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sabato 18 febbraio 2012

ROBERTA BADALONI - dicasi giornalista...Rai...


Su Rai Uno ieri sera è andato in onda un servizio a nome della giornalista ROBERTA BADALONI sul pronto soccorso del San Camillo di Roma, un servizio che non chiariva nulla, non spiegava perche' sono scomparsi i posti letto che fino a pochi giorni prima c'erano...non intervistava persone competenti dell'Ospedale ma solo la gente in attesa di una visita...insomma un servizio assai scadente, ma chi l'ha assunta alla Rai?


Conosco il San Camillo da 50 anni, non ho mai visto curare un paziente steso in terra perche' mancavano i letti. Da quando il pronto soccorso ha subito quella moderna trasformazione tanto somigliante agli ospedali americani, i tempi di attesa si sono allungati notevolemente fino ad aspettare anche 6/7 ore per essere visitati...ho visto decine e decine di persone extracomunitari in attesa di una visita e magari in difficolta' con la lingua, barboni ubriachi raccolti in strada con la croce rossa e trasportati al pronto soccorso,casi urgenti quindi codici rossi che vengono visitati immediatamente, insomma al San Camillo di Roma fino a poco tempo fa un ottimo ospedale, che sta succedendo?

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Denuncia malasanità: Pronto soccorso romani sotto inchiesta
La denuncia della situazione di degrado degli ospedali romani ha alzato un polverone nel mondo politico, e ha fatto aprire un indagine alla Procura della capitale
Dopo la pubblicazione di alcune foto denuncia che ritraevano medici dell’ospedale San Camillo di Roma, che nel Pronto soccorso medicavano pazienti sul pavimento, la Procura di Roma di piazzale Clodio ha aperto un’indagine.

Nel fascicolo aperto a tal proposito tutto ciò che non funziona nei Pronto soccorso della capitale, anche se fin’ora non ci sono state ancora persone iscritte nel registro degli indagati poichè il tutto è contro ignoti, non avendo nessuna prova accusatoria.

Le disfunzioni dei punti di emergenza, a livello strutturale , fanno si che i pazienti non ricevano le giuste cure e si crei un sovraffollamento che poi la struttura riesce a gestire in maniera piuttosto grossolana.

Già da qualche giorno il Procuratore Giancarlo Capaldo era intenzionato ad indagare sulla vicenda, dopo la pubblicazione delle foto incriminate, e ieri è stata aperta formalmente un’indagine.

L’inchiesta è stata affidata a due pubblici ministeri: Rosalia Affinito ed Elisabetta Cenoccola, dopo l’apertura di un fascicolo proprio da parte di Giancarlo Capaldo.



Ispezioni del Nas
Martedì e mercoledì scorso i carabinieri del Nas hanno effettuato un sopralluogo in diversi Pronto soccorso di ospedali romani, compiendo diverse ispezioni.

Sono stati visitati i reparti di emergenza del San Camillo Forlanini e del Policlinico di Tor Vergata dove sono state accertate le disfunzioni strutturali.

Questa scoperta, unita alle foto e alla segnalazione da parte del Capogruppo del PD Esterino Montino, del Consiglio regionale del Lazio, di pazienti curati su materassi di emergenza collocati in terra e stanze sovraffollate di pazienti, ha fatto si che l’indagine fosse estesa a più ospedali della capitale per verificare la condizione reale di ognuno.



Gli ospedali romani
Molte strutture di emergenza di Roma hanno fatto riscontrare l’affollamento dei pazienti, sia nelle sale d’attesa del Pronto soccorso, sia nelle stesse sale dove i medici operano il loro intervento; proprio per questo motivo, il Ministro della Salute Balduzzi ha chiesto al riguardo una relazione dettagliata, da presentare alla Presidenza della regione Lazio.

Leoluca Orlando, presidente della commissione parlamentare che si occupa proprio degli errori della sanità ha chiesto alla Polverini di far presente la situazione che è stata evidenziata nei punti di emergenza dei vari ospedali romani.

