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lunedì 30 aprile 2012

CARITAS..".RISORSE UMANE" IN MISERIA...E ALLA FAME...


Mensa poveri Sant'Egidio: due accoltellati a Santa Maria in Trastevere

Trastevere, feriti a mensa poveri: finiti i posti, escluso accoltella due persone
Terminati i posti per l'abituale pranzo domenicale dei poveri a Santa Maria in Trastevere l'uomo era stato pregare di tornare dopo, invece ha accoltellato un volontario e un immigrato
di Redazione 30/04/2012
Invia ad un amico LuogoTrastevereRissa alla mensa dei poveri della Basilica di Santa Maria in Trastevere: un immigrato,al quale è stato negato un posto perché erano terminati, ha ferito due persone. Aveva fame ma i posti disponibili per l'abituale pranzo domenicale per i poveri, organizzato dal parroco della Basilica di San Maria in Trastevere, erano tutti occupati, così è stato pregato di tornare più tardi.

Ma l'uomo, un marocchino di 34 anni, si è ripresentato con coltello ed ha ferito un volontario italiano di 41 anni e un altro immigrato di 21 anni, sembra un romeno. A bloccare il marocchino sono stati gli agenti di una volante del commissariato Trastevere che transitava vicino alla basilica. I due, entrambi feriti all'addome, sono stati portati uno al Santo Spirito e l'altro al San Camillo. Dalle prime informazioni non sembrano in pericolo di vita. L'aggressore si trovaal commissariato Trastevere dove stanno vagliando la sua posizione.

L'accaduto si è trasformato in un'occasione di riflessione sull'aumento della povertà in città. Infatti, fino ad alcune settimane fa al pranzo domenicale organizzato dai parroco della basilica romana si presentavano circa 20-25 persone, "in pochissime settimane sono diventati tra i 100 e i 120 - spiega Mario Marazziti, il portavoce della Comunità di Sant'Egidio - si sono creati così tempi d'attesa e non c'é spazio per tutti. Gli immigrati rimangono sempre i più numerosi ma ci sono moltissimi italiani. C'è un disagio in crescita nella città e gli spazi di solidarietà impediscono che diventi disperazione ed esplodano i drammi individuali".


Marazziti si chiede: "Cosa sarebbe la città senza questa solidarietà? Se tutto ciò non avesse risposte, ci sarebbero esplosioni di follia individuale come quella di oggi". Secondo Marazziti la parrocchia di Santa Maria in Trastevere "fa un grande servizio per i poveri, di umanizzazione. Noi come comunità di Sant'Egidio abbiamo persone normali che chiedono il necessario, dobbiamo pensare come la città possa aprirsi e non chiudersi per evitare storie drammatiche". "Come comunità di Sant'Egidio nella nostra lunga storia, in circa 20 anni - spiega il portavoce - abbiamo dato assistenza a circa 150 mila persone e ci sono stati soltanto un paio di casi di violenza. C'è da registrare come a Roma, appena si aprono spazi di solidarieta,' aumenta la richiesta nei nostri centri. Oltretutto la crisi aumenta il disagio mentale, ma siamo al di sotto della soglia fisiologica dell'aggressività urbana proprio grazie ad una grande risposta di solidarieta". Vorrei ricordarlo, ogni notte la Comunità di Sant'Egidio insieme ad altri 1000 volontari di tutte le altre associazioni, fornisce assistenza nelle stazioni e nelle strade. Anche in questo modo riusciamo a decomprimere - conclude - violenza, disagio e disperazione". (Fonte Ansa)


BEPPE GRILLO...A PALERMO...


VIGILI CORROTTI...



Inchiesta sui vigili, le accuse di Bernabei
"Alla moglie di Giuliani 20mila euro"
Il comandante "disperato" per le bollette del Circolo: "Mi disse che doveva pagare la luce del circolo sportivo"
di ANGELA MARIA ERBA

"Il comandante Giuliani mi disse che doveva pagare una bolletta della luce di 20mila euro per il circolo sportivo. Aggiunse che non ce la faceva. Allora gli consegnai la somma in contanti. A prendere i soldi fu la signora Giuliani". A parlare è Silvio Bernabei, lo scorso 22 febbraio davanti al pubblico ministero Laura Condemi. Il "grande accusatore" dei vigili che ha fatto scoppiare lo scandalo delle "mele marce" tra i pizzardoni della capitale.

Bernabei, nei prossimi giorni, sarà di nuovo in procura. I pm lo avevamo convocato per ieri ma l'imprenditore è fuori Roma, quindi il nuovo faccia a faccia è slittato di qualche giorno. E non si tratta di una convocazione di semplice routine. Il nuovo interrogatorio infatti potrebbe portare ulteriori sviluppi nell'inchiesta che conta già cinque vigili e un geometra indagati con l'accusa di concorso in concussione e tentata concussione, falso ideologico, omessa denuncia e sostituzione di persona.

Dal verbale di Bernabei emergono particolari che arricchiscono uno scenario ancora molto ambiguo. Nel rapporto che sembra legare la famiglia di imprenditori trasteverini al corpo dei vigili si fa sempre più complesso. Perché nel verbale dell'interrogatorio che si è svolto due mesi fa, non ci sarebbe solo il pagamento della bolletta come generosa elargizione che i commercianti concedono al circolo sportivo della municipale. L'imprenditore infatti ha ricordato al magistrato altri episodi.



"Sempre nel 2010 pagai per quattro, forse cinque mesi il personale civile del circolo, dando tra i quattromila ed i seimila euro al mese" prosegue Bernabei che poi spiega meglio: "Ho effettuato questi pagamenti perché impaurito dal comportamento vessatorio della polizia municipale che subivo continuamente". E poi ancora: "Subivo uno schiaffo e una carezza. Per questo decisi di sottomettermi alle richieste".

Quale legame abbia tenuto stretti i Bernabei a Giuliani rimane ancora un argomento su cui la Mentre in un altro interrogatorio dello scorso 8 marzo ammette che si sarebbe aspettato un altro atteggiamento da parte del comandante Giuliani. "Reagii male perché dopo le denunce speravo che facesse qualcosa ed invece la situazione peggiorò" si lamenta l'imprenditore ascoltato per la terza volta.

Anche se i magistrati non hanno dubbi e ritengono che in questa vicenda i Bernabei siano solo parte lesa, certo il ruolo dei due fratelli comincia adassumere contorni sempre più opachi. Lo si era già visto nelle dichiarazioni rese dal tecnico Francesco Belmonte, il geometra che avrebbe intascato la famosa "tangente da 36mila euro più Iva", durante il suo interrogatorio di convalida, davanti al gip Filippo Steidl che lo ha lasciato agli arresti domiciliari. E dove, da semplici vittime, entrambi si trasformerebbero in potenziali registi della presunta cupola del malaffare.
FONTE. LA REPUBBLICA

KEIN PFUSCH®: Che spreco di sprechi.

KEIN PFUSCH®: Che spreco di sprechi.: Mi dicono che parlo molto di finanza e politica, mentre prima no. Questo e' vero: ma essendo andato via dall' Italia, quello che ho oggi no...

BEPPE GRILLO


Se non ci fossero i politici di professione, non esisterebbero i conduttori di talk show. Vivono in simbiosi come il paguro bernardo e l'attinia. Coppie di fatto e di interesse. Con il trascorrere del tempo si assomigliano, come due vecchi coniugi, o come quelle persone che sono tali e quali al cane che portano a passeggio ai giardinetti. Il conduttore può avere il guinzaglio corto o lungo. I primi sono cani da lecca, reparto conservatori, i secondi da riporto, sempre presenti nella corsia dei progressisti. Il conduttore è super partes, si pone in mezzo a due fazioni che si insultano e alzano la voce. Il suo compito è quello di ravvivare la conversazione, eccitare i galli da combattimento in studio. Più merda, più share. E' la dura legge della pubblicità e del loro stipendio.
Lo scontro ha come affresco trespoli, plastici, balconate e file contrapposte di centosinistri e centrodestri ghignanti e grotteschi, degni di un quadro di Bruegel.

Il contraddittorio è un match di wrestling americano, nessuno si fa male e dopo la sceneggiata tutti insieme per una spaghettata di mezzanotte. I conduttori di talk show non hanno bisogno della museruola, è incorporata nella mascella. Per durare devono abbaiare con moderazione. Sono anche individui permalosi. Se qualcuno si rifiuta di partecipare alle loro trasmissioni si offendono, lo accusano di negarsi al confronto, di essere anti democratico. I paguri bernardo di fronte a stimoli inusuali come la negazione di un'intervista farlocca ti accusano persino di controllarli dall'esterno. O con loro in studio a fare "vera politica" e discettare con statisti del calibro di Alemanno, di Rutelli, di Casini o fuori, con diecimila cittadini a fare antipolitica! L'interruzione è per loro un'arte, se un ospite si esprime con argomenti non previsti dal copione, fanno partire la pubblicità o danno, presi da una fregola irrefrenabile (quando scappa, scappa!), la parola a Vendola, a Renzi o a Mastella. Sono paperelle di gomma inaffondabili. Passano i segretari di partito, cambiano i governi, ma loro resistono, resistono, resistono da sinceri democratici. L'importante è ... frinire.

domenica 29 aprile 2012

GIANFRANCO FINI...


