Da Penati a Berlusconi, da Tarantini a Papa
ecco i processi che saltano se passa la riforma
Le nuove norme sulla corruzione provocheranno in diversi casi l'accorciamento dei termini di prescrizione. I rischi principali vengono dalla modifica del reato di concussione e dalle nuove pene previste
Ineleggibilità e corruzione tra privati
La Camera vota la fiducia sul ddl anticorruzionedi EMILIO RANDACIO
DAL CASO Tarantini, al Rubygate. Ma anche altro. Dalla bufera sul Cardarelli e sui primari accusati di taglieggiare i pazienti per operarli, per finire al "Sistema Sesto". L'inchiesta in cui l'ex leader lombardo del Pd, Filippo Penati, è accusato di aver preteso sostanziose mazzette dagli imprenditori. Non è un colpo di spugna la riforma approvata ieri, ma avrà comunque conseguenze su diversi processi importanti. Il principale riguarda proprio Penati, a cui la procura di Monza contesta i reati più gravi fino al 2002. Per la concussione saremmo di fronte a una prescrizione già certa (i processi dovrebbero concludersi entro l'anno e non più nel 2017). E lo stesso criterio verrà applicato per chi ha la medesima accusa. L'introduzione dell'articolo "319 quater", disciplina infatti la "concussione impropria", prevedendo pene fino a un massimo di 8 anni. In questo caso, i tempi di prescrizione si riducono di un terzo rispetto alla vecchia concussione, dando un'importante sforbiciata di tempo soprattutto per i numerosi dibattimenti in corso.
Il sistema Sesto
L'approvazione del ddl anticorruzione farebbe saltare un intero pezzo dell'inchiesta sul "Sistema Sesto", su cui indagano i pm della procura di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia: il filone sulla riqualificazione delle aree Falck. Sarebbero coperte da prescrizione le accuse a Filippo Penati, a Giordano Vimercati e agli uomini delle coop rosse: il vicepresidente del Consorzio cooperative costruttori, Omer Degli Esposti, e i due consulenti che sarebbero stati imposti al proprietario dell'area, Giuseppe Pasini. Ma mentre le coop rosse sarebbero totalmente salve - per fatti tra il 2000 e il 2004 - nulla eviterà il processo a Penati per gli altri capi d'imputazione: le presunte tangenti per la terza corsia dell'autostrada A7 e per i finanziamenti illeciti alla sua associazione "Fare Metropoli".
Il Rubygate
Cinque anni in meno per celebrare il processo Ruby e un'"insidia" che potrebbe essere utilizzata dai legali del Cavaliere per tentare di smontare l'accusa. È questa la principale conseguenza al Tribunale di Milano del decreto anticorruzione. Per il Rubygate, le modifiche riguardano la concussione. Il processo non rischia uno stop, ma la prescrizione si accorcia al 2020. Potrebbe, però, offrire un'"insidia", spiegano fonti della procura, nel caso i difensori di Berlusconi volessero dare un'interpretazione estensiva alla riforma coinvolgendo anche il funzionario della questura che fece rilasciare Ruby. Per le indagini per concussione, invece, il pool per i reati sulla pubblica amministrazione teme che l'introduzione di una pena massima di 8 anni di carcere, possa indurre gli imprenditori a evitare di denunciare.
Il caso Cardarelli
La riforma della concussione potrebbe avere effetti anche sull'inchiesta in corso a Napoli nei confronti del primario di Ortopedia Paolo Iannelli. Il nucleo centrale delle contestazioni si riferisce all'ipotesi secondo la quale il primario (che nega) avrebbe indotto degenti dell'ospedale Cardarelli a lasciare il presidio sanitario pubblico per la clinica privata Villa del Sole. Bisognerà vedere adesso come, dopo l'approvazione definitiva del nuovo testo, le condotte configurate dai pm Curcio e Woodcock come concussione dovranno essere riformulate e con quali conseguenze sul procedimento. In Procura, dove ieri si è insediato il nuovo capo, non si sbilanciano e attendono il testo definitivo.
La P4
A Napoli è in corso il processo di primo grado nei confronti del deputato del Pdl Alfonso Papa, imputato di concussione e altri reati nel giudizio originato dall'inchiesta denominata P4.
Al parlamentare, che respinge le accuse, viene contestato di aver imposto a tre imprenditori il pagamento di alcune utilità (soggiorni in albergo, regali) in cambio di notizie e interventi su vicende giudiziarie. Anche in questo caso le nuove norme attualmente allo studio delle Camere potrebbero avere effetti negativi sul procedimento, tenuto conto ad esempio che il pacchetto introduce la nuova figura di reato del "traffico di influenze". Secondo fonti della Procura, a Napoli dal 2007 al 2011 sono state iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di concussione circa 1700 persone, ben 592 nel 2008.
La sanità pugliese
C'è anche un filone della maxinchiesta sul "sistema Tarantini" fra i processi a rischio prescrizione, con l'approvazione del ddl sulla nuova concussione. Ed è quello relativo agli "affari" del noto imprenditore barese con il primario di Neurochirurgia del Policlinico di Bari, Pasqualino Ciappetta. Secondo l'accusa, tra il 2006 e il 2009, Tarantini avrebbe accontentato il primario mettendo a disposizione auto e autista, pagando viaggi e persino il conto di salumerie o di cene consumate in rinomati ristoranti. A spese di Tarantini anche i 15 ricorsi che il professor Ciappetta voleva presentare per chiedere l'annullamento di multe. In cambio il neurochirurgo avrebbe favorito Tarantini scegliendo, sulla base del principio dell'infungibilità, le protesi da lui fornite.
Le nomine Asl
La nuova concussione, quella che fino ad oggi era definita "per induzione", influirà anche nel processo per lo scandalo sulla cosiddetta "cupola Tedesco". Secondo la Procura di Bari, la struttura guidata dal senatore Alberto Tedesco, tra il 2005 e il 2009 avrebbe pilotato le nomine di dirigenti di Asl pugliesi e la nomina di quelli amministrativi e sanitari, in modo da dirottare gare di appalto e forniture verso imprenditori a lui legati da interessi economici ed elettorali. Tedesco, che insieme agli altri imputati potrebbe ora ottenere sconti dalla nuova normativa, sarebbe intervenuto "attivamente sui direttori generali e sui dirigenti per nominare quali primari persone di sua fiducia e destituire persone che non obbedivano ai suoi ordini".
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