euro permettendo.

PRIMARIE - RENZI BATTE BERSANI IN COMUNICAZIONE...


BERSANI FORSE VINCERA' LE PRIMARIE, MA RENZI  LO HA GIA' ROTTAMATO.

Bersani ha detto cose che pero' non ha fatto...Renzi ha parlato come se lui non c'entrasse nulla, niente di nuovo a sinistra, si fanno la guerra all'interno da cosi tanti anni che oramai  io per esempio non li seguo piu', non me ne frega nulla delle primarie che ritengo solo una grossa buffonata, una  imitazione provinciale di quelle americane. Bersani in comunicazione è pari a zero, Renzi è molto + bravo, sciolto, diretto, sa comunicare con molta franchezza il suo programma, poi se lo mettera' in atto è tutto da vedere.
Sul problema Israele-Palestina...Bersani  ha dimostrato di conoscere a fondo la politica, mentre Renzi  mi è sembrato, superficiale ed anche un po' ignorante, ignora che il problema AGLI EBREI  TUTTI glielo ha creato la Germania insieme all'Italia,  quindi considerare l'Iran il problema, attaccarsi alla diversa cultura  alla mancanza di liberta' delle donne etc etc, mi viene da ridere.
LA RAI SI STA SVEJANDO? ...INCREDIBILE HA FATTO SERVIZIO PUBBLICO, MICA SOLO LA 7 E SKY...(...)

mercoledì 28 novembre 2012

GIACHETTI...E LA LEGGE ELETTORALE...

GIACHETTI ha interrotto lo siopero della fame per motivi di salute,  la legge elettorale sembra ancora in altomare, il Presidente Napolitano sta perdendo la pazienza.

PRIMARIE...

PER CHI NON AVESSE PARTECIPATO AL PRIMO TURNO...
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MINISTRO CLINI...CHIAMA MASCALZONI I GIORNALISTI CHE SCRIVONO LA REALTA' DELL'ILVA DI TARANTO...

Tranquillo ministro Clini, a Taranto sono disposti a morire anche di tumore pur di lavorare e portare la pagnotta a casa!
Tempo fa alcuni ragazzi che si volevano sposare ma avevano pochi soldi, si misero a cercare una casa nel posto piu' inquinato di Taranto, trovarono una casetta a poco, ma non gli concessero il mutuo per via dei loro contratti di lavoro precari, dovettero rinunciare al matrimonio e continuare a stare con i loro genitori. Quindi caro Ministro ci sono delle realta' a Taranto che non si possono negare. Bene fanno i giornalisti a raccontarle, cosa si puo' negare?   parlano i fatti, oggi un morto e forse non uno solo, ci si mette anche il tempo a peggiorare la situazione di per se assai grave.

ILVA - CLINI -

Ilva, Clini: “Non accetto intimidazioni” “La chiusura un favore ai concorrenti”


Il ministro Corrado Clini

Il ministro: “Qualcuno punta a bloccare l’azione del governo con l’obiettivo di far chiudere l’Ilva”
«Non sono assolutamente disponibile ad accettare operazioni poco chiare e trasparenti e intimidatorie come quelle che leggo sui giornali oggi, che puntano a bloccare l’azione del governo con l’obiettivo di far chiudere l’Ilva». Lo afferma il ministro Corrado Clini a margine della conferenza sulla Convenzione dei corsi d’acqua alla Camera.  

Clini aggiunge che la chiusura dell’Ilva di Taranto significa «fare un grande favore ai concorrenti internazionali» che non applicano gli stessi stringenti standard ambientali. A evidenziarlo il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, nel suo intervento all’Aula della Camera. Clini ha indicato l’esempio dei gruppi cinesi, sudamericani ma anche europei. «A Taranto - ha puntualizzato - applichiamo limiti ambientali che entreranno in vigore al 2016».  

