"Bersani deve fare un passo avanti". E' la strada verso la governabilità.
di Sergio Di Cori Modigliani
Non c’è niente da fare: non
capiscono. Davvero non si rendono conto. Tant’è vero che l’unica idea che
finora si sta manifestando sui social networks e sul web (a dichiarata firma PD
con qualche complicità PDL) consiste in una neo-moda di squadrismo mediatico,
basata sull’insulto, sulla calunnia, sul falso, sulla pubblicazione di dati e
affermazioni false, e siamo ormai al record surrealista di persone intelligenti
che attribuiscono al M5s e a Beppe Grillo addirittura la responsabilità
dell’attuale crisi e della cosiddetta ingovernabilità. Si cerca di rovesciare
le carte, quindi è necessario rispedire la palla sul loro campo, perché stanno
tentando abilmente (mica tanto poi) di annebbiare la mente di chi legge e
ascolta per costruire l’ennesimo falso.
Per due anni di seguito, il
PD ha detto solo e soltanto una cosa: “Berlusconi deve fare un passo indietro”
senza mai parlare del loro programma. Il Berlusca lo ha fatto e per un anno ci
hanno spiegato che era necessario appoggiare Monti insieme a Berlusconi senza
mai parlare del loro programma.
Adesso, invece, non è più
possibile.
Questo è il punto. Soltanto
questo.
Qual è il programma del PD?
Sono a favore dell’abolizione del finanziamento ai partiti? Il M5s ha già
dichiarato che non prenderanno il contributo rinunciando a 35 milioni di euro. Quali sono i punti essenziali del programma
del PD in materia di spesa, lavoro, occupazione, legalità?
Il corriere della sera è
andato a chiederlo a Massimo D’Alema, uno degli esponenti di punta della
vecchia guardia piddina, D’Alema ha “bypassato” la risposta come se la domanda
non fosse stata fatta e ha dato la sua soluzione all’attuale fase in atto. Ecco
che cosa ha detto D’Alema:
“La
strada è chiara: la presidenza della Camera al M5s con un governo presieduto da
Bersani…è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte delle forze
principali…nessuno può avere interesse a precipitare il paese verso nuove
elezioni che sarebbero un drammatico choc. Neanche il Movimento 5 stelle che ha
ottenuto un successo e che ragionevolmente credo voglia dimostrare la capacità
di generare cambiamenti positivi per l’Italia….quindi al centrodestra vada la
presidenza del senato e al movimento 5 stelle la presidenza della camera,
ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli
istituzionali di garanzia….”.
Per D’Alema è fatta, lui non
vede neppure il problema. E’ convinto che si risolva dando come regalo qualche
presidenza. Come era accaduto con la Lega.
Si tratta, per il momento,
di uno scontro tra due idee esistenziali e politiche che sono davvero
incompatibili.
A mio avviso, invece, per
poter cominciare a trattare, è assolutamente necessario “che Bersani faccia un passo avanti”.
Per quale motivo noi elettori e anche il
gruppo parlamentare del M5s dovremmo credere a un ipotetico cambiamento dato
che le persone e le personalità sono ancora le stesse?
Quindi, la prima mossa
spetta al presidente del consiglio incaricato in pectore che deve invitare l’attuale segreteria a dimettersi (
nell’interesse del suo partito) sostituendo coloro che non hanno fatto negli
ultimi vent’anni ciò che oggi sostengono di essere disponibili a fare e consentire
alla nuova segreteria di avanzare un piano programmatico di legislatura, con scadenze specifiche indicate, che accolga
istanze portate avanti dal M5s e che non è difficile ricavare anche dal risultato
elettorale (astensione e calo del bacino elettorale dei due maggiori partiti):
dall’immediato abbattimento dei costi della politica alla immediata legge sul
conflitto d’interesse; dalla riduzione del numero dei parlamentari
all’abolizione di privilegi parlamentari inutilmente costosissimi (benefits,
auto blu, consulenze a pioggia, ecc.); dall’introduzione del concetto di
reddito di cittadinanza (per far fronte immediato al disagio dei ceti sociali
più colpiti) alla suddivisione finanziaria “legale” tra banche d’affari
speculative e banche che gestiscono il risparmio dei correntisti, mettendo a
disposizione linee di credito alle imprese medio-piccole in difficoltà, per dare
inizio alla ripresa economica e così via.
Se Bersani fa un passo
avanti e, con una rinnovata dirigenza, immette nel suo programma di governo
questi punti, penso che i neo-eletti di M5s troverebbero naturale dargli la
fiducia, rinunciando –per il momento- a portare avanti altre istanze che
vengono –di comune accordo- rimandate. Ma solo in un contesto che mostri che il
PD ha raccolto la richiesta di rinnovamento proveniente dall’esito elettorale.
Come si fa a dare la fiducia a chi ha già dimostrato “sul campo” di essere
inaffidabile?
Che ci fa il M5s con la
presidenza della camera? La foto ricordo?
