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martedì 19 giugno 2012

BEPPE GRILLO



DAL CORRIERE DELLA SERA
Il comico sul blog SULLA CRISI DEI PARTITI POLITICI
Grillo: «Norimberga dei partiti
però non imitiamo Robespierre»
Il comico sul suo blog spiega come risolvere la crisi dei partiti: «serve un processo senza violenza, siamo un popolo civile»
ROMA - «Un processo pubblico alla classe politica è necessario. Senza violenza. Siamo un popolo civile. Truffato, spolpato, fottuto, immiserito, deriso, ma comunque civile. Nessuno può pensare di sostituirsi alla magistratura o di evocare nuove Piazzale Loreto».
Se lo augura Beppe Grillo in un intervento sul suo blog intitolato significativamente «Norimberga all'italiana» e rilanciato su Twitter con «Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure!».


Toni violentissimi ai quali replica il finiano Deodato Scanderebech con altrettanta violenza: «Non accetto di essere oggetto di linciaggio mediatico da parte di un comico che non ha mai realizzato niente di buono nella sua vita. In Parlamento non tutti sono come i Lusi e i Belsito del momento. Anzi la maggior parte dei colleghi sono persone per bene che ogni giorno svolgono il proprio dovere».
Il leader del Movimento 5 stelle chiarisce, in ogni caso, che «Saint Just e Robespierre non sono esempi da imitare, anche perché finirono, pure loro, sul carretto che conduceva i condannati alla ghigliottina. Il processo deve essere morale, collettivo. Ogni cittadino deve avere il diritto di sputo virtuale».
L'attacco al sistema politico che si è costituito dopo la caduta della Prima Repubblica e fondato sul bipolarismo è durissimo. Ed è rivolto a entrambi i campi. L'impressione quindi è che Grillo voglia, con questa iniziativa, cercare di raccogliere i consensi di coloro i quali si sono rifugiati nell'astensione proprio perché insoddisfatti della politica dopo gli scandali degli ultimi tempi. Grillo infatti aggiunge: «Chiunque abbia ricoperto nella Seconda Repubblica un'importante carica pubblica, tra questi i parlamentari, i ministri, i sottosegretari, i presidenti di Regione, i sindaci dei capoluoghi di provincia, i presidenti di Provincia, oltre ovviamente ai presidenti del Consiglio e ai presidenti delle Camere, dovrà rendere noto pubblicamente in Rete il suo patrimonio prima e dopo la sua investitura. Motivare, se esistono, le ricchezze accumulate durante il suo incarico. Case, patrimoni, regalie inconsapevoli. Un atto dovuto che premierà chi non ha nulla da nascondere».


Tale richiesta, argomenta ancora Grillo, deriva dal fatto che «in questo Paese si è radicata l'idea, sbagliata, che sia naturale per un politico arricchirsi. In effetti è difficile trovare un politico in miseria o qualcuno uscito dai Palazzi del Potere con le pezze al culo. Lo stipendio e i benefit che ricevono i politici, pur eccessivi, non sono sufficienti per diventare benestanti».
Ed ecco il punto. I politici, è l'opinione di Grillo, si sono arricchiti «con altre fonti». Servono, insomma, indagini ai raggi X che consentano «ai cittadini e anche ai magistrati di conoscere, ad esempio, i motivi per cui il ministro Z o il senatore B si è ritrovato a fine legislatura con un paio di appartamenti in più o mezzo milione di euro sul conto della moglie. Un'analisi patrimoniale, in piena trasparenza, che copra il periodo della Seconda Repubblica, con il disprezzo dei cittadini e l'isolamento sociale verso chi ha abusato dello Stato per i propri interessi e l'intervento della magistratura in caso di reato».


R. R.

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