Casta senza vergogna

Fini gran pavone della Camera la sua vanità ci costa 200mila euro
Tanto ci ha fatto spendere nel 2011 Gianfranco per farsi ritrarre dal suo fotografo personale Enrico Para
L’unica volta che non l’ha chiamato è stato lo scorso 18 aprile, quando Gianfranco Fini ha preferito dare meno pubblicità possibile a un suo incontro diplomatico: quello con l’ambasciatore delle Maldive, Iruthisham Adam. Si capisce perché: l’ambasciatore è utilissimo a chi - come Fini - ama le vacanze alle Maldive, ma quell’incontro non fa aumentare la popolarità. Per quello il presidente della Camera non ha chiamato Enrico Para, il fotografo personale che sta incollato a Fini come un francobollo praticamente da quando l’ex leader missino ha ottenuto i primi incarichi istituzionali. Tutte le altre volte Para era lì con la sua macchina fotografica. Che gli sarà restata incollata alla mano nel 2011, visto che Fini si è fatto fotografare come mai gli era accaduto nella vita. Si deve piacere un fracco il presidente della Camera, visto che per le sue foto ha fatto sborsare (ai contribuenti, mica paga lui) la bellezza di 201.014,44 euro l’anno scorso.


A tanto ammontano le fatture pagate nel primo e nel secondo semestre alla Impero Fotografico srl di Para (che ne è il proprietario insieme alla moglie, anche lei fotografa). Nel primo semestre una fattura da 73.075,20 euro, e una da 34.449,60 euro. Nel secondo semestre la terza fattura, da 93.489,64 euro. Per Fini dunque il 2011 è stato l’anno del Gran Pavone, e per il fido Para l’anno della cuccagna. L’anno prima, secondo i dati rivelati dai soliti radicali e messi a disposizione dei contribuenti su Linked Open data Italia alla Impero fotografico srl erano stati pagati in tutto 76.692 euro. In un anno dunque la cifra è quasi triplicata. Fini ha viaggiato come una trottola e anche all’estero ha sempre voluto il suo fotografo di fiducia al seguito, pagandogli oltre alle fatture anche le spese di viaggio e di pernottamento. E anche il 2012 non sarà da meno: Fini si è già fatto ritrarre in ogni posa nella visita negli Usa: stretta di mano a Barack Obama, visite accompagnate dalla vecchia amica Nancy Pelosi. Subito prima un viaggetto nella penisola balcanica e subito uno a Londra con raffica di strette di mano e di foto. Nelle feste comandate al presidente della Camera piace invece mettersi la divisa (pure la mimetica) e andare a farsi fotografare insieme ai militari in qualche missione italiana in giro per il mondo: l’ha fatto ad Herat, in Libano e in Kossovo (qui però si è tenuto il caldo suo giaccone, perché si battevano i denti dal freddo). Il fotografo personale lo ha accompagnato in tutti gli altri viaggi all’estero. E naturalmente corre in ufficio non appena c’è qualche visita di rango anche alla Camera dei deputati.

La Camera ha anche altri fotografi ufficiali: c’è Umberto Battaglia, che fu fotografo personale di Pier Ferdinando Casini e che Fini ha mantenuto a corte pagando profumatamente sia lui che la sua Image communication net srl (circa 142 mila euro per gli scatti istituzionali nel 2011). C’è infine la Luxardo foto di A. Sulpizi che raccoglie le briciole (38 mila euro l’anno scorso).

Para e la sua società non lavorano solo per Fini. Come molti fotografi vivono anche di servizi banali (matrimoni, cresime, battesimi etc…), e poi dove c’è un ex missino sono sicuri di trovare lavoro. Lui era il fotografo ufficiale del Secolo di Italia e del Msi, e ancora oggi risulterebbe fotografo ufficiale di Alleanza Nazionale. Con Fini ha lavorato (anche come vide operatore) a palazzo Chigi quando questi era vicepremier e agli Esteri appena il nume di Para è sbarcato lì. In contemporanea, però, Para e la sua società diventavano anche fotografi ufficiali di tutte o quasi le istituzioni in cui arrivava al potere un ex missino. Silvano Moffa lo portò con sé alla provincia di Roma, Francesco Storace alla Regione Lazio, Mirko Tremaglia al ministero degli italiani nel mondo, Altero Matteoli a quello dell’Ambiente, Gianni Alemanno alle politiche agricole, e così via.

di Franco Bechis - LIBERO


MARIO MONTI - SADISMO...SUI DEBOLI...


SI CONTINUA A COLPIRE LE FASCIE GIA' DEBOLI...


CAMBIAMENTI PER ANZIANI INVALIDI E STUDENTI...


+ AUMENTO ATAC + AUMENTO DELLA LUCE...+ AUMENTI CIBO...


LA VITA E' SEMPRE PIU' DURA.


ATAC - RUBERIE E PARENTOPOLI ....PAGANO I CITTADINI


IL BIT PASSA DA 1 EURO A 1 EURO E 50
Biglietti Atac, scompare tessera mensile
E scoppia la protesta sul web
Dal primo giugno via al cambiamento di tariffe e agevolazioni. Gli abbonamenti saranno solo annuali (e costeranno di più). Gli studenti: costi scaricati su noiROMA - La rivolta in Rete è già iniziata, per un cambiamento che dovrebbe scattare dal prossimo 1° giugno. Da mesi, è noto che, da quella data, biglietti e abbonamenti Atac aumenteranno (il Bit di 75 minuti, ad esempio, passa da 1 euro a 1,50), come previsto dalla delibera di giunta 53 del 29 febbraio. Quello che non era conosciuto, sono i cambiamenti per anziani, invalidi e studenti: in questi giorni, agli abbonati, sta arrivando una lettera in cui vengono indicate le future agevolazioni che, in realtà, corrispondono a ritocchi verso l'alto.

LE MODIFICHE - Qualche esempio? Niente più tessera mensile, ma solo annuale. Addentrandosi nei meandri delle novità, per i pensionati con reddito Isee non superiore a 10 mila euro, un abbonamento Atac annuale passerà da 100 a 120 euro, mentre chi ha più di 65 anni e reddito non superiore a 15 mila euro pagherà 130 euro e 150 per chi non supera 20 mila euro. Tutto si baserà sul reddito Isee e i pensionati della Spi Cgil hanno già chiesto un incontro con l'assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma. Dal Campidoglio, assicurano che, le nuove tariffe «garantiscono che le agevolazioni saranno presenti per chi ne ha effettiva necessità».

LE PROTESTE - Ma gli studenti universitari di Link rincarano la dose: «La giunta Alemanno, per far fronte ai problemi di bilancio dell'Atac scarica i costi sugli studenti», scrivono in una nota. E le proteste su siti e blog di studenti si moltiplicano. «La benzina è alle stelle - indica Maurizio, del terzo anno di Giurisprudenza alla Sapienza - non è certo questo il momento di rincarare i biglietti». Altri colleghi sono più duri. «Le fasce agevolate non andavano toccate - sottolinea Camilla, del secondo anno di Scienze della Comunicazione - si penalizzano persone già in difficoltà». E tra le tante osservazioni, alcune sono legate al traffico. «E' questa la soluzione per invogliare a utilizzare mezzi pubblici, spesso affollati all'inverosimile?», si domanda Riccardo, dell'ultimo anno di liceo classico.

STOP TESSERA MENSILE PER STUDENTI - La protesta, riguarda, in particolare, l'abolizione della tessera mensile agevolata per gli under 26 e, a sentirsi penalizzati sono principalmente i fuorisede. «La conseguenza - commentano Paola e Gabriele, universitari di Tor Vergata - sarà un aumento del traffico con più scooter e minicar. Come se già fossero poche». Iniziative di protesta debbono ancora essere approntate, ma all'orizzonte non mancano. «Si moltiplicheranno i portoghesi - conclude Danilo, del secondo anno di Scienze Politiche alla Sapienza. - Da qui a settembre, quando gli aumenti saranno visibili a tutti, qualcosa si organizzerà».

Simona De Santis
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sabato 28 aprile 2012

FOCUS ECONOMIA...RADIO 24... OGGI ORE 16.00...BASTA SUICIDI...



Sebastiano Barisoni - Focus Radio 24
GB in recessione - Imprenditori, artigiani...lavoratori in difficoltà
GB in recessione - La Gran Bretagna e' entrata in recessione ('double dip recession'). E' la prima volta dagli anni Settanta. Nel primo trimestre 2012 il Pil si e' contratto dello 0,2% rispetto all'ultimo trimestre 2011 (-0,3%). E' la prima lettura, in controtendenza rispetto al +0,1% previsto dagli economisti. Su base annua il dato e' invariato.
Imprenditori, artigiani...lavoratori in difficoltà - L'ultimo caso ieri: Diego Peduto, 52 anni, imprenditore del settore immobiliare, si e' ucciso lanciandosi dall' ottavo piano di uno stabile in via Cilea, nel quartiere Vomero. Lunedi' pomeriggio alcuni poliziotti, che lo avevano localizzato tramite il segnale emesso dal telefono cellulare dopo l' allarme della moglie, lo avevano bloccato poco prima che si lanciasse nel vuoto da un dirupo di 50 metri in Via Catullo, una strada panoramica di Posillipo. Peduto, padre di due figli di 9 e 14, era titolare di un' agenzia immobiliare. Negli ultimi tempi - su questo le testimonianze sono concordi - era apparso agitato. L' imprenditore aveva espresso la sua angoscia per le cartelle di Equitalia dalle quali era gravato. A Focus Economia abbiamo ospitato l'Avv. Gennaro De Falco che conosceva l'imprenditore di Napoli e che dopo questo fatto ha deciso di non accettare più incarichi di difesa di Equitalia.


