Riprendiamoci la PoliticaIn difesa di Favia e Defranceschi (non del M5S) Ora va di moda dagli addosso ai 5 Stelle. Dalle colonne di questo blog non sono mai mancate le critiche al M5S, sin dalle origini. La crescita esponenziale del Movimento, con le amministrative 2012 e dopo, in maniera del tutto virtuale, nei sondaggi, ha innescato un nuovo filone giornalistico. Trovare scheletri nell’armadio di Grillo, Casaleggio e di tutti i neofiti del M5S. L’importante è parlarne male, non argomentare bene le proprie tesi (ci sono un paio di post imperdibili di Mazzetta e il Nichilista, assolutamente da leggere e che costituiscono, a mio avviso, due esempi di buon giornalismo in materia di M5S e utopismo della democrazia diretta). Ma, a sorpresa o forse no, il nouveau divertissement non nasce sul web bensì sui giornali – il web ne fa solo un copia-incolla, nelle più comoda delle pratiche attira visitatori. Così, stamane, mi trovo a dover difendere i due consiglieri regionali dell’Emilia Romagna del M5S, non già per partito preso: solo e soltanto per il piacere di verificare i fatti.
Parto dal principio. Un blogger copia e incolla un articolo di Silvia Cerami su L’Espresso. In esso si sferra un colpo sotto la cintola a Favia in particolare, reo di esser presidente – da ben due anni – della Commissione Regionale VI “Statuto e Regolamento”. Un fatto noto. Favia, in quanto presidente, avrebbe “a disposizione due dirigenti e un funzionario, un budget annuale di oltre 100 mila euro, più eventuali spese di rappresentanza. Non manca, ovviamente, un emolumento mensile maggiorato per le incombenze del presidente, che nel 2011 ha incassato 125.239,68 euro” (Jack’s Blog). Naturalmente, nessuno del blog sopra citato ha pensato di dover verificare quanto scritto dalla Cerami. Si assume che sia vero perché l’ha scritto tale Cerami su L’Espresso. Nessuno mette in dubbio la buona fede di Cerami, semplicemente qui si crede che il suo pezzo valga tanto quanto gli articoli anti-Casta di Sallusti su Il Giornale. E dire che il M5S ha davvero tanti problemi, a partire da quell’idea forse irrealizzabile e utopica di “democrazia dal basso”, che peraltro nemmeno funziona, visto e considerato i casi di Parma e di Cento (Tavolazzi docet). L’attacco della Cerami contro Favia si impernia sul fatto che Favia avrebbe anzitempo bollato la Sesta Commissione come “uno spreco”. Poi ne è diventato presidente e spreco più non era. Quindi c’è il mistero della cifra – quelle 125.238,68 euro che, secondo Cerami, Favia avrebbe “incassato” nel solo 2011. Basterebbe quello per accecare tutti i fan del M5S di Bologna e dintorni. Il problema è che le parole della Cerami non permettono verifica. Infatti, sul sito dell’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna, alla pagina Trasparenza, sono pubblicate altre cifre, e diventa difficile se non impossibile capire da dove provengano quelle 125.000 euro di cui testimonia Cerami.
Emolumenti a favore dei Consiglieri regionali
Netto esclusi rimborsi a pié di lista e rimborsi di cui alla let.b art.52 del T.U.I.R. Rimborsi di cui alla lett.b art.52 del T.U.I.R.* Totali netti
Presidente Assemblea legislativa e Giunta Regionale
5.314,69 2.277,02 7.591,71
Vice Presidente Assemblea legislativa
4.591,16 2.277,02 6.868,18
Presidente Commissione Consiliare
4.012,32 2.277,02 6.289,34
Vice Presidenti Commissioni Consiliari
3.578,19 2.277,02 5.855,21
Consigliere Segretario e Segretario Questore del Consiglio
4.012,32 2.277,02 6.289,34
Capigruppo Gruppi Consiliari
4.012,32 2.277,02 6.289,34
Consigliere Regionale
3.288,78 2.277,02 5.565,80
(*) Nota: è compreso in questa voce: il rimborso forfetario delle spese sostenute per la partecipazione alle riunioni istituzionali e per le spese derivanti da attività connesse all’espletamento del mandato, previsto dalla La L.R. 42/1995 all’art. 6, comma 1, lettera a); Non è compreso in questa voce: il rimborso spese di trasporto previsto dalla L.R. 42/1995 all’art. 6, comma 1, lettera b) per lo svolgimento delle attività connesse all’esercizio del mandato, costituito da un rimborso chilometrico che tiene conto della distanza tra la residenza e la sede dell’Assemblea, corrisposto in base alla effettiva presenza, fino ad un importo massimo corrispondente a 12 presenze mensili. Tali importi sono variabili e corrisposti a fronte di spese sostenute e puntualmente certificate; non sono quindi riportati nella tabella di sintesi.
