di: Lidia Undiemi Pubblicato il 11 luglio 2012| Ora 15:35
In Germania parlamentari, intellettuali ed ex personalita' rappresentanti di alte cariche istituzionali si sono mobilitati contro le strategie che minano i poteri e la sovranita' di una nazione. Parla l'economista di Wall Street Italia Lidia Undiemi.
Lidia Undiemi, studiosa di diritto ed economia, in uno dei suoi interventi televisivi.
Lidia Undiemi è l'economista di Wall Street Italia. E' in prima linea con WSI nella battaglia contro l'ESM e il Fiscal Compact.
Roma - Non è facile per i politici italiani, che hanno probabilmente puntato tutto sull’assenza di dibattito pubblico, accettare che un obiettivo politico gigantesco come l’ESM possa essere messo in discussione dalla magistratura d’oltre confine. Sempre colpa dei giudici, potrebbe sostenere qualcuno, stavolta non necessariamente di "destra".
Eppure nelle altre nazioni "c’è vita" in Parlamento, ed è proprio nella Germania della Merkel che parlamentari, intellettuali ed ex rappresentanti di alte cariche istituzionali si stanno mobilitando contro queste strategie finanziarie che determinano un indebolimento dei poteri delle singole nazioni, ormai in balia di "giochi di potere" internazionali tutt’altro che rassicuranti.
Che la Corte tedesca assumesse un ruolo così determinante c’era da aspettarselo, ma per comprendere fino in fondo la portata di questa vicenda è necessario fare qualche riflessione sul significato strategico degli accordi intergovernativi. Quello a cui stiamo assistendo oggi non è una lotta fra poteri istituzionali e organizzazioni che in gran segreto traggono profitto dalla violazione delle regole. E’ in corso la creazione di organismi sovranazionali che riducono l’autonomia degli stati coinvolti in manovre finanziarie complesse ma dal chiaro intento politico: appropriazione della sovranità politica anche a costo di rischiare di violare la Costituzione.
In questo contesto è ovvio che la difesa dei valori costituzionali approda in tribunale, che in tal senso diviene il principale campo di battaglia politico, almeno nel breve termine.
Come già messo in evidenza a febbraio nel mio dossier sul caso "ESM" (link qui sotto), l’eventuale blocco del trattato da parte della Corte era già nell’aria, poiché il 7 settembre dell’anno precedente lo stesso organo aveva emanato una sentenza che è apparsa come un ostacolo insormontabile all’utilizzo di strumenti che determinano un vincolo permanente per la sovranità di bilancio. Questa riflessione deve essere letta tenendo anche conto dell’impatto del Fiscal Compact, autorizzato dal Bundestag assieme all’ESM e anch’esso al vaglio della magistratura tedesca.
Altra questione da non sottovalutare, anch’essa sollevata nel dossier, riguarda la disposizione contenuta nel trattato secondo cui gli stati membri dell’ESM si vincolano a versare "irrevocabilmente ed incondizionatamente" le proprie quote di adesione. Nell’ipotesi in cui la Corte tedesca non consenta alla Germania di far parte dell’ESM, lo Stato tedesco sarebbe comunque obbligato a versare la quota di adesione visto che il parlamento ha già concesso l’autorizzazione alla ratifica?
Probabilmente non sarà così, considerata inoltre l’ampia flessibilità con cui i politici intendono applicare il trattato. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di potere ricapitalizzare le banche direttamente tramite l’organizzazione intergovernativa senza l’intervento dello Stato di appartenenza nonostante tale possibilità non sia prevista dal testo del trattato (art. 15). Eppure continuano a chiamarlo fondo "salva-stati".
Il 5 giugno 172 economisti tedeschi hanno lanciato una iniziativa contro l’ESM invitando i cittadini a mobilitarsi contro tale potenza finanziaria. Promotore dell’iniziativa è il Prof. Hans-Werner Sinn seguito da autorevoli colleghi come Klaus Zimmermann, ex capo dell'Istituto Tedesco di Ricerca Economica e Wilhelm Hankel.
La Corte costituzionale di Karlsruhe ha ricevuto diversi ricorsi che hanno coinvolto più di 12.000 cittadini, anche grazie alla partecipazione dell’ex ministro della Giustizia Herta Däubler Gmelin appoggiato dall’associazione «Mehr Demokratie» (più democrazia).
Sul fronte politico dura presa di posizione da parte del partito di sinistra radicale Die Linke seguito dal parlamentare bavarese della Csu Peter Gauweiler.
Importanti contestazioni emergono anche da altre parti d’Europa, ed in particolare in Finlandia, Olanda e Austria che hanno già approvato la ratifica. Nei primi due paesi citati si contrastano fortemente le operazioni di acquisto dei titoli di Stato europei sul mercato secondario previsto dall’ESM. In Austria il partito della Libertà (FPOE) ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale e si prevede la realizzazione di un referendum nazionale per annullare il voto del Parlamento.
In Italia? Tutti i partiti appoggiano Monti in questo "governo delle banche", non c’è opposizione. Il nostro Parlamento deve ancora votare la ratifica e oltre l’appello e il dossier da me pubblicati circa 5 mesi fa, appoggiati da Wall Street Italia e da una parte importante della società civile, da Bruxelles a Roma tutti i parlamentari restano in "religioso" silenzio.
La mancata attuazione dell’ESM allontana i leader europei dalla concreta realizzazione di una unificazione politica dai contorni "oscuri". Non è escluso che il fallimento di tale accordo si traduca in un cambio di rotta della politica comunitaria attualmente palesemente orientata al salvataggio dei grandi poteri finanziari che gravano pesantemente sulle spalle del popolo.
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ECCO IL DOSSIER DEFINITIVO SU ESM E FISCAL COMPACT, scarica i seguenti documenti:
- TESTO DELLA PROPOSTA DI MOZIONE PARLAMENTARE CONTRO L’ESM
- Disegno di legge per la ratifica della modifica dell’art. 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea
- Resoconto dell’assemblea del Senato del 25 gennaio 2012 (le mozioni da pagina 107)
- Link dal quale è possibile visionare le mozioni presentate alla camera
- "Senato: passa la mozione unitaria sull'Europa", articolo su Quotidiano.net
- Testo dossier sull’ESM di Lidia Undiemi
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