Disperati mai
Radio 24 dà voce agli imprenditori in difficoltà oggi ore 16.00.
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UN VECCHIO FILM IL BOOM ...


LARGO AI GIOVANI - GIANCARLO LEONE


di Fabio Traversa - Ecco l'intervista a Repubblica del direttore Intrattenimento Rai. Novità in palinsesto, rinvii di produzioni a causa dei tagli al budget e dichiarazioni sulla concorrenza.


"Entro la fine dell'anno avremo lanciato sei nuovi programmi tra Rai1 e Rai2, vogliamo andare incontro a un pubblico meno adulto". Lo afferma, in un'intervista a La Repubblica, il direttore dell'intrattenimento Rai, Giancarlo Leone.

Dopo i già partiti Tale e quale show (voto: 6,5) e E' stato solo un flirt? (6,5) "sperimenteremo Amici miei, ispirato alle storie di Monicelli" e, ancora "Rai1 avrà tre prime serate di intrattenimento (il mercoledì, infatti, sarà libero dalla Champions che andrà in onda su Canale 5, ndB) e Vanessa Incontrada (foto: Infophoto) farà uno show comico. Rai2 farà un 'adventure' reality senza studio e conduttore, montato in esterna, in Asia. Speriamo di proporre The voice, il talent musicale, l'anno prossimo. Vista la contrazione dei ricavi pubblicitari siamo stati costretti a fare tagli".
Confermata Antonella Clerici (7) il sabato con Ti lascio una canzone, "Ballando con le stelle tornerà a fine 2013, mentre "la rete e la direzione generale dovranno pronunciarsi sul futuro dell'Isola dei famosi", prosegue Leone che quanto a volti nuovi aggiunge: "Useremo il Teatro delle Vittorie per la rinascita del 'one man show', una serie di pezzi unici sul modello di Studio Uno con uomini di cinema, tv, teatro e volti nuovi. Il titolo è Stasera con...".

Per Sanremo, poi, "lavoriamo senza produttori esterni, speriamo di annunciare il conduttore e giugno. Fazio, Conti, Frizzi? Tutti nomi validi", e, Sanremo a parte, Fazio su Rai1? "Se la rete deciderà una svolta editoriale che vada incontro a un pubblico meno scontato, Fazio è maturo per fare il salto da Rai3 a Rai1", risponde Leone che conferma quindi il ritorno di Pippo Baudo (6,5) da settembre per Rai3 con Viaggio in Italia e spiega che Raffaella Carrà (7) "non è prevista in autunno ma ci ha portato un'idea interessante, una sorta di telent".

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bene bene è tutto un programma per una casa di riposo...sembra sia in arrivo un altra fiction sui santi della LUX VIDA del giovincello Ettore Bernabei ex direttore Rai, Santa Barbara protettrice dei fulmini...(...) e poi una fiction su Don Giussani interpretato da Formigoni?

CARDINALE BAGNASCO...


Le pensioni per i cappellani militari: un assegno da 17 milioni l'anno.
Ammonterebbe ad almeno 17 milioni di euro l'anno il «costo» dei cappellani militari: è quanto sottolinea L'Espresso, che ha sommato i costi delle pensioni, degli stipendi e degli uffici centrali dei preti-soldati.
L'Espresso scrive che anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è un pensionato dell'Esercito. Come ex Ordinario militare, cioè vescovo a capo dei sacerdoti al seguito dei soldati, «per lo Stato è un generale di brigata, ruolo che può dar diritto a una pensione fino a 4 mila euro.
Il Sole 24 Ore - L'Espresso

venerdì 27 aprile 2012

BLOCCATO IL FONDO PER I DISABILI...

ROMA – ''Bloccare il fondo di 150 milioni per i disabili e' una decisione grave e controproducente. Si trattava di un fondo assolutamente insufficiente per rispondere alle esigenze di oltre due milioni e mezzo di disabili, tagliarlo addirittura e' un atto di incivilta' politica. Questo governo si dimostra sempre piu' amico dei banchieri e delle lobby economiche e finanziarie e sempre meno attento alle reali necessita' dei cittadini''. Lo afferma il capogruppo Idv in Commissione Affari Sociali Antonio Palagiano.

DOVE TAGLIARE...


Stipendi e pensioni, a caccia di "ingiustizie" tra top manager e cappellani militari
Mentre l'economia arranca e le famiglie tagliano i bilanci, i manager italiani sono tra i più pagati d'Europa e lo Stato scuce 17 milioni per il clero in divisa


Delega fiscale Elusione fiscale, non sarà più reato. Un regalo ai grandi evasori
E si rischia un condono per le mega-operazioni finanziarie in corso
La cronaca della crisi ha un certo gusto del paradosso o della provocazione. Per capirlo basta mettere assieme tutti i dati sugli andamenti dell'economia, italiana ed europea, e sui diversi modi in cui reagiscono governi e i mercati. Ma proprio tutti i dati, anche quelli apparentemente senza connessione. Così, mentre l'Ocse mette l'Italia in fondo alla classifica dei salari medi e il governo pubblica un bando per nuove auto blu, spuntano due notizie destinate a buttare benzina sul fuoco sempre acceso delle polemiche.

Top manager/lavoratori,
una forbice che si allarga
La prima - ripresa dal settimanale l'Espresso - viene dal network internazionale Ecgs (Expert corporate governance service) e riguarda le remunerazioni dei top manager italiani: dai dati dell'agenzia risulta che gli amministratori delegati (o Ceo) delle grandi società di casa nostra quotate in Borsa hanno guadagnato in media la bellezza di 5,48 milioni di euro nel 2011, secondi solo ai loro colleghi britannici con 6,08 milioni. Ben sopra i tedeschi (3,83 milioni) e francesi (3,43 milioni). Il dato diventa ancora più inquietante se si considera che questa cifra in Italia equivale a 143 volte lo stipendio medio di un dipendente con punte che arrivano a 877 volte.

Tutto questo - giusto per ricordarlo - mentre le rispettive aziende navigano in pessime acque. Un esempio per tutti: il gruppo Fondiaria-Sai dei Ligresti nel 2011 ha bruciato in Borsa addirittura più dell'83% di capitalizzazione e ha chiuso i conti in profondo rosso e l'Ad Fausto Marchionni è stato liquidato. Ma con una buonuscita di 10,5 milioni di euro. Un po' diverso è il caso di Marco Tronchetti Provera, ai vertici di Pirelli, che con più di 22 milioni di euro è stato il manager più pagato d'Italia. Ma nel 2011 la sua società ha registrato un bell'utile e il titolo è salito del 6,27% a Piazza Affari, in netta controtendenza con l'indice generale.

Preti con le stellette, pensione di Stato

La seconda notizia è più curiosa e riguarda una "categoria" pressoché sconosciuta, quella dei cappellani militari. Sempre dalle colonne dell'Espresso apprendiamo che il costo di pensioni e stipendi dei preti-soldati si aggira sui 17 milioni di euro l'anno. I cappellani sono circa 160 di cui 16 alti ufficiali e hanno diritto al trattamento economico dei loro pari-grado.

Tra questi spicca un nome eccellente, quello del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e pensionato dell'esercito come ex ordinario militare, cioè vescovo dei cappellani: "per lo Stato è un generale di brigata, ruolo che può dar diritto a una pensione fino a 4mila euro. Il cardinale ha prestato servizio solo per tre anni, ma arrivato al 63° compleanno ha maturato il diritto a un vitalizio".

Una questione spinosa per le forze armate, quella dei cappellani. Già sollevata da Luca Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm), che non ha mezzi termini: "I cappellani militari sono un costo che in tempi di vacche magre la Difesa dovrebbe eliminare: vi faccia fronte la Chiesa". (A.D.M.)


FONTE QUI

NO ...


Ho messo sotto i due post di Uriel perche' ci sono scritte cose che fanno riflettere. Nella mia vita ho detto piu' NO che SI, ma vorrei dire a Uriel che il Italia dicendo NO si puo' finire cosi:
intervistare queste persone e sentire cosa è successo nella loro vita, quanti No hanno detto.
Italiani, magari cominciate a dire NI...(...)



KEIN PFUSCH®: Le ragioni del coraggio, II.

26 Aprile 2012
KEIN PFUSCH®: Le ragioni del coraggio, II.: Ho sollevato davvero un bel vespaio , menzionando la codardia tra le ragioni di un fallimento nazionale. Sembra quasi, dice qualcuno, che d...

