Se la Grecia esce dall'euro Italia e mezza Eurozona (Francia compresa) a rischio dowgrade
Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilità di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a statizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio. È quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato oggi e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia. «Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona». (Radiocor)
FONTE IL SOLE 24 ORE
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Da Atene,
Margherita Dean
Ieri sera il successo degli sforzi di Evanghelos Venizelos, incaricato della formazione di un governo di coalizione, sembrava vicino: col partito di sinistra riformista Dimar, Venizelos aveva raggiunto, infatti, un accordo di tre punti sul programma governativo. Non oggi: il leader di Dimar, Fotis Kouvelis, ha escluso una coalizione cui non partecipi anche il Syriza, sinistra radicale e secondo partito in Parlamento.
Sulla stessa linea si è mosso anche Antonis Samaràs, leader dei conservatori di Nea Dimocratia che, poco dopo le dichiarazioni di Kouvelis, ha incontrato Venizelos. Al termine del colloquio, Samaràs, affermando di lottare sulla strada difficile della formazione di un governo ha concluso che, se il Syriza non vuole essere parte attiva della coalizione, almeno si astenga dal voto di fiducia, consentendo la nascita di un esecutivo che godrà della fiducia di almeno 120 deputati.
La palla, dunque, sembra essere tornata nel campo di Syriza, il cui leader, Alexis Tsipras, incontrerà il premier incaricato alle 5 di questo pomeriggio. Ieri Tsipras ha inviato una missiva congiunta a Bce, Commissione e Consiglio europei, nella quale invita gli europei a riesaminare l’intera strategia di risoluzione della crisi greca.
Intanto, l’Europa da segni molto forti dello scontento che causa l’ipotesi che al prossimo governo greco possa partecipare il Syriza. Il partito, infatti, intende ridisegnare o addirittura impugnare il memorandum di prestito, pur ribadendo come l’uscita della Grecia dalla zona euro sarebbe una catastrofe.
Proprio questa, del resto, è l’arma più forte di cui dispongono Berlino, Francoforte e Bruxelles per convincere Atene che un governo vada fatto presto e nel rispetto di riforme e austerità come pattuite con la troika.
Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesco, oggi fa sapere alla Grecia che la zona euro può farcela anche senza il Paese ellenico, mentre il ministro degli esteri Guido Westerwelle ha dichiarato, innanzi al Bundestag, che soldi per Atene ci saranno solo se questa varerà le riforme promesse”.
Le dichiarazioni tedesche, seguono quelle di ieri, di tenore analogo di Barroso, nonché di Joerg Asmussen, membro dell’esecutivo della Bce.
FONTE: PEACEREPORT
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