- A proposito del provvedimento sull’Ilva di Taranto, Clini dice che è allo studio «la forma giuridica» e che ne verrà fuori «uno strumento operativo ed efficace».
Il ministro ricorda anche «gli importanti interessi economici» che si aprono, per «i concorrenti europei e non solo europei», se l’Ilva chiude; e questa è «una cosa di cui tenere conto. Non bisogna essere premi Nobel per capire» che è necessario «difendere ambiente e salute nel contesto della continuità produttiva altrimenti potrebbe diventare un pretesto per far vincere sui mercati i concorrenti». 
Sull’applicazione degli interventi previsti dall’Aia il ministro osserva che in realtà lui si aspettava che «lunedì mattina si aprissero i cantieri per il risanamento invece i cantieri sono stati bloccati dalla Magistratura». LA STAMPA

TROMBA D'ARIA SULL'ILVA...UN MORTO...



LA STAMPA Tromba d’aria all’Ilva, allarme scoppio
Crolli e roghi, evacuato lo stabilimento
Taranto nel caos, venti feriti e un morto

Un violento nubifragio si abbatte sulla città, all’impianto scoppia
il panico. L’incendio pilotato per scongiurare il rischio esplosione.
In mare un operaio che lavorava
su una gru nell’area portuale
grazia longo
taranto
Alle proteste dopo la chiusura dell’area a freddo dell’acciaieria, questa mattina si è aggiunto un altro incidente a complicare la situazione all’Ilva di Taranto. Una violenta tromba d’aria che si è abbattuta sulla città ha causato il crollo di due ciminiere, quella dell’altoforno 5 e un’altra in una zona dismessa. A causa del forte vento, nell’area portuale adibita al carico e scarico del materiale del siderurgico, sono caduti anche un capannone, la torre faro e una delle gru situate sopra un pontile.

Un fulmine caduto sulla ciminiera ha provocato il distaccamento di alcuni pezzi di cemento che si sono riversati su due tralicci dell’alta tensione. Attualmente è bloccata la linea ferroviaria Bari-Taranto e i passeggeri di un treno sono in attesa di trasbordo su autobus per raggiungere la città. Traffico in tilt anche nelle strade adiacenti al p0lo siderurgico, ingombre di lamiere sollevate dal tornado, che ha causato anche un incidente stradale sulla provinciale verso Statte.

Il pericolo di un'esplosione ha reso necessaria l’evacuazione dell’area circostante allo stabilimento, che ricopre complessivamente un’area di circa 15 chilometri quadrati. L’Ilva ha precisato che «non c’è stato alcun incendio», ma che le fiamme visibili dall’esterno sono “pilotate” dalle candele di sicurezza proprio per far bruciare il gas e scongiurare così il rischio di una deflagrazione. Tutta l’area ghisa sarebbe sotto controllo.

A quanto riferisce all’Adnkronos Mimmo Panarelli, responsabile territoriale dei metalmeccanici della Fim Cisl, sarebbero diversi gli operai investiti dal crollo, almeno una ventina, due dei quali già portati in ospedale dal molo. Un altro dipendente, che stava lavorando su una gru posta su una banchina dell’area portuale dell’acciaieria, ha perso la vita: stanno arrivando le squadre dei sommozzatori per cercare il cadavere caduto in mare. Decine di mezzi del 118 stanno facendo la spola tra l’impianto e il pronto soccorso.

«Lo stabilimento - scrive in una nota l'Ilva - sta mettendo in atto tutte le procedure che in questi casi di emergenza generale vengono adottate e gli impianti sono, come da procedura d’emergenza generale, presidiati». Di sicuro «ha subito gravi danni strutturali ancora da quantificare». Intanto, sono stati messi in circolo tutti i bus aziendali per raccogliere il personale non addetto alla gestione dell’emergenza generale, per accompagnarlo alle portinerie e ai punti di incontro dell’azienda.
L’incendio pilotato per scongiurare il rischio esplosione. Due in ospedale.
In mare un uomo che lavorava su una gru nei dintorni dello stabilimento.

