IMPRENDITORE BRESCIANO SCRIVE A MONTI: BASTA SPRECHI...
di GIUSEPPE QUARTO
Spettabile Indipendenza,(http://www.lindipendenza.com/) in questi giorni orribili per l’Italia , sia sotto il profilo politico, sia finanziario, mi viene dal cuore scrivere questa lettera al nostro presidente del consiglio.
Politici ed economisti ci propinano mille soluzioni per risolvere il problema. Si interrogano se e meglio la patrimoniale, l’ICI anche sulla prima casa diventata IMU, lotta all’evasione fiscale, aumento dell’Iva, della benzina, sigarette e tasse varie. Io non sono ne un economista né un intellettuale, ma una semplice persona che ha lavorato 50 anni, ma anche a mio livello risulta evidente che il problema dello Stato italiano e semplicemente che esso spende e sperpera troppo.
Signor Presidente pagherò volentieri il bollo di 100 euro sul mio conto corrente bancario se lei mette in cassa integrazione a 1.000 euro mensili la gran parte dei 4.600.000 dipendenti di palazzo Chigi che sono molto di più dei 1.337 del “Cabinet Office” di David Cameron. Pagherò volentieri l’aumento della benzina se lei eliminerà gli affitti di 35 milioni di euro l’anno che la Camera paga. Pagherò volentieri l’aumento del contributo Inps se eliminerà le doppie e triple pensioni che sono migliaia e molte per importi di decine di migliaia di euro al mese.
Andrò volentieri in pensione 5 anni più tardi se lei darà una sforbiciata ai dipendenti del Parlamento che costano mediamente 137.525 di euro. Cioè 19 mila in più dello stipendio dei 21 collaboratori stretti di Barack Obama. Pagherò volentieri l’aumento dell’ IVA se lei eliminerà le migliaia di enti inutili produttori semplicemente di consigli di amministrazione e di stipendi fuori da ogni logica. Pagherò volentieri l’IMU sulla mia prima casa se lei metterà un tetto di 50.000 euro all’anno per le decine di migliaia di burocrati della pubblica amministrazione, dipendenti senza nessuna responsabilità manageriale o rischio di licenziamento.
Vede signor Presidente, quando la signora Angela Merkel le dice che l’Italia può farcela da sola, intende dire che lei può fare proprio quei tagli che io le suggerisco. Signor Presidente non vada con il cappello in mano in giro per l’Europa a chiedere aiuti, non fa bella figura e mortifica tutti gli imprenditore che fanno valere nel mondo le proprie genialità e spirito di iniziativa. Chiedo che il suo governo che prima di pretendere nuove tasse, usi la scure e tagli questi sprechi e privilegi, senza raccontarci che non si possono toccare i diritti acquisiti. I privilegi non sono mai acquisiti, sono semplicemente un furto ai danni dei cittadini. Ascolti la voce di quei movimenti siciliani che sono spontanei e disperati, la disperazione e sempre cattiva consigliera.
Signor Presidente, se davvero riuscirà ad ottenere questo risultato ritornerebbe la fiducia sull’Italia e lo spread verso i Bund si abbasserebbe immediatamente. Ascolti la voce dei milioni di imprenditori che sebbene abituati a lavorare sodo e a mai lamentarsi si sentono schiavi di questo castello burocratico che lo Stato si è dato e che pesa come un macigno sulle spalle delle persone che lavorano d’avvero e che tirano la carretta con enormi sacrifici. Maggiori tasse risolvono solo momentaneamente il problema, ma non lo eliminano alla radice.
*Club L’Imprenditorie, via Canneto 7, Brescia
ITALIANISCOSTUMATI IN RIFERIMENTO AI POLITICI CHE HANNO PORTATO IL PAESE A UN DEBITO PUBBLICO FUORI CONTROLLO... un paese che sta' nelle graduatorie che non ci fanno onore...un blog caotico e senza nessuna pretesa...
Elenco blog personale
martedì 31 gennaio 2012
DAL BLOG DI ADRIANO CELENTANO...LE HO DATO UN CONSIGLIO...
Caro Gianmarco…
Pubblicato il 24 gennaio 2012 da adriano_celentano
Caro Gianmarco,pur non dimenticando l’impegno e il grosso “lavoro ai fianchi” che hai dovuto esercitare su di me per portarmi a Sanremo (e non da adesso, ma da anni) devo purtroppo darti un aut aut. Leggendo i giornali di oggi sulla situazione Sanremo, l’idea che più di tutti emerge, o perché i media non sanno esattamente come stanno le cose e quindi per non sbagliare danno più credito alle false smentite della Rai che non alla verità che il Clan ha espresso sul mio Blog, è che tra le righe prevale una sottolettura secondo la quale mi sarei inventato tutto in nome di una pubblicità di cui non solo da adesso, ma fin da quando ero un umile orologiaio ,non me n’è mai fregato niente. Non disdegno la pubblicità e mi piace far casino sui giornali, ma solo se c’è un fondo di verità, altrimenti sarebbe un disgustoso e cattivo gioco sulla buona fede della gente.
Pertanto sono costretto a dirti che io posso venire a Sanremo solo se tu dichiarerai alla stampa il contenuto dei messaggi che hai ricevuto dal simpatico direttore di RaiUno Mauro Mazza (non è un’ ironia mi è simpatico veramente) con i quali ti faceva la radiocronaca di ciò che la “ Lei “aveva sentenziato: “Celentano e’ fuori da Sanremo”. Chiedendoti inoltre di cercare una alternativa alla mia partecipazione al Festival e come comunicare una simile CAZZATA.
Oltre, naturalmente, alla bozza del contratto ricevuta dalla Rai, il cui articolo 8 faceva riferimento al controllo dei testi e alle altre mail ricevute dall’avvocato della Rai, dove è evidente, per come le ha scritte, che preparava un carteggio ad hoc per giustificare la mia eliminazione dal Festival. Tutto questo, solo perché sono un tipo allegro che ha il viziaccio di pretendere una “certa libertà di parola”. Se tu non chiarirai come stanno le cose, io al Festival non verrò. Tu e Morandi siete due amici. Ma non posso fare altrimenti.
P.S. Senza contare gli EFFIMERI giochetti a cui si è prestato il giornale “La Stampa” secondo cui il mio cachet sarebbe di un milione e 200mila Euro. Bella figura che farà questo quotidiano quando si saprà ciò che realmente prenderei.
Adriano Celentano
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Caro Celentano, non so’ piu’ neanche da quanti anni adoro le tue canzoni, ho perso il tempo, non andare a San Remo, ascoltami non andare…la Rai è un cesso a cielo aperto, non si salva nessuno, ancora fanno pagare il canone a vecchi che pigliano meno di 500 euro al mese, li minacciano tutto il giorno che è un obbligo morale…capito cosa dicono i bastardi della Rai ?
non andare…
Pubblicato il 24 gennaio 2012 da adriano_celentano
Caro Gianmarco,pur non dimenticando l’impegno e il grosso “lavoro ai fianchi” che hai dovuto esercitare su di me per portarmi a Sanremo (e non da adesso, ma da anni) devo purtroppo darti un aut aut. Leggendo i giornali di oggi sulla situazione Sanremo, l’idea che più di tutti emerge, o perché i media non sanno esattamente come stanno le cose e quindi per non sbagliare danno più credito alle false smentite della Rai che non alla verità che il Clan ha espresso sul mio Blog, è che tra le righe prevale una sottolettura secondo la quale mi sarei inventato tutto in nome di una pubblicità di cui non solo da adesso, ma fin da quando ero un umile orologiaio ,non me n’è mai fregato niente. Non disdegno la pubblicità e mi piace far casino sui giornali, ma solo se c’è un fondo di verità, altrimenti sarebbe un disgustoso e cattivo gioco sulla buona fede della gente.
Pertanto sono costretto a dirti che io posso venire a Sanremo solo se tu dichiarerai alla stampa il contenuto dei messaggi che hai ricevuto dal simpatico direttore di RaiUno Mauro Mazza (non è un’ ironia mi è simpatico veramente) con i quali ti faceva la radiocronaca di ciò che la “ Lei “aveva sentenziato: “Celentano e’ fuori da Sanremo”. Chiedendoti inoltre di cercare una alternativa alla mia partecipazione al Festival e come comunicare una simile CAZZATA.
Oltre, naturalmente, alla bozza del contratto ricevuta dalla Rai, il cui articolo 8 faceva riferimento al controllo dei testi e alle altre mail ricevute dall’avvocato della Rai, dove è evidente, per come le ha scritte, che preparava un carteggio ad hoc per giustificare la mia eliminazione dal Festival. Tutto questo, solo perché sono un tipo allegro che ha il viziaccio di pretendere una “certa libertà di parola”. Se tu non chiarirai come stanno le cose, io al Festival non verrò. Tu e Morandi siete due amici. Ma non posso fare altrimenti.
P.S. Senza contare gli EFFIMERI giochetti a cui si è prestato il giornale “La Stampa” secondo cui il mio cachet sarebbe di un milione e 200mila Euro. Bella figura che farà questo quotidiano quando si saprà ciò che realmente prenderei.
Adriano Celentano
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Caro Celentano, non so’ piu’ neanche da quanti anni adoro le tue canzoni, ho perso il tempo, non andare a San Remo, ascoltami non andare…la Rai è un cesso a cielo aperto, non si salva nessuno, ancora fanno pagare il canone a vecchi che pigliano meno di 500 euro al mese, li minacciano tutto il giorno che è un obbligo morale…capito cosa dicono i bastardi della Rai ?
non andare…
lunedì 30 gennaio 2012
BAU BAU...
La TV 7 da quando Berlusconi non è piu' al governo, è in netto calo di ascolti...non avere piu' come argomento le "storie infinite" di Silvio Berlusconi a cui davano una risonanza esagerata, ha provocato una specie di depressione in Mentana e in Gad Lerner. Neanche tutta la corazzata di Rai tre trasferita alla 7 ha successo. Per me il programma della Dandini è obsoleto, vecchio, superato...erano 20 anni che stava in Rai a fare piu' o meno le stesse cose, non si sono accorti che fuori il mondo è cambiato, che le storie della gente comune attirano piu' delle solite facce viste e riviste da anni sempre "de sinistra" ipocriti e falsi che di sinistra non hanno nulla anzi non sannno neanche cosa significa essre di sinistra, lo hanno dimenticato tutti, o quasi.
Gad Lerner e i suoi sapientoni oramai hanno perso fascino ed ascolto, siamo ridotti sul lastrico non li vogliamo vedere piu', non sono serviti a nulla, adesso per esempio sono in onda, io ho seguito L'Infedele per 10 anni, be' adesso non me ne frega piu' nulla.
La sera dopo una giornata di lavoro, di incazzature varie, di problemi economici, di lavoro precario, pensioni misere...sacrifici...la TV deve essere nazional popolare, per la ggente, chi è ricco o benestante ha modo di svagarsi non sta certo davanti alla TV, la TV è la piacevole condanna dei poveri, diciamolo, Berlusconi questo lo ha capito 30 anni fa'.
Ho visto la trasmissione di Gianluigi Nuzzi sul Vaticano e per la prima volta ho visto aprirsi uno spiraglio di luce sulle vergogne del Vaticano e sulla Chiesa, sapere che un presepio è costato 550.000 mila euro è una vergogna e fa gridare vendetta quando ti fanno vedere bambini malnutriti africani. La Trasmissione era sulla 7 ma doveva farla il servizio pubblico no una TV privata, questa è una vergogna, Mineo di Rai News 24 ne ha parlato la sera successiva invitando Nuzzi, ma non poteva farla lui, per esempio una bella inchiesta sul libro di Nuzzi?
LA TV 7 IN NETTO CALO DI ASCOLTI...
- DAGOREPORT: IL TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA DE LA7.
Un tranquillo weekend di paura, quello de La7. Con ascolti in picchiata su tutti i fronti, dopo una settimana e un periodo che hanno fatto capire come la marcia trionfale dell'emittente Telecom si sia impantanata, e non da oggi.
