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domenica 22 gennaio 2012
NEWT GINGRICH - AMERICA
COLUMBIA (South Carolina) - Ha vinto Newt Gingrich con quasi dieci punti di distacco: 38% contro il 29% di Mitt Romney, secondo i primi exit poll divulgati in South Carolina alla chiusura delle urne (ore 19 locali, l'una di notte italiana). La primaria dei repubblicani nella South Carolina è andata all'uomo del Sud, all'ex presidente della Camera che calca le scene della vita politica dai tempi di Ronald Reagan, e che fu il formidabile oppositore di Bill Clinton. Gingrich è riuscito in un'impresa che pareva ancora impossibile una settimana fa: non solo ha vinto ma ha rimesso in gioco tutta la partita della nomination repubblicana, per selezionare il candidato che affronterà Barack Obama a novembre.
La sua vittoria è preziosa anche per un aspetto statistico-storico che qui ha valore di scaramanzia: dal 1980 nessun repubblicano è riuscito a conquistare la nomination del suo partito per l'elezione presidenziale, se non ha vinto il test della South Carolina. Gingrich, che sembrava destinato al tramonto dopo i mediocri piazzamenti in Iowa e New Hampshire, ha costruito la sua vittoria con due offensive brillanti, due blitz di rara efficacia. E' stato lui il primo a montare la campagna contro il superfavorito Mitt Romney attaccandolo sulla sua ricchezza e sulle sue tasse. Gingrich ci è riuscito con l'aiuto di un amico miliardario (magnate dei casinò Sands di Las Vegas) che ha pagato una poderosa campagna di pubblicità televisiva "negativa".
Sono quegli spot ad avere dipinto Romney come un finanziere-avvoltoio, che alla testa del gruppo di private equity Bain Capital ha accumulato centinaia di milioni di profitti smembrando aziende, vendendole a pezzi, licenziando migliaia di persone: non una credenziale ideale per chi voglia guidare l'America fuori dalla crisi economica. E' sempre Gingrich ad avere incalzato Romney in tutti i dibattiti televisivi perché pubblichi le sue dichiarazioni dei redditi. Romney non ha ancora ceduto; le sue risposte imbarazzate, la promessa fatta a malincuore e tentennando di divulgare quelle informazioni ad aprile, gli hanno fatto perdere consensi a gran velocità. L'altro colpo vincente di Gingrich è stato l'attacco ai mass media. Quasi fosse un maestro di arti marziali asiatiche, Gingrich ha trasformato la propria debolezza in forza. All'ultimo dibattito televisivo è stato interrogato da John King della Cnn sulle accuse della seconda ex moglie, Marianne, che ha rivelato particolari piccanti sui tradimenti dell'allora marito (Newt cercò di imporle un matrimonio aperto o "ménage a' trois", con la sua amante). In uno Stato dove il 60% dei repubblicani sono evangelici, solitamente intransigenti sulle questioni etiche, Gingrich avrebbe potuto essere affondato da quelle rivelazioni. Invece è partito all'attacco imbastendo un processo ai media, "élitari e di sinistra", "occupati a distruggere i repubblicani per far rieleggere Obama". Il pubblico in studio durante il dibattito Cnn gli ha tributato un'ovazione, e quel momento è stato giudicato come una vera svolta nell'atmosfera della campagna.
Ora tutti i calcoli sono da rifare. La prossima tappa è la Florida il 31 gennaio. Anche lì Romney era nettamente favorito ma il suo vantaggio si sta sgretolando. Romney ha più fondi da spendere, un aspetto importante perché la Florida è uno dei mercati più costosi d'America per la pubblicità televisiva. Però la Florida è uno Stato del Sud come la South Carolina, e quindi Gingrich (originario della Georgia) giocherà di nuovo in casa. Per di più galvanizzato da un successo che lo impone come la vera alternativa conservatrice, per tutti i repubblicani che continuano a non essere convinti dall'algido Romney.
(22 gennaio 2012) Federico Rampini La Repubblica
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