Se gli emolumenti che spettano a Favia in qualità di presidente di commissione sono effettivamente pari a 6289 euro netti al mese, allora nel 2011 dovrebbe aver “incassato” una somma pari circa a 75000 euro. In ogni caso, dovrebbe valere l’intenzione più volte espressa da Favia di trattenere solo i 2500 euro mensili. Nel suo Movimento sono piuttosto attenti a queste cose e polemiche erano già sorte sul destino della eccedenza che Favia e Defranceschi devono comunque percepire personalmente. Su questo punto non mi dilungo altrimenti. Se ne è parlato forse in eccesso. E’ ora di passare oltre.
Secondo aspetto degno di critica secondo Cerami: la commissione VI sarebbe alquanto inoperosa. Solo “ventiquattro sedute in tutto il 2011, con una media di due al mese, quasi trenta ore all’anno di duro lavoro”. Una Commissione “nata nel 2001 per riscrivere lo Statuto della Regione”, doveva durare trenta mesi, il tempo di approvare le modifiche statutarie. Ebbene, sono “trascorsi quasi dieci anni” poi “nel 2010 [...], dopo le elezioni regionali, venne di nuovo costituita, per altri cinque anni” (Jack’s Blog, cit.). Ventiquattro sedute possono essere tante o poche, non è questo il modo corretto di argomentare. E’ chiaro che una Commissione sul Regolamento ha un minor tasso di attività rispetto per esempio ad una Commissione Bilancio, nella quale transitano quasi tutti i provvedimenti di un governo regionale. Bisognerebbe poi fare una valutazione della qualità del tempo speso dalla Commissione VI, che ha comunque una serie di compiti che vanno al di là delle semplici “modifiche statuarie”. La Commissione infatti deve occuparsi di:
− proposte di modifica allo Statuto e al Regolamento interno;
− legge elettorale, disciplina dei casi di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità;
− leggi in materia di organismi e Istituti previsti dallo Statuto;
− promozione della democrazia partecipativa e dei processi decisionali inclusivi;
− promozione delle attività di controllo e valutazione delle leggi, clausole valutative e missioni valutative;
− semplificazione e qualità degli atti e dei procedimenti;
− rapporto sulla legislazione. (Commissione VI – Statuto e regolamento).
Inoltre, dando un’occhiata alla composizione della Commissione, la cui esistenza è attribuita da Cerami quasi come una colpa a Favia, troviamo personaggi illustri e al di sopra di ogni sospetto della politica dell’Emilia Romagna, come l’avvocato di strada Antonio Mumolo (PD), il compianto Maurizio “Cev” Cevenini, Roberta Mori (PD), attuale presidente della Commissione per la Parità e attivissima sul fronte dei diritti delle Donne.
In ogni caso, questa “inutile” Commissione ha partorito 41 progetti di leggi regionali (ATTI Commissione VI). Fra di essi vi sono tre leggi molto importanti, che hanno distinto la Regione Emilia-Romagna nel paese:
494 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: “Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”" (24 09 10). Vedi pdl 827- e 827 Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Mandini, Barbati, Mazzotti, Noè, Lombardi, Pollastri, Manfredini e Cevenini: “Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995 n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”" (06 12 2010), poi confluite nella Legge regionale n. 13 2010.
958 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi “Anagrafe pubblica degli eletti della Regione Emilia-Romagna. Disposizioni sulla trasparenza e l’accessibilità alle informazioni” (25 01 11), vedi pdl 262, poi diventato Legge regionale n. 1 2012.
1078 – Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi “Norme per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni mafiosi, criminali, illegali e per la promozione dell’educazione alla legalità” (18 02 11), vedi pdl 1117, Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” (delibera di Giunta n. 259 del 28 02 11), poi diventato Legge regionale n. 3 2011.
Si tratta di tre leggi che hanno avuto origine dall’iniziativa di Favia e Defranceschi – abrogazione vitalizio consiglieri regionali, anagrafe degli eletti e Contrasto fenomeni mafiosi. L’Emilia-Romagna è stata la prima regione a dotarsi di una legislazione per il contrasto alla infiltrazioni mafiose; ed è la prima regione ad aver abolito il vitalizio dei propri consiglieri. Se non altro, la presenza di Favia e Defranceschi, nonché l’attività in Commissione VI di Favia medesimo, influenzano il dibattito consigliare della Regione Emilia-Romagna.
Non si spiega altrimenti, se non con una volontà calunniatoria, l’articolo di Silvia Cerami. Ripeto: di problemi e di aspetti poco chiari il M5S è pieno. Un corretto giornalismo dovrebbe cominciare da quelli: dal ruolo di Grillo e di Casaleggio (per favore senza indugiare nel complottismo); dall’idea di democrazia diretta applicata mediante la tecnologia del web – tecnoutopismo e democrazia; dall’aspetto legato alla perdita della caratteristica del professionismo della politica; dal problema annoso della mancata circolazione delle élites. Ma forse chiedo troppo.
Aggiornamento 24/06/2012:
Alla fine è arrivata la risposta di Favia, ma le risposte – quelle vere, quelle fattuali – erano già lì, sul sito istituzionale dell’Assemblea dell’Emilia Romagna.
Queste sono le tabelle citate da Favia, che potete esaminare e tenere sotto controllo voi stessi su http://www.assemblea.emr.it/assemblea-legislativa/trasparenza/commissioni
FONTE QUI
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