Gian Antonio Stella
Vissani Prendete Vissani, il cuoco fatuo (di Baschi, Orvieto) più amato dal Canaro (di Orvieto) Gianni Stella, e Lady Michela Rocco di Torrepadula (sbarcata a La7 a insaputa del consorte Chicco): con "Ti ci porto io" all'ora di pranzo di domenica hanno raggranellato 1.93% di share.
Il preserale della sora Serena Dandini, invece, ha fatto pure peggio: domenica 22 uno share dell'1.2, ieri 1.05 (e la versione di sabato 28 gennaio, dalle 19 alle 20, è addirittura precipitato all'0.80!).
Avanti flop. "Mamma mia che domenica", debutto di Camila Radzovich ieri alle 17.30, ha conseguito un rotondo e fallimentare 1.62%, seguito da "In Onda" della coppia Porro-Telese che ha fatto il 2.02% (domenica scorsa il 2.09%), per lasciare la linea a Marco Paolini in replica con "Ausmerzen", inchiodato lui pure al 2.57% e 616 mila telespettatori.
SERENA DANDINI Ogni maledetta domenica, insomma, La7 scompare perfino con il Tg che senza Mentana (Chicco non gradisce la contemporanea presenza di Fazio) ieri si è fermato al 5.74%, con poco più di un milione e mezzo di teste, e senza dimenticare l'unica chiusura anticipata fin qui appioppata dalla rete, quella del pomeridiano "Ma anche no" di Antonello Piroso, con una media inferiore al 2 per cento.
ENRICO MENTANA E MOGLIE MICHELA ROCCO DI TORREPADULA - copyright Pizzi
Sabato è stato poi un altro bagno di sangue. Il mattutino "L'aria che tira" di Myrta Merlino, che si avvale della collaborazione di Stefano Balassone già vicedirettore di Raitre, e di Testa di Chicco, già socio di Stella e Franco Bernabè, affonda all'1.21%, i menù di Benedetta Parodi galleggiano al 2.39%, della sora Dandini allo 0.80 già si è detto, In Onda" al 2.63 e la sora Dandini in prima serata scesa dal 5.70% di sabato 21 allo striminzito 4.05 dell'altro ieri.
Sempre meglio, in questa corsa del gambero, delle "Invasioni " barbituriche di Birignao Bignardi, che venerdì è scesa al 3.43% (dal debutto della settimana precedente, giudicato insoddisfacente, con il 4.48), in una serata in cui anche Lilli Botox con 8e1/2 si è fermata al 4.88%, mentre la mattina Myrta Merlino si è arenata all'1.99% e Omnibus, lo storico contenitore che a marzo compie 10 anni, è scivolato rovinosamente al 3,2%, dato che patisce la concorrenza su Raitre dell'"Agorà" di Andrea Vinello. E infatti il sabato e la domenica, quando "Agorà" non c'è, "Omnibus" risale ma sempre sotto il 5 (4.9). Il "GDay", preserale della celebratissima Geppy Cucciari, ha conseguito come miglior ascolto della settimana il 2.95% di lunedì scorso.
Camila Raznovich Tutte le prime serate de La7 segnano il passo e sono in affanno. Piazzapulita di Corrado Formigli ha totalizzato giovedì un penalizzante 4.63%, "Gli Intoccabili" di Nuzzi mercoledì, che pure aveva lo scoop sul Vaticano, non è andato oltre il 3.42% (e la mattina l'Aria della Merlino all'1.59%), "L'Infedele" Lerner lunedì si è fermato, senza più il tormentone sul corpo delle donne offeso dal Cavalier Pompetta, al 4.35%. Unica nota positiva di lunedì scorso: il Tg che è tornato ad affacciarsi oltre il 10 per cento (10.06: ma poi in settimana va all'indietro pure lui, fino al dimezzamento al 5.74 della domenica contro Fabio Strazio con Che tempo che fa).
Marco Paolini
Scrive il mensile ‘Prima Comunicazione' appena arrivato nelle edicole: nelle 24 ore La7 non va oltre il 3.87%, e il Tg che a novembre ha fatto una media del 10.5% a dicembre è sceso al 9.1. Un punto e mezzo in meno, da quando il Cavaliere non è più a Palazzo Chigi. Come sembrano già lontani i tempi in cui Chicco Mitraglia con il suo tg "ha illuminato tutta la rete" (Aldo Grasso dixit). Qualcuno a La7 s'incarichi di ritrovare l'interruttore della luce.
2- IL FLOP DI DANDINI & CO. APPANNA IL POLO DELLA 7 - L´ARRIVO DEL NUOVO DIRETTORE PAOLO RUFFINI NON HA PORTATO I RISULTATI SPERATI...
Antonio Dipollina per "la Repubblica"
libriz25 antonello piroso
Molto sottile è il filo che in tv che separa l´esaltazione dal suo contrario. Nel caso de La7, poi, l´effetto può essere deflagrante: il giorno prima sei la rete con più appeal, dove tutti corrono o cercano riparo. Il giorno dopo sei già il terzo polo che non c´è, il tentativo velleitario di rubare ascolti ai colossi, la strategia che rivela buchi. E in effetti qualcosa sta succedendo, se fino a poco tempo fa gli addetti ai lavori si davano di gomito e pronosticavano ascese sicure verso il 10 per cento di share stabile in prima serata.
parodi benedetta
Invece sta succedendo altro, torna Daria Bignardi e la partenza è così così, debutta Serena Dandini nell´ambizioso tentativo del sabato sera e si scopre che il pubblico dandinesco da decenni il sabato sera ha deciso di fare altro (e non si può fare la tv solo per i frantumi su Youtube: prima o poi qualcuno ti invita a startene su Youtube). Ancora più insidioso il basso ascolto del ritorno degli Intoccabili di Nuzzi rispetto agli squilli d´esordio.
GEPPI CUCCIARI Aggiungere in settimana il Formigli anti-Santoro che accusa come nessuno il raffreddamento dei talk-show. E, snodo attorno a cui tutto ruota, il tg di Mentana non viene più accolto con ohhhh di meraviglia ma ormai parte del paesaggio (quello sobrio, post-berlusconiano).
Un mezzo guaio complessivo per la rete, che ha accolto anche il direttore transfuga di Raitre Paolo Ruffini, su cui pende il rischio perenne de La7: per andare in prima serata devi fare (molto) più ascolto dell´Ispettore Barnaby. Altrimenti mandano l´ispettore Barnaby, che costa un centesimo. Il cambiamento d´aria ha già spento il sogno terzopolista oppure è questione di scelte da rivedere?
MYRTA MERLINO
GUAI A DIRE CHE LA PANDA E' STRONZA...
Scrive il giornalista Alessandro Gilioli
Nasce la nuova Panda: ed è già un po’ stronza
non metto la foto di Marchionne è troppo brutto...
Succede che a Pomigliano la Fiat sta spostando un po’ di operai dalla vecchia fabbrica destinata alla chiusura a quella nuova strafiga che deve fare la Panda. Cioè, non è che li sposta e basta: offre loro di licenziarsi dalla Fiat e di farsi contestualmente assumere da una nuova apposita società chiamata Fip.
Succede che, curiosamente, su mille neoassunti in Fip nemmeno uno (oh: nemmeno uno) è della Cgil.
Per la cronaca e la statistica, circa il dieci per cento degli operai della vecchia fabbrica sono della Cgil.
Qui i casi sono due: o per una singolarissima coincidenza nessun operaio della Cgil è capace di fare bene il suo lavoro, o alla Fiat fanno le assunzioni con criteri politici.
La Panda si è un po’ offesa scrive di nuovo il giornalista Gilioli...
Mi scrive l’avvocato Giovannandrea Anfora, a nome di Fiat Group Automobiles S.p.A
«Faccio riferimento, nell’interesse di Fiat Group Automobiles S.p.A. con sede in Torino, all’articolo pubblicato sul sito web de “l’Espresso”, nel blog del giornalista Alessandro Gilioli dal titolo “Nasce la Nuova Panda: ed è già un po’ stronza”.
L’inappropriata espressione in questione è – all’evidenza- inutilmente e grossolanamente volgare e offensiva.
In difetto di immediata eliminazione della frase, procederò per via giudiziaria alla tutela della Società mia assistita.
Avv. Giovannandrea Anfora»
Gentile avvocato, il titolo era solo una battuta un po’ ironica e mi dispiace che la Panda, unanimemente definita «simpatica» dai giornali che ne hanno parlato, si sia sentita offesa. Non c’era evidentemente alcun riferimento alla qualità del prodotto.
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LA MORTE DI SCALFARO...
Scalfaro e Scelba ripresi mentre si intrattengono con alcuni colleghi in prossimità della sala dell'EUR, in occasione del Consiglio Nazionale della D.C.
Nessuno se ne ricorda piu', ma i due Scalfaro e Scelba furono gli artefici dei licenziamenti che avvennero in Italia negli anni 50. Furono licenziati dal Ministero della Difesa e dai Ministeri di tutta Italia centinaia di persone, buttate letteralmente sul lastrico perche' erano iscritti al PCI al PSI e alla CGIL.
Dopo 20 anni circa questa gente ebbe giustizia, vinsero la causa che la CGIL aveva intentato verso il Ministero, molti erano morti di crepacuore e il risarcimento ando' ai figli e alle mogli dei defunti.
LA FOTO E' STATA PRESA DA : http://www.archivioluce.com/archivio/efg.jsp?resource=Vedo/IL0030001471/
Vai a pensare che Scalfaro è ora venerato a sinistra e maltrattato a destra...come cambiano i tempi!
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domenica 29 gennaio 2012
LA REGIONE REGALA L'IP ALLA MINETTI...
VACANZE IN AMERICA
Minetti, cinguettii sexy
La Regione le regala l'iPad, lei lo usa per inviare foto osé.
Il suo mentore e - sia detto senz'intento allusivo alcuno - protettore, Silvio Berlusconi, ne aveva in tempi sospetti assai già magnificate le doti intellettuali: «È madrelingua inglese», aveva detto nei giorni più burrascosi della vicenda delle Olgettine, dimentico di come questo sia piuttosto un accidente del destino e della genetica, come l'esser biondi o bruni, alti o bassi, villosi o glabri, che non un merito.
«Ed è laureata con 110 e lode», aggiungeva in modo da sottolinearne le capacità, ché i pezzi di carta si compran mica all'ortomercato o all'Esselunga, neppure se giungono a coronamento non di un cursus studiorum in ingegneria nucleare ma soltanto al culmine di una sudata specializzazione in igiene dentale.
DOVE VAI, SE L'IPAD NON CE L'HAI? E vuoi allora che una ragazza tanto sveglia e tanto in gamba non sia anche un asso quando si tratta di fare andar le mani sull'oggettistica tecnologica più all'avanguardia? In effetti Nicole Minetti, visto che di lei si parla, ha mostrato in questi giorni una invidiabile familiarità con l'hi-tech, sfoggiando in particolare una straordinaria confidenza con l'iPad2, fra i più freschi gadget del desiderio firmati da Apple, e con l'ormai immancabile Twitter.
Sexy-Nicole spopola su Twitter
Nicole Minetti.
La Regione Lombardia che a spese dei contribuenti le dà lavoro in Consiglio e le consente così di titillare le fantasie dei colleghi con slogan come il noto «Senza maglietta sono ancora meglio» vergato a fil di decolleté su una t-shirt bianca, ha inteso assecondare le sue naturali predisposizioni per l'informatica fornendola dell'ultimo modello del pc-tavoletta.
Della strenna, beninteso, non è stata l'unica destinataria, visto che i formigones avrebbero secondo le fonti versato nelle casse della Mela 50 mila euro sonanti così da dotare ottanta membri dell'assise regionale del preziosissimo giocattolino.
SOGNANDO CALIFORNIA. Certo però, in linea col suo genio, Nicole ha fatto del computer l'uso più fantasioso e creativo. E dal sole della California, dove s'è rifatta del «cielo grigio su, foglie gialle giù» della malincolinca Milano d'inverno, ha principiato a twittare come una forsennata postando a quanto si è detto una photogallery in piena regola dei suoi scatti vacanzieri più sexy.
