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venerdì 16 marzo 2012

GOLDMAN SACHS ...

fonte: qui

Su Vanity Fair (cartaceo) dell'8 Febbraio c'è un'interessante intervista fatta a Rodolfo Fracassi 36 anni, ex Manager Goldman Sachs, laureato alla Bocconi. Vorrei condividerla con gl’utenti di Nibiru perché offre interessanti spunti di riflessione.

Ho estratto alcuni punti salienti dall’articolo:

Guadagnava milioni mentre il mondo crollava. Ma non era felice. Così ha detto basta. E pedalando (lascia tutto, prende la bici e attraversa il sudamerica percorrendo le Ande) ha capito che una via diversa esiste.

Fino al 2008 lavorava a Londra per Goldman Sachs, muoveva montagne di denaro con un clic. Spostava investimenti, collocava titoli, moltiplicava quotazioni e scalate finanziarie. A trent'anni si preparava a diventare il "padrone dell'universo".
Dopo otto anni inizia a non dormire più, "non trovavo più un senso al mio lavoro"; quella ricerca insonne di denaro che moltiplica altro denaro, mentre il cielo della crisi planetaria cominciava già a sgocciolare fallimenti disseminando la vita reale di piccole catastrofi e grandi dubbi.
In quei giorni di insonnia, il lavoro smette di essere una identità con la tripla A.
Così un giorno di Aprile va dal suo capo e gli dice "Mi licenzio", " non cerco aumenti, me ne vado e basta", il suo boss gli dice: "Rilassati, prenditi una vacanza; i mercati sparano, stiamo facendo un mucchio di soldi, cosa vuoi di più dalla vita?"

Ma Rodolfo vuole di più di quel mondo e inizia il suo viaggio in bici, un sogno che aveva da ragazzo, per rinascere. Lo segue un suo amico, anche lui Private Banker.

(salto la parte sulla descrizione del lungo viaggio in bici)

Durante il viaggio "di colpo il mio ex lavoro mi è sembrato folle. Anzi, era insensato l'intero mondo della Finanza mondiale. Basato sull'idea che espandendo i debiti di tutti, compresi quelli degli Stati, si sarebbe potuta ipnotizzare anche la matematica in un eterno status quo". Nel quale la politica si compra il consenso degli elettori moltiplicando il credito e la Finanza si compra il mondo, incassando le provvigioni sul debito di milioni di persone, milioni di altre vite, senza mai prevedere conseguenze, "più o meno come andare con i freni della bici rotti giù dalle Ande e sperare di farla franca".
Invece lo schianto arriva quando i conti smettono di girare, quando l’ipnosi si dissolve, quando Lehman Brothers fallisce, quando le carte di credito vengono cancellate, le case pignorate, i governi avviati alla catastrofe e milioni di persone, senza neanche sapere perché, finiscono sul lastrico.
“Sino a quando stai nel castello fai fatica ad accorgertene, anzi vuoi che tutti gl’ingranaggi continuino a girare”. E’ pedalando dentro la Patagonia che la nebbia di parole e numeri si dirada, che la verità diventa chiara.

Il tesoro del viaggio si rivela al ritorno quando Rodolfo ed Andrea creano la Main Street Partners, perché a differenza di Wall Street che è la strada dei padroni dell’universo, “la Main è la strada della gente comune”.
Ora investono per lo sviluppo nel Terzo Mondo, finanziano progetti per le energie rinnovabili, per pozzi d’acqua potabile nel deserto, per aprire sportelli di micro credito per i poveri del mondo, per costruire ospedali low cost in Africa. Si muovono nella finanza etica, “che poi significa fare investimenti per il bene comune e anche guadagnarci”. Non hanno smesso di amare il denaro, ma gli hanno dato uno scopo.

Tratto da:
Vanity Fair – 08.02.2012 – Pagg. 130-131, articolo di Pino Corrias

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