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martedì 12 giugno 2012

AGRICOLTURA...


SOLDI PUBBLICI

Agricoltura, 6 mln di sprechi
Monti risparmia la partecipata da 6 mln.
di Gelsomino Del Guercio
(© La Presse) Mario Catania, ministro per le Politiche agricole.
La spending review voluta dal premier Mario Monti è in alcuni casi fin troppo generosa. Ne sa qualcosa l'Istituto per lo sviluppo Agroalimentare, società finanziaria partecipata al 100% dal ministero delle Politiche agricole con sede in un palazzo del centro di Roma. Entro la settimana che si chiude il 17 giugno il ministro Mario Catania, deve rispondere a Montecitorio all’interpellanza urgente presentata dall’Italia dei valori che ha chiesto spiegazioni sull’eccessivo esborso di denaro pubblico a favore dell'Istituto che, in sette anni di lavoro, ha seguito solo 36 pratiche di finanziamento.
L'ISTITUTO COSTA 6 MLN ALL'ANNO. A sollevare il caso della società è stato il quotidiano Il Fatto Quotidiano. L'Istituto ha 34 dipendenti (tra cui quattro dirigenti), e per i loro stipendi, più quelli di sette collaboratori a progetto, lo Stato paga ogni anno quasi 6 milioni di euro.
Presidente e amministratore delegato hanno indennità annue rispettivamente di 137.500 euro e 117.500, oltre al riconoscimento di un rimborso spese forfettario per alloggio e auto pari a euro 55 mila annui ciascuno.
Un’anomalia già evidenziata dal Partito democratico in un’interrogazione parlamentare nel 2011, che tuttavia non ha mai avuto risposta.
(© La Presse) Francesco Saverio Romano, ex ministro per le Politiche agricole.

IL MARITO DELL'AD AMICO DI ROMANO. Non è casuale, poi, che l'amministratore delegato della società sia Annalisa Vessella, moglie di Michele Pisacane, deputato napoletano con passato in Uduer e Unione di centro, ora in forza ai Popolari per Italia domani di Francesco Saverio Romano. Quest'ultimo è stato ministro delle Politiche agricole fino alla caduta del governo Berlusconi e con Pisacane ha un rapporto strettissimo: lo ha nominato coordinatore regionale campano del Pid, mentre sua moglie è diventata amministratore delegato dell'Istituto per lo sviluppo agroalimentare a luglio 2011, su nomina diretta dello stesso Romano.
IL 70% DEI PRESTITI AL NORD. L'Istituto, che vanta un capitale sociale di 300 milioni di euro, ha l'obiettivo di promuovere lo sviluppo agroindustriale con prestiti a tassi vantaggiosi per le imprese, che possono restituirli in 10 anni.
Secondo il responsabile dell'agricoltura dell'Italia dei valori, Ignazio Messina, sarebbero 2.500 le aziende interessate, ma nel 2012 sono state solo tre quelle a cui è stato offerto il finanziamento. Sempre secondo la denuncia dell'Idv, sebbene l’85% dei prestiti dovrebbero essere destinati al Sud Italia, il bilancio 2011 ha rivelato che per il 70% sono andati ad aziende del Nord.
Nonostante la richiesta di spiegazioni, all'Istituto le bocche restano cucine. E a testimoniare che il clima sia piuttosto pesante, è la rivelazione fatta a La7 da alcuni funzionari della società, che hanno detto di aver ricevuto una mail che li obbligava al silenzio.

Nel Consiglio per la ricerca ci sono 1.800 dipendenti

Nella selva di enti pubblici nati per sostenere l'agricoltura, l'Istituto per lo sviluppo Agroalimentare non è altro che una gocciolina di una filiera magnanima, dove possono trovare spazio davvero tutti, sopratutto i politici.
Basta guardare al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, che conta 1.800 dipendenti (di cui 500 precari), 47 centri sparsi per l’Italia e 5.300 ettari a colture sperimentali.
ENTRATE PER 160 MLN DI EURO. Nel 2010 ha registrato entrate per 160 milioni di euro. Un carrozzone a tutti gli effetti, in cui si sono succeduti dal 2000 a oggi un numero imprecisato tra presidenti, commissari e sub-commissari.
Recentemente è stato guidato dall’ex senatore Domenico Sudano, già segretario siciliano dell’Udc e in seguito coordinatore locale del Pid, il partito del ministro Romano che l’aveva nominato alla guida dell'Ente; ora invece, il nuovo numero uno è Giuseppe Alonzo, commissario dopo Sudano, docente siciliano di Agraria che sempre con Romano aveva scalato i vertici del ministero delle Politiche agricole.

Da luglio 2011 esiste l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico(© Getty Images) L'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico ha sostituito l'Unione nazionale incremento razze equine.
Ancora più intricata è la vicenda dell’Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (Assi), istituita a luglio 2011 per sostituire l'Unione nazionale incremento razze equine (Unire), e controllata sempre dal ministero dell'Agricoltura.
I suoi compiti sono di promuovere l'incremento e il miglioramento qualitativo e quantitativo delle razze equine, gestire i libri genealogici, revisionare i meccanismi di programmazione delle corse, delle manifestazioni e dei piani e programmi allevatoriali. A guidarla è il commissario straordinario Claudio Varrone, ex magistrato.
L'Assi ha sede in un palazzone di otto piani in via Colombo a Roma, al quartiere Eur, dove lavorano ben 176 dipendenti.
BRUCIATI 110 MLN DI SOLDI PUBBLICI. Secondo il Pd, dal 2006 al 2008 l'Unire ha bruciato 110 milioni di soldi pubblici. A fine 2009 il buco di bilancio sarebbe stato di 83 milioni di euro. E la trasparenza non è di certo il cavallo di battaglia dell'Assi: in una recente interrogazione del parlamentare Idv Elio Lanutti si chiedeva al governo quali fossero i motivi «per cui l'Unire non presenta i suoi bilanci da anni» e come mai il ministro delle Politiche agricole, «che deve esercitare un controllo di merito sugli atti dell'ente, non sia intervenuto al riguardo».

Lunedì, 11 Giugno 2012 LETTERE 43

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