KEIN PFUSCH®: Le ragioni del coraggio.

26 Aprile 2012
KEIN PFUSCH®: Le ragioni del coraggio.: Nello scorso post ho intuito che l' Italiano non capisce un principio semplicissimo, ovvero il profondo legame che passa tra il coraggio de...

martedì 24 aprile 2012

ELEZIONI IN FRANCIA



GOVERNO TECNICO...



SPESA IN CAMPAGNA...


Come fare la spesa in campagna
Dove trovare gli indirizzi dei farmer's market, aziende bio e Gas. Per risparmiare e mangiare meglio
Corbis
Sempre più agricoltori vendono direttamente i loro prodotti. E sempre più consumatori fanno acquisti negli spacci aziendali. I vantaggi? Un guadagno più equo e immediato per i primi; prezzi più contenuti per alimenti più freschi e di stagione per i secondi.

Secondo i dati della Cia-Confederazione italiana agricoltori, nel 2011 i circa 2mila affiliati che hanno proposto la “spesa in campagna hanno registrato un incremento di vendite del 15 per cento; mentre è stato calcolato che, su un budget medio mensile, per alimentari e bevande, di 467 euro a famiglia (dati Istat), il risparmio è stato di circa 140 euro, pari a 1.680 euro all’anno.

Come trovare gli agricoltori, biologici e non, che hanno adottato questa strategia di vendita? Le strade sono due: andare sul sito allestito dalla Cia, La spesa in campagna oppure consultare Tutto Bio,QUI...l’annuario del Biologico (BioBank, a cura di Rosa Maria Bertino e Achille Mingozzi, Distilleria Eco Editoriae), una vera e propria “Bibbia” del settore. Divisi per regione, sono infatti presenti schede dettagliate di ben 2535 aziende bio, certificate, che fanno vendita diretta; 33 gruppi di offerta che consegnano frutta, verdura e altri prodotti freschi o trasformati a domicilio; 1349 agriturismi (spesso dotati di spaccio); 213 mercatini promossi da Comuni, associazioni e pro loco; e anche 861 Gruppi di acquisto solidale a cui unirsi per fare la spesa insieme risparmiando su decine di articoli alimentari e non solo.

(In collaborazione con esseresostenibili.it
FONTE: LEIWEB

25 APRILE FESTA ALLA CASA DEL JAZZ...




Aprirà la giornata alle 12, Roberto Gatto Band, con Roberto Gatto, batteria, Andrea Molinari chitarra, Antonio Giordano, sax tenore, Francesco Puglisi, contrabbasso. Sicuramente uno dei migliori batteristi al mondo, Roberto Gatto,

la sua musica è caratterizzata sempre dal desiderio di esplorare i generi più diversi e contaminarli, incontrare e collaborare con altri musicisti, trasmettere emozione e divertimento a chi lo ascolta. Una batteria. Sembra poco, ma può essere tantissimo. Non tanto perché Roberto Gatto, seduto dietro ai suoi tamburi ha saputo viaggiare per il mondo dei suoni come pochi, pochissimi altri hanno saputo fare, ma soprattutto perché non è solo di ritmo, di percussioni, di battiti che si tratta. E forse non si tratta nemmeno solo di musica. Roberto Gatto è, infatti, un esploratore, un "ragazzo" che ha pensato di trasformare il suo strumento in una macchina in grado di muoversi nel tempo e nello spazio. No, non stiamo esagerando, perché Roberto, partendo dalla batteria, dal ritmo, dal battito, è andato altrove, è riuscito a superare le strette gabbie dei generi e degli stili, ha messo a disposizione il suo talento per aiutare quello degli altri, ha scritto, raccontato, sperimentato, visto, vissuto la musica in prima persona. E’ partito dal jazz ma ha scoperto la musica, tutta la musica, quella più raffinata e intransigente, quella più leggera e cantabile, non ha avuto timore di mescolare le sue bacchette e la sua testa pensante a quella di molti musicisti e molto diversi tra loro. L’elenco è lungo, ma vale la pena di rileggerlo tutto: Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Griffin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Tony Scott, Paul Jeffrey, Bill Smith, Joe Lovano, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelsdorff, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Mal Waldron, Ben Sidran, Enrico Pieranunzi, Franco D'Andrea, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Didier Lockwood, Richard Galliano, Christian Escoudè, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Pat Metheny. Ma non basta, perché non sono i compagni di viaggio ad aver fatto grande Roberto Gatto, ma è il suo modo di essere musicista. Non è una star, non ha atteggiamenti da primadonna, sa essere allo stesso tempo sideman e bandleader, sa insegnare e ascoltare, non si confonde con quelli che trasformano la musica in circo, ma allo stesso tempo sa divertire e divertirsi con grande entusiasmo.
Alle 15 il duo composto da Paolo Damiani al violoncello e da Antonio Iasevoli alla chitarra, entrambi docenti al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, si incontrano per dar vita a un inconsueto concerto tra chitarra e violoncello. A seguire Antonio Iasevoli e la classe di chitarra jazz: Marco Acquarelli / Claudio Leone / Andrea Molinari Trio. Roberto Dati / Damiano La Rocca / Pietro Nicosia Trio, e, infine, Daniele Cordisco / Nicola Di Tommas Duo. Un concerto con gli allievi di chitarra del Conservatorio Santa Cecilia di Roma coordinati da Antonio Iasevoli, docente di chitarra.


Chiuderà il settimo Compleanno della Casa del Jazz, Paolo Damiani Band. Dopo aver registrato tre cd per Egea, “Al tempo che farà” ha vinto 3 referendum (Musica Jazz, Musica & Dischi, Jazzmagazine) come miglior disco dell’anno 2007, Paolo Damiani batte nuovi percorsi: per il suo nuovo cd con l’etichetta di Perugia (che ha fruttato al musicista romano la vittoria del referendum Top Jazz come miglior compositore italiano) ha pensato un inedito organico che sia manifesto di un autentico laboratorio con nuovi talenti, peraltro già ben noti. Il lavoro è assai strutturato e testimonia l’impegno di Damiani nel campo della didattica e della valorizzazione di giovani ancora sconosciuti (basti ricordare che Paolo Fresu esordì nel 1982 nel quintetto di Damiani). Il repertorio è formato da brani originali di Damiani, alcuni arrangiati anche dai musicisti del gruppo, un nuovo modo di interpretare e ripensare temi storici ed inediti del compositore romano.


Parco. Mercoledì 25 aprile, ore 12. Ingresso libero.

MICHELE SANTORO


MICHELE SANTORO PUO' SALVARE LA TV 7 DAL GRANDE CALO DI ASCOLTI...



KLAUSCONDICIO...


Belcastro:"I gay? Di più al Nord, al Sud uomini veri"
"In Calabria i gay sono pochissimi, ce ne sono molti di meno rispetto al Nord. L'omosessualità è molto più diffusa sopra il Po. L'uomo calabrese, e meridionale in genere, vuole farsi sentire essendo uomo nel vero senso della parola. E' un vero maschio. Al Nord, purtroppo, hanno questo complesso che scaturisce dal fatto che i meridionali fanno il loro dovere, anche più di buona parte della Padania". Lo ha dichiarato il deputato di Noi Sud Elio Belcastro, intervenuto a KlausCondicio, la trasmissione in onda su YouTube. "Questa scarsezza di virilità dei settentrionali - continua - si vede anche dai dati. Se non ci fossero stati e non ci fossero i meridionali al Nord, la differenza si vedrebbe anche dalla natalità. Sono stati i meridionali a tutelare le nascite e a supplire ad una certa pigrizia del maschio nordico. Anche nell'aspetto fisico non c'è dubbio che l'uomo del Sud si presenti come più maschio. Parlo per me, ma parlo anche per tanti amici: noi parliamo poco, ma facciamo i fatti. Non è un caso che per noi il Nord abbia sempre rappresentato una riserva di caccia importante". Belcastro ha poi parlato del ruolo della 'ndrangheta: "A mio avviso la 'ndrangheta in Calabria sposta il 7-8% dei voti. In Lombardia siamo agli stessi livelli o poco sotto, perché poi c'è il cosiddetto indotto".
FONTE:BLITZ

lunedì 23 aprile 2012

OSTERIE DELLA PAROLACCIA


.Ristorante/Trattoria da Cencio...
Osteria della parolaccia a Roma - non ha crisi.

Un ristorante teatro di articoli e romanzi. Il ristorante, con soli otto tavoli, era considerato il più antico del quartiere cinese ed era diventato famoso negli anni 70 grazie agli articoli del San Francisco Chronicle e al romanzo di Armistead Maupin, "Tales of the City". Entrambi i racconti avevano come soggetto preferito Edsel Ford Fung, il cameriere noto per gli insulti ai clienti e i piatti sbattuti sui tavolini.

