ITALIANISCOSTUMATI IN RIFERIMENTO AI POLITICI CHE HANNO PORTATO IL PAESE A UN DEBITO PUBBLICO FUORI CONTROLLO... un paese che sta' nelle graduatorie che non ci fanno onore...un blog caotico e senza nessuna pretesa...
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martedì 30 aprile 2013
BERSANI - POVERO NANNI MORETTI CHE PENSERA' DI QUESTA BRUTTA STORIA' DEL PD...

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ROMA - Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani chiude la campagna elettorale al teatro Ambra Jovinelli a Roma con Nanni Moretti.Il Teatro è gremito in ogni ordine di posto e in aggiunta, è stato montato un maxischermo all'esterno dove si può sentire l'intervento del leader del Pd, preceduto da quello del candidato del Lazio Nicola Zingaretti.
Moretti con Bersani
Moretti: «Destra e sinistra non sono uguali». «Nonostante lo spot "smacchiamo il giaguaro" sono qui perché voto Pd», ha detto il regista, salito a sorpresa sul palco dell'Ambra Jovinelli, e ironizzando sul tormentone scelto dal leader Pd per indicare l'obiettivo di vincere su Silvio Berlusconi. «C'è un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura da almeno 40 anni nella vita reale e nei film e c'è un tempo per criticare i propri avversari politici - ha aggiunto Moretti -. Non capisco chi mette sullo stesso piano in Italia 2013 destra e sinistra, basti vedere l'esempio delle primarie e la straordinaria partecipazione, mentre la destra che aveva annunciato la data e i candidati poi ha detto "abbiamo scherzato"», ha continuato il regista. «Manca ancora poco, fino a lunedì, poi basta: 60 milioni di italiani saranno finalmente liberi», ha aggiunto. «Cerchiamo - è ancora l'auspicio del regista - di tornare ad essere un paese normale e al primo posto mettiamo la legalità, l'etica pubblica e il lavoro».
Moretti con Bersani
Moretti: «Destra e sinistra non sono uguali». «Nonostante lo spot "smacchiamo il giaguaro" sono qui perché voto Pd», ha detto il regista, salito a sorpresa sul palco dell'Ambra Jovinelli, e ironizzando sul tormentone scelto dal leader Pd per indicare l'obiettivo di vincere su Silvio Berlusconi. «C'è un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura da almeno 40 anni nella vita reale e nei film e c'è un tempo per criticare i propri avversari politici - ha aggiunto Moretti -. Non capisco chi mette sullo stesso piano in Italia 2013 destra e sinistra, basti vedere l'esempio delle primarie e la straordinaria partecipazione, mentre la destra che aveva annunciato la data e i candidati poi ha detto "abbiamo scherzato"», ha continuato il regista. «Manca ancora poco, fino a lunedì, poi basta: 60 milioni di italiani saranno finalmente liberi», ha aggiunto. «Cerchiamo - è ancora l'auspicio del regista - di tornare ad essere un paese normale e al primo posto mettiamo la legalità, l'etica pubblica e il lavoro».
LETTA VIA LO STIPENDIO AI PARLAMENTARI...
Pubblicato in facebook
Letta: “Via lo stipendio ai ministri parlamentari” ma per ora è solo ARIA FRITTA
Se ieri LETTA ha fatto quel discorso toccando temi assai sensibili, è successo perche’ un cialtrone di comico URLANTE si e’ messo dalla parte del popolo ed ha creato un movimento tutto variopinto che cammina in ordine sparso fa tanti errori perche’ nessuno è figlio di….tutta gente presa dal popolo che opera con pregi e difetti, non hanno studiato alla Bocconi…perlomeno non credo ci siano tali “GENI” …ma questo movimento ha creato un precedente…ha smosso le acque torbide dei privilegi che adesso sono messi in discussione…
Letta: “Via lo stipendio ai parlamentari”
Il presidente del Consiglio incaricato dà l’annuncio in diretta ai 21 ancora inconsapevoli: “Per dare l’esempio, e dico al Parlamento una cosa che nemmeno i miei ministri sanno ancora, il primo atto del mio governo sarà quello di eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità.