JR - DI DALLAS...

25/11/2012 - il caso

Quando JR estorse soldi a Ceausescu
L’assist di Hagman al regime romeno

Il volto di Hagman troneggia su un manifesto del gigante petrolifero russo Lukoil in una strada di Bucarest

Dopo la morte dell’attore spuntano
ombre sulla sua vita: all’apice della
fama accettò di prestare il volto per la propaganda comunista in cambio
di “una borsa piena zeppa di denaro”
Larry Hagman, l’attore americano scomparso venerdì scorso che vestì i panni del petroliere JR Ewing nella serie Dallas, chiese al dittatore romeno Nicolae Ceausescu «una borsa piena di soldi» in cambio del permesso di esporre un suo ritratto gigante su un edificio. Lo riporta oggi il Sunday Times.

Si era negli anni Ottanta e Hagman era all’apice della fama. In quel periodo si trovava in visita in Romania accompagnato dalla moglie Maj Axelsson. Il regime, per migliorare la sua immagine, chiese a Hagman il permesso di poter usare la gigantografia. L’attore americano, in pieno stile JR, rispose che non aveva nulla in contrario a patto che una «borsa zeppa di valuta pregiata venisse lasciata nei bagni per signore di un ufficio governativo». A recuperare il malloppo ci avrebbe pensato suo moglie il giorno successivo.

Detto, fatto. Una busta di carta marrone piena di dollari fece la sua comparsa e la coppia - ha rivelato lo stesso Hagman al domenicale britannico - spese il denaro «in tutta fretta». «In quei giorni era così che trattavamo il denaro», ha aggiunto l’attore. Che ha raccontato l’aneddoto al Sunday Times con l’intesa che lo rivelasse solo dopo la sua morte.  LA STAMPA

TAFANUS...L'UOMO ENTUSIASTO DEL PD DI BERSANI E TUTTA LA COMPAGNIA CANTANTE.

Opera di Botero.
Gatto Nero ha detto...
Caro Taf, secondo l'amica Linda di ItalianiScostumati, le primarie le ha vinte Renzi.
Perlomeno, è quello che uno può intendere leggendo il suo post dedicato.
http://italianiscostumati.blogspot.it/2012/11/primarie-sinistra.html?showComment=1354054923028
Naturalmente chiunque abbia frequentato questa galassia negli ultimi giorni è a conoscenza di come sono andate le cose. Tuttavia sospetto che parecchia gente che vive in universi paralleli abbia altre informazioni
Tafanus ha detto...
Bala Linda l'altro giorno mi ha dedicato l'ennesimo post... "All'imbecille Tafanus". Dovrei essere io, senza dubbio. Anche perchè non avendo avuto reazioni da parte mia, ha capito che non lo avevo neanche visto, e mi ha scritto su facebook. L'ho pragata di non farlo più, e lo ha rifatto. A questo punto su facebook l'ho bloccata...
Poveretta, credo che abbia qualche serio problema.
linda ha detto...
Balla Linda con due elle nonno.
linda ha detto...
nonno mi ha bloccato...che dolore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dimmi nonno che cia' fatto Bersani con i soldi presi come finanziamento regolare "ci mancherebbe" dai padroni dell'ILVA? cosa controllava mentre li schiattavano di tumore?
linda ha detto...
Poveretta lo dici a tu sorella, io prendo 516 euro al mese di pensione e sono come Gesu' Cristo, moltiplico in pani e pesci...non chiedo l'elemosina come fai tu nonno!

