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venerdì 29 giugno 2012

ITALIA - GERMANIA - MA IO HO VISTO UN DOCUMENTARIO...


Stavo guardando su italia uno, un documentario della Stella Pende, quando ad un certo punto si sono sentite delle urla di giubilo...l'Italia aveva segnato un goal, poi un altro...io ho seguitato a vedere il documentario che era molto interessante.
Corriere della sera, pagina 47

Stella Pende, la sfida: «Voglio dare voce al dolore del mondo»


MILANO - «L'illusione di dar voce al dolore del mondo e a un mestiere poco conosciuto». E il doppio obiettivo di Stella Pende, che ancora una volta sceglie il modo più difficile, dunque più efficace, per raccontare quello che succede nel mondo. Un viaggio in otto reportage (dall'Afghanistan alla Libia, dal Marocco alla Somalia) che prende il via domenica attorno a mezzanotte su Italia i (peccato l'orario da vampiri): «Confessione Reporter». Stella Pende spiega il primo concetto: «Non voglio usare il dolore degli altri ma rendergli onore», come quando racconta (nella prima puntata) le bambine vendute come bestie ai vecchi in Afghanistan («da civiltà di un Paese islamico si vede da come viene trattata la donna»). Illustra il secondo intento, che è un tributo al mestiere: «Mostrare cos'è il reportage, che non è solo il giornalista, ina il dietro le quinte: interpreti, autisti, fotografi, operatori, altrettanto, se non più importanti». Ci sono gli ospiti, ma anche il «Reportage d'autore», realizzato da chi giornalista non è (Moni Ovadia, Cesare Prandelli, Dominique Lapierre...). Una puntata da non perdere? «Quella sulla Libia e la sorte degli ex gheddafiani: un luogo con un governo fantoccio dove non c'è nessuno che non abbia un Kalashnikov in macchina. Anche la rivoluzione ha le sue vittime». Paure? «No, passione. Ma quando parto a mio figlio racconto che vado a Ostia». R. Fra.

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