Letta per ora vuole stupire e dimostrare al M5S che anche lui puo’ fare la rivoluzione…per ora è solo ARIA FRITTA…e soprattutto difficile mandare giu’ coalizioni votate in un modo e poi completamente stravolte…la base del PD è sotto choc.
Pubblicato in Uncategorized
lunedì 29 aprile 2013
VITTORIO BERTOLA
Lo hanno pensato in molto e anche scritto su queste pagine...io invece non l'ho pensato perche' li voglio tutti vivi e vederli come Forlani tanti anni fa con la bava alla bocca finire nella polvere.
Quindi Vittorio Bertola scrive solo la verita'...che vi piaccia o no è la VERITA'.
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TORINO - «Il vero problema non è che qualcuno vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano 'peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro». È il messaggio postato su Facebook da Vittorio Bertola, consigliere comunale di Torino del Movimento 5 Stelle. «Ovviamente non auspico che questo accada - precisa Bertola all'ANSA - ma sono assolutamente convinto che siano tanti quelli che lo pensano, perchè purtroppo, in questo momento, ci sono tante persone disperate e la politica non sta facendo nulla per aiutarle».
Quindi Vittorio Bertola scrive solo la verita'...che vi piaccia o no è la VERITA'.
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TORINO - «Il vero problema non è che qualcuno vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano 'peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro». È il messaggio postato su Facebook da Vittorio Bertola, consigliere comunale di Torino del Movimento 5 Stelle. «Ovviamente non auspico che questo accada - precisa Bertola all'ANSA - ma sono assolutamente convinto che siano tanti quelli che lo pensano, perchè purtroppo, in questo momento, ci sono tante persone disperate e la politica non sta facendo nulla per aiutarle».
BAU BAU - LAVORO
Anni fa' quando lavoravo con contratti co co co (per le piu' importanti multinazionali) che duravano anche
soltanto un mese e si rinnovavano di mese in mese...in
pratica una vita sul filo del rasoio, non sai che ti succede il mese successivo...lavorerai? mangerai? potrai pagare un affitto? contratti che erano contro l'articolo delle Costituzione sul lavoro.
In quel periodo il giornale La Repubblica pubblico' 1000 email di persone che lavoravano con i contratti co co co, tra le mille email c'era anche la mia...le stampai tutte perche' erano uno spaccato del paese, adesso le cerco e ne pubblico un po', sarei curiosa di sapere che fine ha fatto questa gente, come ha risolto i suoi problemi lavorativi.
soltanto un mese e si rinnovavano di mese in mese...in
pratica una vita sul filo del rasoio, non sai che ti succede il mese successivo...lavorerai? mangerai? potrai pagare un affitto? contratti che erano contro l'articolo delle Costituzione sul lavoro.
In quel periodo il giornale La Repubblica pubblico' 1000 email di persone che lavoravano con i contratti co co co, tra le mille email c'era anche la mia...le stampai tutte perche' erano uno spaccato del paese, adesso le cerco e ne pubblico un po', sarei curiosa di sapere che fine ha fatto questa gente, come ha risolto i suoi problemi lavorativi.
RAI - ZORO
Questa societa' che da lavoro sempre ai figli di...
La Rai è piena di figli di...
Sono anni che vediamo trasmissioni di satira oppure di altro genere ma soprattutto di satira, in cui il regista e il figlio della Gina Lollobrigida ...Milko Skofic...lo Skofic guida la regia della trasmissione di ZORO con la partecipazione del giornalista DAMILANO dell'espresso...fanno una satira che a me non piace molto...anzi non la ritengo manco satira, lo spettacolo è pieno di primi piani della faccia di ZORO...chi lo raccomanda ZORO?
La Rai è piena di figli di...
