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lunedì 2 aprile 2012

LOTTA X LA CASA...MASSIMO CALEARO

Calearo: “Basta insulti, mi dimetto. Mai stato di sinistra”
L'imprenditore veneto annuncia l'addio alla Camera. Eletto nel 2008 con il Pd, poi è passato all'Api di Rutelli e infine ai Responsabili di Scilipoti. Elogia Veltroni: "Lo ringrazierò sempre" e per Berlusconi "è come me, tutti gli altri non hanno mai lavorato"
Da venerdì scorso, il faccione boccoluto di Massimo Calearo è l’icona della Casta che si fa paracula e sprezzante: “Non vado più alla Camera, ma non mi dimetto perché ho il mutuo della casa da pagare”. Industriale veneto sotto la sessantina, fu scelto nel 2008 da Walter Veltroni per dare sostanza al “ma-anchismo” del nascente Pd. Poi se n’è andato. Prima con Francesco Rutelli nell’Api, poi con i famigerati Responsabili di Domenico Scilipoti.

Un titolo più che una domanda: “Calearo deputato per niente onorevole”.
Io dico sempre quello che penso. Però quella uscita non è tutta la verità.
I soliti giornalisti.
No, sono stato io a tacere qualcosa, per una questione di pudore. Può dirlo adesso. Le mie assenze alla Camera sono cominciate alla vigilia di Natale. In quei giorni mia moglie si è ammalata seriamente.
E poi?
Ho scelto di rimanerle vicino. È morta il 19 marzo scorso. Nel frattempo ho ripreso a lavorare nella mia azienda.
Così Montecitorio le dà la nausea.
Quando sono ritornato in aula sono stato male, ho provato un grandissimo disagio e ho cominciato a schifare una classe politica che è sempre la stessa.
Dimettendosi, mutuo permettendo, potrebbe tenersi lontano dallo schifo.
Lo sa che le dico? Basta, mi dimetto, così la finiamo con le polemiche.
Una data.
Aspetto solo che quegli sciocchini del Pd la smettano di spararmi addosso, poi scrivo la lettera per Fini.
Non hanno tutti i torti gli “sciocchini”: lei non è stato un grande acquisto per il Pd.
Li avevo avvisati.
Di che cosa?
Che non ero di sinistra. Sono un moderato, al massimo posso essere un laburista.
Aveva avvisato anche Veltroni?
Lo ringrazierò sempre Veltroni. Mi ha fatto fare un’esperienza straordinaria. Ma questo non è il mio mestiere. Troppi politici di professione, che schifo.
Però Veltroni è uno di questi.
Almeno lui ha fatto il sindaco di Roma, ha compiuto un percorso concreto. Gli altri stanno in Parlamento da vent’anni senza aver mai lavorato in vita loro.

Per esempio?
Casini, D’Alema, La Malfa. L’elenco va da alla “a” alla zeta. Toglierei solo Berlusconi.
Ovviamente: il Cavaliere la fece consulente di Palazzo Chigi dopo il 14 dicembre 2010.
Berlusconi è come me, in Parlamento dovrebbero esserci solo persone come noi.
Lei fu “Responsabile” insieme con Scilipoti.
Però a me Berlusconi non ha offerto soldi. Il tariffario per la compravendita dei deputati variava dai 350 ai 500 mila euro.
Lo rivelò lei. C’erano colleghi che mi dicevano: “Ah, a me hanno offerto 500 mila euro”.
Chi sono?
I nomi non sono mai usciti e non li farò io, può chiedermelo fino a domani. Sono parlamentari di lungo corso che quando vedono i giornalisti non hanno il coraggio di parlare. Sta alla loro coscienza ammetterlo.
Dunque, addio Camera.
Sì perché continuerò a non andarci, meglio dimettersi. Eppoi il mio voto non fa più la differenza. Prima i numeri erano contati, adesso la maggioranza è ampia.
Effetti dell’inciucione.
Il governo Monti sta facendo le riforme. Spero possa avviare la crescita. Così non pagheranno sempre i soliti, quelli che hanno lo stipendio fisso e non hanno modo di evadere.
Lei ha la Porsche con targa slovacca per “scaricarla” in quel Paese.
Io faccio parte di quelli che non hanno mai evaso. Dichiaro 280 mila euro e pago tutto. Chiaro?

Da Il Fatto Quotidiano del 1 aprile 2012

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