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giovedì 4 luglio 2013

EGITTO...

'EMERGENZA

Il Cairo, oltre cento stupri: "Vogliono tenere donne fuori dalla vita pubblica"

Le aggressioni alle donne superano ormai il centinaio in piazza Tahrir. Le molestie sessuali sono da tempo frequenti in Egitto. Il convegno con Laura Boldrini. Le denunce di  Human Rights WatchAmnesty International
di CARLO CIAVONI

IL CAIRO - Ormai si contano a centinaia le aggressioni sessuali contro le donne che partecipano alle proteste anti-governative in piazza Tahrir. Per arginare il fenomeno, che dura ormai da settimane, è nato un gruppo anti-violenza che opera nella piazza, divenuta ormai  l'epicentro delle  manifestazioni. Molte donne hanno subìto un intervento chirurgico dopo essere state violentate, alcune di loro addirittura con oggetti appuntiti. Altre sono state picchiate con catene, bastoni e altri corpi contundenti o ferite con lame di coltelli.

IMMAGINI. LA FOLLA DIFENDE LE DONNE

Le molestie sono frequenti in Egitto.
 Le molestie sessuali  stanno letteralmente scuotendo il movimento di protesta. Una ragazza di 22 anni, olandese, è stata aggredita da più uomini. La giovane era lì per conto di una organizzazione egiziana per scattare delle foto. Secondo le autorità, l'attacco è annoverato tra i sette casi segnalati dai gruppi per i diritti umani in piazza Tahrir nel corso della fine della scorsa settimana. 

Aggressioni fuori controllo. Si tratta di atti criminali - hanno fatto sapere le stesse autorità di governo, attraverso le agenzie - "che non sembrano essere politicamente motivati" (??) e comunque sarebbero fuori controllo. Molti casi di stupro sono stati giudicati particolarmente gravi, al punto da richiedere un trattamento psicologico o medico. Un reporter della Associated Express, domenica scorsa, ha riferito di aver visto un gruppo di uomini che agitavano bastoni di legno, circondando una donna egiziana. Nabil Mitry, un uomo di 35 anni, tra i manifestanti di piazza Tahrir, ha riferito alle agenzie che gli assalitori urlavano insulti ad un uomo che cerca di aiutare la donna, aggiungendo l'accusa della mancanza di forze di polizia nella piazza, che comunque in gran parte si tiene lontana per evitare scontri con i manifestanti. "Il problema è proprio il fatto che non c'è la polizia - ha detto l'uomo -  quindi non c'è sicurezza".                    

E c'è chi incolpa le donne.
 Un portavoce dei Fratelli Musulmani di Morsi, Gehad al-Haddad, ha esortato i manifestanti - in un comunicato pubblicato sul suo account twitter Anti-sessuale - a sostenere le iniziative dei gruppi sorti a protezione delle donne che manifestano. Gli attivisti hanno offerto corsi di autodifesa. Sono stati aperti siti e social network in cui le donne possono "nominare e svergognare" i loro molestatori. Ma ci sono anche i chierici religiosi conservatori e alcuni funzionari di governo che incolpano le donne, dicendo che invitano gli uomini alle molestie e agli abusi sessuali. 

La verità necessaria.
 La pace e la riconciliazione dei popoli dilaniati dalle guerre passano per la verità, particolarmente sulla drammatica questione delle violenze sessuali come strumento bellico o nelle situazioni post-conflitto contro donne, ma anche bambini ed uomini: lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, aprendo il convegno La verità necessaria - I processi di riconciliazione nei paesi dei paesi arabinella Sala del mappamondo a Montecitorio. "Ricordare è un esercizio molto doloroso - ha affermato Boldrini - Non tutte le vittime ce la fanno.... Ma i racconti possono contribuire a incamminarsi verso il futuro, per gli individui ma anche per le comunità e le società. Solo raccontando la verità  possono tornare pace e riconciliazione".

La proposte in discussione.
 Boldrini ha ricordato la proposta in discussione in Libia per equiparare le vittime di violenze sessuali durante la guerra e durante il regime di Gheddafi alle vittime di guerra, con diritto a compensazioni ed assistenza. Il convegno, organizzato in collaborazione con la Ara Pacis Intiative e l'Observatory for gender in crisis, accoglie vittime, testimoni delle violenze, ma anche esperti per rompere il silenzio e l'omertà che circondano questi crimini e garantiscono impunità ai colpevoli. La prima drammatica testimonianza è stata quella di un padre che ha portato via il figlio da una prigione libica dove è stato ferocemente torturato.

Il racconto di un'aggredita. Il volto e il corpo coperti dal niqab, l'abito tradizionale islamico che lascia solo gli occhi scoperti, portato solo per mantenere l'anonimato, garantito anche dalle luci soffuse e dalle telecamere spente. Poi il racconto con voce tremante di giorni di stupri, sevizie, scosse elettriche che le hanno fatto prima di perdere il bimbo che aspettava, poi l'hanno resa sterile. Il drammatico racconto è avvenuto alla Camera dei Deputati, nel corso del convegno La verità necessaria - I processi di riconciliazione delle primavere arabe, che ha affrontato il tema dello stupro come arma da guerra e ancora praticata nei paesi post-conflitto, anche in quelli della ormai incerta Primavera araba. La donna ha spiegato che l'arresto è avvenuto dopo che lei ed alcune amiche erano state riprese da Al Jazeera mentre invitavano le altre studentesse a scendere in piazza contro Gheddafi. Poche ore dopo, iniziava l'incubo. "Mi hanno arrestata, e tenuta nuda per tutto il tempo. Gli stupri erano continui, poi le scariche elettriche. Chiedevo che chiudessero la porta almeno quando dormivo. Le mie amiche, non le ho più viste. E la mia famiglia che mi dice, se non ti fossi messa a fare i proclami oggi non ti sarebbe successo nulla", ha raccontato.

Human Right Watch.
 "Gli attacchi sessuali sfrenati durante le proteste di piazza Tahrir evidenziano il fallimento del governo e di tutti i partiti politici nell'affrontare la violenza che le donne in Egitto sono costrette a subire quotidianamente negli spazi pubblici", ha detto Joe Stork, vice direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch. "Questi sono crimini gravissimi che tentano di dissuadere le donne dal partecipare alla vita pubblica in Egitto". Human Rights Watch ha documentato a lungo il problema della violenza sessuale nelle strade del Cairo e, in particolare, le proteste in piazza Tahrir. 

Amnesty International.
 Aver consentito agli autori di molestie sessuali e aggressioni di sfuggire alla giustizia ha alimentato la violenza scatenatasi contro le donne al Cairo, negli ultimi mesi. È questa la responsabilità che Amnesty International addossa alle autorità egiziane, in un nuovo briefing basato sulle testimonianze delle sopravvissute alla violenza sessuale e di attivisti e attiviste. Amnesty Internationaldenuncia l'identica modalità con cui si svolgono le aggressioni di massa: un gruppo di uomini, che si fa rapidamente sempre più grande, circonda una donna isolata o la separa dai suoi amici. La donna vienetrascinata all'interno del circolo di uomini, che violano il suo corpo con le mani o con armi da taglio mentre cercano di denudarla. "Questi attacchi ci dicono quanto sia indispensabile, ora, che il presidente Morsi adotti provvedimenti drastici per porre fine a una cultura basata sull'impunità e sulla discriminazione di genere", ha detto Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord diAmnesty International

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