Sono anni che vediamo trasmissioni di satira oppure di altro genere ma soprattutto di satira, in cui il regista e il figlio della Gina Lollobrigida ...Milko Skofic...lo Skofic guida la regia della trasmissione di ZORO con la partecipazione del giornalista DAMILANO dell'espresso...fanno una satira che a me non piace molto...anzi non la ritengo manco satira, lo spettacolo è pieno di primi piani della faccia di ZORO...chi lo raccomanda ZORO?
GIANROBERTO CASALEGGIO...
Miei cari politici e giornalisti, per quello che è accaduto in Italia, il popolo italiano ha dato segno di un profondo sonno, svegliato dalle urla di Beppe Grillo nelle piazze, e per fortuna che un comico ha dato la sveglia altrimenti chissa' quale nefandezza ancora si sarebbe commessa. Cio' non toglie che nel M5S moltissime cose non vanno, vanno affrontate e cambiate.
Uno vale uno ma Casaleggio vale troppo.
Uno vale uno ma Casaleggio vale troppo.
sabato 27 aprile 2013
DIRETTA STREAMING DEL M5S...SONDAGGIO CORRIERE DELLA SERA...
venerdì 26 aprile 2013
LA MERITOCRAZIA NEL M5S
LA MERITOCRAZIA...non esiste, esiste il lecca lecca...in Italia è una rarita' anzi diciamo che non esiste proprio...ed anche nel M5S senbra che il lecca lecca funzioni.
Niente domande, lecca e farai carriera!
Peccato con tanti giovani validi che si sono impegnati veramente ed hanno studi adeguati a svolgere ruoli utili a questo paesaccio ingessato, non credo che un camionista bontempone possa servire a risolvere problemi di comunicazione che possano avere i portavoce. E poi è semplicemte ridocola questa aggiunta ad altri portavoce dei portavoce...fanno solo ridere e danneggiano chi seriameente si impegna nel movimento.
Niente domande, lecca e farai carriera!
Peccato con tanti giovani validi che si sono impegnati veramente ed hanno studi adeguati a svolgere ruoli utili a questo paesaccio ingessato, non credo che un camionista bontempone possa servire a risolvere problemi di comunicazione che possano avere i portavoce. E poi è semplicemte ridocola questa aggiunta ad altri portavoce dei portavoce...fanno solo ridere e danneggiano chi seriameente si impegna nel movimento.
NIK ILNERO
Litigi a 5 Stelle: Nik il Nero, Giovanni Favia e la fitta al bicipite
Il responsabile video del Movimento al Senato ebbe un incarico temporaneo alla Regione Emilia Romagna ma poi venne licenziato dall'ex consigliere in vista di un regolare bando. Da lì il rancore verso il "traditore" sfociato nella serata in cui gli attivisti bolognesi si rivoltarono contro i giornalisti e uno di loro disse: "Stiamo diventando fascisti"

Più informazioni su: Beppe Grillo, Fascismo, Gianroberto Casaleggio, Giovanni Favia,Movimento 5 Stelle.È appena passata mezzanotte, sera di giugno di tre anni fa, quando Nicola Virzì si mette davanti al computer e butta giù le 40 righe che lo separano dal Movimento. Un durissimo grido di accusa contro le persone con cui ha condiviso anni di battaglie. Poi, niente più riunioni, addio meetup. Fino all’altro ieri quando Nicola, ovvero Nik il nero, fa il suo rientro dal portone di ingresso principale: responsabile video per il gruppo 5 Stelle del Senato.In mezzo, ci sono un migliaio di giorni e un’espulsione, quella di Giovanni Favia. Per capire cosa leghi queste faccende apparentemente lontanissime bisogna tornare a quella sera del 18 giugno del 2010. Nicola Virzì, fino a quel momento, è una delle colonne dei grillini bolognesi. Ha fondato il Movimento nel 2007, con sua moglie ha sfamato decine di ragazzi cresciuti a pane e Beppe Grillo. Riunioni continue, niente sabati né domeniche. Nik – titolare di una ditta che si occupa di segnaletica stradale – vive per il Movimento, sua moglie, Serena Saetti, pure. Tanto che oggi è consigliera di quartiere a Bologna. Poi arriva la crisi. E nel 2010 bussa anche a casa Virzì. I conti non tornano, la ditta chiude. Nel frattempo però gli affari del Movimento cominciano ad andare bene. A marzo si è votato, i 5 Stelle hanno preso il 7 per cento. E Giovanni Favia, cresciuto a pane, Grillo e Nik, è diventato consigliere regionale.