Il cameriere più maleducato del mondo. «La minestra nazista è il Dalai Lama se paragonata a lui - disse una volta un cliente - E' il Don Rickles (comico famoso per gli insulti) dei ristoranti». Un altro cliente ha raccontato che Fung si rifiutava di servire i clienti che non gli piacevano. E la chef Shirley Fong-Torres, morta nel 2011 di leucemia, nel suo libro "Le donne che mangiavano a Chinatown" raccontava che le clienti venivano apposta per essere insultate. Fong non tollerava lamentele e anche dopo la sua morte nel 1984, a soli 57 anni, il ristorante ha raccolto la sua eredità e ha mantenuto l'aura "maleducata". Ora un pezzo di storia della città se ne va, lasciando i clienti con l'amaro in bocca.

Sabato 21 Aprile 2012 - Il Messaggero

BEPPE GRILLO - PROGRAMMA


Il Programma dovrebbe essere l'architrave della politica italiana. La sua scrittura è un momento catartico per ogni partito. Non importa che dopo le elezioni sia rispettato. L'importante è esibirne uno. E più grosso è, più impressiona. Per un partito il programma riassume in sé "la complessità della politica", per dirla alla Vendola. Che gli italiani poi lo capiscano è un altro discorso. Nel 2006 Prodi scrisse una Bibbia che nessuno è mai riuscito a leggere fino alla fine. Forse neppure lui. Piuttosto che avventurarsi in ore di lettura e di studi il cittadino lo elesse sulla fiducia. Tra il cittadino e l'eletto l'unica relazione possibile è il Programma, ma chi lo scrive sa a priori che serve solo a imbonire e chi lo legge (ma quanti?) si disinteressa della sua applicazione. Il Programma diventa solo l'ennesima recita, una consolidata presa per i fondelli.
Il Pogramma è una somma di dichiarazioni di principio da ignorare o per poi fare l'esatto opposto. La Lega promise un ventennio fa pulizia e federalismo, ci ritroviamo con uno Stato centralista e corrotti come se piovesse merda. Accappatoio Selvaggio garantì per un milione di posti di lavoro e ha ottenuto la più alta disoccupazione del dopoguerra. Il Programma è un libro dei desideri mai esauditi perché il cittadino non ha gli strumenti (che vanno introdotti) per verificarne l'attuazione e poter intervenire. Il MoVimento 5 Stelle è accusato di non avere un Programma, un grave peccato di origine da cui riscattarsi. "Fate protesta e non proposte!". "Non avete neppure un programma, ma dove volete andare?". Il fatto è che un Programma il M5S ce l'ha da qualche anno, presente sul blog. Chiunque può scaricarlo. Perfino un giornalista, anche lui può riuscirci. Si applichi, studi, si colleghi a Internet. Segua un corso serale.
Insieme al Programma è stata stilata la "Carta di Firenze", delle linee guida per la gestione dei Comuni, un riferimento per le liste comunali. Il Programma è suddiviso in: "Stato e cittadini", "Energia", "Informazione", "Economia", "Trasporti", "Salute", "Istruzione". Leggetelo. E' stato creato in Rete grazie a decine di migliaia di contributi e l'aiuto di esperti per i singoli temi. E' un programma profetico. Alcuni punti si sono già avverati come l'abolizione del Lodo Alfano e della legge Pisanu sulla limitazione all’accesso wi fi, il si all'acqua pubblica, il no al nucleare, la rinuncia al Ponte sullo Stretto. Il Programma può essere migliorato, aggiornato, esteso, ma c'è ed è il primo scritto dai cittadini. Per il M5S il Programma è vincolante. Il M5S fa quello che dice, e dice quello che fa. Il contrario per l'appunto dei partiti.
Repetita iuvant, di seguito quindi la parte relativa all'Economia, seguiranno le altre.

ECONOMIA
• Introduzione della class action
• Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
• Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
• Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
• Abolizione della legge Biagi
• Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
• Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
• Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
• Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati
• Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
• Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle
aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
• Abolizione delle stock option
• Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
• Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
• Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
• Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
• Favorire le produzioni locali
• Sostenere le società no profit
• Sussidio di disoccupazione garantito
• Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale

>>> Stampate e diffondete il Programma del MoVimento 5 Stelle

Ps. Segui il tour elettorale 2012. Partecipa usando #m5sTour su Twitter e Youtube, o taggando "MoVimento Cinque Stelle" sulle tue foto e post su Facebook.

SPENDING REVIEW...


BERSANI HA BISOGNO DI SOLDI...batte i piedini e non vuole lo spending review
Donne che applicano lo spending review.



TRA IL DIRE E IL FARE...


18 marzo 2012 - La repubblica

Bersani e D'Alema per Hollande alla convention dei progressisti Ue
Sostegno alla candidatura alla presidenza francese di Francois Hollande: i vertici dei partiti socialisti e democratici europei si sono ritrovati a Parigi. Presenti anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il presidente dell'Spd tedesco Sigmar Gabriel, il presidente del parlamento europeo Martin Schulz e Massimo D'Alema che ha scritto il documento unitario, fortemente critico verso l'Europa delle destre di Merkel e Sarkozy

Dichiarazioni a parole...
A fatti:


domenica 22 aprile 2012

VINCERA' HOLLANDE...


I francesi hanno un ottimo welfare non ci rinunceranno mai, voteranno Hollande.

GIULIANO FERRARA


Giuliano Ferrara guadagna ogni sera tremila euro per cinque minuti in tv con Radio Londra
lo vogliono spostare ad altro orario, cioe' alle 13,30 e lui non ci sta'.
Dice che se ne va...fosse vero, cosi si rispiarmerebbe un po'.

PS: 5 minuti tremila euro...


CENSURA...


BLOG:

Si accettano interventi ma solo se sono in linea con quello che il nostro editore pensa...chiaro?

Art. 21 della Costituzione:
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
:
io giornalista tengo famiglia, anzi ne tengo due, e pure il cane, ti censuro e non rompere!







MERCATO


Ieri al mercato il banco della pizzicheria dove mi servo abitualmente aveva abbassato tutti i prezzi. Ho chiesto come mai? mi ha detto:
signora mia, a comprare sono gli anziani, sono stanco di sentire mezz'etto mezz'etto,trenta grammi, e cosi ho messo il prosciutto di Parma in offerta, due etti un euro e sessanta, in pratica ci rimetto ma va bene cosi.

LA VOCE DEGLI ANGELI - FILM - USA 1998



Trama del film La voce degli angeli:
Primi anni 30 nella Spagna sconvolta dalla guerra civile: mentre la lotta tra repubblicani e franchisti perde i connotati dello scontro manicheo tra libertà e tirannide per svelare sino in fondo tutte le contraddizioni e gli orrori della guerra, una giovane governante irlandese arriva a Madrid per insegnare l'inglese alle tre figlie di un facoltoso uomo d'affari. Lei, Mary, ha lasciato un paese ancora sconvolto dalle atrocità fratricide della guerra di indipendenza ed un marito ancora troppo coinvolto nei giochi di una politica assetata di potere e di vendetta.


GENERE: Drammatico
REGIA: Nick Hamm
SCENEGGIATURA: Frank McGuinness, Ann Guedes
ATTORI:
Frances McDormand, Ruth McCabe, Franco Nero, Vincent Perez, Marisa Paredes, Anita Reeves, Francisco Rabal, Britta Smith, Polly Walker, Penélope Cruz, Rossy de Palma, Jorge De Juan, Ariadna Gil, Veronica Duffy, Leire Berrocal, Ellea Ratier
QUI

UGO SPOSETTI


UGO SPOSETTI tesoriere dei DS, ieri sera alla TV 7 ha detto che non ci sono piu' gli IDEALI...



Caro Sposetti, ma quanto costano sti ideali? ma quanto ti serve ancora? la famosa frase A FRA? CHE TE SERVE? la disse un democristiano famoso...moriremo democristiani...


Sposetti ha anche detto che il tesoriere di Gianfranco Fini è onestissimo, l'appartamento a Montecarlo è una quisquiglia...


sabato 21 aprile 2012

SOLDI AI PARTITI



Mario Staderini
Partiti, operazione verità: per la I volta l’elenco completo dei soldi erogati ai partiti dal 1994
17-04-2012
On line i numeri che nessuno ha mai dato. Guarda »

Staderini: “ecco i costi della partitocrazia, ora ci spieghino dove è finito bottino di 1700 milioni”.

Pubblicato sul sito radicali.it l’elenco in dettaglio dei soldi erogati ai partiti dal 1994 ad oggi. Nel documento, elaborato da Radicali Italiani sulla base dell’elenco delle Gazzette ufficiali predisposto dal Parlamento, sono indicati voce per voce gli introiti destinati alle diverse storie politiche oggi riconducibili a PD, PDL, IDV, LEGA, UDC. Queste aree da sole hanno incassato 1,97 miliardi di euro su un totale di 2,3 miliardi.

Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani:

“Noi Radicali ci siamo fatti carico della prima opera di verità e trasparenza sul finanziamento pubblico dei partiti e oggi siamo in grado di consegnare alla conoscenza dei cittadini i numeri che sono stati loro negati per decenni.

