Droga, tornano le siringhe: Il preside ai maestri «Nel parco non portate gli alunni»
Spaccio di eroina in zona Politecnico. Gli abitanti di piazza Leonardo da Vinci: più controlli
MILANO - È una storia che sembra risalire dalla memoria della città vecchia ormai di vent'anni, dal tempo in cui le ambulanze correvano nei giardinetti e nei parchi per soccorrere ragazzi in overdose, gli anni dell'eroina «di massa». Da quel periodo sembra arrivare la circolare appena firmata dalla preside della scuola «Leonardo da Vinci», antichissimo istituto pubblico affacciato sulla stessa piazza del Politecnico. Solo che quella circolare è di venerdì (data: 19 ottobre 2012), e avverte prima di tutto gli insegnanti: «In considerazione della presenza di siringhe... si suggerisce di non uscire con gli alunni in piazza durante gli intervalli».
RACCOMANDAZIONE - È una precauzione, una raccomandazione. Non significa che Leonardo da Vinci sia tornata una piazza dell'eroina come negli anni Ottanta. È solo la dimostrazione del fatto che, come ripetono gli esperti, l'eroina ha ceduto abbondanti quote di mercato alla cocaina, ma resta una droga ampiamente disponibile, trafficata e consumata. E così accanto a vecchi tossicodipendenti, quelli in là con gli anni, stanno aumentando da un po' i nuovi consumatori. Ripetono gli abitanti delle zone intorno al Politecnico: di sera non è raro vedere qualche spacciatore, come non è inconsueto trovare qualche siringa usata al mattino.
I GENITORI - «In quell'area verde (che arriva fino a viale Romagna, ndr) non soltanto vanno a giocare i bambini della scuola e del quartiere - spiega Luigi Amorese, rappresentante dei genitori della "Leonardo da Vinci" - ma il parco viene anche utilizzato da alcune classi per la ricreazione. Per questo vorremmo ricevere informazioni più complete il prima possibile». È la stessa preside ad assicurare di aver già «tempestivamente informato gli organi competenti»; il comando dei vigili di via Ponzio ha ripreso da qualche giorno i controlli specifici nei parchi della zona; qualcuno spiega che fino a qualche tempo fa i tossicodipendenti si rifugiavano in un luogo più nascosto e inaccessibile, una delle villette abbandonate di via Apollodoro, che ora è stata occupata dal «Collettivo Lambretta». Quando entrarono, i ragazzi ripulirono e buttarono via centinaia di siringhe.
Federica Cavadini Gianni Santucci