Allora, che facciamo?
Andrea Scanzi ben sintetizza
l’attuale fase di oggi nel seguente modo:
”Grillo, anzitutto, si toglie i sassolini dalle
scarpe e giustamente ricorda la badilata di cazzate empie piovute addosso ai 5
Stelle da parte dell'intellighenzia stinta del Pd (fassisti del web,
qualunquisti, Casa Pound, bla bla bla). Non puoi prima darmi del criminale e il
giorno dopo chiedermi di salvarti la vita perché altrimenti muori: troppo
facile, dovevi pensarci prima. Grillo, oltretutto, è un vendicativo permaloso.
Figuriamoci se non reagisce a uno schiaffo con un calcio sulle palle: è fatto
così. Una volta superata la soddisfazione di infierire sulla boria patetica di
chi credeva di avere già vinto e ha sbagliato pure questa, il punto è un altro
(ed è dirimente): che facciamo? Non c'è nessuna base spaccata (i giornalisti
stanno perdendo la testa, è bellissimo). La stragrande maggioranza dei grillini
detesta il Pd, perché lo conoscono benissimo. C'è solo chi è possibilista e chi
no. Per ora siamo alle scaramucce. La mia sensazione è che il centrosinistra
stia cercando ogni scusa per giustificare l'inciucione (tipo: "Visto?
Grillo ci ha detto no, quindi tubiamo con Berlusconi". E' la linea
D'Alema, cioè la linea-nulla). La mia paura è che Grillo possa peccare in
orgoglio. Tradotto: occorre aspettare i punti del programma governativo di
Bersani. In 20 anni non hanno fatto né il conflitto di interessi, né opposizione,
né progetti seri per abbattere i costi della politica: dubito che se ne
ricordino adesso. Se lo faranno, poiché costretti dall'acqua alla gola, il M5S
dovrà appoggiarli (a costo di dare la fiducia: non facciamo i puristi del
nulla, su). Se sarà invece la solita aria fritta, avremo per un po' (sei mesi,
un anno) il governissimo e di lì a poco le elezioni anticipate. Filippo Petardo
Facci (chi?) dice che la prossima volta il M5S non prenderà più voti, come
accaduto in Grecia coi movimenti di protesta. Quindi il M5S farà un botto
ulteriore. E la Casta lo sa. Per questo, in ogni modo, cercherà di
barcamenarsi. Trincerandosi in Parlamento e tirando a campare”.
Sono
d’accordo con questa analisi.
Stanno
giocando, come al solito, con carte truccate. Si rifiutano di parlare del
programma e propongono come novità governativa le solite facce. Come si fa a
ragionare in questi termini? Perché il M5s dovrebbe dare la fiducia a coloro
contro i quali è andato per tutta la campagna elettorale?
Bersani deve fare un passo avanti.
Tutto qui.
Cambi il
suo management, legga le voci del suo programma alla nazione e abbia il
coraggio di sfidare il M5s a un dibattito pubblico su ogni singolo punto del
programma, in modo tale da consentire al paese di “sentire” che davvero stiamo
andando verso la trasparenza pragmatica delle istituzioni, e non verso la
consueta, vecchia, ammuffita compravendita di presidenze, così come viene
presentata da Massimo D’Alema, l’ennesimo genio della politica che dimostra di
non aver capito affatto che cosa sta accadendo nel paese.
La
governabilità c’è eccome!
Ma sui
programmi e sulla sostanza.
Non sulla
qualità e sulla quantità delle presidenze di camera, fondazioni bancarie,
commissioni clientelari.
Tutto il
resto è fumo negli occhi.
Come ha
detto il premio Nobel Dario Fo, regalando un solido consiglio esistenziale a
Pierluigi Bersani, quando la Gruber lo ha intervistato: “Buttati, dai, fai un bel salto e sono certo
che il M5s voterà a favore”.
Altrimenti,
che si prepari ad essere testimone della propria estinzione per incapacità
politica, per incompetenza manageriale, per mancanza di creatività e scarsa
propensione all’assunzione di responsabilità individuale davanti alla
collettività.
Altrimenti,
dato che è il primo partito alla camera, c’è sempre il M5s che può assumere
l’incarico di formare un governo, presentare un programma e vediamo chi lo vota
in parlamento.
Così
vediamo chi non vota per l’abolizione delle province, chi non vota per l’abolizione
dei cosiddetti rimborsi elettorali, chi non vota per una vera legge anticorruzione,
chi non vota per una nuova legge elettorale, chi non vota per misure che rilanciano
la piccola e media impresa, chi non vota per l’abolizione del finanziamento pubblico
all’editoria, chi non vota per il reddito di cittadinanza, chi non vota per la
legge sul conflitto di interesse, chi non vota per la cancellazione degli enti
inutili, chi non vota per l’annullamento delle fondazioni bancarie, chi non
vota per l’abolizione dei privilegi
parlamentari, chi non vota per la decurtazione del numero dei deputati, ecc.,ecc…..
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