Per mettere insieme questi dati ci sono volute settimane di lavoro, recuperando una per una più di cento gazzette ufficiali con i dati erogati ai partiti. Si rifletta sulle ragioni per la quali nessuna istituzione fino ad oggi ha reso questi dati accessibili e fruibili all’opinione pubblica. Forse perché avrebbero dovuto spiegare dove è finito il bottino di 1.700 milioni, ovvero la differenza tra i 2,3 miliardi di euro erogati ai partiti dal 1994 e i 580 milioni di euro di spese elettorali documentate? Sarebbe stata così palese la differenza tra chi per anni ha approfittato del fiume di denaro pubblico in violazione del referendum del 1993 e chi, invece, ha fruito di veri rimborsi elettorali, come noi Radicali. In 18 anni i Radicali hanno incassato poco più di 20 milioni di euro ma documentando spese elettorali per una cifra superiore.

Mi auguro che i tesorieri, di oggi e di ieri, vorranno unirsi a questa opera di verità, ad esempio dicendo come sono stati spesi tutti questi soldi.

Senza fare i conti con il passato nessuna riforma riporterà i partiti all’interno della democrazia e nel cuore dei cittadini”.

A questo link il documento integrale >> QUI

MARINA BERLUSCONI


Marina Berlusconi: "Monti deve essere più incisivo"


Marina Berlusconi, 48 anni, è presidente di Fininvest e del gruppo Arnaldo Mondadori Editore
«Momento difficile:
anche noi in azienda
stiamo coniugando
rigore e crescita»
LUCA UBALDESCHI LA STAMPA

milano
Se la regola di cui tanto si parla è coniugare rigore e crescita, posso affermare senza presunzione che le nostre aziende la stanno applicando». Non è casuale che la presidente di Fininvest e Mondadori, Marina Berlusconi, si affidi allo slogan preferito da tecnici e da politici per illustrare la salute del gruppo. Perché in questa intervista - la prima da quando il padre non è più a Palazzo Chigi - parte dalle questioni di business per arrivare a un'analisi delle scelte del governo Monti, cui non risparmia critiche.

Lei fa professione di fiducia. Eppure ha appena presieduto l'assemblea della Mondadori con un bilancio pieno di segni meno. Non c'è contraddizione?
«Abbiamo i problemi che vivono tutti a causa della peggiore crisi di sempre, che incide su consumi e pubblicità, ma le nostre aziende stanno facendo le scelte giuste».

Come sono cambiate le vostre strategie a causa della crisi?
«Da un lato portiamo avanti progetti per la riduzione dei costi per avere ancora più efficienza quando la crisi finirà, dall'altra continuiamo a investire su prodotto, qualità e innovazione. In ogni caso, in momenti difficili come questi, credo ci sia un approccio imprescindibile».

Quale?
«Non valutare i risultati di breve periodo, ma i fondamentali di un'azienda: solidità finanziaria, strategie, qualità delle persone. Su queste basi, abbiamo molti motivi per non perdere la fiducia. Sono altre le cose che mi tolgono serenità».

A che cosa si riferisce?
«A quell'esproprio da 564 milioni di euro che siamo stati costretti a pagare al gruppo De Benedetti».
Esproprio? Ma è una sentenza della magistratura ad aver stabilito il risarcimento a favore della Cir per il Lodo Mondadori.
«Una sentenza che non sta né in cielo né in terra, contro la quale abbiamo fatto ricorso e la Cassazione non potrà non riconoscere le nostre ragioni. E' stata "la rapina del secolo" come qualcuno l'ha definita, e brucia doppiamente perché è arrivata in un periodo difficilissimo. A proposito di De Benedetti, poi, ho appena letto una delle sue tante frasi ad effetto, "la storia non la si cambia, la si racconta". D'accordo, ma da che pulpito! Proprio lui che da 20 anni stravolge la realtà del Lodo Mondadori e con i suoi giornali fa altrettanto con la storia politica italiana. Magari cominciassero a raccontarla la storia, anziché cambiarla per i loro comodi…».

Beh, quella degli ultimi 20 anni è la storia di suo padre in politica, del conflitto di interessi tra l'uomo di governo e l'imprenditore.
«Sono 20 anni che ci viene rinfacciata questa accusa e da 20 anni dimostriamo che il conflitto di interessi ha giocato semmai a nostro sfavore. Ma lo sa che le azioni Mediaset hanno raggiunto il massimo valore quando a Palazzo Chigi c'era D'Alema e risultati record quando governava Prodi nel 2006-2007?».



Non vorrà però negare tutti i benefici che sono arrivati al gruppo?
«Un gruppo che in 16 anni ha pagato 8 miliardi fra tasse e contributi, in media 2 milioni al giorno versati nelle casse dello Stato. Basta con la bugia della politica che ci aiuta. Ora che mio padre non è più a Palazzo Chigi le nostre aziende dovrebbero potersi muovere senza che ogni loro atto venga letto attraverso la lente distorta del pregiudizio politico».

Scusi, ma mi pare troppo semplicistico ridurre la questione in questi termini. Ancora oggi tiene banco un caso di commistione tra politica e affari, le frequenze tv.
«Sul beauty contest hanno già parlato Confalonieri e mio fratello Pier Silvio. Mi limito a dire che c'era una procedura approvata dall'Europa e che nel modo in cui sono state cambiate in corsa le regole è difficile non leggere un tentativo di penalizzare Mediaset».

Ma a parte il caso frequenze, che giudizio dà del governo Monti?
«Occorre una premessa. La crisi viene dall'Europa e lì va trovata la sua soluzione, affrontando il nodo della Germania e di un rigore eccessivo che innesca una spirale perversa tra austerità e recessione».

Capisco. Ma il lavoro di Monti?
«Vuole il mio giudizio da imprenditore? La manovra della fase 1 è stata caratterizzata per l'85% da un incremento delle imposte. Ho apprezzato la riforma delle pensioni, peraltro già avviata dal governo di mio padre, ma l'insieme degli interventi ha avuto un effetto fortemente recessivo. Forse inevitabile, ma pesante».

E le decisioni successive?
«Avrebbe dovuto arrivare la fase della crescita, ma cosa abbiamo visto? I provvedimenti su liberalizzazioni e semplificazioni sono stati molto enfatizzati, ma nella realtà hanno avuto un impatto limitato se non nullo».

Passera ha presentato l'agenda della crescita. Pollice verso anche qui?
«Non mi pare proprio rappresenti una svolta. E pensando alla riforma del lavoro, non si può dare un giudizio positivo. Mi sembra un mezzo pasticcio, sono state spese settimane in trattative estenuanti, ma alla fine la flessibilità non è aumentata, anzi».

Insomma, il governo è bocciato?
«Non sta a me né promuovere né bocciare. E comunque non vorrei essere fraintesa: questo esecutivo deve continuare a governare, auguriamoci tutti che lo faccia in modo più incisivo rispetto a oggi».

Il nodo è la crescita. A suo parere, come si può raggiungerla?
«Non sono un politico, né un docente di macroeconomia, ma vivo quotidianamente la realtà delle aziende e mi pare che ci sia soltanto una strada: abbassare la pressione fiscale attraverso una riduzione del debito ottenibile con tagli alla spesa e dismissioni di assets del patrimonio pubblico. Missione impossibile? Forse. Ma è proprio nella capacità di realizzare quello che per un governo politico sarebbe impossibile, che sta l'autentica ragion d'essere di un esecutivo tecnico».

E fra un anno, con il voto, quale sarà il quadro politico?
«Non ho naturalmente la risposta. Mi auguro due cose. Prima, l'unità fra i moderati».

Berlusconi che si riallea con Casini?
«Diciamo che l'orientamento storicamente maggioritario nel Paese deve continuare ad avere adeguata rappresentanza. E chi non dovesse fare di tutto perché questo avvenga si assumerebbe una grave responsabilità. Seconda, un governo tecnico non può che essere una parentesi. Dopo, serve una riscossa della politica, che sappia ridare alla comunità l'orgoglio di riprendere in mano il proprio destino, al di là dello spread e dei diktat sovranazionali».

Ripensando alla esperienza di governo di suo padre, quali errori pensa abbia commesso?
«Cominciamo col dire che alla luce di quel che sta facendo il governo tecnico e dei problemi che incontra, anche i critici più severi del governo Berlusconi, se fossero in buona fede, avrebbero molto su cui riflettere».

Sì, ma gli errori?
«Non mi pare un errore, ma governando si è reso conto di quello che è il problema numero uno di questo Paese: la sua sostanziale ingovernabilità. Ha provato a risolverlo, glielo hanno impedito. Mi auguro che questa riforma delle regole del gioco, che non è né di destra né di sinistra, ma semplicemente indispensabile, possa avvenire adesso».

Il clima sembra leggermente più propizio al confronto politico, forse anche sulla giustizia.
«Se parliamo di giustizia, mi pare difficile negare che alcuni magistrati, solo alcuni ma molto influenti e molto attivi mediaticamente, esercitino il proprio ruolo in un modo che con la giustizia non ha nulla a che spartire. Certo, prendo atto di qualche segnale, come la conclusione del processo Mills a mio padre o del processo Dell'Utri, che del resto non avrebbero neppure dovuto cominciare. Ma prendo anche atto del fatto che continua il processo Ruby, una ignobile farsa costruita sul nulla: stiamo parlando di normalissime cene in una casa privata, tra l'altro pagate da mio padre di tasca sua. Cosa che, alla luce di quanto leggiamo in questi giorni, mi pare quasi una rarità».