BERSANI - L'ILVA - BEPPE GRILLO

Io ho sempre sostenuto che bisogna pagare la stampa per tagliargli la lingua! Cioè pagare la stampa per non parlare!". Lo ha detto Girolamo Archinà, responsabile delle pubbliche relazioni dell'ILVA di Taranto. Archinà sopravvaluta la stampa, a chiudersi la bocca ci pensa da sola (*). La situazione drammatica di Taranto dove i tumori sono diffusi come il raffreddore era evidente anche a un cieco. Se non veniva denunciata dai partiti, dai governi, dalla Confindustria e dalla stampa nazionale vuol dire che erano tutti in torta con diversi interessi, chi economico, chi politico, chi semplicemente mazzettaro. Nessuno si è accorto di nulla. Deve essere un caso di cecità collettiva. Il presidente dell'ILVA è Ferrante, ex prefetto di Milano, candidato sindaco pdmenoellino. Non ha visto niente. I partiti del "lavoro, lavoro, lavoro" per dirla alla Fassino, che del lavoro ha una visione esoterica, mantenuto insieme alla moglie dalla politica da più di un ventennio, non sospettavano nulla, ma prendevano contributi generosi da Riva, il padrone dell'ILVA. 245.000 euro a Forza Italia e 98.000 a Pierluigi Bersani. Contributi a norma di legge.
Nel governo attuale il posto di Bersani è occupato da Passera, l'ovetto kinder, che oggi si reca in visita pastorale a Taranto. Passera è stato amministratore delegato di Intesa San Paolo che ha finanziato Riva. Passera è accompagnato all'ILVA dal ministro dell'Ambiente Clini sul quale Archinà ha detto "Corrado Clini è un uomo nostro". Clini, che ha avuto come sponsor Gianni De Michelis, è stato direttore generale del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dal 1991 al 2011. Anche lui non ha mai visto nulla. Mi immagino la faccia dei tarantini e dei dipendenti dell'ILVA all'arrivo di Passera e Clini. Due vampiri all'AVIS. E questi dovrebbero salvarli? Il Governo vorrebbe destinare 336 milioni di soldi dei contribuenti alla bonifica della città. Non pagherebbe quindi Riva, che del resto ha già pagato i politici, ma gli italiani. Questa è una favola noir, senza lieto fine, dove nessuno si prende alcuna responsabilità, la gente muore per anni (lo ha denunciato più volte questo blog) per incuria e per interesse. E, nella migliore tradizione italiana, l'unica via di uscita è la magistratura che, come da copione, è subito demonizzata.Il giudice Patrizia Todisco ha chiuso sei reparti dell'ILVA di Taranto per tutelare la salute dei suoi cittadini. I partiti e le altre istituzioni sono rimasti a guardare. I danni li paghi Riva insieme ai partiti che ha finanziato in questi anni.
(*) finanziamenti pubblici a parte
Ps: se io avessi preso 98.000 euro da Riva sarei un uomo finito, perché Bersani no?

L'ILVA...

Il Fatto di Travaglio: "L'Ilva chiude? Bersani ridia i soldi di Riva"

Il giornale  attacca il segretario Pd: "Nel 2006 l'azienda gli fece una donazione legale di 98mila euro.

Le anticipazioni del direttore Antonio Padellaro del numero del Fatto del 28 novembre. Tra i temi: il sistema di potere e di corruzione che ha soffocato Taranto ricostruito attraverso le carte della Magistratura. Ma proprio i giudici sono stati messi sotto accusa per aver scoperchiato questo scandalo taciuto per anni da politici, sindacalisti e giornalisti

martedì 27 novembre 2012

EUROPA...


GIANLUIGI NUZZI...INTERVISTA LA MOGLIE DEL RE DELLA COCAINA ...


ROBERTO CALVI IN DEBITO CON PABLO ESCOBAR?  