Se ne è dichiarato a modo suo contento il consigliere dell'Italia dei valori o Idv Gabriele Sola, che ha lodato l'iniziativa della collega e l'investimento del Pirellone: «Almeno un rischio è scongiurato. In aula», ha detto, «i consiglieri regionali non hanno il bisogno di utilizzare l’Ipad regalato dalla Regione per andare sui siti porno come succede in Parlamento a Roma. Noi abbiamo già delle presenze che ci ispirano».
«UN INDISPENSABILE STRUMENTO DI LAVORO». Anche a distanza, verrebbe da aggiungere, se non fosse invece doveroso rilevare come pure nel bel mezzo di questa polemica a tutto web l'armata verde dei legaioli in Regione si sia distinta per quel rigoroso attaccamento al mestiere che da sempre contrassegna la razza padana. Davide Boni, presidente dell'assemblea in quota Lega Nord ha infatti giustificato la spesa per gli iPad2 definendo questi ultimi «indispensabili strumenti di lavoro». E di vacanza, naturalmente. Vero, Nicole?
Domenica, 29 Gennaio 2012
FONTE: LETTERA 43
Minetti, cinguettii sexy
La Regione le regala l'iPad, lei lo usa per inviare foto osé.
Il suo mentore e - sia detto senz'intento allusivo alcuno - protettore, Silvio Berlusconi, ne aveva in tempi sospetti assai già magnificate le doti intellettuali: «È madrelingua inglese», aveva detto nei giorni più burrascosi della vicenda delle Olgettine, dimentico di come questo sia piuttosto un accidente del destino e della genetica, come l'esser biondi o bruni, alti o bassi, villosi o glabri, che non un merito.
«Ed è laureata con 110 e lode», aggiungeva in modo da sottolinearne le capacità, ché i pezzi di carta si compran mica all'ortomercato o all'Esselunga, neppure se giungono a coronamento non di un cursus studiorum in ingegneria nucleare ma soltanto al culmine di una sudata specializzazione in igiene dentale.
DOVE VAI, SE L'IPAD NON CE L'HAI? E vuoi allora che una ragazza tanto sveglia e tanto in gamba non sia anche un asso quando si tratta di fare andar le mani sull'oggettistica tecnologica più all'avanguardia? In effetti Nicole Minetti, visto che di lei si parla, ha mostrato in questi giorni una invidiabile familiarità con l'hi-tech, sfoggiando in particolare una straordinaria confidenza con l'iPad2, fra i più freschi gadget del desiderio firmati da Apple, e con l'ormai immancabile Twitter.
Sexy-Nicole spopola su Twitter
Nicole Minetti.
La Regione Lombardia che a spese dei contribuenti le dà lavoro in Consiglio e le consente così di titillare le fantasie dei colleghi con slogan come il noto «Senza maglietta sono ancora meglio» vergato a fil di decolleté su una t-shirt bianca, ha inteso assecondare le sue naturali predisposizioni per l'informatica fornendola dell'ultimo modello del pc-tavoletta.
Della strenna, beninteso, non è stata l'unica destinataria, visto che i formigones avrebbero secondo le fonti versato nelle casse della Mela 50 mila euro sonanti così da dotare ottanta membri dell'assise regionale del preziosissimo giocattolino.
SOGNANDO CALIFORNIA. Certo però, in linea col suo genio, Nicole ha fatto del computer l'uso più fantasioso e creativo. E dal sole della California, dove s'è rifatta del «cielo grigio su, foglie gialle giù» della malincolinca Milano d'inverno, ha principiato a twittare come una forsennata postando a quanto si è detto una photogallery in piena regola dei suoi scatti vacanzieri più sexy.
Se ne è dichiarato a modo suo contento il consigliere dell'Italia dei valori o Idv Gabriele Sola, che ha lodato l'iniziativa della collega e l'investimento del Pirellone: «Almeno un rischio è scongiurato. In aula», ha detto, «i consiglieri regionali non hanno il bisogno di utilizzare l’Ipad regalato dalla Regione per andare sui siti porno come succede in Parlamento a Roma. Noi abbiamo già delle presenze che ci ispirano».
«UN INDISPENSABILE STRUMENTO DI LAVORO». Anche a distanza, verrebbe da aggiungere, se non fosse invece doveroso rilevare come pure nel bel mezzo di questa polemica a tutto web l'armata verde dei legaioli in Regione si sia distinta per quel rigoroso attaccamento al mestiere che da sempre contrassegna la razza padana. Davide Boni, presidente dell'assemblea in quota Lega Nord ha infatti giustificato la spesa per gli iPad2 definendo questi ultimi «indispensabili strumenti di lavoro». E di vacanza, naturalmente. Vero, Nicole?
Domenica, 29 Gennaio 2012
FONTE: LETTERA 43
ITALIA'S GOT TALENT - FAVOLOSO
Un bimbetto ha fatto Fred Buscaglione in maniera divertentissimaPersone che hanno talento e persone che almeno ci provano! Il tutto giudicato da Rudy Zerbi, Maria De Filippi e Gerry Scotti!
tutto lo spettacolo è spassosissimo!
tutto lo spettacolo è spassosissimo!
ITALIA - I PENSIONATI CHE NON SI CHIAMANO GIULIANO AMATO
Giuliano Amato ha precisato in TV alla 7 intervistato da boccuccia di rose,
che è stato massacrato dalla opinione pubblica, per essere stato sputtanato da Mario Giordano nel suo libro SANGUISUGHE - Pensioni d'oro Amato, 31.000 euro al mese. Giuliano Amato ha precisato che sono cifre lorde, al netto lui percepisce solo la meta'. Be la faccenda cambia? 12 13 mila euro al mese di pensione sono forse poche?
Si vede sempre piu' gente con i sondini al naso, ho pensato avranno problemi di respirazione, problemi ai polmoni, non respirano, hanno bisogno di ossigeno...che pena e tenerezza mi fanno. Ma l'altra mattina ti vedo una bella signora elegante, facevo la fila alla cassa di un grosso supermercato,e aveva sto tubicino al naso, le ho detto: passi signora io posso aspettare, la signora ringrazia passa e paga la sua spesa, poi ci siamo rincontrare nell'ascensore per risalire in strada, la signora ha esclamato: cosa tocca fare per dimagrire! allora incuriosita ho chiesto quale malattia l'affligesse, la bella signora prosperosa mi ha detto che non aveva nessuna malattia era sana come un pesce e il tubicino infilato nel naso serviva per farla dimagrire. Sono rimasta di stucco, la pensavo malata e invece... la signora si chiamava Anna, funzionaria pubblica, ha confessato tra le lacrime che mangiava troppo si sentiva goffa e voleva dimagrire...la dieta del sondino gliel'aveva consigliata un dietologo.Non capitera' mai a tutti quei pensionati che non si chiamano GIULIANO AMATO che percepiscono 500 euro al mese, pensioni di lavoro naturalmente privato, nel pubblico impiego non si è mai rischiato di perdere il lavoro, neanche accusati di furto o di stupro o di qualsiasi altra malefatta.
A questi pensionati la RAI TV in questi giorni manda in onda uno spot minaccioso. PAGARE IL CANONE E' UN OBBLIGO OLTRE CHE UN DOVERE DI ONESTI CITTADINI...BLA BLA BLA capito? un obbligo morale miei cari vecchietti, sulle vostre spalle voi dovete sopportare il peso mastodontico di una Rai con migliaia di dipendenti pubblici,che in parte non fanno un emerito ca.xxo, anzi ricordiamoci di quanta gente viene pagata e messa in cantina e ogni tanto riesumata.
Rassegnatevi vecchietti chiunque governi, Prodi Berlusconi o Monti, sempre dovete pagare, ma si dai... in fin dei conti pagando e vivendo quasi in miseria non rischierete di ingrassare e dover poi mettere il sondino!
BAU BAU
sabato 28 gennaio 2012
AUSTRALIA - ABORIGENI PROTESTANO
Gli aborigeni tendono la scarpa al premier in Australia, ma il gioco delle responsabilità sembra tutt’altro che finito all’indomani della scaramuccia dove Julia Gillard è diventata vittima suo malgrado, e, non prevista dell’ira dei nativi verso il leader dell’opposizione a Canberra: “Con l’autorità conferitami dalle persone della ‘Tenda dell’Ambasciata aborigena’ – ha detto laportavoce Gwenda Stanley -, sono qui come abasciatrice di buona volontà. Desidero dunque restituire la scarpa perduta nel trambusto violento creato dagli agenti della sicurezza”.
A scatenare l’ira degli aborigeni è stata la proposta di rimuovere la tenda dell’ambasciata – simbolo delle rivendicazioni contro il governo – piantata da 40 anni davanti al vecchio Parlamento. Tutto questo nell’ufficialità dell’Australia Day, che celebra l’arrivo dei primi coloni britannici, per gli aborigeni il giorno dell’invasione: “Non ho assolutamente problemi con le proteste pacifiche – ha detto la Gillard -, e in genere la protesta dell’ambasciata è stata pacifica. Quello che condanno senza mezzi termini è quando la protesta è diventata violenta, in particolare quando ha interrotto un evento che era stato creato per rendere omaggio ad australiani straordinari, questo mi ha fatto arrabbiare molto”.
Con bastoni e pietre circa duecento aborigeni hanno dato l’assalto al risorante – proprio nei pressi della tenda aborigena – dove erano riuniti il leader conservatore dell’opposizione Tony Abbott e la premier laburista. Che, nella fuga scortata dagli agenti ha perso una scarpa, subito raccolta a mo’ di trofeo.
FONTE:EURONEWS
Molto divertente leggere notizie sui settimanli o sui giornali. L'Espresso denuncia che Martone fu raccomandato dal padre a Dell'Utri per entrare a fare politica...Gad Lerner dice che Bocca lo ha raccomandato per entrare all'Espresso...veramente divertente leggere certe notizie! come dire che non si conosce piu' la parola VERGOGNA! oppure cose' la DECENZA!
MARTONE: VOI SIETE SFIGATI IO NO...(...)
Martone, l'incontro con Dell'Utridi Gianluca Di Feo
L'amico del padre dell'attuale viceministro (quello degli 'sfigati') andò dal potente senatore del Pdl per far sistemare il giovane. Lo ha detto, a verbale, Arcangelo Martino, imprenditore al centro dell'inchiesta sulla P3
(27 gennaio 2012) «Mi sono ricordato che Martone sosteneva che attraverso il partito voleva dare una risposta lavorativa al figlio». Arcangelo Martino ha uno stile spiccio, spesso approssimativo. Del figlio di Martone dice che «fa il commercialista, una cosa del genere».
L'imprenditore è considerato uno dei pilastri della P3, la cricca che interveniva per pilotare le cause in Cassazione e in molti tribunali. Ma durante l'interrogatorio in carcere davanti ai pm romani ricostruisce in modo netto il principale interesse di Antonio Martone, all'epoca potente avvocato generale della Cassazione: sistemare il figlio, ossia Michel il giovane enfant prodige del governo Monti, pronto ad attaccare gli studenti fuori corso e le lauree tardive.
Il suo curriculum di professore ordinario a soli 29 anni era anche - stando ai verbali - nelle mani degli uomini della P3. Martino dichiara che assieme a Pasqualino Lombardi, l'altro protagonista dell'inchiesta P3, si sarebbero presentati a Marcello Dell'Utri chiedendo di intervenire in favore del ragazzo. Sarebbe stato Lombardi a sollecitare la raccomandazione, accompagnata dalla lista dei meriti accademici del giovane al senatore del Pdl. Ottenendo una risposta vaga: «Va be' vediamo».
Tanta premura per il rampollo non nasceva da una solidarietà amicale. L'interesse della P3 era chiaro: volevano che il padre intervenisse per sistemare la causa sul Lodo Mondadori, ossia il processo contro l'azienda di Silvio Berlusconi a cui era contestata un'evasione fiscale da circa 300 milioni, e sollecitasse un voto positivo della Consulta sul Lodo Alfano che garantiva l'immunità al premier. Due questioni strategiche per il Cavaliere che Pasqualino Lombardi e i suoi sodali volevano mettere a posto grazie all'aiuto di Martone, come spiegano ai magistrati.