Ma insomma, questo clima più disteso c'è o non c'è?
«Mi auguro che ci sia, che gli orfani delle barricate, che sono ancora tanti, la smettano di intossicare e paralizzare con i loro veleni questo Paese. Mi auguro che chi ha la voglia e il coraggio di fare, possa concentrare su questo tutte le sue migliori energie, e non dover passare la vita a guardarsi da quanti non sanno vivere senza un nemico da eliminare. E soprattutto mi auguro che tutto questo non resti solo un sogno».

twitter@lucaubaldeschi

LE DONNE SONO ESIBIZIONISTE...


"Le ragazze, le donne sono per loro natura esibizioniste" Silvio Berlusconi, ex Premier

CROZZA - BALLARO'


L'AMICIZIA NON E' UN REATO...


dimmi con chi vai e ti diro chi sei. chi trova un amico trova un tesoro...ti puo pagare vacanze favolose:

di Claudia Guasco - Messaggero
MILANO - Pierangelo Daccò, il lobbista del Pirellone, è un uomo di grande generosità. Che non si limita a mettere a diposizione del presidente della Lombardia Roberto Formigoni yacht e villa per le ferie d’agosto in Sardegna: è lui a organizzare, per tre anni consecutivi, le vacanze di Capodanno del governatore in un lussuoso albergo delle Antille. Soggiorni da 80 mila euro a settimana entrati ora nel raggio d’azione dei pm di Milano che indagano sui presunti fondi neri per 70 milioni della fondazione Maugeri.

«Preferisco aspettare che si svuotino tutti i bidoni della spazzatura e poi dirò la mia», ribatte Formigoni. «Mi sembra che tutti i partiti abbiano le loro figure apicali sotto indagine, con avvisi di garanzia o richieste di arresto. Mentre come presidente della Regione Lombardia non ho avuto alcuna informazione di garanzia». Il suo nome però è ricorrente negli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere sei persone e gli investigatori stanno passando al setaccio tutte le spese sostenute da Daccò per allietare il tempo libero del governatore. Alberghi, ristoranti e, appunto, una villa all’Altmar Resort di Anguilla, come segnala l’Espresso.

Formigoni ha pagato di tasca sua o è stato tutto offerto da Daccò, il superconsulente che mediava tra sanità privata e regione? Nei rendiconti delle carte di credito forniti da Daccò ai magistrati, le spese effettuate ad Anguilla sono decine: auto a noleggio, vitto e alloggio. Dall’interrogatorio dello scorso 14 dicembre a Giancarlo Grenci, fiduciario di Daccò, emerge che il consulente ha pagato 8.000 euro per il volo del 27 dicembre 2008 da Malpensa a Parigi di Formigoni. Ma la destinazione finale era Antigua e il magnifico resort con centri benessere, golf e chef privati.

Daccò avrebbe sborsato oltre 2 milioni di euro in banchetti, viaggi e regalie per il governatore e altri amministratori regionali. Il proprietario del ristorante Lo Squero di Rimini si ricorda ancora di quella cena del 29 agosto 2009 quando, al termine del meeting di Comunione e Liberazione a cui Formigoni ha partecipato come relatore all’incontro sul tema «Dalla dottrina sociale all’impegno politico», Daccò abbia pagato ben 15.000 euro per la tavolata del governatore e una novantina di ospiti. Conto finale: quasi 170 euro a testa.

«So che Daccò e Simone ospitavano spesso sulle loro barche Roberto Formigoni - mette a verbale Grenci - So che facevano vacanze insieme, in particolare ricordo alcune vacanze a Saint Martin. So che erano in rapporti di amicizia e che risultano pagamenti con le carte di credito di viaggi». Domanda del pm: i pagamenti hanno per oggetto solo i voli o anche la permanenza presso i luoghi di vacanza? Risposta di Grenci: «Non lo so. Tuttavia risultano pagamenti di affitto di ville per 80/90 mila euro ai Caraibi per due, tre settimane e ritengo che fossero ragionevolmente destinate a ospitare più persone».

Esborsi che, secondo il rapporto del consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri, venivano poi ampiamente ripagati dalla regione. Dal 2008 al 2010, tramite i bandi per i progetti speciali della ribattezzata «Legge Daccò» - che concede alle strutture private accreditate no profit fondi per migliorare le strutture di assistenza sanitaria - sono stati assegnati 176 milioni di euro, di cui il 53% a sole due strutture: il San Raffaele e la Fondazione Maugeri, per un totale di 84 milioni di euro. Interrogato ieri, l’ex presidente della fondazione Umberto Maugeri ha spiegato al gip che le consulenze venivano affidate a Daccò proprio per le sue conoscenze in Regione.

Venerdì 20 Aprile 2012 - 19:28

venerdì 20 aprile 2012

THE WEEKLY STANDART...


La 'Syrian connection' del quotidiano di Scalfari
Ecco come i puri de "La Repubblica" se la fanno con i dittatori alla Assad

Febbraio 2012 Il dittatore siriano, Bashar al-Assad


La Repubblica, il giornale fondato da Eugenio Scalfari, aveva un rapporto privilegiato con l’ufficio stampa del dittatore siriano Bashar al-Assad. Per anni, il megafono della sinistra italiana è servito da amplificatore per una delle più crudeli dittature del ventesimo secolo. Il lupo di largo Fochetti ha perso il pelo - del ‘colbakko’ - ma non il vizio.

Secondo quel che è riportato su un articolo pubblicato dal settimanale conservatore statunitense, ‘The Weekly Standard’, infatti, alcuni pirati informatici del gruppo Anonymous hanno hackerato 78 conti di posta elettronica del regime di Damasco. Dai testi delle email si è scoperto che il capo della comunicazione di Bashar al-Assad intratteneva strette e confidenziali relazioni con giornalisti di tutto il mondo, per di più appartenenti a testate blasonate e tendenzialmente sinistrorse. Nella cricca c’è anche ‘La Repubblica’. Tanto è vero che tra l’inviata di largo Fochetti, Alix Van Buren, e il capo ufficio stampa di Assad c’era (?) un rapporto di vera amicizia, incensato da scambi di costosi regali come, pare, profumi di Valentino. La Van Buren, grazie all’intercessione della potente amica siriana, aveva già intervistato Assad per il quotidiano diretto da Mauro (e nel 2006 Khaled Meshaal, leader di Hamas, quando era ancora ospite degli Assad). Qui sotto qualche esempio del tenore degli scambi d’email.

30 maggio 2010 a scrivere dall’account di Repubblica è Alix Van Buren:

“Mia adorata Boutheina, quanto mi manchi! Grazie mille per tutto, compresi i bellissimi regali (il profumo di Valentino è buonissimo, odora di rose di Damasco, e il porta gioielli è meraviglioso). Grazie ancora per averci consentito di produrre una delle migliori interviste (che squadra, tu e io!). Hai notato che Charlie Rose ha copiato da capo a piedi la nostra intervista, compresa la domanda su Hariri! Non male vista la sua reputazione di essere uno dei migliori intervistatori americani… In ogni caso la nostra intervista era molto più chiara nel trasmettere i pensieri del presidente, almeno questo è il messaggio che ricevo dai commentatori politici di molte parti del mondo. Vedi? Tu e io ce l’abbiamo fatta ancora una volta. Spero ci si veda presto, quest’estate. Mi darebbe un’altra occasione di abbracciarti, ringraziarti e bearmi dalla gioia per la tua presenza. Tutto il mio affetto ai tuoi bellissimi figli, è stato un grande piacere vederli. Grazie anche per avermi fatto aiutare da Raghad e Mazen, sono stati di grande aiuto. Mazen è stato fondamentale per consentirmi di portare tutte quelle magnifiche rose e i gelsomini che già mi danno un gran conforto qui a casa. Non ti stancare. Ricordati di spegnere il cellulare ogni tanti. Mi ha reso molto felice vederti in perfetta forma. Ti voglio tanto tanto bene, anzi di più. Ci vediamo preso, Inshallah e grazie ancora.

 Ali”.

La risposta della portavoce del dittatore arrivata il 7 giugno. 


“Ho visto l’intervista di Charlie Rose, non è nemmeno paragonabile alla tua… Hai fatto un gran lavoro, sono davvero felice che siamo riusciti a portare a casa un’intervista così importante con Lui”.