FONTE QUI

INTRECCI MAI VISTI! IL BANCHIERE DEL BANCO AMBROSIANO ROBERTO CALVI IN DEBITO CON PABLO ESCOBAR? - LA VEDOVA DEL RE DELLA COCA RACCONTA UN RETROSCENA INEDITO - “CALVI ERA IL SOCIO ITALIANO DI MIO MARITO, POTEVA FARE DA GARANTE PER NOI” - GUNTER SACHS, L’EX MARITO DI BRIGITTE BARDOT, DISSE AD AYDA SUAREZ: “CALVI È MOLTO SPAVENTATO PERCHÉ PABLO ESCOBAR RIVUOLE I SUOI SOLDI SULLA BANCA DI NASSAU…”

DagoSpia


G. Fas. per il "Corriere della Sera"

Una vedova che racconta vecchi segreti. Legami insospettabili, intrighi inediti. E dubbi nuovi che si affacciano sulla scena di storie sepolte dagli anni. Quella vedova si chiama Ayda Suárez Levy, classe 1934. Sposata dal 1958 al 1981 con il boliviano Roberto Suárez Gómez, dal quale ha avuto quattro figli.
Roberto CalviROBERTO CALVI
E adesso, per la prima volta, Ayda racconta davanti alle telecamere quello che ha scritto in un libro già pubblicato in America del Sud e in uscita (domani) in Italia per Mondadori (Il re della cocaina). L'ha intervistata Gianluigi Nuzzi, giornalista autore di «Vaticano SpA» e «Sua Santità» che - a partire da stasera - firmerà anche una serie di inchieste per L'Infedele, in onda su La7 alle 23.30
pablo escobarPABLO ESCOBAR
Raccontando la vita del marito, dal quale si separò dopo aver scoperto il coinvolgimento nel narcotraffico internazionale, Ayda racconta gli accordi di Suárez con i governi cubano e delle Bahamas per favorire l'ingresso della droga negli Stati Uniti. Ma rivela anche contatti italiani. Per esempio quello con Roberto Calvi, il banchiere ritrovato morto sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, il 17 giugno del 1982 (un omicidio di cui non si conoscono ancora né autori né mandanti). Da cinque giorni lo cercava la polizia di tutt'Europa perché coinvolto nello scandalo finanziario del crac del Banco Ambrosiano.
GIANLUIGI NUZZIGIANLUIGI NUZZI
Ora la vedova di Suárez spiega al microfono di Nuzzi che Calvi «era il socio italiano di mio marito» e che «poteva fare da garante per noi. Lui disse che con un garante di quel livello sarebbero andati molto meglio i suoi affari. Con la cocaina immagino, lui non fu esplicito ma immagino fosse così». E poi un episodio inquietante che chiama in causa Gunter Sachs, l'ex marito di Brigitte Bardot morto suicida l'anno scorso.
Nell'intervista Ayda racconta che sei mesi prima della morte di Calvi lei e Suárez erano in Svizzera e lì incontrarono Sachs che parlò del banchiere all'amico boliviano. «Calvi è molto spaventato perché Pablo Escobar rivuole i suoi soldi sulla banca di Nassau» avrebbe detto Sachs a Suárez chiedendogli un consiglio per conto di Calvi. Stando a questa versione, Escobar avrebbe quindi avuto un credito che voleva fosse restituito attraverso la banca, appunto, di Nassau (Bahamas) che era la consociata estera del Banco Ambrosiano.
Gunter Sachs e Brigitte BardotGUNTER SACHS E BRIGITTE BARDOT
Rivelazioni che aprirebbero un fronte abbastanza nuovo nella vicenda Calvi: i contatti, cioè, fra il banchiere italiano ed esponenti del cartello di Medellin (accennati appena in un vecchio rapporto dell'Fbi).
Ayda Suárez Levy ricorda che dopo quel breve incontro in Svizzera, suo marito e Sachs si rividero a Nizza e da lì andarono insieme in Toscana per parlare con Calvi e cercare di risolvere il problema di quei soldi da restituire a Escobar. Ma dell'esito di quell'incontro la vedova non racconta dettagli.
Mentre ne svela molti sulla ricchissima famiglia di suo marito (morto d'infarto nel 2000) e sui mille legami che quell'uomo riuscì a imbastire in tutto il mondo per far crescere i suoi affari. Nel libro Il re della cocaina si parla di «quasi due tonnellate di pasta di coca al giorno» che Suárez inviava, «dai suoi laboratori nella giungla boliviana ai soci del cartello di Medellín, detentori del know how della raffinazione della droga».

