Mussari finanzia il Pd, Bersani s'adegua. L'intreccio tra Democratici e Banche
Da Il Portaborse, 06 marzo 2012, 10:02, In Affari, Palazzo
C'è un tema su cui
riflettere. Il Pd è il partito della banche? Quello che sta succedendo
attorno alla vicenda della nullità delle commissioni sui prestiti è un
tema da non sottovalutare. Prima però vogliamo fare una
premessa. Giuseppe Mussari, presidente dimissionari dell'Abi,
associazione bancaria italiana, è stato il patron del Monte dei Paschi di Siena ed è un finanziatore del partito di Bersani.
L’anno scorso ha staccato un assegno da 100.000 euro per il Pd di
Siena, il finanziamento è stato registrato il 21 gennaio 2011.
Quest’anno, pochi giorni fa, ha concesso il bis. Ha dato altri 99.000
euro sempre nelle casse senesi del partito guidato da Pier Luigi Bersani
(registrato alla tesoreria della Camera il 6 febbraio scorso). Nulla di
llecito, per carità. entrambi gli stanziamenti sono avvenuti secondo la
legge.
Nella massima trasparenza. In America sarebbe un fatto normale. In Italia
è la prima volta che si assiste a un banchiere, per giunta il
presidente dei banchieri, che finanzia un partito (sebbene sul piano
locale). Per giunta lo fa di tasca propria. Questo è un primo elemento
su cui riflettere. Il Pd, il 28 febbraio, fa approvare un emendamento
alle liberalizzazioni a firma di Anna Maria Fioroni
(Pd, appunto) con cui "sono nulle tutte le clausole comunque denominate
che prevedano commissioni a favore delle banche a fronte della
concessione di linee di credito''. Il Pd esulta. Il capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro,
esulta: "Come Pd abbiamo ottenuto ottimi risultati su tutta una serie
di settori strategici: le banche, le assicurazioni, l'energia, i
trasporti, le farmacie, la class action". L'Abi invece protesta e in
blocco tutto il vertice dell'associazione (guidato da Mussari) rassegna
le dimissioni perché quella norma, così come approvata, farebbe perdere
agli istituti di credito qualche miliardo di euro. Il partito di Bersani
fa una clamorosa retromarcia. tutti i big
intervengono per smentire la linea presa
al Senato. Il 1 marzo Bersani in persona corregge: la norma sulle
clausole delle commissioni per le linee di credito concesse dalle banche
"deve essere corretta" e su questo "il governo deve pronunciarsi". A
cascata parlano tutti: da Enrico Letta a Stefano Fassina
passando per Francesco Boccia. Tanto che la stessa Finocchiaro è
costretta a smentirsi: non è più un ottimo risultato quello raggiunto ma
"sarà il governo ad occuparsi della posizione espressa oggi dalle
banche. Spetta al governo trovare una soluzione, se lo ritiene". Il
giorno dopo la povera Anna parla addirittura di errore. Tutto è avvenuto
alla luce del sole. Ma è normale che ci sia un intreccio così forte tra
un partito e un banchiere?