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sabato 7 aprile 2012

RIMBORSI ELETTORALI

Rimborsi elettorali, due miliardi ai partiti
Come la copertura della riforma del lavoro

Dal 1994 a oggi i gruppi politici hanno incassato 2,5 miliardi, ma ne hanno spesi solo 579 milioni, gli altri sono "spariti". Soldi che basterebbero per i nuovi ammortizzatori sociali. Il finanziamento è salito dai 70 milioni del 1994 ai 503 milioni del 2008
di GIULIANO BALESTRERI
Soldi ai partiti e corruzione: subito la legge
Partiti, un'Authority per certificare i bilanci
il piano anti-corruzione del ministro SeverinoMILANO - Il governo cerca due miliardi per il lavoro. Sono i soldi che servirebbero alle casse dello Stato per coprire la riforma e sostenere gli ammortizzatori sociali. Ed è esattamente la cifra che i partiti italiani hanno incassato, dal 1994 a oggi, senza neppure spenderli. Insomma, invece di aumentare le tasse su case in affitto, biglietti aerei e auto aziendali - per finanziare il nuovo sistema - basterebbe applicare in modo rigoroso lo spirito della legge.

Negli ultimi 18 anni, da quando il finanziamento pubblico si è trasformato in rimborso elettorale, nelle casse dei partiti italiani sono entrati 2,3 miliardi, che saliranno a 2,4 entro la fine della legislatura e cui vanno aggiunti altri 70/80 milioni di euro destinati ai gruppi parlamentari. In totale poco meno di 2,5 miliardi.

LA TABELLA 1. 1

Peccato che nello stesso periodo i partiti in questione siano riusciti a giustificare spese per appena 579 milioni di euro. Come a dire che 1,9 miliardi sono spariti nel nulla, nascosti tra carte e fatture rimaste probabilmente segrete. Di certo la fotografia scattata dalla Corte dei conti non lascia spazio a dubbi d'interpretazione. Piuttosto apre diversi interrogativi sui costi della politica.

LA TABELLA 2. 2

Solo per le elezioni Politiche del 2008 i partiti hanno speso 136 milioni, ma ne hanno incassati 503 con un guadagno netto di 367 milioni di euro. A fare la parte del leone è il Pd che ha registrato una plusvalenza di 161,8 milioni, seguito dal Pdl che è arrivato a 138 milioni e dalla Lega Nord che si è fermata a 37,9 milioni. A guadagnarci sono un po' tutti, con l'esclusione di Sinistra Arcobaleno che ha perso 1,6 milioni e del Partito Socialista in rosso per 1,9 milioni.

Di certo il caso italiano in Europa non ha eguali. Solo nel 2010 i partiti italiani hanno ricevuto sotto forma di contributi pubblici 285 milioni di euro contro i 133 milioni che spettano ai tedeschi (limite massimo stabilito per legge) e gli 80 milioni per i francesi. In Gran Bretagna, invece, i contributi spettano solo all'opposizione.

Eppure con il referendum del 1993 si era decisa l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, salvo poi stabilire un rimborso elettorale salito dai 70,4 milioni del 1994 ai 503 milioni del 2008.

Insomma tagliando almeno una parte di questi costi sarebbe più facile finanziare gli ammortizzatori sociali destinati a chi perde il lavoro. Anche perché alla luce di questi numeri emerge con chiarezza che mentre l'accesso al credito per gli imprenditori è sempre più difficile, per la politica la crisi è soltanto qualcosa di cui poter parlare.
(06 aprile 2012) LA REPUBBLICA

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