ILVA...UN DRAMMA NAZIONALE

LA STORIA DELL'ILVA E' UNA VERGOGNA, UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA', UN FALLIMENTO PER POLITICA AMBIENTE  SINDACATI.


lunedì 26 novembre 2012

LA TRAGEDIA DELL'ILVA ...TARANTO

L’Ilva: «Chiude Taranto»
Doria: «Scenario drammatico»

26 novembre 2012 Taranto - A quattro mesi esatti dal sequestro degli impianti della più grande acciaieria europea, esplode la bomba Ilva: l’azienda, dopo l’ennesimo provvedimento giudiziario nei confronti dei vecchi e nuovi vertici e il sequestro di tutti i prodotti «finiti e semilavorati», annuncia la chiusura «immediata e ineluttabile» dello stabilimento. Con la conseguenza che a partire da stasera 5mila operai rimarranno a casa: il badge per accedere in azienda è già stato disabilitato.
E, a questo punto, pare anche difficile che il governo possa risolvere la questione in tempi brevi, nonostante la convocazione per giovedì a Roma delle parti sociali e delle istituzioni locali. Ora bisognerà vedere come reagirà la città alla decisione dell’azienda che, di fatto, la mette in ginocchio: lo spettro è quello di un’apocalisse occupazionale che coinvolgerebbe, compreso l’indotto, non meno di 12 mila lavoratori.
Il primo segnale che arriva dai sindacati non è incoraggiante: «l’atteggiamento ricattatorio non esiste - dice la Fiom - Invitiamo i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e quelli che montano domani mattina di presentarsi regolarmente». E non è affatto escluso che nelle prossime ore la situazione possa precipitare. La Confindustria evidenzia che con la chiusura dell’Ilva i costi per la collettività, tra Cassa Integrazione, Imposte ed Oneri Sociali, «saranno pari a quasi un miliardo di euro l’anno».
A far saltare il tappo, le due ordinanze di custodia cautelare e il decreto di sequestro preventivo - con contestuale iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale presidente Bruno Ferrante e del direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, per non aver rispettato quanto disposto dall’autorità giudiziaria - emessi dal Gip di Taranto che ha accolto buona parte delle richieste della procura.
Complessivamente sono sette le persone destinatarie dei due provvedimenti: le accuse, diverse da indagato a indagato, vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione: in carcere vanno il vicepresidente del gruppo Riva Fire, Fabio Riva, che non è ancora stato rintracciato, l’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e l’ex responsabile dei rapporti istituzionali dell’Ilva, Girolamo Archinà, l’uomo che - secondo l’accusa - aveva intessuto una fitta rete di rapporti con politici, sindacalisti e funzionari degli enti locali, primo tra tutti il presidente della Regione Nichi Vendola.
E proprio del governatore, sostiene il Gip, sarebbe la «regia» messa in piedi per «far fuori» il direttore dell’Arpa (Agenzia regionale di protezione ambientale) Puglia Giorgio Assennato, il funzionario sgradito all’Ilva per aver firmato una relazione sul rapporto tra livelli d’inquinamento e produzione dello stabilimento.
«Mai fatto pressioni - ha replicato in serata Vendola - ho operato per la massima tutela dell’ambiente e con cautela per evitare quello che purtroppo stiamo per vedere nelle prossime ore». Ai domiciliari vanno invece Emilio Riva e l’ex perito del tribunale di Taranto Lorenzo Liberti che avrebbe intascato una mazzetta da 10mila euro da Archinà per ammorbidire una perizia sulle fonti dell’inquinamento.
«Al di là dei dati tecnici e giuridici - dice il procuratore di Taranto Franco Sebastio - in questo procedimento viene alla luce chiaramente che il diritto alla vita e alla salute non accetta compromessi di sorta e tutti devono cedere il passo. Anche il diritto al lavoro». E per far capire quanto, a quelli dell’Ilva, poco interessi del diritto alla vita, il procuratore cita un’intercettazione tra Fabio Riva e uno degli avvocati dell’Ilva in cui il primo dice al secondo: «due casi di tumore in più all’anno? una minchiata».
Arresti domiciliari anche per l’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva e per l’ingegner Carmelo Dellisanti, titolare di una società di consulenza: il primo avrebbe favorito il secondo, imponendo di trattare con lui a tutte quelle aziende che si rivolgevano all’assessorato per ottenere un’autorizzazione ambientale.
Il provvedimento più grave, però, quello che ha fatto saltare in aria tutto provocando la reazione immediata dell’azienda, è stato il decreto con cui il gip dispone il sequestro preventivo dei prodotti «finiti e semilavorati», vietandone la commercializzazione e, anche, il trasferimento negli altri stabilimenti del gruppo. «È evidente che se continuassero a produrre altri beni - mette subito in chiaro Sebastio - verranno bloccati anche quelli».
L’azienda replica nella maniera più dura: il decreto di sequestro è in contrasto con la nuova Aia ministeriale e, dunque, lo impugneremo. In attesa della decisione del Riesame, però, «ottempererà all’ordine del gip» e questo comporterà «in modo immediato e ineluttabile» l’impossibilità di vendere i prodotti e, «di conseguenza, la cessazione di ogni attività nonchè la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono da quello di Taranto».
La palla passa ora al governo, che si trova a dover affrontare una situazione tutt’altro che semplice. Anche perché è sempre più evidente il contrasto tra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e la procura tarantina. «L’intervento di oggi della magistratura - dice non a caso - chiude le lavorazioni a valle. A questo punto si crea una situazione di blocco degli impianti e, per questo, in conflitto con l’Aia. Io non ho aperto conflitti con la magistratura, sto cercando di capire se la magistratura li ha aperti con noi». Parole che non disinnescano la bomba né forniscono una soluzione ai 5mila operai da stasera a casa e ad una città che non può esser costretta a scegliere se morire di malattia o di lavoro.
Grondona: «Rischia anche a Genova»