Ieri sera, durante la trasmissione Piazza Pulita, sono state mostrate delle riprese, effettuate con telecamere nascoste del degradi in cui sono costretti a stare i pazienti dell’Umberto I, ammassati in stanzoni , adagiati su barelle di emergenza.



Richieste e spiegazioni dei politici
Leoluca Orlando inoltre spiega che “chiederemo come intende rispondere alla situazione d’emergenza evidenziata dalla magistratura e prima ancora dai cittadini. L’indagine stessa potrà fornirci utili elementi per il nostro lavoro”.

Ignazio Marino, presidente della Commissione di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, di invece, spiega “Si tratta di un sistema fragile, sottoposto a una consunzione preoccupante. È chiaro che una risoluzione va trovata con urgenza e ben vengano gli approfondimenti della Procura, purché non si inneschi un clima di caccia alle streghe che non gioverebbe a nessuno. A mio parere pazienti, medici, infermieri e tecnici sono tutti vittime, in diversa misura, di un sistema in grave difficoltà[...] Una politica di soli tagli è insufficiente oltre che miope: nel Lazio la giunta regionale ha tagliato 2.500 posti letto. Non si tratta necessariamente di un errore, ma bisogna accompagnare tale riduzione con l’avvio di soluzioni alternative. Investire sulla sanità territoriale, mettere a disposizione poliambulatori efficienti per gli ammalati con patologie croniche e per coloro che possono essere curati fuori dagli ospedali. Tutto ciò nel Lazio ancora manca in larga parte”.

Anche Esterino Montino dice la sua e non appare affatto stupito della situazione riscontrata “Il fatto che la Procura stia indagando su tutti i Pronto Soccorso di Roma è una notizia che non mi coglie di sorpresa. Sono convinto che gli inquirenti valuteranno i fatti con molta attenzione e trarranno le loro conclusioni. Ho verificato personalmente le condizioni difficili in cui sono costretti a operare medici e infermieri del Pronto Soccorso del San Camillo e di Tor Vergata. È grazie ai loro sacrifici che il sistema sanitario dell’emergenza tenta di reggere ai contraccolpi di un Piano di riordino ospedaliero sciagurato e pasticciato [...]È inaccettabile che chi ha la responsabilità primaria di tali fatti risponda con toni minacciosi e insultanti. Si blocchino piuttosto nelle strutture stressate, per qualche settimana, i ricoveri di elezione. Si reperiscano spazi che ci sono sia al San Camillo che a Tor Vergata per organizzare reparti di osservazione breve”



Le risposte della Polverini
Se fino a ieri le denunce sulle difficoltà riscontrate negli ospedali romani per la gestione del Pronto Soccorso aveva aperto un vero e proprio dibattito politico, e, Renata Polverini che furiosa difendeva la struttura dell’Ospedale San Camillo, ha poi ammesso “La magistratura deve fare le verifiche perché deve aiutare noi. Paghiamo anni di malasanità”.

La Polverini ha affermato che quando lei si è recata nei vari ospedali non ha trovato queste situazioni di degrado che vengono ora denunciare, assicurando di conoscere molto bene gli ospedali romani “Quando sono andata io al pronto soccorso non c’erano. Comunque, abbiamo approvato il master plan che consentirà di fare partire i lavori all’Umberto I, per ampliare anche il pronto soccorso. Per la situazione ereditata, dobbiamo applicare il piano di rientro[...] Quando avevo due anni mio padre morì al San Camillo. E ho assistito mia madre ricoverata in un letto in un corridoio”

Ora sta alla procura evidenziare cosa c’è che non va e alla Sanità nazionale fare in modo di risolvere questi problemi strutturali che, oltre a provocare gravi disagi nei pazienti (che sono molto più pazienti di quello che dovrebbero essere), non permette al personale medico di lavorare nel modo migliore e più opportuno.

FONTE:http://www.investireoggi.it/news/denuncia-malasanita-pronto-soccorso-romani-sotto-inchiesta/

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