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sabato 9 giugno 2012

BERSANI DICE CHE DI PIETRO E' PEGGIO DI GRILLO...PREFERISCE ALFANO...


Prove di unità a sinistra, ma Di Pietro attacca Bersani: «dal Pd scelte ipocrite»
Si parla di lavoro e riforma Fornero, ma vanno in scena le "prove tecniche di unità a sinistra". Al convegno "Il lavoro prende la parola", organizzato oggi a Roma, sono infatti ospiti del segretario generale Maurizio Landini i tre volti dell'ormai storica "foto di Vasto": Nicki Vendola (Sel) Luigi Bersani (Pd)e Antonio Di Pietro (Idv). E se il primo si candida alle primarie - «sono a disposizione» - gli altri due approfittano per confermare distanze e divisioni.

Bersani e le prospettive nel campo progressista
Nella speranza di far ripartire l'idea di uno schieramento unitario a sinistra, Bersani sottolinea come il governo Monti sia una «fase di transizione»: il paese, spiega, «va tenuto assieme a tutti i costi», anche se si tratta ora di capire «come far cardine attorno al tema del lavoro per un programma di governo». Il segretario Pd spiega che «per quanto sia difficile trovare una quadra, c'é convergenza di analisi sui temi della crisi». di fronte a questa situazione per Bersani «non c'é altro campo che quello dei progressisti europei, che va organizzato e con cui lavorare». Per Bersani anche qualche contestazione (e un po' fischi) quando prende la parola sull'articolo 18, tema su cui rivendica di essere riuscito «a fare un argine in una situazione difficile». Ma anche applausi, quando assicura che nel programma per le elezioni metterà «il rapporto tra diritto del lavoro e diritto di cittadinanza» e riproporrà la cancellazione dell'articolo 8 sui licenziamenti.



Attacco a Bersani, applausi per Di Pietro
Poi è la volta di Antonio Di Pietro, che approfitta per un duro attacco a Bersani: rivolgendosi al segretario del Pd seduto in prima fila, Di Pietro parla di «ambiguità», «ipocrisia» nel Pd e, citando le parole di Romano Prodi, di «scelte suicide». La Fiom spiega, «ci pone un problema chiaro: i lavoratori vogliono sapere per quali politiche del lavoro votano. Se - aggiunge riferendosi sempre al Pd - per esempio per chi in parlamento fa le partizioni sull'Agcom o vota la fiducia sull'articolo 18. Credo che questo sia un comportamento ipocrita e io dico basta alle ipocrisie». L'intervento di Di Pietro, più volte applaudito dalla platea, elenca anche altri elementi di dissenso critico sulle scelte del Pd: «noi crediamo che le politiche di Monti siano da contrastare ed è quello che abbiamo fatto fin dall'inizio con serietà. Non si possono mandare i propri rappresentanti agli scioperi e poi votare i provvedimenti del governo». Quando si voterà, conclude, «noi ci presenteremo ricordando le battaglie che abbiamo fatto senza ambiguità».



Corruzione, settimana della verità
Di Pietro ricorda poi i prossimi appuntamenti parlamentari, quando la Camera voterà alcuni provvedimenti anticorruzione (riforma del falso in bilancio e ddl che disciplina tra altri aspetti anche l'induzione alla concussione) e conclude: «su queste cose ci misureremo e vedremo chi voterà a favore e chi contro». Bersani, seduto accanto a Vendola, scuote la testa. «Invece di sventolare ciascuno la sua bandierina dobbiamo mettere al centro la ricerca unitaria. L'emergenza della situazione è tale per cui dobbiamo dire di no alla propaganda di partito, serve una ricerca comune e la necessità di mettere in campo una alternativa». Con queste parole, il leader di Sel, Nichi Vendola, intervenuto dopo Bersani e Di Pietro cerca di riportare il tema dell'unità della sinistra al centro del confronto: Il centrosinistra, conclude, «è egemonico quando dà una vera offerta di cambiamento» chiedendo «una mobilitazione sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Ora c'è bisogno di ascoltare le istanze, anche fuori dai partiti, di chi chiede il cambiamento reale».


9 giugno 2012 FONTE: IL SOLE 24 ORE

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