Brindisi e feste, poi si comincia a lavorare. Servono collaboratori e Favia ha un amico disoccupato che gli chiede aiuto. I video, Nik, li ha imparati a fare nelle giornate passate con gli attivisti: interviste a politici, a giornalisti: “Con una telecamerina – diceva – si può abbattere il muro delle ingiustizie”. Ma in Regione servono professionisti. E poi il Movimento che fa del merito una bandiera, che chiede il curriculum anche a Zagrebelsky, non può scegliere un collaboratore solo perché è un amico di vecchia data.
Favia, comunque, un contratto di prova a Nik lo fa. Lo avverte però che si tratta di una situazione temporanea, che nel frattempo farà colloqui con altre persone. E alla prima scadenza, un paio di mesi dopo, non gli rinnova più il contratto. È lì che Nicola Virzì si mette davanti al computer e butta giù tutto il suo rancore, scusandosi per il suo “pessimo italiano”: “Ultimamente avrete notato il mio pessimo umore alle riunioni, ma cazzo io non mi ci ritrovo più (…) in Regione mi sento un estraneo, non me l’immaginavo così, pensavo di rivedere le nostre facce in quegli uffici a lavorare come un tempo, con gli scazzi e le risate che si sarebbero sentite fino all’atrio di quel triste palazzo della Regione, avremmo rinfrescato l’ambiente (…) li è tutto blu petrolio e grigio con persone tristi e incravattate e noi ci stiamo adattando (…) Per fare politica a quanto pare ci vogliono dei tecnici e non il cuore delle persone, bisogna sottostare a delle regole che io non accetto, io sono libero e voglio esprimermi come so fare, semplicemente , in modo diretto senza paura, non voglio essere un professionista voglio rimanere Nik, con i miei difetti con il mio entusiasmo. (…) in Regione hanno deciso giustamente di fare una sorta di bando per un video operatore e altre figure che collaborino con loro chiedendo il curriculum, io non potrei farlo per tre motivi: non ho studiato per fare il video operatore, non voglio soldi dal movimento, non potrei mai e poi mai snaturare il mio modo di riprendere e montare i video per seguire un target che a me non piace”.
È da lì che il “caso Favia” comincia a montare. La campagna di Nik contro il consigliere regionale è feroce. Su Facebook, su Twitter e poi dalla cabina del suo camion – che nel frattempo è diventato il suo nuovo lavoro – manda “editoriali” di fuoco: “I panni sporchi – dice – li lavano in casa solo i vecchi partiti”. A novembre del 2012, durante una riunione del Movimento bolognese, è lui che aizza gli attivisti a gridare “Vergogna” contro i giornalisti.
Un consigliere di quartiere, Pasquale Rinaldi, cerca di calmare la situazione. Lui gli fa capire che è meglio che stia zitto: “Ad un certo punto – raccontò all’epoca Rinaldi – sento una fitta lancinante al bicipite sinistro e voltando la testa mi accorgo che Nik il nero mi ha afferrato per il braccio, stringendo con una forza inaudita. A quel punto mi trascina per tutta la sala, mi avrà trascinato per una decina di metri credo, e nel frattempo continuava ad insultarmi dicendomi che mi dovevo fare i cazzi miei e che non dovevo rompergli i coglioni, ecc. Siamo ostaggio dei violenti – proseguiva Rinaldi – e non abbiamo strumenti per distinguerci da costoro. Stiamo diventando fascisti ed ho paura”. Martedì Nik è arrivato al Senato. Lo ha voluto Casaleggio in persona. IL FATTO
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