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giovedì 14 marzo 2013

BEPPE GRILLO


l MoVimento 5 Stelle e le sirene

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Articolo di Paolo Becchi

"Recitava una poesia di Pasolini: "Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo". Così accade nella stampa italiana. Nell’anno che ha preceduto la campagna elettorale, i giornali di “regime” – "La Repubblica" in testa – hanno tentato in tutti i modi di impedire l’ascesa del MoVimento 5 Stelle: dai “falsi scandali” (caso Favia) alle accuse di populismo, demagogia, fascismo contro Grillo. Oggi quegli stessi giornali, cari deputati e senatori del MoVimento, vi leccano, come diceva il poeta, il culo. E, per farlo, chiamano a raccolta i loro intellettuali “classici”. "La Repubblica", infatti, pubblica in questi giorni ben due appelli firmati da professori, artisti, cantanti, forse anche nani e ballerine. Il primo è un appello a Beppe Grillo ed al MoVimento 5 Stelle: "se non ora, quando?", si chiedono i firmatari (primi Barbara Spinelli e Salvatore Settis). Grillo dovrebbe, secondo loro, stringere un’alleanza con il Partito Democratico. Tutto qui, niente di più, niente di meno, retorica a parte. Il secondo (dal titolo "Facciamolo adesso!", a firma di Saviano, Benigni, Don Gallo, Jovanotti, e così via ) chiama le forze politiche "uscite vincenti dal voto" (perché, sono più d’una? O il Pd è uscito vincente dal voto?!) a formare un Governo che, "nel nome della volontà popolare", volti finalmente pagina dopo vent’anni di scandali, corruzione, illegalità. Grillo ha già replicato, come si dice, a tono: "L'intellettuale non è mai sfiorato dal dubbio, sorretto com’è da un intelletto fuori misura per i comuni mortali. Se si schiera lo fa per motivi etici, morali, umanistici su indicazione del partito. Quando il pdmenoelle chiama, l'intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due". Eppure qualche breve riflessione merita d’esser fatta. Cosa stanno cercando di fare? Il Pd gioca le sue ultime carte: chiama a raccolta i suoi intellettuali. E gli intellettuali, con le loro dolci parole – così pacate, così riflessive, così “ragionevoli" – sono chiamati ad incantare il MoVimento. "Io son Sirena", cantano. Il loro canto è affascinante, ed è quasi impossibile udire le loro parole senza cadervi in balìa. A voi, deputati e senatori del MoVimento, ora spetta la forza e l’astuzia di Odisseo contro le Sirene, se volete proseguire il “folle volo”, bellissimo, del MoVimento. A voi spetta, oggi, di tappare con la cera le vostre orecchie per non ascoltare. Al Vostro capo politico, legate mani e piedi, e lasciate che sia lui a dover sopportare il dolore che quel canto provoca. Non potete cambiare via: si deve passare anche per questa fatica, si deve passare anche per il canto delle Sirene. O le ingannerete, o perirete: è questa la prova da cui deve passare Odisseo, nel suo viaggio. Andate avanti come Odisseo e i suoi compagni, ed agli “intellettuali” de "La Repubblica" insegnate questi bellissimi passi: "E’ impossibile udire le Sirene e non cadere in loro balia: esse non si possono sfidare impunemente. Sida e accecamento sono la sessa cosa, e chi le sfida è già vittima del mito a cui si espone. Ma l’astuzia è la sfida divenuta razionale. Odisseo non tenta di seguire un’altra via da quella che passa davanti all’isola delle Sirene. E non tenta neppure di fare assegnamento sul suo sapere superiore e di porgere libero ascolto alle maliarde, nell’illusione che gli basti come scudo la sua libertà. Egli si fa piccolo piccolo, la sua nave segue il corso fatale e prestabilito" (Horkheimer – Adorno, Dialettica dell’Illuminismo). È solo così che potremo fare nostro questo viaggio che abbiamo intrapreso: "Di là navigammo avanti, sconvolti nel cuore". La rivoluzione del MoVimento ci ha dato questo viaggio, questo lungo viaggio che dobbiamo proseguire. In Italia è iniziata una rivoluzione legale. Forse riusciranno a fermarla, ma non con le voci delle loro Sirene. Ormai siamo in guerra e, se moriremo, lo faremo solo sul campo di battaglia delle prossime elezioni. È meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito." Paolo Becchi

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