Continuando a leggere l’articolo pubblicato dal Weekly Standard, però, si scopre anche un’altra notizia. Repubblica, oltre a spedire e ricevere pizzini da Assad and co., voleva inviare in Siria Gad Lerner per una nuova intervista al dittatore alauita. Il naso troppo adunco dell’Infedele gli ha impedito di compiere l’opera. L’ufficio stampa, infatti, alla richiesta di concedere un’intervista ad Assad fatta da Lerner risponde un secco: “No. È un ebreo”. Allora Repubblica insiste: “Sì è un ebreo ma ha anche firmato petizioni contro Nethanyau”. Ma, in Siria replicano il secco: “No. È un ebreo”, aggiungendo: “Ha pure firmato petizioni con Bernard-Henri Lévy rivolte contro di noi e a lungo termine il suo obiettivo sarà di fare gli interessi d’Israele”. Perciò non l’hanno voluto. Trattato in questo modo solo per quel naso un po’ troppo adunco. Eppure, su Repubblica questo non lo leggeremo mai. A limite, potrebbero scrivere che Lerner non è riuscito a fare quell’intervista perché scambiato per il nipote di Mubarak
FONTE QUI

FAMIGLIA NAPOLITANO...NEPOTISMO


E’ lei, presidente Napolitano, ad essere indegno
20 aprile 2012 | Autore luca martinelli |
di Stefano Moracchi – 16/04/2012
Certo, chiederle di provare vergogna nel definire indegni gli italiani che evadono le tasse, con i suicidi giornalieri di coloro che, da veri italiani, sentono come disonore essere stati catapultati criminalmente ai margini della società, è come chiedere ad un vampiro di pentirsi per aver succhiato il sangue.
Per lei, invece, è cosa degna aver fatto il comunista con il cappuccio a stelle strisce sulla testa. È grazie a questa coerenza e sottomissione che si sente autorizzato a criminalizzare gli italiani, visto e considerato che siete stati voi ad averli messi nella condizione che, voi stessi, considerate disonorevole?
A quale evasione, presidente Napolitano, lei si riferisce? A quella, per esempio, che costringe lo Stato fantoccio, che lei indegnamente rappresenta, ad acquistare titoli spazzatura dagli Usa? Oppure a quella ideologica della Fornero, prevedendo “uscite virtuose” dal lavoro stabile e, quindi, costringere a scegliere tra il pagare “onorevolmente” le tasse oppure provvedere al sostentamento della propria famiglia?
Lei ha uno strano concetto dell’onore presidente Napolitano se non sente come disdicevole far diventare prima senatore a vita e poi presidente del consiglio colui che ha contribuito a creare la cosiddetta “crisi” facendo il “tecnico” di società finanziarie di riciclaggio di titoli spazzatura per conto degli Usa.
Oppure, presidente, ritiene più degno far lavorare sua nipote alla Regione Puglia alle dirette dipendenze del presidente Vendola?
Sa bene che non a tutti gli italiani è concesso questo degno privilegio, e allora ci chiediamo, con quale faccia tosta si permette di gettare discredito sugli italiani?
È facile parlare genericamente di evasione, presidente, mentre è molto più complicato entrare nel merito della questione e circoscrivere il fenomeno.
Visto che lei conosce meglio di tutti noi chi gestisce criminalmente il fenomeno dell’immigrazione , il modo in cui vengono fatti entrare sull’ex nostro territorio (ormai colonia americana), e come sono costretti a vendere illegalmente merce prodotta criminalmente in diverse regioni d’Italia, ci dica come pensa di risolvere questo problema fuori dalla retorica presidenziale?
O forse lei si riferiva a quegli italiani che, per conto della criminalità d’oltreoceano, riciclano i soldi che provengono dalla droga afgana (grazie all’attacco criminale all’Afghanistan) attraverso i centri commerciali (vere e proprie lavanderie).
Oppure si riferisce alla criminalità cinese che, oltre ridurre i propri connazionali in schiavitù, si sta impadronendo di interi quartieri italiani con sistemi che un paese “degno”, presidente, non potrebbe accettare.
Adesso, presidente, si prepari pure il discorso che terrà “degnamente” in occasione del 25 aprile parlandoci di libertà e del debito di riconoscenza verso i nostri “salvatori, un debito che stiamo pagando con il sudore e il sangue, con la sottomissione e il disonore.
Cerchi, se le riesce, di commuoversi meno ed essere più sincero verso i suoi diretti referenti di oltreoceano.
Un popolo colonizzato l’onore, presidente, lo conquista cacciando l’invasore non facendogli l’inchino.
Fonte: attuazionista
FONTE QUI
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Nuovo caso "Universitopoli": l'occhio del ciclone si è spostato su Roma Tre
Uniroma3 - Dopo il "caso Frati" e i disagi alla Sapienza, la stampa s'interessa all'ateneo capitolino nato nel '92
Soltanto ieri il noto giornalista televisivo Enrico Mentana domandava all'opinione pubblica in diretta (con il papabile rischio denuncia) e in particolar modo al Min Monti: "E' possibile andare avanti con una situzione di questo tipo che fa dell'Italia una sorta diu Zimbello accademico iinternazionale? Che ci siano le baronie nelle nostre uiniversità è bene noto.. Ma a che numero di frati dobbiamo arrivare per far diventare convento l'università di Roma?"

E il suo sfogo in diretta cominciava con "E' possibile andare anati così?!" oggi rispondiamo" Si, è possibile".

Infatti il caso universitopoli rischia di divenire molto più grande di quanto previsto. Oggi Panoprama ha pubblicato un'inchiesta dove parla della parentopoli che lega l'università di Roma Tre al filone de La Sapienza, con l'aggiunta di legami politici molto forti con il governo tecnico oggi governa il nostro paese. Andrea Riccardi, oggi ministro della Cooperazione insegna storia contemporane nell'università di via Ostiense natta esattamente 20 anni fa;

Andrea Zoppini, classe '66, è docente di diritto provato e di analisi economica del diritto. Con lui anche Salvatore Mazzamuto, classe '48, è un ex membro del Csm e nell'ateneo insegna diritto civile. Questi due professori sono oggi sottosegretari al fianco della guardiasigilli Paola Severino (la più ricca tra i componenti del governo tecnico. Informazione inutile in questo articolo, ma con i suoi 7mln di euro dichiarati andava bene ricordarlo).

Coincidenze signori, coincidenze. E allora passiamo al rettore dell'ateneo, Guido Fabiani,

vispo e vegeto 'giovanotto' classe '41.

Da 14 anni è rettore dell'ateneo, grazie ad una modifica dello statuto che nel Luglio 2007 introduceva la possibilità al rettore uscente di candidarsi per "ulteriori mandati". Prima del piccolo 'lifting allo statuto' (di certo non per ringiovanire le cariche a governo dell'ateneo), i mandati avevano una durata massima di anni "4+4", che - se la matematica non ci inganna - non fa assolutamente 14. Ma per essere sicuri di stare bene attaccati alla poltrona (che in Italia è quasi un sport nazionale), ci ha pensato la legge 311 del '58 (abrogata poi nel 2010) che ha permesso nel 2008 a Fabiani di essere nuovamente rieletto a capo di Roma Tre.

Così gli ormai famosi cognomi Frati e Fabiani iniziano sempre più ad accostarsi, non per il rimando letterale ma per storie controverse che si avvinghiano alle colonne portanti dei rispettivi atenei capitolini di cui occupano la sedia più importante. A rileggere la frase, "occupano" suona proprio bene!

Sarà fortuna o i legami di parentela sono serviti un'pochino a distogliere gli occhi e i giornali dallòa vicenda?

Alzi la mano chi sapeva che la conosorte di Fabiani è sorella di Clio, la moglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? Pochi, forse i frequentanti del corso di "istituzioni di Diritto Pubblico" dove Giulio Napolitano (secondogenito del Capo dello Stato) insegna.

Insomma l'inchiesta di Panorama fa tremare gli uffici del rettorato di una delle università più importanti del panorama capitolino. E c'è da scommettere che a Tor Vergata siano già state chiuse a chiave le stanze degli uffici direzionali.

"Si salvi chi può" gridano. No, la frase da dire è: "ci salvi chi può".

FONTE QUI
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TENGO FAMIGLIA! - Il figlio dEL PRESIDENTE Napolitano nominato nell’organo che vigilerà l’accesso alla rete Telecom – SCUSATE, Ma che c’entra un professore di diritto pubblico con le telecomunicazioni? Mistero GAUDIOSO… -


Giulio Napolitano e Marianna MadiaLa notizia l'ha data l'altro giorno l'agenzia di stampa Radiocor e l'ha confezionata con dovizia di particolari il "Sole 24 Ore" di sabato: l'Authority per le Comunicazioni di Corrado Calabrò ha nominato i membri dell'Organo di Vigilanza che si occuperà dell'accesso alla rete Telecom. I nomi sono: Gerard Pogorel, professore alla Scuola nazionale Superiore delle Telecomunicazioni in Francia; Claudio Leporelli, professore di ingegneria economico-gestionale alla Sapienza di Roma; Giulio Napolitano, professore di Istituzioni di diritto pubblico all‘università di Roma Tre.

Se per i primi due nominati a prima vista non vengono in mente obiezioni, date le materie che insegnano, sul terzo qualche dubbio sorge: che c'entra un professore di diritto pubblico con la rete Telecom? La sua bibliografia (http://www.scienzepolitiche.uniroma3.it/cgi-bin/WebObjects/politiche.woa/QWDirectAction?pageID=316) presenta la gran parte degli interventi dedicati a diritto amministrativo, costituzione, autorità di controllo in genere, ma non pare ci sia un'un attenzione preponderante al settore tlc, anche se Carmine Fotina sul giornale di Flebuccio De Bortoli non manca di sottolineare che si tratta di un "giurista con vaste competenze nel settore tlc". Eppure nessuno se l'è sentita di eccepire sull'incarico conferito al figlio del presidente della Repubblica.

FONTE QUI