Antonio Martone ha dichiarato di non avere mai chiesto raccomandazioni per il figlio. L'uomo ha lasciato la suprema corte dopo la diffusione delle intercettazioni su sui contatti con gli emissari della P3. Nunzia De Girolamo, parlamentare pdl, ha descritto la presenza dell'avvocato generale ai pranzi da Tullio dove ogni settimana Lombardi riuniva i suoi compagni di merende. «Ricordo che erano presenti il sottosegretario Caliendo e diversi magistrati. Tra loro Martone, Angelo Gargani e un magistrato del Tribunale dei ministri». Il geometra irpino Lombardi si mostra capace di grandi persuasioni, come ricostruisce la De Girolamo: «Ricordo anche che Martone diceva di volere andare via dalla Cassazione e che Lombardi non era d'accordo e cercava di convincerlo a restare. Diceva che stava bene lì, che era un punto di riferimento lì. Martone insisteva dicendo che voleva fare altre esperienze e che preferiva andare da Brunetta».
Proprio da Brunetta era poi venuto il primo incarico di consulente da 40 mila euro l'anno per Michel Martone, mentre al padre andavano ruoli direttivi. Ma Lombardi e Martino si impegnavano per trovare «attraverso il partito una risposta lavorativa» migliore per il professore in erba. Che due anni esatti dopo l'incontro tra Lombardi e Dell'Utri per trovargli un posto «attraverso il partito» è arrivato al governo Monti.
FONTE: L'Espresso
Gad Lerner - direttore del Tg1: un assalto ipocrita della politica. Ds e Verdi chiedono che Landolfi lasci
Rai, Lerner si dimette e accusa
«Il presidente della commissione di vigilanza mi raccomandò una persona». La replica: lo denuncio
Il direttore del Tg1: un assalto ipocrita della politica. Ds e Verdi chiedono che Landolfi lasci Rai, Lerner si dimette e accusa «Il presidente della commissione di vigilanza mi raccomandò una persona». La replica: lo denuncio ROMA - Gad Lerner si è dimesso da direttore del Tg1, annunciando la sua decisione durante il telegiornale delle 20. Dopo aver spiegato la sua scelta legata alle polemiche per il video-choc sulla pedofilia, ha denunciato «l' assalto ipocrita» della politica, attaccando il presidente della commissione parlamentare di vigilanza, Mario Landolfi di An: lo ha accusato di avergli raccomandato una persona durante il loro primo incontro. Landolfi replica annunciando una denuncia penale e civile, ma in Parlamento molti chiedono le sue dimissioni: dai Ds ai Verdi a Rifondazione. Di Pietro addita Lerner come esempio da seguire. Dal Polo si chiedono le dimissioni del consiglio di amministrazione Rai. Prima dell' annuncio di Lerner, il direttore generale Pierluigi Celli si era precipitato a Saxa Rubra per cercare di farlo recedere dalla sua decisione. In Primo Piano Arachi, Di Vico Gallo, Haver
(2 ottobre 2000) - Corriere della Sera
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Gad Lerner ha ammesso nel suo blog IL BASTARDO in un post per la morte di Giorgio Bocca di essere stato raccomandato per l'appunto da Giorgio Bocca per entrare all'Espresso. Direi che aver denunciato in diretta Landolfi per una cosa che aveva ricevuto anche lui è pesante da digerire, quindi lo cancello da i PREFERITI.
PENSIERI PROFONDI DI GAD LERNER
La prima della Scala
mercoledì, 7 dicembre 2011
Pensieri
L’avevo promesso a Umberta: “Se vince Pisapia ti porto alla prima della Scala”… Stasera festeggio, ma che stangata!
Il troppo stroppia
venerdì, 20 gennaio 2012
52 Commenti
Non se ne può più della preponderanza assegnata alla Concordia-story dai principali siti d’informazione. Il troppo stroppia
venerdì 27 gennaio 2012
GIANLUIGI NUZZI - VATICANO S.p.A
Viganò e la caccia alla talpa in Vaticano
Giallo sulla pubblicazione delle lettere inviate dal monsignore al Papa.
di Alcide Gonella LETTERE 43
Il nome di monsignor Carlo Maria Viganò, già segretario generale del governatorato della Città del Vaticano, ormai ha superato - in termini di notorietà - i confini degli addetti ai lavori.
Nel corso della trasmissione Gli Intoccabili, andata in ondata su La7 il 25 gennaio, Gianluigi Nuzzi ha posto al centro proprio il caso di monsignor Viganò, l’uomo chiamato nel 2009 da papa Ratzinger a risanare i bilanci del governatorato vaticano.
Ogni acquisto, fornitura, appalto passa da quest'organo che ha come maggiore fonte di approvvigionamento gli incassi ottenuti dagli ingressi ai musei vaticani.
IMPRENDITORE VARESINO. Viganò è persona esperta di economia e finanza provenendo da una famiglia di imprenditori varesini. Ex studente del liceo Leone XIII di Milano - retto dai Padri gesuiti, lo stesso dove ha studiato Mario Monti - ha sigillato la sua chiamata sacerdotale con la carriera all’interno della diplomazia pontificia.
Papa Benedetto XVI ha affidato alle sue capacità il risanamento dei conti e, in un solo anno, Viganò ha compiuto il miracolo passando da un passivo a un attivo decisamente importante.
Ma nel racconto messo in luce da Nuzzi è emerso un paradosso. Invece che un premio e un encomio, è scattata nei confronti di monsignor Viganò una campagna - anche mediatica - volta a screditarlo. E, con il classico principio vaticano della “promozione-rimozione”, l’ex segretario generale del governatorato è stato spedito a Washington a guidare la locale nunziatura apostolica.
Le lettere di Viganò e le ombre di corruzione
Un caso che ha fatto alzare più di un sopracciglio e non è passato inosservato. Nuzzi, nel corso della trasmissione, ha presentato lettere di denuncia articolate di monsignor Viganò dove nulla è tralasciato, comprese inquietanti ombre di corruzione, e la richiesta al pontefice di un procedimento giuridico secondo il canone 220 del codice di diritto canonico richiesto dallo stesso Viganò.
Perché, ed è il canone a prevederlo, «non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità».
ALLA RICERCA DELLA TALPA. Un quadro dirompente per la Chiesa cattolica. Le vere notizie legate alla vicenda raccontata da Nuzzi nel corso della sua trasmissione sono due: l’immediata e furente reazione vaticana che ha annunciato - per bocca del portavoce padre Federico Lombardi - azioni legali (pur di fronte a un programma che ha realizzato uno share del 3,42%) e la ricerca della talpa che all’interno dei sacri palazzi ha diffuso all’esterno questi documenti così esplosivi.
Chi è stato? Escluso in partenza lo stesso Viganò - sarebbe un autogol che comporterebbe la fine di ogni sua carriera ecclesiastica - ora si cerca la mano ignota che ha operato.
Per il Vaticano, danno d’immagine e reputazione incalcolabile
(© Ansa) Papa Benedetto XVI.
È questa una stagione di veleni all’interno delle mura pontificie, tenuto conto delle lettere anonime che sono girate nel corso dei mesi estivi contro il segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Anche nella vicenda Viganò, Bertone è visto come uno degli attori principali della vicenda, anche se non il solo. L’attuale nunzio a Washington non manca di citare nel suo atto d’accusa anche Marco Simeon, giovane ma molto potente uomo vicino al segretario di Stato vaticano che grazie alla sua protezione ha fatto un’esplosiva carriera in Capitalia e Mediobanca (con Cesare Geronzi, uomo molto vicino al soglio pontificio) e in Rai.
FUORI DALLE STANZE SEGRETE. Non è valutabile il danno d’immagine e di reputazione che il Vaticano andrà a subire nei prossimi mesi. Mai si era avuto un clamore esterno per questioni - come quelle che hanno visto al centro Viganò - che normalmente trovavano la risoluzione all’interno delle segrete stanze vaticane. Qualcosa è cambiato, forse per sempre.
E la preoccupazione per quanto sta avvenendo in Vaticano inquieta le diverse conferenze episcopali sparse nel mondo. Qualche presule, già in occasione della vicenda San Raffaele, non aveva fatto mancare osservazioni critiche sull’operazione e sulle difficoltà successive a chiedere fondi per l’obolo di San Pietro.
LE BUFERE DEGLI SCANDALI. Ora questa triste vicenda può generare ulteriore sconforto e disaffezione nei fedeli. Un rischio che la Chiesa cattolica non può permettersi, già vittima di altri scandali, non ultima la pedofilia.
Ma per i bene informati difficilmente papa Ratzinger rinuncerà all’opera del cardinal Bertone, figura al centro sia della vicenda Viganò sia dell’operazione San Raffaele. Nubi minacciose si addensano Oltretevere.
Giovedì, 26 Gennaio 2012
Giallo sulla pubblicazione delle lettere inviate dal monsignore al Papa.
di Alcide Gonella LETTERE 43
Il nome di monsignor Carlo Maria Viganò, già segretario generale del governatorato della Città del Vaticano, ormai ha superato - in termini di notorietà - i confini degli addetti ai lavori.
Nel corso della trasmissione Gli Intoccabili, andata in ondata su La7 il 25 gennaio, Gianluigi Nuzzi ha posto al centro proprio il caso di monsignor Viganò, l’uomo chiamato nel 2009 da papa Ratzinger a risanare i bilanci del governatorato vaticano.
Ogni acquisto, fornitura, appalto passa da quest'organo che ha come maggiore fonte di approvvigionamento gli incassi ottenuti dagli ingressi ai musei vaticani.
IMPRENDITORE VARESINO. Viganò è persona esperta di economia e finanza provenendo da una famiglia di imprenditori varesini. Ex studente del liceo Leone XIII di Milano - retto dai Padri gesuiti, lo stesso dove ha studiato Mario Monti - ha sigillato la sua chiamata sacerdotale con la carriera all’interno della diplomazia pontificia.
Papa Benedetto XVI ha affidato alle sue capacità il risanamento dei conti e, in un solo anno, Viganò ha compiuto il miracolo passando da un passivo a un attivo decisamente importante.
Ma nel racconto messo in luce da Nuzzi è emerso un paradosso. Invece che un premio e un encomio, è scattata nei confronti di monsignor Viganò una campagna - anche mediatica - volta a screditarlo. E, con il classico principio vaticano della “promozione-rimozione”, l’ex segretario generale del governatorato è stato spedito a Washington a guidare la locale nunziatura apostolica.
Le lettere di Viganò e le ombre di corruzione
Un caso che ha fatto alzare più di un sopracciglio e non è passato inosservato. Nuzzi, nel corso della trasmissione, ha presentato lettere di denuncia articolate di monsignor Viganò dove nulla è tralasciato, comprese inquietanti ombre di corruzione, e la richiesta al pontefice di un procedimento giuridico secondo il canone 220 del codice di diritto canonico richiesto dallo stesso Viganò.
Perché, ed è il canone a prevederlo, «non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità».
ALLA RICERCA DELLA TALPA. Un quadro dirompente per la Chiesa cattolica. Le vere notizie legate alla vicenda raccontata da Nuzzi nel corso della sua trasmissione sono due: l’immediata e furente reazione vaticana che ha annunciato - per bocca del portavoce padre Federico Lombardi - azioni legali (pur di fronte a un programma che ha realizzato uno share del 3,42%) e la ricerca della talpa che all’interno dei sacri palazzi ha diffuso all’esterno questi documenti così esplosivi.
Chi è stato? Escluso in partenza lo stesso Viganò - sarebbe un autogol che comporterebbe la fine di ogni sua carriera ecclesiastica - ora si cerca la mano ignota che ha operato.
Per il Vaticano, danno d’immagine e reputazione incalcolabile
(© Ansa) Papa Benedetto XVI.
