Roma, tragico gioco in bagno:
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di Marco De Risi e Maria
Lombardi Messaggero
ROMA - La sciarpa
della nonna intorno al collo, i piedi che ciondolano nel vuoto, le braccia
immobili. L’hanno trovato così in bagno, appeso al tubo dello scarico. Aveva
solo dieci anni e chissà quali pensieririncorreva quando si è chiuso a chiave e
ha stretto il foulard di lana che avrebbe dovuto proteggergli la gola arrossata.
Forse un maledetto gioco, un gesto visto in tv o sul web da imitare. Forse il
bambino è scivolato con le scarpette di pezza che indossava per stare a casa in
un pomeriggio come tanti. O forse per lui non era un pomeriggio come gli altri e
tutto questo non era un gioco. Forse il bambino non voleva giocare ma morire,
gli investigatori non escludono alcuna ipotesi.
Era figlio unico, un bel bambino sveglio con i capelli biondo scuro. Viveva con la mamma in una casa nello stesso palazzo dei nonni materni, a San Giovanni. I genitori si erano separati da quattro anni consensualmente, nessuna firma davanti al giudice. Impiegati tutti e due, lavorano fino al tardo pomeriggio e il figlio passava gran parte del tempo con i nonni. Ieri mattina lui non è andato a scuola per via del raffreddore. Frequenta la prima media, nuovi compagni e nuovo ambiente: ora si cerca di capire se avesse qualche problema a scuola, nonostante i voti abbastanza buoni, se nascondesse il dolore di una lite con i compagni o l’umiliazione subita da un bullo. Dopo pranzo, intorno alle due, il bambino non è andato nella sua camera a studiare, ma si è chiuso in bagno. Con il passare dei minuti gli anziani hanno cominciato ad allarmarsi. Hanno bussato alla porta, nessuna risposta, ci hanno riprovato più volte, il silenzio. Il nonno ha preso uno stuzzicadenti e l’ha infilato nella serratura, con fatica è riuscito a far cadere giù la chiave. Ne ha presa un’altra e ha aperto la porta. Il bambino penzolava dal tubo d’acciaio, stretta al collo la sciarpa che gli aveva dato la nonna per il mal di gola. I nonni lo hanno liberato, il respiro ormai un sibilo, il volto cianotico. Lo hanno trascinato dal bagno in salone, poi hanno chiamato i genitori, gli zii, «sta male, sta male», nessuno di loro capiva bene cosa fosse successo. La richiesta di soccorso è arrivata al 118 intorno alle 14,30. Il medico ha provato a rianimare il bambino, non c’era più ormai niente da fare. Sono arrivati la madre e il padre dal lavoro, gli zii e gli altri parenti. I nonni senza più la forza di alzare gli occhi, hanno ancora davanti l’immagine del nipote in bagno, per sempre li accompagnerà. «Sembrava tranquillo, non ci siamo accorti di niente di strano», hanno raccontato alla polizia. La mamma è rimasta un po’ fuori dal salone prima di entrare a vedere il figlio, l’hanno trattenuta i parenti per cercare di calmarla. Impossibile per chi era lì spiegarle cosa sia accaduto, impossibile per lei rassegnarsi a una morte così, a soli dieci anni. |
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