Viganò e la caccia alla talpa in Vaticano
Giallo sulla pubblicazione delle lettere inviate dal monsignore al Papa.
di Alcide Gonella LETTERE 43
Il nome di monsignor Carlo Maria Viganò, già segretario generale del governatorato della Città del Vaticano, ormai ha superato - in termini di notorietà - i confini degli addetti ai lavori.
Nel corso della trasmissione Gli Intoccabili, andata in ondata su La7 il 25 gennaio, Gianluigi Nuzzi ha posto al centro proprio il caso di monsignor Viganò, l’uomo chiamato nel 2009 da papa Ratzinger a risanare i bilanci del governatorato vaticano.
Ogni acquisto, fornitura, appalto passa da quest'organo che ha come maggiore fonte di approvvigionamento gli incassi ottenuti dagli ingressi ai musei vaticani.
IMPRENDITORE VARESINO. Viganò è persona esperta di economia e finanza provenendo da una famiglia di imprenditori varesini. Ex studente del liceo Leone XIII di Milano - retto dai Padri gesuiti, lo stesso dove ha studiato Mario Monti - ha sigillato la sua chiamata sacerdotale con la carriera all’interno della diplomazia pontificia.
Papa Benedetto XVI ha affidato alle sue capacità il risanamento dei conti e, in un solo anno, Viganò ha compiuto il miracolo passando da un passivo a un attivo decisamente importante.
Ma nel racconto messo in luce da Nuzzi è emerso un paradosso. Invece che un premio e un encomio, è scattata nei confronti di monsignor Viganò una campagna - anche mediatica - volta a screditarlo. E, con il classico principio vaticano della “promozione-rimozione”, l’ex segretario generale del governatorato è stato spedito a Washington a guidare la locale nunziatura apostolica.
Le lettere di Viganò e le ombre di corruzione
Un caso che ha fatto alzare più di un sopracciglio e non è passato inosservato. Nuzzi, nel corso della trasmissione, ha presentato lettere di denuncia articolate di monsignor Viganò dove nulla è tralasciato, comprese inquietanti ombre di corruzione, e la richiesta al pontefice di un procedimento giuridico secondo il canone 220 del codice di diritto canonico richiesto dallo stesso Viganò.
Perché, ed è il canone a prevederlo, «non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità».
ALLA RICERCA DELLA TALPA. Un quadro dirompente per la Chiesa cattolica. Le vere notizie legate alla vicenda raccontata da Nuzzi nel corso della sua trasmissione sono due: l’immediata e furente reazione vaticana che ha annunciato - per bocca del portavoce padre Federico Lombardi - azioni legali (pur di fronte a un programma che ha realizzato uno share del 3,42%) e la ricerca della talpa che all’interno dei sacri palazzi ha diffuso all’esterno questi documenti così esplosivi.
Chi è stato? Escluso in partenza lo stesso Viganò - sarebbe un autogol che comporterebbe la fine di ogni sua carriera ecclesiastica - ora si cerca la mano ignota che ha operato.
Per il Vaticano, danno d’immagine e reputazione incalcolabile
(© Ansa) Papa Benedetto XVI.
È questa una stagione di veleni all’interno delle mura pontificie, tenuto conto delle lettere anonime che sono girate nel corso dei mesi estivi contro il segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Anche nella vicenda Viganò, Bertone è visto come uno degli attori principali della vicenda, anche se non il solo. L’attuale nunzio a Washington non manca di citare nel suo atto d’accusa anche Marco Simeon, giovane ma molto potente uomo vicino al segretario di Stato vaticano che grazie alla sua protezione ha fatto un’esplosiva carriera in Capitalia e Mediobanca (con Cesare Geronzi, uomo molto vicino al soglio pontificio) e in Rai.
FUORI DALLE STANZE SEGRETE. Non è valutabile il danno d’immagine e di reputazione che il Vaticano andrà a subire nei prossimi mesi. Mai si era avuto un clamore esterno per questioni - come quelle che hanno visto al centro Viganò - che normalmente trovavano la risoluzione all’interno delle segrete stanze vaticane. Qualcosa è cambiato, forse per sempre.
E la preoccupazione per quanto sta avvenendo in Vaticano inquieta le diverse conferenze episcopali sparse nel mondo. Qualche presule, già in occasione della vicenda San Raffaele, non aveva fatto mancare osservazioni critiche sull’operazione e sulle difficoltà successive a chiedere fondi per l’obolo di San Pietro.
LE BUFERE DEGLI SCANDALI. Ora questa triste vicenda può generare ulteriore sconforto e disaffezione nei fedeli. Un rischio che la Chiesa cattolica non può permettersi, già vittima di altri scandali, non ultima la pedofilia.
Ma per i bene informati difficilmente papa Ratzinger rinuncerà all’opera del cardinal Bertone, figura al centro sia della vicenda Viganò sia dell’operazione San Raffaele. Nubi minacciose si addensano Oltretevere.
Giovedì, 26 Gennaio 2012
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