È questa una stagione di veleni all’interno delle mura pontificie, tenuto conto delle lettere anonime che sono girate nel corso dei mesi estivi contro il segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Anche nella vicenda Viganò, Bertone è visto come uno degli attori principali della vicenda, anche se non il solo. L’attuale nunzio a Washington non manca di citare nel suo atto d’accusa anche Marco Simeon, giovane ma molto potente uomo vicino al segretario di Stato vaticano che grazie alla sua protezione ha fatto un’esplosiva carriera in Capitalia e Mediobanca (con Cesare Geronzi, uomo molto vicino al soglio pontificio) e in Rai.
FUORI DALLE STANZE SEGRETE. Non è valutabile il danno d’immagine e di reputazione che il Vaticano andrà a subire nei prossimi mesi. Mai si era avuto un clamore esterno per questioni - come quelle che hanno visto al centro Viganò - che normalmente trovavano la risoluzione all’interno delle segrete stanze vaticane. Qualcosa è cambiato, forse per sempre.
E la preoccupazione per quanto sta avvenendo in Vaticano inquieta le diverse conferenze episcopali sparse nel mondo. Qualche presule, già in occasione della vicenda San Raffaele, non aveva fatto mancare osservazioni critiche sull’operazione e sulle difficoltà successive a chiedere fondi per l’obolo di San Pietro.
LE BUFERE DEGLI SCANDALI. Ora questa triste vicenda può generare ulteriore sconforto e disaffezione nei fedeli. Un rischio che la Chiesa cattolica non può permettersi, già vittima di altri scandali, non ultima la pedofilia.
Ma per i bene informati difficilmente papa Ratzinger rinuncerà all’opera del cardinal Bertone, figura al centro sia della vicenda Viganò sia dell’operazione San Raffaele. Nubi minacciose si addensano Oltretevere.
Giovedì, 26 Gennaio 2012
BEPPE GRILLO - L'EUROPA DELLA GOLDMAN SACHS........
La BCE ha erogato 498 miliardi di euro alle banche europee al tasso dell' 1% per tre anni. A fine febbraio è previsto un altro mega prestito di 400 miliardi alle stesse condizioni. Lo scopo dichiarato è nobile, far ripartire l'economia con finanziamenti alle imprese. I soldi sono ovviamente nostri, pagati attraverso l'aumento dell'inflazione e la sottrazione di agevolazioni degli Stati all'economia reale. Ricordo di passaggio che il sistema bancario è sostanzialmente parassitario e, senza un tessuto produttivo, non esisterebbe. Al più i banchieri potrebbero giocare a Monopoli con Monti e Draghi con banconote finte.
898 miliardi di euro sono una cifra colossale. Le piccole e medie imprese dovrebbero fare quindi salti da canguro, le loro sofferenze finanziarie sono finalmente finite. E presentarsi in banca per un fido, un prestito temporaneo, un piccolo finanziamento, per pagare Equitalia, per dare le tredicesime almeno un mese dopo. Mi pare di vederli, partite iva, capi azienda, piccoli proprietari, allegri come un italiano in gita, correre agli sportelli di Unicredit, IntesaSanPaolo, Monte dei Paschi di Siena, che insieme hanno prelevato circa 35 miliardi dalla BCE a gennaio, per vedersi il solito gentile rifiuto con il solito untuoso sorriso di compatimento. I soldi (nostri) le banche ovviamente se li tengono. Qualcuno ne dubitava? Le banche li investiranno in titoli di Stato, che le remuneranno con il 6/7%, e per coprire investimenti sbagliati che le hanno lasciate senza liquidità. I nostri soldi (la BCE è solo un tramite) serviranno quindi a far guadagnare senza alcun rischio le banche e a piazzare titoli pubblici senza valore. Nel frattempo le aziende chiudono, le persone sono licenziate, le famiglie perdono le case perché non riescono a pagare le rate del mutuo, gli imprenditori si suicidano.
Se invece che alle banche italiane il prestito all'1% per tre anni, che si aggirerà alla fine a circa 100 miilardi (nella prima rata hanno prelevato circa 50 miliardi) fosse stato erogato alle imprese l'Italia sarebbe già ripartita. Caro Rigor Mortis, a quando la liberalizzazione delle banche italiane, tra le più care d'Europa? L'Italia fallisce mentre i banchieri brindano.
mercoledì 25 gennaio 2012
ANGELA MERKEL
DAVOS – Un altro “no” del cancelliere tedesco Angela Merkel sulla strada del “salvataggio” dell’euro, le viene chiesto da mesi e da più parti di sganciare miliardate di euro per mettere in sicurezza il sistema economico europeo, aggredito dai mercati sul fianco scoperto dei debiti pubblici nazionali. Le sue esitazioni e i suoi stop hanno affossato la Grecia e messo in serie difficoltà Spagna, Italia e in ultimo la Francia del sodale Nicolas Sarkozy.
L’ultima richiesta che le è stata fatta viene dal Fondo Monetario Internazionale, Fmi per gli amici, che spinge l’Europa ad aumentare il “Fondo Salva Stati” a 700 miliardi di euro. La Merkel ha risposto con un discorso pieno di buone intenzioni: non solo austerità, ma anche riforme strutturali e più posti di lavoro, non solo disciplina di bilancio, ma anche crescita sostenibile. E nessun raddoppio delle risorse del fondo salva-Stati. Ma se gli Stati si sfiancano per non farsi divorare dagli interessi sul debito, con quali risorse possono finanziare la crescita? Così si è aperto un altro degli appuntamenti “cruciali” sulla strada dell’Euro, il Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. Un altro “grande” vertice che promette di non passare alla storia.
Queste le parole della cancelliera: ”Dobbiamo far funzionare l’euro ed essere pronti a dare più competenze all’Europa. Il vero messaggio del fiscal compact, o Patto di bilancio, è che tutti dobbiamo introdurre principi sui conti pubblici in Costituzione. Non ci devono essere più, altrimenti perderemmo credibilità. Nei prossimi anni servono altri passi verso l’integrazione. Sono convinta che possiamo tenere insieme questa Europa comune. L’Europa è un grande e magnifico progetto. Siamo fortunati ad essere uniti e a condividere stesso futuro. Non saremo felici se non riusciremo a condividere questo impegno”.
”La gente non crederà all’Europa se la disoccupazione sarà troppo alta”, ha detto il cancelliere, ”dobbiamo fare qualcosa. Abbiamo imparato che dobbiamo costruire più Europa. Stiamo parlando di sostenibilità e crescita stabile. I settori dei conti pubblici e della competitività legata al lavoro saranno cruciali. Quello che è stato fatto in Portogallo, Grecia, Spagna e Italia è molto di quello che è stato fatto in passato”, ha detto Merkel. Secondo il cancelliere c’è ”bisogno di ripensare alla lezione che abbiamo tratto dalla crisi economica e finanziaria globale del 2008-2009. E la risposta che abbiamo non è ancora sufficiente. C’è ancora spazio per ripensare e migliorare. Nonostante l’esperienza del 2008-2009 abbia dimostrato l’interdipendenza tra i Paesi siamo riusciti a finalizzare il ‘Doha Round’ ma ci sono segnali crescenti di protezionismo. Abbiamo fatto progressi sulla regolamentazione delle banche, ma per una sufficiente regolamentazione sullo ‘shadow banking’ dobbiamo aspettare altri due anni”. L’Europa, ha quindi rilevato Merkel, ha il ”problema del debito pubblico e abbiamo difficoltà e debolezze sulla competitività in numerosi Paesi”.
Quindi sì, la Germania è disposta ad aiutare il resto dell’Unione, ma non è disposta ad accollarsi i debiti di nessuno. Se già precedentemente aveva chiarito che “Con tutti gli aiuti miliardari ed i meccanismi salva-Stati, noi in Germania dobbiamo stare attenti che alla fine neppure a noi vengano a mancare le forze, perché neanche le nostre possibilità sono infinite e questo non servirebbe a nessuno in Europa”, da Davos torna a sottolineare che “La Germania non intende prendere impegni che non potrà mantenere”.
Merkel rivendica come tedesca la promozione del fondo salva-Stati, prima Efsf e poi Esm, ma chiarisce che ”dobbiamo fornire aiuto sulla base dei trattati dell’Unione monetaria, che dicono con grande chiarezza che nessun Paese può farsi carico dei debiti dell’altro”. Quindi nessun raddoppio del fondo da 500 a mille miliardi come chiesto dall’Italia, o aumento fino a 700 miliardi come chiede l’Fmi. ”Abbiamo detto fin dall’inizio che vogliamo sostenere l’euro, ma non vogliamo una situazione in cui siamo forzati a promettere un qualcosa che non saremmo capaci di mantenere”, ha detto Merkel. ”Il fatto che la Germania sia l’economia più forte dell’Europa non deve voler dire che può fare quello che le pare o che non vuole esporsi. Se il mercato davvero ci attacca non saremo in grado di sopravvivere”, ha aggiunto il cancelliere, sottolineando che ”quello che abbiamo mostrato è che siamo in grado di mostrare solidarietà. Sulla solidarietà e sugli impegni da prendere abbiamo dimostrato in molte occasioni che siamo seri”.
Mentre Merkel teneva il suo discorso d’apertura al meeting di Davos, il presidente del Consiglio Mario Monti parlava alla Camera, dopo aver parlato al Senato, in occasione del voto sulla mozione unitaria di Pdl, Pd e Terzo Polo per impegnare il governo in una nuova politica europea, in vista del Consiglio europeo del 30 gennaio.
Da Roma Monti sembra aver voluto mandare un messaggio a Berlino: “Quando, in parallelo ai pesanti sacrifici per i cittadini, il governo chiede che l’Europa dia un segno di riconoscimento, non stiamo chiedendo denaro alla Germania: chiediamo che la governance dell’eurozona evolva in modo da consentire una ragionevole riduzione dei tassi di interesse”. Monti ha chiesto “che la governance dell’eurozona evolva in modo tale da consentire a quei Paesi che stanno facendo progressi che vengano riconosciuti i progressi nel loro risanamento e di vedere questo riflesso in termini di una ragionevole diminuzione dei tassi di interesse con la rimozione del rischio euro, che c’è per tutti, ma ovviamente grava su quei Paesi che per colpa loro o della loro storia hanno uno stock di debito particolarmente elevato”.
Il nuovo premier spagnolo Mariano Rajoy sarà giovedì a Berlino per incontrare Merkel in preparazione del vertice Ue di Bruxelles della settimana prossima. Rajoy illustrerà al cancelliere le prime misure di austerità e di riforma varate dal suo governo, confermerà l’impegno di Madrid a raggiungere l’obiettivo di riduzione del deficit per ora previsto per il 2012 al 4,4% e chiederà l’aiuto dell’Ue per i Paesi ‘virtouosi’ nel risanamento finanziario. Sarà la terza missione all’estero di Rajoy da quando è diventato capo del governo di Madrid a fine dicembre.
Sul fronte Grecia si discute ancora, ma il commissario Ue Olli Rehn ha sottolineato che ”C’è già un forte coinvolgimento degli istituti pubblici nel piano salva-Grecia che coinvolge i privati e la posizione Ue non è cambiata”.
FONTE: http://www.blitzquotidiano.it/
CHIEDONO IL PANE E LI FANNO PASSARE PER MAFIOSI...
CARMELO ANTOLINI...del gruppo blocco tir, viene intervistato da Rai News 24, e con molta proprieta' di linguaggio espone le motivazioni della protesta:
il loro è un grido di dolore...
non sopportano piu' il costo del gasolio, le tariffe autostradali, le assicurazioni,la concorrenza selvaggia dell'est.
Pur lavorando come matti non portano piu' a casa il pane, sono in miseria...
Alla domanda del giornalista di Rai News24 se c'è infiltrazione mafiosa nella protesta Carmelo risponde:
siamo al ridicolo, protestiamo perche' non sappiamo piu' dove sbattere la testa, siamo alla fame, e lei mi parla di mafia? sono pronto a mettere la mano sul fuoco che qua' la mafia non c'entra niente.