E con la chiusura dell’impianto a freddo rischiano di restare a casa, a cascata, i circa 2.500 lavoratori degli stabilimenti Ilva di Genova, Novi Ligure e Marghera per un totale di 7.500 lavoratori, oltre il 20% degli occupati nel settore dell’acciaio in Italia.
Lo ha sottolineato il segretario della Fiom di Genova, Francesco Grondona, commentando la nota dell’Ilva di Taranto che annuncia la chiusura dello stabilimento tarantino.
«Senza Taranto, Genova ha un’autonomia di quattro giorni - ha spiegato -. Aspettiamo per capire meglio quanto sta accadendo, ma una cosa è certa: non saremo gli agnelli sacrificali di nessuno. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di chiusura. Se così fosse, allora muoia Sansone con tutti i filistei».
Nel frattempo, Genova si accinge a vedere in piazza domani, in occasione dello sciopero unitario dei metalmeccanici, un corteo dei lavoratori di Ansaldo Energia. Raggiungeranno la sede del Consiglio regionale, dove è prevista una riunione straordinaria congiunta dei consigli comunale e regionale.
Il governo in serata ha convocato per giovedì prossimo alle 15 a palazzo Chigi le parti sociali e le istituzioni locali per discutere del dossier Ilva. È quanto riferisce l’Ufficio stampa attraverso twitter.
fonte: IL SECOLO XIX