C'era da dire al giornalisra di Rai News:
a lei chi l'ha assunto alla Rai? quale lottizzazzione simil/mafiosa politica?
Cose da pazzi, c'è gente che con coraggio si è aperta un attivita' lavorativa e orami è costretta a chiudere, e questi giornalisti che stanno al calduccio nella TV di stato, non sanno cose' la fatica fisica, non sanno cose' lo stress da lavoro, e vanno in giro a fare domande telecomandate dall'alto.
martedì 24 gennaio 2012
ATDAL - OVER 40 - IN CERCA DI VISIBILITA'...
Canale 5 nella trasmissione che va in onda la mattina, dovrebbe ospitare l'associazione ATDAL OVER 40...associazione a cui si rivolgono disoccupati in eta' matura che non hanno piu' speranze di trovare un lavoro.
Sembra che l'appuntamento che era per lunedi 23 gennaio è stato rimandato a martedi poi mercoledi e poi chissa' quando.
La lettera del Presidente Armando Rinaldi la pubblico sotto:
Buongiorno a tutti,
Canale 5 non perde occasione per smentirsi. La trasmissione che ci riguarda doveva andare in onda Lunedì,
poi è stata spostata a martedì, quindi a mercoledì e oggi hanno chiamato per spostare il tutto a giovedì.
IL tutto è motivato dal fatto che l’attualità li spinge ad occuparsi dei blocchi degli autotrasportatori.
A questo punto ho fatto notare alla redazione che nella seconda settimana di gennaio nel nostro paese 5
disoccupati maturi si sono suicidati.
Li ho anche informati del fatto che sono stati recentemente pubblicati i dati relativi al 2009 anno nel quale
vi sono stati 357 suicidi di persone disoccupate o con gravi problemi economici. Non so se la cosa li abbia
scalfiti, non so se le ragioni dell’audience propendano di più per i blocchi stradali piuttosto che per la
condizione di tanti senza lavoro e senza reddito. Ho anche detto loro che per giovedì io sono disponibile
ma è anche la mia ultima disponibilità fino a martedì prossimo dato che non possono pretendere che siamo
tutti a disposizione dei loro umori.
Quindi, salvo nuove modifiche, il tutto va in onda giovedì 26 dalle 9.50 alle 10.10
Scusate e buona serata
Armando Rinaldi
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SANTO CIELO E' FINITA LA PACCHIA?
IL MOVIMENTO DEI FORCONI IN SICILIA:
mi chiedo se siamo arrivati alla fame? comincia a mancare il necessario? dopo anni e anni in cui gli italiani hanno cercato solo il posto fisso, quindi ricerca di raccomandazioni "inchini" riverenze a preti cardinali monsignori politici e via di seguito...mi chiedo:
è finita la pacchia?
un siciliano che conosco io che è anche un mio mezzo parente acquisito, è figlio di un pescatore siciliano, naturalmente pur essendo stato un atleta dove lavorava? nella Finanza, quindi un finanziere.Il finanziere che come atleta è una schiappa si trasferisce a Roma e sposa una romana, mette al mondo due figli, i soldi non sono mai troppi, piu' che lavorare negli uffici della Finanza lavora in piscine private, nelle piscine private fa un bel gruzzoletto lavorando in nero e si compra case in Sicilia, sul mare. Il finanziere aveva messo al mondo due figli...e dove lavorano oggi questi figli del Finanziere siciliano? una figlia lavora in Polizia, il maschio in Finanza, e come sono entrati? naturalmente cercando sempre raccomandazioni con infiniti "inchini".
Il mio mezzo parente siciliano è una rarita'? un eccezione? no è quasi la normalita' in Italia, mica sarete matti che si possa assumere gente qualificata o per meriti, vero?
Cosi hanno fatto i siciliani, i romani i pugliesi i napoletani i torinesi i milanesi e cosi ha fatto anche Gad Lerner, il famoso giornalista moralizzatore delle veline, ha ammesso di essere stato raccomandato da Giorgio Bocca per entrare all'Espresso.
Allora tornando al movimento dei forconi, ma questi c'è l'hanno un leader? un Che Guevara? perche' se non spunta un capo la vedo dura!
CRISI
Record di fallimenti
nel 2011: chiuse
oltre 12mila aziende
L’Osservatorio crisi d’impresa Cerved: +7,4% rispetto al 2010. Dal 2009 persi 300mila posti di lavoro per crac aziendali
Un trimestre difficile quello appena concluso per l’imprenditoria italiana: l’ondata dei fallimenti che ha colpito le aziende dall’inizio della crisi non si è arrestata nell’ultima parte del 2011, facendo registrare 3.500 procedure (+1,9% sul quarto trimestre 2010) e portando così il numero complessivo dei fallimenti aperti nell’anno oltre quota 12.000, con un incremento del 7,4% rispetto alle oltre 11.000 procedure riportate nel corso del 2010.
Lo affermano dati Cerved, secondo i quali per crack aziendali dal 2009 si sono persi oltre 300mila posti di lavoro. L’Osservatorio crisi d’impresa Cerved Group specificando che «è il massimo registrato in un singolo anno da quando è stata riformata la disciplina fallimentare nel 2006». «Un dato questo che sebbene non superi in termini assoluti il record toccato nel 2005 (quando prima della riforma potevano accedere alle procedure anche le microimprese) evidenzia ripercussioni più gravi rispetto al passato - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group -: vista la maggiore dimensione media delle imprese coinvolte nel 2011, i costi in termini di posti di lavoro persi e ricchezza non prodotta sono significativamente maggiori».
Dopo 11 anni City chiude
Ecco il comunicato sindacale
20:30 La Rcs Mediagroup (Rizzoli Corriere della Sera) che possiede al 100% City Italia Spa, getta la spugna nel comparto free press. Decisa la sospensione, entro febbraio 2012, di tutte le pubblicazioni del quotidiano
nel 2011: chiuse
oltre 12mila aziende
L’Osservatorio crisi d’impresa Cerved: +7,4% rispetto al 2010. Dal 2009 persi 300mila posti di lavoro per crac aziendali
Un trimestre difficile quello appena concluso per l’imprenditoria italiana: l’ondata dei fallimenti che ha colpito le aziende dall’inizio della crisi non si è arrestata nell’ultima parte del 2011, facendo registrare 3.500 procedure (+1,9% sul quarto trimestre 2010) e portando così il numero complessivo dei fallimenti aperti nell’anno oltre quota 12.000, con un incremento del 7,4% rispetto alle oltre 11.000 procedure riportate nel corso del 2010.
Lo affermano dati Cerved, secondo i quali per crack aziendali dal 2009 si sono persi oltre 300mila posti di lavoro. L’Osservatorio crisi d’impresa Cerved Group specificando che «è il massimo registrato in un singolo anno da quando è stata riformata la disciplina fallimentare nel 2006». «Un dato questo che sebbene non superi in termini assoluti il record toccato nel 2005 (quando prima della riforma potevano accedere alle procedure anche le microimprese) evidenzia ripercussioni più gravi rispetto al passato - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group -: vista la maggiore dimensione media delle imprese coinvolte nel 2011, i costi in termini di posti di lavoro persi e ricchezza non prodotta sono significativamente maggiori».
Dopo 11 anni City chiude
Ecco il comunicato sindacale
20:30 La Rcs Mediagroup (Rizzoli Corriere della Sera) che possiede al 100% City Italia Spa, getta la spugna nel comparto free press. Decisa la sospensione, entro febbraio 2012, di tutte le pubblicazioni del quotidiano
lunedì 23 gennaio 2012
CALDEROLI USA L'AREO DI STATO IMPROPRIAMENTE...
LA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO ROBERTO CALDEROLI - ROMA LADRONA, SÌ, MA SE IL LEGHISTA HA MOLTA FRETTA VA BENE ANCHE L’AEREO DI STATO
Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio, a norma dell’articolo 96 della Costituzione, nei confronti del senatore Roberto Calderoli nella sua qualità di ministro per la semplificazione normativa pro tempore [1], trasmessa alla Presidenza del Senato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma il 16 dicembre 2011
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
IL P.M.
Letti gli atti del procedimento penale n. 23510/11 rgnr a carico di Roberto Calderoli, in ordine al reato:
di cui agli artt. 640, co. 1 e 2 n.1 c.p., perché con artifici e raggiri consistiti nel richiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite il proprio capo di Gabinetto, in data 18.1.2011, l’autorizzazione all’utilizzo di un aereo di Stato per il volo da Roma a Cuneo e ritorno, per il giorno 19 gennaio 2011, motivando la richiesta con “comprovate e inderogabili esidenze di trasferimento connesse all’esercizio di funzioni istituzionali”, contrariamente al vero, in quanto egli doveva recarsi a Cuneo per motivi di carattere personale, connessi alla necessità di andare a far visita a un bambino in ospedale, inducendo così in errore i competenti funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché il Sottosegretario competente, in ordine all’effettiva esistenza delle predette esigenze istituzionali e dunque in merito alla sussistenza dei presupposti per il rilascio dell’autorizzazione, si procurava un ingiusto profitto consistente nella effettuazione del viaggio con aereo di Stato, anziché avvalersi degli ordinari mezzi di trasporto, concessagli con provvedimento della Presidenza del Consiglio in data 18 gennaio 2011, con conseguente danno subito dallo Stato, derivante dall’esborso delle relative spese, per un ammontare di euro 10.271,56. In Roma, il 19 gennaio 2011.
Letto il provvedimento del Collegio in data 5.12.2011 … Visto l’art. 8 co. 1 L. Cost. 16.1.89 n. 1,
DISPONE
l’immediata trasmissione degli atti al Presidente del Senato
Il S. Procuratore della Repubblica
Dr. Emanuele di Salvo
Sì: è proprio lo stesso Roberto Calderoli che nei giorni scorsi ha avuto la faccia tosta di rimproverare al Presidente del Consiglio Monti una cena di Capodanno nella sua residenza ufficiale di Palazzo Chigi con altri nove familiari, ovviamente a spese dello stesso Monti. Fonte: Pietro Ichino
UMBERTO BOSSI OFFENDE ROMA E MARIO MONTI
INVOCANO BERLUSCONI A TAGLIARE LA SPINA AL GOVERNO MONTI.
BERLUSCONI DICE CHE TORNERA'...FACCIAMO GLI SCONGIURI:
BERLUSCONI DICE CHE TORNERA'...FACCIAMO GLI SCONGIURI:
IL FAMOSO SPUMANTE GANCIA E' PASSATO AI RUSSI
IL FAMOSO SPUMANTE GANCIA - STORICA AZIENDA PIEMONTESE E' PASSATA ALL'OLIGARCO RUSSO DELLA VODKA, ROUSTAM TARIKO - HA RILEVATO IL 70& DELLE QUOTE.
Dal Sole 24 Ore:
16 dicembre 2011
Roustam Tariko: «Non mi dispiacerebbe acquistare una banca»
«Mi piacerebbe acquisire altri produttori di Asti Docg, ma è difficilissimo trovare qualcuno disposto a vendere, ora però voglio concentrarmi su Gancia e sui suoi due prodotti Docg, un passaporto per sfondare negli Stati Uniti e in Russia»: Roustam Tariko, lo zar della vodka, 49 anni, capelli scuri lunghi, un abito blu scuro, parla (un buon italiano) con calma e ostenta sicurezza e competenza di vini e finanza.
A volte sembra che esageri, specie quando dichiara: «Non mi dispiacerebbe comprare una banca italiana: oggi sono valutate dal mercato appena il 15/20% del loro valore effettivo». Ma di risorse pare disporne in abbondanza: per Forbes, Tariko è il 48° uomo più ricco di Russia, con un patrimonio stimato in 1,9 miliardi di dollari, grazie soprattutto alla sua vodka Russian Standard e alla Russian Bank. Sbarcato a Mosca dal Tatarstan, cominciò offrendo agli stranieri servizi allora introvabili. Per poi firmare contratti con Ferrero e alcune società del beverage, importando e distribuendo prodotti di consumo. Oggi la sua Russian Standard produce la più importante vodka di alta gamma di Russia ed esporta in 75 Paesi. Inoltre la consuetudine di Tariko con i vini piemontesi è di antica data: da importatore, ha fatto conoscere ai connazionali Martini e Cinzano.
«Nel vino - dice l'imprenditore - è difficilissimo costruire un brand internazionale. Gancia ci dà questa formidabile opportunità. E dal prossimo primo gennaio anche il Prosecco sarà Docg».
Qual è il livello di notorietà del brand Gancia?
Elevato: se lei in Russia chiede a un ragazzo cos'è l'Asti le rispondono tutti. Ma anche negli Stati Uniti, dove è in atto un boom dello spumante, la notorietà è minore ma c'è un potenziale di crescita enorme.
Quali sono i suoi progetti per Gancia?
Entro due o tre mesi avremo le idee più chiare su come trasformare la casa di vini piemontese in un brand globale. Il nostro è un investimento strategico di lungo periodo che ci garantirá l'opportunitá di diventare una delle società dominanti nel settore del beverage a livello mondiale. Abbiamo dimensioni, infrastrutture e risorse finanziarie tali da trasformare Gancia nel marchio leader sia in Russia sia a livello globale attraverso un rafforzamento del brand e un investimento nel personale e nel management.
E la produzione? Quella è legata alla denominazione.
Certo: non sposteremo mai la produzione da Canelli.
Come ha valutato la situazione industriale e finanziaria di Gancia?
Buona: a livello industriale si è raggiunto un Ebitda positivo; a livello finanziario la situazione è accettabile. L'audit di PriceWaterhouse non ha rilevato particolari problemi. Comunque per il mio gruppo non ci sono problemi.
Qual è il suo progetto internazionale più importante in questo momento?
Vorremmo salire al 30% di Cdc, societá quotata alla Borsa di New York e Varsavia, e operante nella produzione e distribuzione di vodka. Il mio gruppo possiede il 9,9% ma ora punta a salire al 30. Abbiamo presentato un'offerta e stiamo aspettando una risposta. Potremmo diventare il secondo produttore al mondo di vodka. (E.Sc.)
16 dicembre 2011 - IL SOLE 24 ORE
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LA PERUGINA E LA BUITONI SONO PASSATE GIA' DA DIVERSO TEMPO ALLA NESTLE'
Dal Sole 24 Ore:
16 dicembre 2011
Roustam Tariko: «Non mi dispiacerebbe acquistare una banca»
«Mi piacerebbe acquisire altri produttori di Asti Docg, ma è difficilissimo trovare qualcuno disposto a vendere, ora però voglio concentrarmi su Gancia e sui suoi due prodotti Docg, un passaporto per sfondare negli Stati Uniti e in Russia»: Roustam Tariko, lo zar della vodka, 49 anni, capelli scuri lunghi, un abito blu scuro, parla (un buon italiano) con calma e ostenta sicurezza e competenza di vini e finanza.
A volte sembra che esageri, specie quando dichiara: «Non mi dispiacerebbe comprare una banca italiana: oggi sono valutate dal mercato appena il 15/20% del loro valore effettivo». Ma di risorse pare disporne in abbondanza: per Forbes, Tariko è il 48° uomo più ricco di Russia, con un patrimonio stimato in 1,9 miliardi di dollari, grazie soprattutto alla sua vodka Russian Standard e alla Russian Bank. Sbarcato a Mosca dal Tatarstan, cominciò offrendo agli stranieri servizi allora introvabili. Per poi firmare contratti con Ferrero e alcune società del beverage, importando e distribuendo prodotti di consumo. Oggi la sua Russian Standard produce la più importante vodka di alta gamma di Russia ed esporta in 75 Paesi. Inoltre la consuetudine di Tariko con i vini piemontesi è di antica data: da importatore, ha fatto conoscere ai connazionali Martini e Cinzano.
«Nel vino - dice l'imprenditore - è difficilissimo costruire un brand internazionale. Gancia ci dà questa formidabile opportunità. E dal prossimo primo gennaio anche il Prosecco sarà Docg».
Qual è il livello di notorietà del brand Gancia?
Elevato: se lei in Russia chiede a un ragazzo cos'è l'Asti le rispondono tutti. Ma anche negli Stati Uniti, dove è in atto un boom dello spumante, la notorietà è minore ma c'è un potenziale di crescita enorme.
Quali sono i suoi progetti per Gancia?
Entro due o tre mesi avremo le idee più chiare su come trasformare la casa di vini piemontese in un brand globale. Il nostro è un investimento strategico di lungo periodo che ci garantirá l'opportunitá di diventare una delle società dominanti nel settore del beverage a livello mondiale. Abbiamo dimensioni, infrastrutture e risorse finanziarie tali da trasformare Gancia nel marchio leader sia in Russia sia a livello globale attraverso un rafforzamento del brand e un investimento nel personale e nel management.
E la produzione? Quella è legata alla denominazione.
Certo: non sposteremo mai la produzione da Canelli.
Come ha valutato la situazione industriale e finanziaria di Gancia?
Buona: a livello industriale si è raggiunto un Ebitda positivo; a livello finanziario la situazione è accettabile. L'audit di PriceWaterhouse non ha rilevato particolari problemi. Comunque per il mio gruppo non ci sono problemi.
Qual è il suo progetto internazionale più importante in questo momento?
Vorremmo salire al 30% di Cdc, societá quotata alla Borsa di New York e Varsavia, e operante nella produzione e distribuzione di vodka. Il mio gruppo possiede il 9,9% ma ora punta a salire al 30. Abbiamo presentato un'offerta e stiamo aspettando una risposta. Potremmo diventare il secondo produttore al mondo di vodka. (E.Sc.)
16 dicembre 2011 - IL SOLE 24 ORE
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LA PERUGINA E LA BUITONI SONO PASSATE GIA' DA DIVERSO TEMPO ALLA NESTLE'
ABBIAMO PERSO UN ALTRA AZIENDA ALIMENTARE...LA Ar...
I POMODORI PELATI ITALIANI DIVENTANO GIAPPONESI
COLDIRETTI FA' SAPERE CHE Ar ALIMENTARI,PRIMO PRODUTTORE ITALIANO DI POMODORI PELATI NOSTRANI PASSA NELLE MANI
DELLA SOCIETA' ANGLO NIPPONICA PRINCES CONTROLLATA DAL GIGANTE MITSUBISCHI.
LA Ar una azienda italiana del sud con un fatturato notevole e con una vendita a livello mondiale...bene, non è piu' nostra.
domenica 22 gennaio 2012
ITALIA'S GOT TALENTI
E' un programma che va in onda in prima serata il sabato, leggero molto divertente, ha sempre il massimo deegli ascolti.
Syria Luongo - la piccola artista di strada di Italia's got talent 2012
DELIZIOSA QUESTA PICCOLA ARTISTA DI STRADA!
Syria Luongo - la piccola artista di strada di Italia's got talent 2012
DELIZIOSA QUESTA PICCOLA ARTISTA DI STRADA!
COMMENTI NON ACCETTATI SUL BLOG DI GAD LERNER...IL BASTARDO
nessuno scrive: Il tuo commento è in attesa di essere accettato.
22 gennaio, 2012 alle 10:00 am Rettifiche scrive:
22 gennaio, 2012 alle 9:31 am
signor nessuno
Casomai ‘Signora’
PS: Gad, che ne pensi di un bel siparietto veneto-romanesco in trasmissione? Altro che Casa Vianello!
Ti piacerebbe cocco vero? nun c’è trippa pe gatti!
i sordi nun so tutto nella vita…pubblicita’ pubblicita’
ti do una notizia in anteprima cocco:
nella scuola pubblica le lezioni saranno offerte da sponsor pubblicitari…chesso’, una lezione di storia verra’ offerta dalla Tena Lady…una di geografia dal tonno nostromo e via di seguito…fa parte delle riforme Monti…ne hanno parlato con Bersani, Bersani ha detto:
se ne puo’ parlare!
-----------------
Il commento postato sul blog di Gad non è passato ed è stato censurato. La pubblicita' che è l'anima del commercio ha invaso tutto, ogni spazio, in TV, sui giornali, manifesti in strada, nella metro, alla fermata di ogni autobus,se compri un accendino, se vai dal dottore, in farmacia,se compri una tessera telefonica, i giornali sono stracolmi di pubblicita'. Chi finanzia questa pubblicita'? noi comprando i prodotti pubblicizzati!
Sieti poveri? subitevi la pubblicita' anche dalla Rai
servizio pubblico, ANDATE CON LE SCARPE TUTTE ROTTE a pagare il canone rai, affrettatevi,correte, scapiccolatevi, altrimenti dopo il 31 gennaio pagherete la tassa di mora... e poi magari volete risentire Mario Monti che vi dice:
erano finiti i soldi per pagare i dipendenti Rai...in pratica tutti i parenti, conoscenti, amici, fidanzate, amanti di una intera classe politica giornalista e sindacale italiana?
22 gennaio, 2012 alle 10:00 am Rettifiche scrive:
22 gennaio, 2012 alle 9:31 am
signor nessuno
Casomai ‘Signora’
PS: Gad, che ne pensi di un bel siparietto veneto-romanesco in trasmissione? Altro che Casa Vianello!
Ti piacerebbe cocco vero? nun c’è trippa pe gatti!
i sordi nun so tutto nella vita…pubblicita’ pubblicita’
ti do una notizia in anteprima cocco:
nella scuola pubblica le lezioni saranno offerte da sponsor pubblicitari…chesso’, una lezione di storia verra’ offerta dalla Tena Lady…una di geografia dal tonno nostromo e via di seguito…fa parte delle riforme Monti…ne hanno parlato con Bersani, Bersani ha detto:
se ne puo’ parlare!
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Il commento postato sul blog di Gad non è passato ed è stato censurato. La pubblicita' che è l'anima del commercio ha invaso tutto, ogni spazio, in TV, sui giornali, manifesti in strada, nella metro, alla fermata di ogni autobus,se compri un accendino, se vai dal dottore, in farmacia,se compri una tessera telefonica, i giornali sono stracolmi di pubblicita'. Chi finanzia questa pubblicita'? noi comprando i prodotti pubblicizzati!
Sieti poveri? subitevi la pubblicita' anche dalla Rai
servizio pubblico, ANDATE CON LE SCARPE TUTTE ROTTE a pagare il canone rai, affrettatevi,correte, scapiccolatevi, altrimenti dopo il 31 gennaio pagherete la tassa di mora... e poi magari volete risentire Mario Monti che vi dice:
erano finiti i soldi per pagare i dipendenti Rai...in pratica tutti i parenti, conoscenti, amici, fidanzate, amanti di una intera classe politica giornalista e sindacale italiana?
NEWT GINGRICH - AMERICA
COLUMBIA (South Carolina) - Ha vinto Newt Gingrich con quasi dieci punti di distacco: 38% contro il 29% di Mitt Romney, secondo i primi exit poll divulgati in South Carolina alla chiusura delle urne (ore 19 locali, l'una di notte italiana). La primaria dei repubblicani nella South Carolina è andata all'uomo del Sud, all'ex presidente della Camera che calca le scene della vita politica dai tempi di Ronald Reagan, e che fu il formidabile oppositore di Bill Clinton. Gingrich è riuscito in un'impresa che pareva ancora impossibile una settimana fa: non solo ha vinto ma ha rimesso in gioco tutta la partita della nomination repubblicana, per selezionare il candidato che affronterà Barack Obama a novembre.
La sua vittoria è preziosa anche per un aspetto statistico-storico che qui ha valore di scaramanzia: dal 1980 nessun repubblicano è riuscito a conquistare la nomination del suo partito per l'elezione presidenziale, se non ha vinto il test della South Carolina. Gingrich, che sembrava destinato al tramonto dopo i mediocri piazzamenti in Iowa e New Hampshire, ha costruito la sua vittoria con due offensive brillanti, due blitz di rara efficacia. E' stato lui il primo a montare la campagna contro il superfavorito Mitt Romney attaccandolo sulla sua ricchezza e sulle sue tasse. Gingrich ci è riuscito con l'aiuto di un amico miliardario (magnate dei casinò Sands di Las Vegas) che ha pagato una poderosa campagna di pubblicità televisiva "negativa".
Sono quegli spot ad avere dipinto Romney come un finanziere-avvoltoio, che alla testa del gruppo di private equity Bain Capital ha accumulato centinaia di milioni di profitti smembrando aziende, vendendole a pezzi, licenziando migliaia di persone: non una credenziale ideale per chi voglia guidare l'America fuori dalla crisi economica. E' sempre Gingrich ad avere incalzato Romney in tutti i dibattiti televisivi perché pubblichi le sue dichiarazioni dei redditi. Romney non ha ancora ceduto; le sue risposte imbarazzate, la promessa fatta a malincuore e tentennando di divulgare quelle informazioni ad aprile, gli hanno fatto perdere consensi a gran velocità. L'altro colpo vincente di Gingrich è stato l'attacco ai mass media. Quasi fosse un maestro di arti marziali asiatiche, Gingrich ha trasformato la propria debolezza in forza. All'ultimo dibattito televisivo è stato interrogato da John King della Cnn sulle accuse della seconda ex moglie, Marianne, che ha rivelato particolari piccanti sui tradimenti dell'allora marito (Newt cercò di imporle un matrimonio aperto o "ménage a' trois", con la sua amante). In uno Stato dove il 60% dei repubblicani sono evangelici, solitamente intransigenti sulle questioni etiche, Gingrich avrebbe potuto essere affondato da quelle rivelazioni. Invece è partito all'attacco imbastendo un processo ai media, "élitari e di sinistra", "occupati a distruggere i repubblicani per far rieleggere Obama". Il pubblico in studio durante il dibattito Cnn gli ha tributato un'ovazione, e quel momento è stato giudicato come una vera svolta nell'atmosfera della campagna.
Ora tutti i calcoli sono da rifare. La prossima tappa è la Florida il 31 gennaio. Anche lì Romney era nettamente favorito ma il suo vantaggio si sta sgretolando. Romney ha più fondi da spendere, un aspetto importante perché la Florida è uno dei mercati più costosi d'America per la pubblicità televisiva. Però la Florida è uno Stato del Sud come la South Carolina, e quindi Gingrich (originario della Georgia) giocherà di nuovo in casa. Per di più galvanizzato da un successo che lo impone come la vera alternativa conservatrice, per tutti i repubblicani che continuano a non essere convinti dall'algido Romney.
(22 gennaio 2012) Federico Rampini La Repubblica
LAVORO MINORILE - GINGRICH VINCE LE PRIMARIE
“La legge che vieta il lavoro minorile è una sciocchezza”. Urla il Repubblicano Gingrich,“Fateli lavorare a scuola, dopo lezione, e dategli una mancetta”.
Scrive Roberto Festa - 7 dicembre 2011 Roberto Festa
Faccio il giornalista, ho scritto alcuni libri e diretto un film sulla destra europea. Gli Stati Uniti sono il mio particolare luogo degli addii. Continuo a tornarci, e a perdere pezzi del mio passato.
Alcuni giorni fa Newt Gingrich, candidato repubblicano alla presidenza, è sbottato: “La legge che vieta il lavoro minorile è una sciocchezza”. Gingrich, che non manca di proposte in grado di sorprendere l’opinione pubblica, ha anche trovato un modo per far svoltare le vite dei bambini più poveri, spesso vittime di cattive compagnie e pessime abitudini: “Fateli lavorare a scuola, dopo lezione, e dategli una mancetta”.
Pochi giorni prima mi era capitato di seguire alcuni dibattiti tra i candidati repubblicani in Iowa (il primo Stato dove si terranno i caucuses, le primarie, il 3 gennaio). Tra le tante, spesso radicali proposte che avevo ascoltato, quella più singolare mi era parsa l’assassinio degli scienziati che in Iran si occupano di nucleare. Avanzata da Rick Santorum e Michele Bachman, la strage degli scienziati dovrebbe servire a mettere in difficoltà il governo di Teheran, nei suoi piani di espansione militare.
Verrebbe da chiedersi. Cos’è successo al partito repubblicano? Cosa è successo al partito di Lincoln e Teddy Roosevelt, a quei settori della società americana che un tempo chiedevano poche tasse, libertà di mercato, ragionevole regolamentazione statale, politica estera autorevole, e che oggi vogliono ammazzare gli scienziati, mandare a lavorare i bambini, far entrare una religione cupa e punitiva nelle case di tutti gli americani?
Non è facile spiegarlo. Molti tra gli stessi repubblicani – a disagio con il nuovo corso – se lo chiedono da mesi, da anni, e trovano difficile dare una risposta (su questo, vale la pena di dare un’occhiata all’articolo di David Frum, ex-portavoce di George W. Bush, sul numero di novembre della rivista “New York”).
Certo è che l’involuzione sempre più radicale, conservatrice, di destra del GOP è una realtà davanti agli occhi di tutti. Quindici anni fa George W. Bush, da governatore del Texas, bollava i tentativi di tagliare i crediti sulla income tax come un modo per “bilanciare il budget sulle spalle dei più poveri”. Oggi quei crediti sono visti dai commentatori repubblicani come inauditi privilegi delle “anatre fortunate”, i poveri americani.
Da governatore del Massachusetts, Mitt Romney approvò una riforma sanitaria che è la fotocopia di quella fatta votare da Barack Obama. Oggi l’Obamacare viene definito dai repubblicani come un esempio della “lotta di classe” scatenata dal presidente socialista. Ancora. Solo alcuni anni fa il senatore John McCain bollava come “antiamericana” la tortura dei combattenti nemici arrestati nella war on terror. Oggi il senatore Lindsay Graham spiega che “ai combattenti nemici che chiedono un avvocato, dobbiamo rispondere: Non lo meriti!”. Di più. Nel 2000, il candidato alla presidenza George W. Bush invocava “chiese, moschee e sinagoghe”. Oggi la costruzione di una moschea a Ground Zero è vista dai repubblicani newyorkesi e nazionali come “un oltraggio”.
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma l’accumulazione non produrrebbe molto di più. La realtà è appunto quella di un partito repubblicano mai così a destra, mai così prono a rincorrere le tensioni populistiche, demagogiche, viscerali dei gruppi radicali del suo elettorato (che si chiamino Tea Party, social-conservatives, religious right).
Di qui appunto la domanda. Cos’è successo al partito repubblicano? Tra le tante ipotesi presentate in questi mesi, in questi anni, ce n’è una che (dopo aver passato l’ultimo mese, per ragioni di lavoro, a guardare Fox News) mi pare particolarmente convincente. Il partito repubblicano, i suoi politici, si sarebbero trasformati in una dependance di Fox, di Rush Limbaugh, di Glenn Beck, di tutta quella corte di TV, radio, programmi che in questi anni hanno nutrito indignazione, rabbia, risentimento dell’America più profonda.
I repubblicani, in altre parole, si sarebbero trovati a rincorrere i media di destra, con il loro bisogno di tenere incollato il pubblico con proposte sempre più shock, urla sempre più alte, insulti sempre più sguaiati. Il conservatorismo, da ideologia, proposta politica, architettura sociale, si sarebbe trasformato in segmento del mercato della comunicazione, in marketing che tiene incollati i compratori-elettori.
E per tenere incollato il pubblico, in fondo, c’è qualcosa di meglio della proposta di mandare a lavorare i bambini poveri?
Scrive Roberto Festa - 7 dicembre 2011 Roberto Festa
Faccio il giornalista, ho scritto alcuni libri e diretto un film sulla destra europea. Gli Stati Uniti sono il mio particolare luogo degli addii. Continuo a tornarci, e a perdere pezzi del mio passato.
Alcuni giorni fa Newt Gingrich, candidato repubblicano alla presidenza, è sbottato: “La legge che vieta il lavoro minorile è una sciocchezza”. Gingrich, che non manca di proposte in grado di sorprendere l’opinione pubblica, ha anche trovato un modo per far svoltare le vite dei bambini più poveri, spesso vittime di cattive compagnie e pessime abitudini: “Fateli lavorare a scuola, dopo lezione, e dategli una mancetta”.
Pochi giorni prima mi era capitato di seguire alcuni dibattiti tra i candidati repubblicani in Iowa (il primo Stato dove si terranno i caucuses, le primarie, il 3 gennaio). Tra le tante, spesso radicali proposte che avevo ascoltato, quella più singolare mi era parsa l’assassinio degli scienziati che in Iran si occupano di nucleare. Avanzata da Rick Santorum e Michele Bachman, la strage degli scienziati dovrebbe servire a mettere in difficoltà il governo di Teheran, nei suoi piani di espansione militare.
Verrebbe da chiedersi. Cos’è successo al partito repubblicano? Cosa è successo al partito di Lincoln e Teddy Roosevelt, a quei settori della società americana che un tempo chiedevano poche tasse, libertà di mercato, ragionevole regolamentazione statale, politica estera autorevole, e che oggi vogliono ammazzare gli scienziati, mandare a lavorare i bambini, far entrare una religione cupa e punitiva nelle case di tutti gli americani?
Non è facile spiegarlo. Molti tra gli stessi repubblicani – a disagio con il nuovo corso – se lo chiedono da mesi, da anni, e trovano difficile dare una risposta (su questo, vale la pena di dare un’occhiata all’articolo di David Frum, ex-portavoce di George W. Bush, sul numero di novembre della rivista “New York”).
Certo è che l’involuzione sempre più radicale, conservatrice, di destra del GOP è una realtà davanti agli occhi di tutti. Quindici anni fa George W. Bush, da governatore del Texas, bollava i tentativi di tagliare i crediti sulla income tax come un modo per “bilanciare il budget sulle spalle dei più poveri”. Oggi quei crediti sono visti dai commentatori repubblicani come inauditi privilegi delle “anatre fortunate”, i poveri americani.
Da governatore del Massachusetts, Mitt Romney approvò una riforma sanitaria che è la fotocopia di quella fatta votare da Barack Obama. Oggi l’Obamacare viene definito dai repubblicani come un esempio della “lotta di classe” scatenata dal presidente socialista. Ancora. Solo alcuni anni fa il senatore John McCain bollava come “antiamericana” la tortura dei combattenti nemici arrestati nella war on terror. Oggi il senatore Lindsay Graham spiega che “ai combattenti nemici che chiedono un avvocato, dobbiamo rispondere: Non lo meriti!”. Di più. Nel 2000, il candidato alla presidenza George W. Bush invocava “chiese, moschee e sinagoghe”. Oggi la costruzione di una moschea a Ground Zero è vista dai repubblicani newyorkesi e nazionali come “un oltraggio”.
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma l’accumulazione non produrrebbe molto di più. La realtà è appunto quella di un partito repubblicano mai così a destra, mai così prono a rincorrere le tensioni populistiche, demagogiche, viscerali dei gruppi radicali del suo elettorato (che si chiamino Tea Party, social-conservatives, religious right).
Di qui appunto la domanda. Cos’è successo al partito repubblicano? Tra le tante ipotesi presentate in questi mesi, in questi anni, ce n’è una che (dopo aver passato l’ultimo mese, per ragioni di lavoro, a guardare Fox News) mi pare particolarmente convincente. Il partito repubblicano, i suoi politici, si sarebbero trasformati in una dependance di Fox, di Rush Limbaugh, di Glenn Beck, di tutta quella corte di TV, radio, programmi che in questi anni hanno nutrito indignazione, rabbia, risentimento dell’America più profonda.
I repubblicani, in altre parole, si sarebbero trovati a rincorrere i media di destra, con il loro bisogno di tenere incollato il pubblico con proposte sempre più shock, urla sempre più alte, insulti sempre più sguaiati. Il conservatorismo, da ideologia, proposta politica, architettura sociale, si sarebbe trasformato in segmento del mercato della comunicazione, in marketing che tiene incollati i compratori-elettori.
E per tenere incollato il pubblico, in fondo, c’è qualcosa di meglio della proposta di mandare a lavorare i bambini poveri?
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